Portafogli d'Investimento Teorici:

domenica 3 marzo 2019

E’ tempo di Treasury?

La curva dei tassi USA sembra essersi appiattita. Le borse tirano un sospiro di sollievo ogni qual volta le notizie su un rallentamento dell’economia americana fanno allontanare lo spettro del rialzo dei tassi FED su quella liquidità che è diventata ormai la droga dei mercati. Nuove agevolazioni fiscali che facciano da boost ai bilanci delle aziende americane non sembrano in programma nel 2019. E se fosse giunto il tempo dei Treasury? E’ vero, un TBond a 20 anni ha un tasso che non si scosta molto da quello di uno a 10 anni… tuttavia ingloba l’attualizzazione di un tasso d’interesse apprezzabile per un periodo molto più lungo. Al contempo un fondo che investe in TBond a durate più brevi ha, in proporzione al rischio, un price-to-risk migliore. Se i mercati azionari accogliessero con panico o forti vendite un arresto recessivo dell’economia americana (ormai il ciclo economico va avanti dal 2009) i titoli di stato americani potrebbero rappresentare quell’investimento ‘tradizionalmente difensivo’ che in momenti d’incertezza il risparmiatore cerca. E se la tabella del rialzo dei tassi della FED subisse un rallentamento (o meglio un arresto o addirittura da qui a poco un inversione dell’outlook) probabilmente, soprattutto le scadenze più lunghe ‘festeggerebbero’.
Il problema è che l’investimento da difensivo si fa speculativo laddove viene caricato di rischio dollaro in un teorico scenario di riduzione del gap tra i tassi euro e i tassi dollaro. E quindi, per noi europei, un investimento tanto difensivo non è.
La diversificazione è, al solito, una valida strategia. Tenere in portafoglio un titolo che investe in Treasury a scadenza medio-brevi con hedging sull’euro (pericolosissimo nello scenario attuatosi nel 2018 di aumento del dollaro ed aumento dei tassi, ma difensivo verso uno scenario di riduzione gap dollaro/euro, rallentamento della tabella di marcia sui tassi e potenziale frenata dell’economia) abbinandolo ad una porzione di investimento diretto in treasury o ad un titolo che vi investe senza hedging magari con durate e maturity più lunghe (es. 15-20 anni), può essere una buona strategia. Delle porzioni 2/3 vs 1/3 o anche 75% vs 25% possono rappresentare le dosi adatte, per chi ritiene di volersi difendere da questo scenario.
Tra i titoli ‘economici’ che investono su scadenze Treasury non eccessive con heding sull’euro ho trovato questo ETF:  Xtrackers II US Treasuries UCITS ETF 2D - EUR Hedged (EUR) a replica fisica (ISIN:  LU1399300455 ) la cui cedola semestrale riduce le incertezze sulla strategia da selezionare per un’eventuale ‘presa di beneficio’. Ovviamente sempre trattando gli ETF con le dovute accortezze, dato che questo è scambiato su ETFPlus con costi di gestione estremamente concorrenziali (0,2% l’anno), ma i volumi di scambio non sembrano tra i 10k e i 350k al giorno (con un impennata negli ultimi giorni… ci avrò preso?!). Sempre di TNote a replica fisica con copertura valutaria parliamo, comunque…
P.C. 7.12.2018

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