Portafogli d'Investimento Teorici:

sabato 27 giugno 2020

Situazione delle Varie Simulazioni a Fine Giugno

Alla fine di un difficile primo semestre 2020 (difficile per tutto il mondo, direi), sono andato a riepilogare l'andamento, per come lo conosciamo dall'ultima revisione periodica, dei vari portafogli simulati.

Spesso, la rappresentazione grafica, l'immagine, manda un messaggio potente, che però è troppo sintetico e di conseguenza fuorviante, delle caratteristiche di un investimento. Per quello tutti noi dobbiamo fare attenzione a quando un addetto ai lavori, sia esso economista, consulente o peggio venditore, ci pone di fronte semplicemente lo schemino ed il grafico.

Faccio un veloce percorso delle varie simulazioni, alla voce Asset Allocation indico solo l'approssimativo rapporto Azionario (o equiparabile) con Obbligazionario (o equiparabile).


Ovviamente molti portafogli non hanno ancora affrontato il primo rendiconto periodico.
Notiamo subito che il 'timing' del portafoglio è un elemento determinante, Cyrano che ha sfruttato la crisi di marzo per il suo investimento presentava un mese fa quasi un 5% di performance positiva notevolissima in un bilanciato, anche se dinamico, in 2 mesi.

Alcuni hanno una performance alimentata dall'aver assunto esposizione ad un asset specifico, particolarmente fortunato o sfortunato. La strategia su valute di portafogli distribuzione/accumulo come Amore&Psiche è stata particolarmente sfortunata a cavallo della crisi che ha penalizzato molto le valute più deboli (e redditizie), al contempo la 'spada' tecnologica del Nasdaq che pesa sulla testa di Damocle ha assicurato una bella performance ad un investimento con un 20% di capitale azionario ed addirittura una quota del capitale chiusa in una gestione separata assicurativa. Portafogli prudenti come Paride, c'è da aggiungere, hanno beneficiato di un anno come il 2019 insolitamente benevolo verso un obbligazionario/governativo che non possiede di suo rendimento stellari.

Portafogli totalmente azionari come Atlante ed Eracle presentano delle performance molto difformi, ma anche lì l'effetto è del timing applicato alla volatilità dell'azionario. Atlante ha avuto un pessimo timing investendo sui massimi del 2019 e dopo un rendiconto a 15 giorni dai minimi di marzo 2020. Eracle ha azzerato qualsiasi perdita grazie a 6 mesi in più di spazio per la crescita dell'investimento e sette settimane in più per il recupero, in entrambi, comunque, l'aver utilizzato strumenti abbastanza efficienti (salvo che fiscalmente!) come ETF sono convinto che sia un valore aggiunto.

Due simulazioni più 'estreme' e dalla strategia a mio avviso sconsigliabile come strategia d'investimento come Pericle (flessibile opportunistico) e Boezio (flessibile multistrategia tematica) in ogni caso, grazie all'uso comunque di strumenti abbastanza 'puliti' ed almeno un pò diversificati non hanno fatto danni.

E' forse un pò ingiusta, rispetto alla relativa qualità e semplicità del portafoglio, la performance di Annibale, comunque penalizzato dal ricorso ad obbligazionari emergenti ed high yield e ad azionario europeo con una logica di distribuzione. Ovviamente questo tipo di rendicontazione assumerà più senso quando i portafogli avranno qualche altro anno di anzianità.

P.C. 27/06/2020

venerdì 26 giugno 2020

Pillole di Mifid2: questa sconosciuta

La direttiva Mifid2, entrata in vigore dal 2 gennaio 2018 anche in Italia, rappresenta, sulla carta, una rivoluzione copernicana nel concetto di consulenza finanziaria.

Purtroppo è, secondo me, una delle leggi nella pratica più disattese in assoluto. Verificare questo fatto sarebbe semplicissimo: basta telefonare a 1000 risparmiatori che possiedono investimenti presso qualche struttura di 'wealth management' (banche, consulenti, etc...) presi a caso e chiedergli quanto, secondo loro, pagano all'anno. Secondo me le risposte saranno nell'ordine "credo 5 euro al mese" o per i più realisti "qualche centinaio di euro l'anno". La massificazione di questi risultati probabilmente porterebbe a concludere che forse non si è incappati in un risparmiatore particolarmente distratto, ma che il sistema getta le sue fondamenta su di un'asimmetria informativa.
Personalmente ho visto i rendiconti Mifid su costi ed oneri tante banche (anche con modelli di servizio completamente differenti) e di solito i costi fatti pagare su portafogli con investimenti gestiti  andavano da un 2% l'anno (quando andava proprio bene), fino a casi anche 3 o 4 volte superiori (di solito in anni in cui si erano pagati bei costi di sottoscrizione e simili). Per capirci chi ha un portafoglio d'investimenti da 300mila euro ed è fortunato a cavarsela con il 2% vuol dire che paga 500 euro al mese di commissioni tra collocatore, società di gestione etc...

Lo sa?

Questa eventuale asimmetria informativa su costi e caratteristiche dei prodotti non sarebbe esattamente Mifid2-compliant.

Andiamo ad osservare due interessanti articoli pubblicati nella L. 87 del 31.03.2017 sulla Gazzetta Europea (poi recepita con la normativa Mifid2):


Articolo 10, comma 2 (da citare ai venditori di prodotti): le imprese d'investimento identificano e valutano appropriatamente la situazione e le esigenze dei clienti su cui intendono concentrarsi, in modo da GARANTIRE che gli interessi dei clienti non siano pregiudicati a causa di pressioni commerciali o necessità di finanziamento.

Che vuol dire? Che non si può consigliare un prodotto perché "devo venderlo" perché "ci sono accordi o budget di questa roba da collocare", ma si deve partire dalle esigenze e dalla situazione dell'investitore. Se questi ha bisogno di liquidità e non vuole che il capitale sia soggetto a fluttuazione, toccherà fargli il conto deposito, anche se ci si guadagna poco... se NON ho bisogno di un prodotto assicurativo non si induce a sottoscriverlo perché si vuole vendere la nuova polizza! Tutto il sistema di pesanti pressioni commerciali (sui siti dei sindacati bancari c'è un'ampia bibliografia) a cosa conduce?

Se il mio consulente guadagna bene solo su fondi e polizze... ma io voglio (o per me è adeguato) il titolo di Stato e l'obbligazione perché la mia esigenza è avere un capitale certo a scadenza, non si viola la LEGGE a pregiudicare il mio interesse/esigenza per necessità 'commerciali'?

Più interessante il secondo articolo che volevo condividere oggi:


Un Onorario, Commissione o anche Beneficio Non Monetario, è considerato INACCETTABILE qualora la prestazione dei servizi pertinenti al cliente sia falsata o distorta a causa dell'onorario, della commissione o del beneficio non monetario.

C'è anche poco da commentare... come fai a prendere il 3% di commissione su un fondo (magari inserito in un wrapper assicurativo o in una gestione patrimoniale) con dentro obbligazioni che rendono al massimo il 2%? Se tu mi induci a comprare e vendere, percependo più volte commissioni di entrata/rimborso, mentre io perdo e basta... che servizio mi stai dando? Il servizio non è un tantino distorto da questa continua spremitura di commissioni (spese annue, di performance, utilizzo di prodotti costosi, tunnel e quant'altro)?

Inutile ricordare che poi la trasparenza impone anche di spiegare bene i costi, oltre ai rischi, dei prodotti finanziari.

Come evidente, almeno la legge c'è, ma... scripta volant?!

P.C. 26.06.2020

venerdì 19 giugno 2020

PERICLE: una gestione 'attiva' e 'pericolosa' in tempi di elevata volatilità!

Pericle, il portafoglio Aggressivo (80% azionario circa) ed Opportunistico e Gestione Attiva, ha compiuto il suo primo anno di vita.

La simulazione di questo portafoglio, che va a cercare sul mercato opportunità potenzialmente svalutate o con grandi "speranze" in maniera assolutamente dinamica e totalmente attiva (ogni 3 mesi effettuiamo arbitraggi e ribilanciamenti) serve come palestra per capire cosa ci si può aspettare gestendo in questo modo i propri risparmi.
Alla fine dell'orizzonte temporale (minimo 4 anni... quindi ne mancano ancora 3) avremo un quadro più chiaro delle sorti di questa ''strategia'' e capiremo come incide anche utilizzando strumenti non troppo costosi (bond, etc, etf, azioni) sul risultato finale, anche rispetto ad altri approcci.

Abbiamo lasciato Pericle in una situazione disastrosa.
Il capitale era:

Giugno 2019:                     100087,61              (+0)
Settembre 2019:                 102765,7              (+2,655%)
Dicembre 2019:                  108299,85            (+7,36%)
Marzo 2020:                       80826,535            (-19,24%)

Innanzitutto abbiamo visto che questa strategia, che con il mercato a favore ha premiato, a fronte di un brusco crollo ha fatto quasi implodere l'investimento.

Dopo 3 mesi il rimbalzo degli asset del Post-Covid è stato rapido, e anche Pericle ne ha beneficiato. Innanzitutto i suoi titoli hanno distribuito 325,73 euro NETTI di cedole e dividendi (i due ETF obbligazionari corporate, l'obbligazionario High Yield, Vanguard FTSE 250, Vanguard All-World High Dividend, il sovranazionale in Corone Norvegesi, l'azionario cinese, quello coreano e l'immobiliare UK).
Sommati questi proventi alla poca liquidità residua, la situazione appare come segue:


Giugno 2020:            99096,523         (-1%)

Notiamo che pur essendo stati investiti da una crisi simile con un portafoglio di questo genere la 'perdita' se disinvestissimo oggi sarebbe solo del 1% del capitale. Nonostante tutto la diversificazione e l'uso di strumenti non erosi da costi eccessivi ha contenuto la svalutazione.

Che operazioni andiamo ad effettuare questo trimestre nella nostra 'gestione attiva'?

- Vendo la metà delle quote dell'ETF iShares MSCI Korea (che occupava il 5% del capitale e che ha avuto un recupero quasi del 30% (2503,2 euro)
- Tolgo, in perdita l'ETC Wisdomtree WTI 2mth Oil Securities: è vero l'oro nero è ancora basso, ma ha avuto un forte recupero e a questo punto voglio solo limitare le perdite e contenere a livelli accettabili l'esposizione al petrolio (3064 euro)
- Rimborso il sovranazionale in NOK, di cui ho preso le cedole: anche questa valuta esposta alle materie prime va ridotta per la logica di cui sopra (3767,5 euro)
- Approfitto per togliere l'azione YPF: l'azionario argentino era una 'opportunity' sulla base della situazione di agosto 2019 ed infatti prometteva a fine anno... ma la crisi in cui è sprofondato il sud america con il Covid ed il mondo con un forte ulteriore indebitamento, mi fa vedere oggi con meno speranza ai mercati finanziari di questo paese, e voglio ridurre un pò l'investimento, anche se piccolo (574,4 euro).
- Rimborso a +73,09% l'ETF a Leva2 sull'Eurostox50 per 1507 euro... piaciuto il rimbalzo? Ovviamente con questi strumenti non si scherza... con il senno del poi avrei dovuto investirci anche la camicia, ma se questo presunto rimbalzo rapido ci fosse stato oppure no era un'incognita e chi guarda indietro può notare che su questo strumento a leva la svalutazione della crisi del 2008 ha distrutto valore irrimediabilmente. Però questa volta è andata.

Ora ho accumulato un bel pò di minusvalenza fiscale. Eseguite queste azioni posso passare a strumenti, come gli ETC, che sono efficienti fiscalmente ed ottenere il rimborso al lordo tasse (invece per gli ETF venduti in gain come quello a leva ho già considerato, oltre ai costi di negoziazione, anche il 26% di capital gain).

- Rimborso Wisdomtree Physical Silver (3997,35 euro)
- Rimborso Wisdomtree Gold Leva 2 (1594,6 euro)

Mi segno su un pezzetto di carta che mi 'avanzano' 416,15 euro di minus da compensare, utilizzabili fino al 2024. Speriamo che qualche altro ETC o obbligazione spicchi un bel balzo.

Su che reinvesto i 17357,05 euro che ora ho disponibili?

Voglio un buon titolo europeo, ma senza leva finanziaria né rischio valuta, e scelgo LU0846194776 xTrackers MSCI Emu Dist, di cui sottoscrivo 100 quote a 36,37 (3642 euro).

C'è una bella obbligazione della Thyssen 2,875% con Call scadenza febbraio 2024, che sottoscrivo per 3000 euro a 96,66 (2902,3 euro).

A livello di opportunismo l'azionario Value deve ancora recuperare molto rispetto a quando lo abbiamo sottoscritto, ne aggiungo 50 quote (Vanguard Global Value Factor) sottoscritte a 23,985 euro (1204,25 euro).

Per un discorso complementare in Asia entro nell'iShares Asia Property Yield a 21,74 con 125 quote (2717,5 euro).
Inizio ad entrare nell'interessante ETF (purtroppo poco scambiato) WisdomTree Global Quality Dividend Growth (IE00BZ56SW52) con una piccola parte di 70 quote a 22,31 (1563,7 euro).
Per una quota di governativo e obbligazionario internazionale entro invece nel IE00BF1QPL78 , SPDR Bloomberg Barclays Global Aggregate Bond Euro Hedged per 100 quote prese a 31,59 (3164 euro).
Infine potenzio gli emergenti con il Brasile, il iShares MSCI Brazil (IE00B0M63516) preso per 100 quote a 20,94 (2099 euro) rappresenta un investimento in un'economia ancora nel pieno dell'epidemia da Covid che speriamo nei prossimi mesi possa tornare alla normalità (opportunità).
Avanzano 64,46 euro di liquidità.
La situazione finale di PERICLE al 19.06.2020 è la seguente:

Affrontiamo il nuovo trimestre riducendo, quindi, sia l'esposizione valutaria (più euro, meno dollaro), sia quella azionaria (al momento 75% azionario e 25% obbligazionario).
Il prossimo check-up è previsto per il 19 settembre 2020.
P.C. 19.06.2020 

martedì 9 giugno 2020

ARACNE: un Portafoglio "Income", Mono-Brand per Rendita Vitalizia

Dopo la mia recensione del 6 giugno 2020 dei prodotti della SPDR, gli ETF che hanno introdotto questi strumenti nel mercato nell'ormai lontano 1993, procedo ad introdurre il nuovo portafoglio odierno, strettamente correlato al tema.

Più volte ho affrontato il discorso della 'rendita vitalizia' e delle strategie e simulazioni che si possono fare per cercare di perseguirla con strumenti finanziari.

Quali sono le caratteristiche ideali di una rendita vitalizia?

1- Distribuire periodicamente cedole/dividendi o altro tipo di rendimenti, che rappresentino l'incasso che servono al 'rentier' per vivere o fare altro (anche investirli con altre strategie)
2- Riuscire in qualche modo a rivalutare il capitale e la rendita difendendoli dall'inflazione
3- Conservare il capitale

Le rendite vitalizie offerte dalle compagnie assicurative 'convertendo' un capitale in rendita sono teoricamente indicizzate all'inflazione, rappresentano un'assicurazione verso il 'rischio demografico' (ovvero sopravvivere più a lungo dei propri risparmi), tuttavia si sacrifica 'solo' il capitale nella conversione.

E' quindi molto più efficiente e sensato, per la maggior parte dei risparmiatori, andare ad investire in altri beni o strumenti finanziari che diano una rendita: titoli, immobili, partecipazioni societarie.

Utilizzare gli ETF per un portafoglio a rendita può ovviamente essere fatto: strumento efficiente, economico, che permette di diversificare con semplicità. Un esempio di portafoglio a distribuzione che, per la nostra simulazione e far comprendere le conseguenze, riproduce una larghissima carrellata di ETF è Deucalione, attualmente il portafoglio simulato con il più lungo storico in questo Blog.

Voglio però andare a realizzare un portafoglio più mirato. Partire dalla RENDITA per creare il portafoglio. Questa strategia viene usualmente definita INCOME: un fondo, un portafoglio con strategia Income ha l'obiettivo, prima ancora di rispettare gli eventuali benchmark di riferimento, di investire in strumenti che sono finalizzati ad una specifica rendita.

Visto che questa è una simulazione ed un esercizio, non un consiglio d'investimento, voglio sbizzarrirmi nell'incrementare il livello di difficoltà ponendomi un ulteriore paletto: Mono-Brand, utilizzare tutti ETF della stessa 'Casa', almeno per il portafoglio iniziale (in futuro non potrebbero essere delistati o andare incontro ad altri inconvenienti, quindi non posso pormi vincoli futuri in tal senso). Dato che tra gli SPDR esistono gli Aristocrats, titoli azionari progettati per cercare di perseguire gli obiettivi di una rendita vitalizia, selezionare il dividendo societario ma cercando di non scegliere titoli troppo sotto-stimati per problemi delle specifiche aziende, ho scelto questa casa d'investimento. Userò quindi tutti RAGNI per creare un portafoglio INCOME con finalità di rendita, che chiamo, appunto, ARACNE.


Aracne nasce con un'asset allocation bilanciata: 60% obbligazionario e 40% azionario, nel lungo termine quindi rimane una finalità conservativa sul patrimonio, anche se nel breve un bilanciato di questo tipo non è certo prudente.

Ho scelto un capitale simulato iniziale di 350000 per Aracne, anziché i soliti 100000. Questo perché 350000 è la soglia con cui una rivalutazione in rendita, grossomodo, restituisce 1000 euro al mese (che tuttavia non sono netti, dato che questo tipo di rendita finanziaria viene poi tassata).

Per mantenere bilanciata l'asset allocation di Aracne ho potuto forzare un pò la mano in direzione 'Income' (quindi cercare di ottimizzare la rendita), ma senza eccedere. L'asset allocation risulta quindi diversificata e bilanciata in questo modo:

18% Azionario Europa
11% Azionario Nord-America
7% Azionario dei Paesi Emergenti
1,5% Azionario Asia e paesi extra-europei sviluppati
14% Titoli di Stato
13% Obbligazioni Societarie
20% Obbligazioni Societarie High Yield (al di sotto dell'investment grade)
2% Immobiliare

40% Azionario / 60% Obbligazionario
40/50% massimo a rischio valuta

Orizzonte temporale: trattandosi teoricamente di una rendita vitalizia l'orizzonte sarebbe vita natural durante, tuttavia assegno al portafoglio un orizzonte di 10 anni, dopo i quali il gestore potrà provvedere ad una completa riconfigurazione, adeguando l'asset allocation agli eventuali cambiamenti nei mercati finanziari e dei tassi d'interesse.

Il risultato finale, utilizzando tutti ETF della SPDR, è il seguente:


La rendita distribuita stimata per il portafoglio Aracne non dovrebbe però eccedere di molto il 3% circa, ma l'obiettivo è la difesa e la rivalutazione (soprattutto nei confronti dell'inflazione di lungo termine) del capitale investito. Alcune scelte, come l'ETF S&P500 (il classico dei classici tra i 'Ragni') sono decisamente in tal senso. Capitale iniziale investito: 349926,62, approssimabile a 350000 con gli inevitabili costi di transazione.

Questa distribuzione tuttavia è un obiettivo al di sotto di molti portafogli e fondi 'Income' reperibili sul mercato, pur avendoci costretto a delle scelte molto speculative come concentrare il 20% del capitale in obbligazioni "High Yield" ed investire un'ampia fetta di rischiosi bond emergenti in valuta locale.

In un periodo di bassi tassi d'interesse quale è la conseguenza di dare una strategia "Income" (o 'dividend maximizer' se parliamo di azionario e non di bilanciato) al proprio portafoglio?

Ovviamente sacrificare la stabilità e l'adeguato bilanciamento in cambio della rendita... non a caso i portafogli Income con le rendite più alte hanno 'sacrificato' il capitale investito, facendo scelte flessibili spesso assolutamente svalutative, pur di staccare dividendo elevato. Il meccanismo è matematicamente semplice: se ho un'azione che vale 100 e distribuisce 2 di utile il rendimento è del 2%, se questa azione per dei problemi interni all'azienda o perché sfavorita dal mercato perde il 20%, in proporzione al prezzo svalutato la rendita è maggiore. Quindi mettere nell'Income tutto quello che ha un rapporto dividendo/valore molto elevato, in una fase di tassi bassi, può significare mettere in portafoglio strumenti che hanno qualche criticità a difendere il loro valore ed a resistere alla svalutazione.

Per studiare questo fenomeno ho deciso di affiancare ad Aracne un portafoglio 'fratello' che rappresenti una scelta più 'Income' ancora, lo chiamo ''Aracnofobia''.

Si noti che nel secondo portafoglio l'obiettivo di rendita è, ad oggi, del 4% circa, nettamente superiore ad Aracne. Ma cosa comporta questa maggiore redditività? Comporta l'applicazione di un'asset allocation anora più sbilanciata verso asset redditizi a livello di distribuzione:

25% Obbligazionario High Yield
25% Obbligazionario Emergente
5% Obbligazioni Societarie
5% Titoli di Stato
5% Azionario Europa
20% Azionario Globale
5% Azionario dei Paesi Emergenti
5% Immobiliare

L'asset allocation è sempre bilanciata 40% Azionario e 60% Obbligazionario, il rischio valuta è quasi lo stesso... però la concentrazione è su asset più volatili e più correlati al rischio!
Diciamo che la mia stima è che laddove Aracne rappresenterà la 'fanciulla', Aracnofobia sarà il 'mostro': più volatile ed adatto a stomaci forti.


Il risultato è il seguente:


C'è da dire che Aracnofobia è più semplice da realizzare, anche perché gli ETF, solo 9, sono tutti reperibili sul mercato ETFPlus italiano.

Il rendiconto annuale per i due portafogli, e l'analisi della redditività effettiva e delle conseguenze delle scelte 'Income' messe in campo, è annuale (ha senso su queste strategie abituarci ad un approccio Buy&Hold e non metterci mano troppo spesso), il primo rendiconto è quindi fissato a giugno 2021.

P.C. 09.06.2020

sabato 6 giugno 2020

SPDR: i 'Ragni' del Wealth Management



Dopo aver parlato a lungo di innovatori come Vanguard, vado oggi a recensire un'altra importantissima casa di emittenti di ETF e di gestori patrimoniali mondiali.
La State Street Corporation è una grande istituzione finanziaria di Boston, che affonda le sue radici nella Union Bank fondata nel 1792. E' considerata una delle aziende 'too big to fail' ed ha fondato la 'Global Advisors' (Consulenti Globali) nel 1978 come società di gestione del risparmio. Fin dalla sua creazione la State Street Global Advisors si è specializzata nella creazione di fondi indicizzati, che replicassero gli indici di mercato. Nel 1993 ha inventeto degli "unit investment trusts" (fondi fiduciari previsti dalla legge USA) concepiti per replicare passivamente un indice senza un vero board di gestione, le cui quote potessero essere scambiate sul mercato: la nascita degli ETF.


I "RAGNI" ovvero gli Spyders (dalla pronuncia della sigla in inglese) sono quindi degli ETF della SPDR, creati dalla State Street Global Advisors, che prendono nome e sigla dal capostipite della famiglia: lo Standard&Poor's Depositary Receipts, che replicava l'indice S&P500.
Ad oggi, sul mercato anche Italiano, vi è un'ampia scelta di 'Ragni' che si sono evoluti nel tempo generando prodotti sempre più innovativi, affinando la realizzazione degli indici e i portafogli grazie a 27 anni di esperienza della State Street Global Advisors. La caratteristica di questi ETF, anche se molto più scambiati negli USA che in Italia, è quella di presentare un'elevata esperienza nella costruzione e nella gestione di costi e strategie di replica, e di avere una qualità molto elevata e portafogli molto diversificati.
Oltretutto per quasi tutti si trova uno storico più lungo e significativo di molti strumenti più recenti ed hanno una tradizionale presenza di lungo corso sul mercato (ne sono stati delistati pochissimi, che io sappia) a prescindere dalla dimensione delle masse investite.

I Ragni Obbligazionari Esteri:

SPDR Bloomberg Barclays Global Aggregate Bond (IE00B43QJJ40 - GLAG)
Questo ETF, con una spesa annua record dello 0,1% replica l'universo obbligazionario globale: Titoli di Stato (55%), Mortgage Backed Securities (12,5%), Obbligazioni Societarie (10%), Obbligazioni Bancarie (5%) e via enti governativi, asset backed securities etc... accorpa nell'investimento sia paesi sviluppati che paesi emergenti. Una regola: il rispetto dell'Investment Grade. Replica oltretutto tutte le maturity: c'è un 28% di titoli con vita residua sotto i 3 anni ed un 25% con vita residua superiore ai 10 anni. Il paese più rappresentato sono gli USA (38%), poi Giappone (16%), Francia/UK/Germania (16%), Cina (5%), Italia/Spagna (5,7%) e via paesi minori con un buon merito creditizio. E' a distribuzione, con un dividendo lordo poco superiore al 1,5% annuo (in rate semestrali). L'attuale capitalizzazione è di circa 360 milioni. Le emissioni comprese nell'indice di questo incredibilmente ampio ETF sono oltre 20mila, di cui 3700 fisicamente presenti nel fondo: l'obbligazione più grande non copre un duecentesimo del patrimonio. Non prevede prestito titoli e prevede una replica fisica con campionatura stratificata dell'indice.
Appare, per chi è disposto comunque ad assumersi un rischio valutario verso il dollaro, come un valido rappresentante dell'universo-debito a costi assolutamente ragionevoli.

SPDR Bloomberg Barclays Global Aggregate Bond Euro Hedged (IE00BF1QPL78 - GLAE)
Fratello gemello del precedente, offre per il risparmiatore europeo una copertura valutaria nei confronti dell'euro. E' però meno scambiato (intorno ai 212 milioni).

SPDR Bloomberg Barclays US Treasury Bond (IE00B44CND37 - TRSY)
Questo ETF replica i titoli di stato emessi dal tesoro USA in dollari, tramite la replica di 240 emissioni obbligazionarie. I titoli sono selezionati con una maturity inferiore ai 10 anni (8,5) ed una duration di 7. Storicamente la distribuzione semestrale è del 2% (tassata al 12,5%). Il costo annuo è dello 0,15%. E' scambiato per circa 528 milioni, ad oggi.
Rappresenta quindi una scelta per rappresentare il governativo americano in un portafoglio a distribuzione.

SPDR Bloomber Barclays 1-3yr US Treasury Bond (IE00BC7GZJ81 - TRS3)
Strumento assolutamente complementare al precedente, replica i titoli di stato con vita residua massima di 3 anni, sempre emessi dal tesoro USA. La cosa interessante è che nel TRSY questi titoli sono rappresentati al 30%, mentre in questo ETF la maturity media è di circa 2 anni. In una logica di stabilità nei confronti dei tassi d'interesse (soprattutto quando questi sono molto bassi...) questo ETF garantisce comunque una distribuzione di circa il 2% (grazie alla curva dei tassi abbastanza appiattita negli USA). Le spese sono sempre dello 0,15%, ma le masse scambiate non raggiungono i 200 milioni.

SPDR BofA Merrill Lynch 0-5 Year EM USD Government Bond (IE00BP46NG52 - EMH5)
Strumento obbligazionario di decorrelazione dai tassi d'interesse: investe nei titoli di stato dei paesi emergenti con maturity massima di 5 anni. Per l'esattezza 1/8 del portafoglio è composto da titoli di paesi emergenti che scadono entro 1 anno, il resto è diviso equamente tra scadenze entro i 3 ed entro i 5 anni. Questo lascia al titolo una distribuzione tra il 3,5% ed il 4% annuale, ma con una duration limitatissima (2,5). Il merito creditizio, rispetto a molti altri obbligazionari emergenti, è oltretutto molto alto: 2/3 del portafoglio sono composti da titoli 'investment grade'. Le commissioni annue arrivano allo 0,42%, ma rimane un ETF poco scambiato in Europa con masse nell'ordine dei 110 milioni.

SPDR Bloomberg Barclays Emerging Markets Local Bond (IE00B4613386 - EMLD)
Uno dei più popolari 'ragni' obbligazionari in Europa, rappresenta, a differenza dei precedenti, un investimento obbligazionario esposto non al dollaro o all'euro, ma alle ben più deboli valute locali dei paesi emergenti. E' sul mercato da più tempo degli altri 'ragni', con costi annui dello 0,55% ed una distribuzione annuale che supera il 4,8%. Investe in 525 obbligazioni e per statuto nessun paese può superare il 10% del capitale (rispettoso dei criteri UCITS!). La principale e sostanziale differenza tra questo obbligazionario emergente in valuta locale e quello di altri importanti competitors, è che SPDR mantiene un merito creditizio relativamente alto nella sua selezione: solo il 16% del capitale è investito in titoli sotto l'investment grade e ben il 42% ha almeno un rating A, non frequente tra i paesi emergenti. Questo mette in pole position come paesi d'investimento la Corea del Sud, l'Indonesia, il Brasile, la Malesia, la Tailandia, il Messico, la Cina, la Polonia ed il Sudafrica, con posizioni grossomodo comprese tra il 5 ed il 10%. Insomma valuta locale sì, ma con criterio. L'obbligazionario non eccede troppo neppure come maturity (sotto i 9 anni) ed ottiene una duration tuttosommato contenuta del 6,4%. In questa struttura si riconosce l'esperienza di SPDR nel gestire asset tendenzialmente volatili e che rischiano, nel tempo, di svalutarsi a favore della mera distribuzione di dividendo.

SPDR Bloomberg Barclays Emerging Markets Inflation Linked Local Bond (IE00B7MXFZ59 - SYBI)
Un "unicum" nell'offerta di ETF obbligazionari dei paesi emergenti! Strumento che ho già spiegato qui sul Blog, investe in obbligazioni in valuta locale (debole), ma indicizzati all'inflazione. Data la scarsità di questi strumenti, l'indice è meno diversificato (110 titoli), la maturity (come spesso negli inflation-linked) diventa lunga, quasi di 11 anni, e parimenti la duration. L'asticella del rischio si abbassa e passiamo a metà capitale investito nel non-investment grade. La localizzazione territoriale è concentrata fino al 20% per singolo paese, con Israele, Messico e Brasile che capitalizzano metà del patrimonio. Le commissioni sono 0,55% l'anno e le masse intorno ai 110 milioni.

I Ragni Obbligazionari Europei:

SPDR Barclays 1-3 Year Euro Government Bond (IE00B6YX5F63 - GOVS)
Primo tra i ragni obbligazionari europei, c'è il SPDR che investe in titoli di stato in euro a breve durata, con scadenza massima 3 anni. Strumento molto affine alla liquidità, piuttosto scambiato (1475 milioni) ed abbastanza economico (0,15% l'anno) pur con una prospettiva di redditività minima. Investire in titoli europei con maturity/duration sotto i 2 anni non rappresenta oggi un investimento redditizio, ma al massimo difensivo (anche dai tassi d'interesse!). Prevederebbe un dividendo, ma attualmente la distribuzione è zero.

SPDR Barclays Euro Government Bond (IE00B3S5XW04 - GOVY)
Fratello del precedente, è un aggregatore di titoli di stato europei indipendentemente dalla durata. Sono incluse tutte le scadenze: il 15% del portafoglio ha scadenza superiore a 20 anni, il 17,7% tra 10 e 20 anni e solo il 18% sotto i 3 anni. Ha una maturity media di oltre 10 anni ed una duration di 8,5. Anche con questo sacrificio in termine di rischio-tassi (assoltuamente da evitare in portafogli che si prevede di 'toccare' prima di 9-10 anni, se il rischio è basso) il dividendo è di uno 0,5% scarso annuale, sempre con cadenza semestrale come tra tradizione 'ragnesca'. Anche questo prodotto è ben scambiato, con masse di 1300 milioni.

SPDR Barclays Euro Corporate Bond (IE00B3T9LM79 - EUCO)
Siamo passati con questo 'ragno' dal debito governativo a quello societario, sempre europeo. I costi 'salgono' a 0,2% l'anno. Questo strumento eccelle per diversificazione: 2538 titoli obbligazionari emessi in euro da aziende di oltre 25 paesi, non solo europei (Svizzera 3,55%, Australia 2,5%, Giappone 1%, Canada 0,65% etc...). La maturity è eccellente, di 5,68 anni, con duration poco superiore a 5 e quindi abbastanza difensiva rispetto ai tassi. La distribuzione arriva ad un 1% circa del capitale. Il rating accettato è solo investment grade. Con masse di 528 milioni e presente sul mercato dal 2011 appare uno strumento piuttosto completo nel comparto obbligazionario societario.

SPDR Bloomberg Barclays Euro High Yield Bond (IE00B6YX5M31 - JNKE)
Altra metà del cielo rispetto al precedente, questo ETF permette di investire in tutto quel comparto obbligazionario societario europeo che si trova al di sotto dell'asticella dell'Investment Grade. Diversificato su 426 titoli, ha una maturity di circa 5 anni ed una duration molto ridotta (3,96). La cosa interessante è ovviamente in un dividendo superiore al 3,6% lordo. I titoli ad alto rischio emessi in euro provengono da aziende di tutto il mondo (per capirci il 22% americane) ed il costo di gestione è assolutamente competitivo per un obbligazionario High Yield (0,4%). Le masse scambiate sfiorando i 700 milioni.

SPDR Braclays Euro Aggregate Bond (IE00B41RYL63 - SYBA)
Quinto rilevante 'ragno' dell'obbligazionario in Euro c'è ovviamente l'aggregatore, che riunisce un pò i 4 precedenti. Il punto di assoluta forza è il costo dello 0,17% e l'ampiezza e diversificazione del fondo, paragonabile all'altro campione del Corporate Bond: 2026 titoli obbligazionari. Rispetto all'altro aggregatore globale, il Euro Aggregate Bond ha l'enorme vantaggio per noi europei di azzerare il rischio valuta. Parliamo di uno strumento con maturity media di 8,5 ed una duration di 7,4, bilanciato a livello di rischio-tassi. Purtroppo il dividendo è molto inferiore a quello internazionale (intorno a 0,6% annuo), ma tratta solo strumenti investment grade. L'investimento è ben diversificato in titoli sovranazionali (5%), titoli di stato (57%), obbligazionari societari puri (10%), bancari (7,8%), enti governativi (6%), morgage backed securities (5,8%) etc... questa struttura a mio avviso lo rende una scelta 'solida' per un portafoglio difensivo in euro.


I Ragni Azionari:

SPDR MSCI World (IE00BFY0GT14 - SWRD)
Un 'classico' MSCI World: 23 paesi sviluppati, 1627 azioni replicate fisicamente, ad accumulo, 0,12% di spese annue. Masse ridotte a 136 milioni. Si noti l'unicità di questo ETF: è l'unico MSCI World con spese di gestione tanto basse (0,12) insieme al Lyxor MSCI World. Solo che il Lyxor è a replica sintetica con contratti swap, mentre il ragnetto contiene fisicamente quasi tutti i titoli dell'indice (campionamento stratificato... ha dentro 1627 titoli sui 1650 dell'indice, possiamo considerarla replica completa credo) e, a differenza della maggior parte degli ETF mondiali a replica fisica, NON effettua neppure prestito titoli!!

SPDR MSCI World Small Cap (IE00BCBJG560 - ZPRS)
Sempre ad accumulo è un interessante complemento del MSCI World classico, che si concentra sui titoli a più alta capitalizzazione. Questo interessante titolo racchiude la cifra enorme di 3115 titoli a piccola capitalizzazione, 55% Usa, 13% Giappone, 6% UK e così via.. i costi di gestione salgono a 0,45%. 342 milioni di masse.

SPDR S&P500 (IE00B6YX5C33 - SPY5)
Capostipite di tutti gli ETF, il S&P500 di SPDR ha costi di 0,09% annuo e masse di 3,54 miliardi senza prestito titoli. La struttura è classica e replica i 500 titoli dell'indice. Interessante la distribuzione, che a differenza dei classici ragni obbligazionari avviene ogni 3 mesi per circa (ai valori attuali) 1,2% l'anno.

SPDR S&P500 Low Volatility (IE00B802KR88 - LOWV)
Un altro 'unicum' della SPDR, questo ETF replica l'indice delle 100 società di grandi dimensioni statunitensi automaticamente selezionati in base alla loro bassa volatilità all'interno dell'indice S&P500. Attenzione, perché a differenza dei più popolari indici 'Minimum Volatility' questo sistema seleziona in automatico aziende di settori decorrelati da quest'ultimo... ecco che il LOWV diventa un indice Value, non sovrastimato rispetto ai dati di bilancio delle aziende che lo compongono, ma sposta l'investimento verso aziende di infrastrutture ed utilities (27,5%), Immobili (16,3%), finanza (15%), beni di consumo non ciclici (10%), industriali (9%)... relegando molto in basso settori come tecnologici ed informatica, che rappresentano il miracolo del 'decennio di rialzo' che abbiamo appena concluso.

SPDR MSCI ACWI (IE00B44Z5B48 - ACWE)
Un grande classico del All Country World Index, il titolo SPDR è sul mercato europeo dal 2011. Ha masse di 1392 milioni, costi 0,4% ed accumula i dividendi. Investe in aziende a media ed alta capitalizzazione ed è composto da 49 indici nazionali che includono i 23 paesi sviluppati del MSCI World + 26 paesi emergenti. La struttura segue sempre la concentrazione di capitale: 58% USA, 7% Giappoe, 4,6% Cina, 4% UK etc...

SPDR MSCI ACWI IMI (IE00B3YLTY66 - IMIE)
L'ETF più diversificato che c'è 8936 titoli di 23 borse dei paesi sviluppati e 27 dei paesi emergenti, in pratica se non "tutto tutto" lo 'stock market' poco ci manca. Costi identici al SPDR MSCI ACWI, fratello più giovane e completo del ACWI: è sul mercato dal 2019. Ha la caratteristica di riprodurre sia il mercato classico a media-grande capitalizzazione che i titoli 'small cap'. Ha masse per 288 milioni ed accumula tutti i dividendi. La concentrazione è ovviamente molto simile al ACWI classico (le large e mid cap pesano dopotutto): 56,86% USA, 6,9% Giappone, 4,66% Cina, 4% UK, etc...

SPDR Dow Jones Global Real Estate (IE00B8GF1M35 - GLRE)
Interessante strumento (sebbene le masse siano di 'soli' 170 milioni) che diversifica l'investimento tra fondi immobiliari (REIT) e aziende operanti nel settore immobiliare (REOC). Investe sette ottavi nelle prime ed un ottavo nelle seconde. I costi annui sono dello 0,4% l'anno e la distribuzione di dividendi intorno al 3,5%.

SPDR MSCI Emerging Markets (IE00B469F816 - EMRG)
ETF azionario dei paesi emergenti della SPDR, replica ben 1327 titoli di paesi come Cina (39%), Taiwan (13%), Corea (11,67%), India (8,48%), Brasile (4,69%), Sudafrica (3,78%), Russia (3,27%) e così via... accumula i provendi e costa 0,42% l'anno.

SPDR MSCI Emerging Markets Small Cap (IE00B48X4842 - SPYX)
Interessante complemento del precedente, anziché investire nei titoli a capitalizzazione medio-alta, investe in quelli di piccole dimensioni. Il portafoglio è molto vasto: 1512 titoli, principalmente Taiwan (24,5%), Corea (17,7%), India (12,5%), Cina (12,2%), Brasile (6,8%) etc... i costi però sono di 0,55% l'anno e la capitalizzazione di appena 58 milioni, è tuttavia sul mercato dal 2011.

SPDR MSCI Emerging Markets Asia (IE00B466KX20 - EMAE)
Questo 'ragno' rappresenta una focalizzazione terrotoriale del precedente EMRG. Anziché 1327 titoli replica solo gli 841 presenti in Cina (50%), Taiwan (16%), Corea (15%), India 10,6%) e sud-est asiatico. E' molto interessante però in quanto rappresenta una sorta di rappresentazione dell'indice Golden-Dragon aggregatore di Cina 'e provincia'. E' sempre ad accumulo, con costi dello 0,55%, ma attira più masse dei precedenti (721 milioni).

SPDR MSCI EMU (IE00B910VR50 - EURO)
Per completare l'offerta azionaria dei ragni questo ETF investe nelle aziende di medio-grande capitalizzazione dell'area euro. I titoli replicati sono circa 250, con un costo dello 0,18% ed una capitalizzazione di mercato di circa 200 milioni.

I Ragni Aristocratici:

Per aiutarci a realizzare i nostri portafogli a distribuzione, settore di specializzazione della SPDR, la State Street Global Advisors ha perfezionato la sua offerta realizzando i famosi Aristocrats. Il problema degli indici selezionati in base al dividendo è sempre stato quello di fare spesso una selezione non qualitativa, portando automaticamente nell'indice o comparti decisamente Value (sottovalutati), dall'altra aziende che per qualche motivo avevano perso capitalizzazione e che quindi trainavano giù le performance. L'obiettivo degli indici Aristocrats è fare una divisione per titoli che hanno per anni (almeno 20) incrementato i dividendi distribuiti, dimostrando continuità nella crescita degli utili.

SPDR S&P US Dividend Aristocrats (IE00B6YX5D40 - USDV)
Questo ETF replica i 120 titoli dell'indice S&P1500 che hanno incrementato gli utili nell'ultimo ventennio. Questo li distingue per affiancare alla distribuzione anche la crescita del capitale. L'indice diversifica dai classici indici statunitensi, con una presenze del 2% di tecnologici ed informatica, e al primo posto finanziari e industriali, con altri comparti decisamente "value". La distribuzione di dividendo è del 3,5% annuale. Il costo annuo è di 0,35% con una capitalizzazione di oltre 2 miliardi.

SPDR S&P UK Dividend Aristocrats (IE00B6S2Z822 - SPYG)
Interessante alternativa a titoli come il iShares UK Dividend Plus, questo titolo replica i 40 titoli della borsa di Londra che bilanciano crescita progressiva del dividendo e capitale. La distribuzione annua raggiunge i 4,3%. Il costo è 0,3%, ma le masse sono 'solo' 112 milioni.

SPDR S&P Euro Dividend Aristocrats (IE00B5M1WJ87 - EUDV)
Questo strumento replica le 40 aziende dell'eurozona con distribuzione del dividendo in crescita da 10 anni. La distribuzione è intorno al 3,5% con 0,3% l'anno di costi e 1287 milioni di masse.

SPDR S&P Emerging Markets Dividend Aristocrats (IE00B6YX5B26 - EMDV)
Relativamente ai paesi emergenti, questo ETF seleziona 67 titoli dei paesi emergenti (27% Cina, 19% Corea, 12% Taiwan, 9% Sudafrica etc...) con una distribuzione intorno al 5,5% l'anno. I costi sono dello 0,55%, ma le masse sono esigue (92 milioni).

SPDR S&P Pan Asia Dividend Aristocrats (IE00B9KNR336 - PADV)
Parzialmente alternativo al precedente, questo ETF include 100 aziende asiatiche, aggregando paesi emergenti ed evoluti. La localizzazione è 29% Giappone, 23% Hong Kong, 19% Australia, 13% il resto della Cina, 4,5% Taiwan, 3,78% Singapore. Il dividendo è circa del 4,46% con costi 0,55% e masse di 178 milioni.

SPDR S&P Global Dividend Aristocrats (IE00B9CQXS71 - GLDV)
Soluzione più riassuntiva tra i 'ragni aristocratici', è un ETF che seleziona 88 aziende del mondo (40% USA, 10% Canada, 10% Giappone, 4% Hong Kong etc...) per una significativa distribuzione del 5,74%. I costi di gestione sono del 0,45% a fronte di 433 milioni di masse.

Esistono ovviamente anche altri ragnetti interessanti, come alcuni tematici (quali il SPDR MSCI World Energy), tuttavia credo di essermi già dilungato abbastanza a descrivere le caratteristiche oggettive di questi che appartengono alle asset class principali.

P.C. 06.06.2020

venerdì 5 giugno 2020

ERACLE: un portafoglio muscoloso e diversificato, senza paura dopo un anno volatile

E' trascorso il primo anno del portafoglio Eracle: un portafoglio concepito per illustrare gli effetti della diversificazione applicata ad asset volatili.

Il capitale di Eracle è stato investito, il 6 giugno 2019 in un basket di 16 titoli azionari europei, diversificati per nazione e per settore merceologico. A questo sono stati aggiunte 2 sicav 'flessibili' con startegie diverse: la Dynamic Allocation di M&G e l'Invesco Pan European High Income. Infine le asset classe internazionali sono state riprodotte con 5 ETF di diversa area geografica e range di capitalizzazione: l'azionario USA del S&P500, quello Small Cap, l'indice Nikkey 225 giapponese, MSCI Far East escluso giappone ed infine il MSCI Emerging Markets.

Questa strategia diversificata ha affrontato un anno molto volatile: una significativa crescita nel primo semestre, una crisi quasi epocale con il Covid nel 2020 ed un inizio di ripresa negli ultimi 2 mesi.

Cosa è accaduto ad un portafoglio così dinamico (90% azionario) in questo contesto di mercato?

Ha fatto il suo lavoro... ha diversificato, difendendo il valore iniziale del capitale investito, finora.

Andiamo a vedere il controvalore degli asset ad oggi, con i dividendi incassati nell'ultimo semestre:

Il capitale finale è di 100641 euro, con una performance di +0,68% in un anno.

Si osservi come questa performance è stata realizzata tramite i dividendi distribuiti, perché essenzialmente il controvalore dei titoli è lo stesso di 12 mesi fa. Si osservi inoltre la forte decorrelazione tra gli asset oggetto di investimento:
- L'abbigliamento e la moda sono usciti prostrate, con svalutazioni superiori al 40%
- L'editoria e i trasporti aerei registrano performance peggiori del -30%
- Negativi telecomunicazioni, food&beverage, chimica

Positivi farmaceutico/sanitario, utilities, tecnologia, immobiliare. Sembra di rileggere le conseguenze della pandemia sui settori economici del mio articolo di inizio aprile...

Nei mercati azionari rappresentati dagli ETF ottima la performance USA, Giappone e oriente, un pò meno i paesi emergenti. Deboli le performance delle due SICAV.

Il prossimo rendiconto periodico è previsto a dicembre, vedremo cosa porterà la fine dell'anno.

P.C. 05.06.2020