Portafogli d'Investimento Teorici:

DIOGENE: un 'lazy portfolio' di 2 ETF

Orizzonte Temporale: 6 anni
Strategia d'Investimento: "Lazy", composta da 2 strumenti finanziari, basata sul reinvestimento al netto delle tasse dei dividendi accumulati nell'anno nell'ETF governativo con un unico ribilanciamento annuale




Cosa è un 'lazy portfolio'?
Si tratta di una strategia d'investimento basata sulla semplicità di creazione e di gestione. Il cosiddetto portafoglio 'pigro' è solitamente costruito da un basso numero di strumenti finanziari che richiedono ribilanciamenti molto rari, abbattendo significativamente i costi di transazione.
L'efficacia di queste strategie si basa su alcune premesse:
1- Selezionare con attenzione gli strumenti che si utilizzano (ovviamente se ne mettono in portafoglio pochi quindi scegliere lo strumenti sbagliato, o gestito male, compromette completamente il risultato)
2- Applicare comunque una diversificazione, attraverso un'asset allocation che non concentri il rischio, ma sfrutti le potenzialità date dal mercato

I punti 1 e 2 fino ad una ventina d'anni fa erano difficili da realizzare. Ho conosciuto persone che hanno portato avanti per decenni questo approccio di 'portafoglio pigro' (aggiungere qualcosa ogni tanto all'investimento 'seguendo' pochi strumenti finanziari) utilizzando tipicamente signoli titoli azionari. Ad esempio le aziende di Utilities (Acea, Enel etc...) che gestivano un capitale investito in infrastrutture e solitamente distribuivano dividendi interessanti erano spesso il 'target' di questa strategia (le azioni stanno lì, per anni, se guadagnano bene, altrimenti ci si basa sul dividendo e via). L'inefficienza di questo approccio allora era dovuto ovviamente ad un'esagerata concentrazione del rischio (rischio che però è anche rendimento, come mi ha dimostrato qualcuno che ha applicato per decenni questo approccio su azioni come Fiat che hanno avuto performance eccellenti).

Fare la stessa cosa con dei fondi invece espone a costi ed a rischi legati alla gestione dei fondi che su un lungo orizzonte temporale porta ugualmente delle enormi inefficienze.

Gli ETF sono strumenti che stanno prendendo sempre più piede e che per molti sono ritenuti ideali per la realizzazione efficace di un portafoglio 'Lazy'. Tenere il costo di gestione dello strumento sotto lo 0,2% l'anno (che corrisponde ad intaccare il capitale iniziale di un 2% ogni 10 anni... e spendere in costi di wealth management quanto in imposta di bollo) ed operare ad esempio un solo ribilanciamento annuo, avvalendosi unicamente di 2 strumenti consente di realizzare sia il punto 1 (strumenti efficienti) che il punto 2 (strumenti diversificati) non rinunciando ad un premio che è dato dal rischio di mercato.

I rischi del 'lazy portfolio' secondo me sono nell'eccessiva semplificazione, gestire un investimento non è la stessa cosa che digitare un ISIN sul Home Banking o fare un grafico incrociando due ETF su Quantalys. La strategia 'lazy portfolio' invoglia molti al 'fai da te' ed alla semplicizzazione. Che è una cosa ottima, formativa ed innocua su piccoli importi, ma può dare poi gravi problemi di insonnia se in cerca di semplicità ci si butta ad investire senza esperienza e consapevolezza importi rilevanti.Con Diogene sono andato a creare il mio 'lazy portfolio', ovviamente ne ho scelto una versione estrema: costi minimi, 2 soli ETF, 1 solo ribilanciamento annuo. Il seguire l'andamento futuro di questo portafoglio potrà essere interessante ed istruttivo per capire quali problematiche si porranno al gestore di un simile investimento.


Asset allocation iniziale:

31,5% Azionario USA 9% Azionario Europa 4,1% Azionario Giappone 4% Azionario del Pacifico ex-Giappone ma che include Canada, 1,3% altro azionario, 50% governativo Europa (in primis Francia, poi Italia, Germania, Spagna, Belgio, Paesi Bassi, Austria, Portogallo, Irlanda, Finlandia).

Metodologia di gestione: pigra. I due ipotetici strumenti sono correlati ad un conto corrente (magari senza costi) su cui si accumulano i dividendi e si addebita l'imposta di bollo. In corrispondenza dell'anniversario del portafoglio accumulerò i dividendi con sottoscrizioni successive del iShares Core Euro Government Bond.

Il costo di Diogene è da record, ha un TER di 0,195% l'anno. Oltre a 3-5 euro l'anno per il singolo acquisto di quote del ETF governativo ed all'imposta di bollo dello Stato.

Primo ribilanciamento previsto fine ottobre/inizio novembre del 2020.

P.C. 29/10/2019

PRIMO ANNO (2020)

Diogene rappresenta la più semplice ed apparentemente banale tecnica di investimento, un investimento essenziale come struttura eppure assolutamente efficiente, composto da due ETF che rappresentano due asset selezionati ed il più possibile dotati di un rendimento decorrelato.

Nella creazione di Diogene venne scelta come strategia un bilanciamento 50% sul MSCI World (azionario dei paesi sviluppati) e 50% Titoli di Stato europei. Questa asset allocation ci consente di contenere il rischio valuta al di sotto del 50%, tutelando in particolare la quota obbligazionaria che in questo modo diventa più stabile.

Gli ultimi 12 mesi sono stati estremamente complessi, ed in portafoglio semplice e bilanciato di DIOGENE ne esce comunque in gain. Ho scelto una tecnica di accumulo dei proventi (da interessi e da dividendi azionari) nell'asset class governativa, questo perché l'investimento è iniziato in una fase di tassi d'interessi particolarmente bassi ed ho valutato che mediare il timing dell'investimento obbligazionario potesse proteggere leggermente il portafoglio dagli effetti del rischio tassi d'interesse.

Quindi mi sono:

- Difeso dalla concentrazione del rischio con strumenti decorrelati tra loro

- Difeso dal rischio specifico utilizzando titoli di stato investment grade e azionario di paesi sviluppati

- Difeso dal rischio valuta utilizzando titoli di stato europei, quindi concentrando tale rischio nell'asset la cui volatilità e potenziale redditività è maggiormente in grado di compensarlo

- Difeso dal rischio tassi d'interesse accumulando (anche se poco... il possibile) verso l'asset obbligazionario

Insomma è un portafoglio semplice da realizzare, ma affatto banale nelle sue implicazioni.

In questi 12 mesi l'ETF sui titoli di stato europei (iShares Core Euro Government Bond) ha distribuito dividendi NETTI per 211,68 euro, l'ETF sull'azionario mondiale (UBS MSCI World USD A-Dist.) ha distribuito dividendi netti per 526,7 euro.

Con questi soldi vado a fare un'unica operazione annuale di ribilanciamento: compro al prezzo corrente 5 quote dell'iShares Core Euro Government Bond per un totale di 682 euro di spesa (inclusi 5 euro forfettari di ipotetica spesa di transazione).

Il risultato finale è il seguente:




Il controvalore di Diogene ad un anno dalla creazione è di 100898,54, in gain del +0,96%.

Essenzialmente, Diogene ha difeso dalla crisi dei mercati del 2020 e reso circa l'1%.

Guardando al passato Diogene, investito esattamente in quei 2 ETF senza alcun ribilanciamento (quindi l'effetto di accumulo sul governativo dovrebbe stabilizzarne leggermente il corso riducendo marginalmente il rendimento) sarebbe stato questo negli ultimi 1/ anni:

Notiamo che senz'altro il rendimento è stato leggermente inferiore al MSCI World (6,23% l'anno anziché 8,11% l'anno), tuttavia con una volatilità (ovvero un rischio) più basso in maniera più che proporzionale.
I 100mila euro ipoteticamente investiti nel 2003 oggi sarebbero diventati 275410 con un +175,4% di performance in 17 anni.
L'indice di Sharpe che ricordiamo esprime un rapporto tra la performance nel periodo e l'unità di rischio 'vissuto' dal portafoglio è notevolmente superiore in DIOGENE che nel MSCI World:

Questo non significa che i prossimi 17 anni saranno uguali: la situazione del debito pubblico europeo odierna è ben diversa da quella del 2003, anche se ci aspettiamo l'accumulo annuale nell'iShares Core Euro Government Bond possa mediare il rischio tassi.
Personalmente mi aspetto nei prossimi quattro anni (orizzonte temporale del portafoglio) sia leggermente inferiore... ma è un'aspettativa che non riflette reali possibilità di prevedere gli eventi. Il consulente deve fare solo la strategia, solida ed adeguata, non improvvisarsi veggente.

L'appuntamento per questo tipo di investimenti (composti da pochi strumenti e che nel 2020 per 'produrre' neppure il 1% hanno visto oscillazioni negative di metà del capitale che hanno sfiorato il -30%) è fissato tra 1 anno.

Questo portafoglio, apparentemente tranquillo, sicuramente efficiente, e assolutamente ottimale e gestibile guardando la proiezione a 17 anni, ma è tutt'altro che super efficiente a livello consulenziale, secondo me. 
Noi oggi lo guardiamo dicendo "si è comportato bene, non ha perso nel 2020, anzi ha guadagnato comunque più dell'inflazione!", lo vediamo come prudente osservando il grafico dal 2003, lo consideriamo eccezionalmente efficiente osservando lo sharpe ratio di 0,7% su un periodo così lungo (certo è facile e ridicolo sbandierare super risultati da fondi che esistono da 3-5 anni), i 6,23% l'anno di crescita in 17 anni che hanno visto pandemie, crisi economiche mondiali e altre sciagure sui mercati, lo consideriamo semplice ed economico dato che è composto da due strumenti che posso comprare in autonomia dall'home banking, spostare con un clic o quasi su qualsiasi banca e deposito titoli, detenere senza costi aggiuntivi oltre l'imposta di bollo e hanno un costo interno dello 0,195% l'anno (meno di qualsiasi consulenza o servizio d'investimento che troverei sul mercato con risultati enormemente migliori del 99,5% degli investimenti che ho visto far fare in periodi simili da consulenti o aziende strapagate per tale "servizio").

Però... SE partendo da tali presupposti (infatti grafico e dati li tiro fuori dopo 1 anno) avessi fatto questo portafoglio ad un investitore con un capitale significativo e duramente risparmiato (es. un risparmio di famiglia, generazionale, di 500000 euro o più), senza una grande e consolidata esperienza... quale sarebbe oggi il suo stato d'animo, dopo quanto accaduto, e dopo aver visto il MSCI World in 'rosso' del -30% a marzo, con un guadagno per ripagare tutta questa ansia, dello 0,96% alla prima revisione annuale?

Invece il Buy&Hold, la benda sugli occhi tra una revisione annuale e l'altra, la 'finanza comportamentale' per stare fermi con le mani nei momenti di stress come a marzo, diventano in portafogli simili (composti da pochi strumenti e molte elucubrazioni mentali) un vero e proprio elemento di strategia d'investimento.

Pensiamoci... facciamo conto di non avere avuto homebanking o metodi per andare continuamente a scrutare i mercati, immaginiamo di aver visto l'andamento di questi due ETF solo nelle nostre revisioni annuali... cosa avremmo visto del nostro capitale?

Investendo 100mila euro nel 2003 avremmo visto un +4,9% a ottobre 2004, un +18,5% a ottobre 2005, un +28,5% a ottobre 2006, un +33,4% a ottobre 2007, un +10% a ottobre 2008, un +16,2% a ottobre 2009, un +29,6% a ottobre 2010 (tornando dopo 3 anni quasi ai livelli massimi del rendiconto 2007),  un +27,9% a ottobre 2011, un +45,5% a ottobre 2012, un +63,75% a ottobre 2013, un +87,7% a ottobre 2014, un +108,6% a ottobre 2015, un +113,9% a ottobre 2016, un +133,26% a ottobre 2017 e così via sempre in salita...
...in pratica questo è un portafoglio che avrebbe, in 17 anni ("complicati"), e guardandolo solo 1 volta l'anno, ottenuto una performance peggiore dell'anno precedente solo 2 volte su 17, e mai inferiore al capitale iniziale, forse a limite con il tasso d'inflazione dall'inizio esclusivamente nell'ottobre 2008, mese del fallimento di Leman Brothers. 
Insomma la gestione di un simile portafoglio può essere un'ottima palestra per imparare il risparmio e la finanza comportamentale. Insomma un investimento ottimo con il senno del poi, ma che nel breve può essere vissuto con ansia (con il rischio che il teorico investitore dell'anno scorso abbia messo fine a tutto, in perdita, disinvestendo a marzo quando la performance del capitale investito ha raggiunto il -14%).

Questo portafoglio, per la sua semplicità, può essere anche un eccellente Piano di Accumulo. Visto che ha uno storico lungo (sono due ETF sui mercati europei da lungo termine), cosa sarebbe accaduto se avessi investito 166 euro al mese in questo portafoglio a partire dal 2003 (parliamo delle 'vecchie' trecentomila lire circa, per capirci, dato che partiamo quasi dell'epoca della lira, nelle possibilità credo anche di umili stipendi). Beh, per non ricorrere a servizi a pagamento di PAC su ETF potremmo comprare 500 euro al mese di uno dei due ETF ogni 3 mesi, per un totale di 4 versamenti l'anno alternati (una volta MSCI World ed una Euro Government Bond), ipotizzando un costo di 5 euro ad eseguito avremmo 20 euro l'anno di spesa viva (pari al 1% d'entrata) ed il risultato sarebbe:
Notiamo come l'andamento di DIOGENE sarebbe stato ancora più stabile e lineare... ma la crescita non meno significativa. In 17 anni avremmo versato 34000 euro, spendendo 340 euro, e con un costo davvero MINIMO oggi ci troveremmo un capitale di 61708 euro.
Rendiamoci conto che 166 euro al mese è una spesa minima, pari a quello che si può spendere per l'abbonamento a qualche servizio o per qualche bolletta... oggi ci troveremmo un capitale con cui acquistare un SUV Porsche a KMzero, o un bilocale di 40mq nel centro storico di Vieste... oppure avere un risparmio per goderci la pensione (ipotizzando di aver iniziato il PAC a 45 anni ed essere andato ora in pensione a 62) che produce oltretutto 450 euro all'anno di dividendi netti (che se uno vive di pensione aiutano).
 
All'anno prossimo.

P.C. 31/10/2020

SECONDO ANNO (2021):

DIOGENE: l'essenzialità del portafoglio pigro. Apparentemente semplice, ma assolutamente non banale.

Abbiamo 2 asset: azionario ad ampia capitalizzazione dei paesi sviluppati (MSCI World) espresso dallo strumento di UBS a distribuzione, l'unico che replica questo indice (quotato su ETFPlus di Borsa Italiana) ad avere una replica fisica e completa: si è "realmente" proprietari di tutte le 1561 aziende (da Alphabet, Tesla, Amazon e compagnia bella fino a quelle rappresentate in quota minore) dell'indice e questo viene ribilanciato ogni 3 mesi. Nell'ETF è previsto il cosiddetto "prestito titoli", ma questo è diversificato con 25 grandi controparti di UBS: praticamente tutti i più grandi gruppi finanziari del mondo. Insomma mi è sembrata una bella "cassaforte svizzera" in cui custodire il nostro ipotetico portafoglio azionario.

L'altro asset è un bel portafoglio di titoli di Stato Europei gestito da Blackrock/iShares: ribilanciamento mensile dei titoli di Stato a durata media dieci anni con costi di gestione minimi e "securities lending" (ovvero prestito titoli) gestito professionalmente con molte controparti importanti come nel precedente caso.

Dopo due anni la situazione di DIOGENE è la seguente:


Notiamo una cosa: un anno fa, ottobre 2020, era leggermente in perdita l'azionario, ma il governativo lo compensava. Oggi si sta sgonfiando il governativo (normale data l'esposizione a tassi d'interesse molto bassi in questo momento storico), ma la ripresa dell'azionario porta l'investimento a 118898 euro di controvalore, un gain del +19% dopo due anni.
Nessuna paura, quindi, per l'investitore che chiuse la prima revisione nel corso dei lockdown del Covid lo scorso anno, ed ottimo gain questo secondo anno per il nostro "investitore pigro".

Il MSCI World di UBS oltretutto ha distribuito 515,69 euro di dividendo, mentre il governativo di iShares, dal rendimento compromesso dai bassissimi tassi d'interesse, solo 104,16, al netto delle tasse (26% per l'uno e 12,5% per l'altro).

La liquidità disponibile, salita a 676 euro, ci consente, come lo scorso anno, di comprare leggermente a sconto sul prezzo medio di carico 5 quote aggiuntive del nostro iShares Core Euro Government Bond, l'asset su cui la strategia di portafoglio mi impone di consolidare ogni anno, unica operazione "pigra" prevista per questo portafoglio (e la strategia... come sa chi ha visto i miei video, è "sacra", è quello che ci separa dal caos della discrezionalità).

Il risultato di questo ribilanciamento annuale è il seguente (considerati 5 euro di costo di sottoscrizione per le 5 quote del iShares Core Euro Government Bond):


E con 10 minuti l'anno, tanta qualità e pochi costi, il nostro investitore pigro ha gestito efficacemente, in maniera bilanciata ed accettabilmente diversificata tra asset decorrelati, il suo patrimonio. Ci si rivede nel 2022.

P.C. 30/10/2021

TERZO ANNO (2022):

DIOGENE nacque esattamente 2 anni fa come un portafoglio efficiente, semplicissimo da realizzare, ma (per mia esperienza) piuttosto difficile da mantenere con serenità. Come il celebre filosofo greco avversario del superfluo la strategia è essenziale: investire 50% in azionario mondiale (MSCI World) e 50% in titoli di Stato europei (Euro Government Bond) ed accumulare semplicemente i dividendi nel governativo una volta l'anno senza toccare nient'altro per 6 anni.

Ora di anni ne sono trascorsi 3, il primo anno Diogene portò a casa un 1%, il secondo anno era salito a +19% (ottimo in 2 anni), oggi è risceso tanto da rendere non più tanto redditizia questa filosofia. In teoria però questo portafoglio vuole dimostrare che l'investitore di DIOGENE (che sicuramente ha selezionato due asset molto validi ed un'ottima strategia, in assoluto!) dovrebbe saper rimanere imperscrutabile, in contemplazione, staccato dalle debolezze mortali come il risultato, le notizie dei mercati, le ansie per il futuro.


Personalmente lo ritengo molto difficile (se non per pochi fortunati) e quindi invito risparmiatori e consulenti a non banalizzare l'uso di tecniche come DIOGENE.

La situazione al 30 ottobre 2022 è la seguente:

Il patrimonio attuale è di 107026,94 euro, un gain del +7,02% in 3 anni. Nonostante la teorica 'bontà' del portafoglio lazy di 2 ETF nella realtà credo che gran parte delle persone che sono state a contemplare questi due asset per 3 anni ed hanno un risultato complessivo lordo pari alla cedola annuale attuale di un'obbligazione Telecom, siano oggi tentate da 'cambiare idea'. Poi, matematicamente sui lunghi termini e con un bel grafico l'investimento risulta sempre efficientissimo.

Abbiamo ricevuto in quest'ultimo anno 102,11 euro netti dall'ETF governativo e 660,67 dall'azionario. Avevo progettato, nel 2019, un accumulo soltanto sul governativo: visto che a fine 2019 eravamo in una fase di tassi molto bassi supponevo che ci sarebbe stato da 'mediare il prezzo' su tale asset.
Proseguo quindi acquistando 7 quote al prezzo odierno di 109,4 utilizzando la liquidità disponibile e mediando il PMC del mio investimento.

Il risultato finale è:

Ci aspettano altri 12 mesi di contemplazione.

P.C. 30/10/2022

QUARTO ANNO (2023):

DIOGENE è l'essenza del portafoglio pigro: 2 ETF, il MSCI World ed il iShares Core Euro Government Bond, ovvero capitale di rischio dei paesi sviluppati vs titoli di Stato europei in Euro.

La strategia è stata inizialmente investire nei due asset al 50% ciascuno, ma nella versione a distribuzione e, ogni anno, reinvestire il provento cedolare solo nel governativo, questo nel lungo-lunghissimo termine dovrebbe aiutare a compensare un pò la maggiore crescita attesa degli asset azionari.

Questo portafoglio, soprattutto, fa da "benchmark" agli altri investimenti rappresentando il 50-50 puro.

La situazione di DIOGENE al 31.10.2023 è la seguente:





Notiamo che i due asset hanno distribuito, netto tasse, 381,15 per il governativo (oltre 3 volte e mezzo la distribuzione dello scorso anno!) e 688,2 per l'azionario.

Questi soldi li vado a reinvestire comprando 10 quote aggiuntive di iShares Core Euro Government bond. Questo accumulo produce la situazione finale:

Il capitale è arrivato a 107703,05 euro, in guadagno del +7,77% dalla creazione ben 4 anni fa. E' interessante osservare il confronto tra DIOGENE, cresciuto dello 0,75% di un anno e del +7,77% in 4 anni, composto da un bilanciamento perfetto rischio/debito, ed il recentemente ribilanciato MIDEN cresciuto del +3,03% in 2 anni e mezzo, ma senza alcun rischio di mercato o tassi sul capitale iniziale.

P.C. 31/10/2023

26 commenti:

Orso1960 Fol ha detto...

Ciao, per il comparto obbligazionario come mai proprio i titoli di stato europei?

bowman ha detto...

Questo PTF è una simulazione di dove porta un Lazy a 2 ETF rispetto ad altre soluzioni. Ho scelto governativo per la massima complementarità al MSCI world e euro per eliminare il rischio valuta. Ovviamente non è certo una scelta minimamente idonea per strategie non a lungo termine...

Orso1960 Fol ha detto...

Certo capisco, ma non trovi che il rischio valuta sia irrisorio su un lungo periodo? Altrimenti occorreva scegliere anche fondo azionario hedged, no?

Tony33 ha detto...

Ciao,
penso che il tuo lavoro divulgativo sia fantastico e avrei una domanda:
come mai hai scelto come approccio la distribuzione?
Da un punto di vista "lazy" non sarebbe stato più appropriato SWDA e XGLE?

bowman ha detto...

Tony33, dal momento che mi risultava poco pratico creare un portafoglio Lazy di 2 ETF ad orizzonte temporale indeterminato/lunghissimo, dato che qui ho anche una finalità 'didattica' che spera un giorno di chiudere i portafogli e riuscire ad illustrare cosa è accaduto nella loro evoluzione, ho scelto un orizzonte temporale determinato, non breve, ma neanche lunghissimo: 6 anni. Diogene nasce con l'obiettivo di effettuare una sorta di piccolo life-cicle: consolida mano a mano che si avvicina alla scadenza. Dal momento che non è un portafoglio PAC (o value averaging, direbbe qualcuno), ho scelto 2 ETF a distribuzione ed ho deciso che il mio unico ribilanciamento annuo consisterà nell'accumulare i dividendi del portafoglio nell'asset teoricamente meno volatile: il governativo europa. Ho quindi scelto un euro-gov a distribuzione ed ho associato l'unico MSCI World a distribuzione che mi garantisce replica totale e fisica, sperando in un tracking error più lieve in caso di picchi di volatilità (es. storni seri dell'azionario).

Gualtiero ha detto...

Ciao, congratulazioni per il blog molto gradevole ed avvincente.
Mi sono letto l'articolo sul lazy e avrei alcune considerazioni:
1) L'indice MSCI World è presente in altri etf, come mai la scelta è ricaduta su quello di UBS piuttosto che altro emittente con stesso indice? Non credo di errare se sostengo che nel mercato etf abbondano indici legati al solo msci world.
2)leggendo l'articolo mi pare di capire che non sei entusiasta di questi lazy portafolio tipo nella parte dove scrivi dei rischi, sbaglio? Oltre al fatto che il principio della diversificazione degli investimenti c'è ma in misura parziale.
3)per quanto riguarda gli etf obbligazionari,(leggendo in vari forum) c'è chi sostiene due "scuole di pensiero" che sono antitetiche: la prima è non acquistare etf obbligazionari ma solo obbligazioni (anche per discorsi fiscali di compensazione), mentre l'altra sostiene l'esatto opposto, cioè no obbligazioni e solo etf obbligazioni, e con questo si "elimina" il problema dei mancati rimborsi dei prestiti obbligazionari/default. Te che ne pensi?

bowman ha detto...

1- Per la strategia di distribuzione/accumulo di questo portafoglio (che consolida i dividendi nel governativo avvicinandosi alla fine dell’orizzonte temporale) mi serviva un MSCI World a distribuzione. Questo di UBS costa molto meno di quello iShares, più grande. Ma il problema non sono tanto i costi (noi investitori in ETF rivolgiamo un pensiero di solidarietà a chi ha i fondi azionari internazionali e paga il 2,5% l’anno, anziché 0,5 o 0,3 o 0,15), quanto appunto la finanza comportamentale. Io avevo il MSCI World nel 2008, quello sintetico della Lyxor. Quando vedi andare giù di brutto un titolo simile (gli ETF sono volatili, anche intraday!) ti vengono cento dubbi: e se lo delistano? E se non avessi capito di che è composto? Ma alla fine che è sta roba in cui ho investito? All’epoca si fece molto chiasso sulla replica sintetica ad esempio. Beh, il UBS ha dei caratteri di qualità: è a replica fisica totale (non campiona solo alcuni titoli, ma c’è tutto l’indice: 1651 azioni e spero di ridurre anche il tracking error nei momenti di grossi sbalzi), è scambiato per più di 1 miliardo di euro e sta sul mercato da 11 anni e mezzo (che è parecchio per un ETF). Quindi ho giudicato che anche psicologicamente possa rassicurare l’investitore che ha messo metà dei suoi beni su quel titolo.

bowman ha detto...

2- I miei dubbi sui portafogli ‘Lazy’ vengono un po' dall’esperienza di consulenza sul campo. Nella teoria sono molto semplici ed efficaci (come dicevo è una ‘logica’ che ho visto seguire da alcuni investitori anzianotti da tempo immemore, anche se spesso questo meccanismo lo applicavano su 2-3 titoli azionari considerati solidi e stabili anziché ETF, il che rappresenta un meccanismo molto più rischioso ed inefficiente), e non ne nego semplicità operativa ed efficacia. Nella pratica non è così facile parlare con qualcuno che ha 2 titoli, la finanza comportamentale diventa complessa. Il Nasdaq100 negli ipotetici 6 anni di orizzonte temporale di questo portafoglio è cresciuto del +143%... ti assicuro che molti investitori lo avrebbero rimborsato già a +50 per paura di ‘perdere’ laddove avessero concentrato metà portafoglio sull’indice. Allo stesso modo è frequente la psicologia inversa: mi innamoro del titolo e non ne esco più mediando tipicamente sui ribassi o i rialzi pesantemente. Quindi una cosa è fare consulenza su una diversificazione, un’altra cosa su DUE titoli (anche se internamente sono diversificati la percezione è la stessa). Ma questo se ci pensi vale anche per noi investitori ‘evoluti’: ammettiamo che io abbia messo la metà delle mie sostanze nel MSCI World il 2 gennaio di quest’anno, ora starei guadagnando oltre il 27% su una cifra per me molto notevole: conoscendomi farei una presa di beneficio nella speranza di rientrare su un ribasso, o per consolidare in investimenti più sicuri, perché è facile farlo con 2 ETF ed è facile percepirlo, anche se nella logica di portafoglio saprei che concettualmente è sbagliato. Totalizzare invece mediamente il 27% su 10 titoli su mercati diversi (chi più chi meno) mi darebbe di più la percezione che “sì, qualcuno stornerà sicuro, forse gran parte, ma non tutto, tanto vale rimanere dentro”, del resto che faccio… disinvesto il 5% di portafoglio che guadagna +50% per paura che arretri e mi tengo quello in perdita -12 che magari sprofonda ugualmente? E i soldi disinvestiti dove li metto, che ho già diversificato su titoli/mercati diversi? A quel punto o chiudi il portafoglio definitivamente o rimani per l’orizzonte prefissato. Insomma il Lazy Portafoglio mi sembra nascere ed essere molto ‘semplice ed efficace’ quando lo si teorizza sulla carta utilizzando i grafici, pieno di problemi comportamentali/gestionali nella realtà. In realtà è facile fantasticare “mannaggia, ma nel 1997 non potevo investire 1 milione di lire su Amazon? Navigavo su internet, conoscevo quel sito che vendeva libri online… perché non mi è venuto in mente? Oggi avrei 400mila euro!”. Però è fantasia: anche se li avessi investiti sarebbe stato davvero difficile riuscire a tenerli per 22 anni, senza disinvestire da un lato e senza farsi prendere dall’euforia e mettermi magari a buttare capitali ingenti su Tiscali dall’altro… Secondo me su un portafoglio diversificato e costruito da vari ‘mattoncini’ la crescita progressiva ed il mantenimento dell’investimento secondo criteri scientifici fino all’orizzonte temporale è più ’semplice’, anche perché si ha una maggiore percezione della struttura dell’investimento… o quantomeno io ho riscontrato questo.

bowman ha detto...

3- Sono piuttosto d’accordo. Mi spiego: investire in un ETF che investe in Treasury Bond diversifica? Dentro c’è il debito pubblico USA, unico emittente, possiamo discutere della sua grande solidità, sul mescolare maturity differenti, ma seguirà fortune e sfortune del singolo titolo di stato USA di pari maturity. Il iShares Euro Government Bond 3-5 anni ha dentro 12 titoli, divisi essenzialmente su 4 emittenti: Germania, Italia, Francia e Spagna. A che serve usare un ETF? Per perdere l’efficienza fiscale? Oggi i titoli di stato sono altissimi e sembrano ‘poco redditizi’, l’ETF invece essendo un fondo, beccandosi 5 stelle morningstar ed essendo in rialzo da 4 anni ci sembra ‘un buon fondo’… ma è una percezione illusoria dato che condividono la stessa sostanza. Io quasi preferisco a quel punto il vecchio BTP. Una cosa totalmente diversa, ovviamente, è parlare di ETF su bond societari o di basso merito creditizio. Ovvio che investire 20000 nel IE00B2NPKV68 è altra cosa che investire 20000 euro nel titolo di stato turco (o 10 in quello turco e 10 in quello indonesiano), perché nell’ETF ci sono 467 titoli di Stato di decine e decine di paesi diversi. Oltretutto a molti mercati obbligazionari è difficilissimo accedere senza un veicolo. Idem se si investe negli ETF High Yield: investire nel singolo bond a rischio insolvenza è infintamente più rischioso che acquistare l’ETF, che magari in pancia ne ha oltre mille. Io però tra 2009 e 2011 mi costruii un bel portafoglio con obbligazioni (diversificando!) e titoli di stato (Italiani, Spagnoli, USA) comprati sotto la pari ed abbinati ad ETF e credo di aver ottenuto ottimi risultati fiscalmente e come efficienza… peccato non aver avuto a disposizione tutti gli strumenti che ci sono oggi e non aver avuto abbastanza esperienza e capitale.

manuvalle ha detto...

Salve Bow, ho scoperto con piacere questo blog tramite i tuoi messaggi su un noto forum di finanza, e ti faccio i complimenti per la morigeratezza e la competenza dei contenuti.
Seppur principiante, credo di aver capito il senso di questo portafoglio, sia nella durata prefissa che nell'allocazione.
Vorrei chiederti (nell'ottica di obiettivo di investimento a PAC da zero in portafoglio di non più di 3 ETF ad accumulo, con cifre mensili veramente minime, circa ento euro):
1- quanto è pericoloso selezionare oggi un replica sintetica rispetto a un replica fisica (a campione o totale)
2- se l'ottica di più lungo periodo rispetto al tuo portafoglio giustifichi una parte obbligazionaria con ETF globale aggregato bond/corporate, senza copertura valutaria.

bowman ha detto...

1- Per come è costruito il complesso di garanzie e controlli non dovrebbero esserci 'rischi' (quantomeno conosciuti) nella replica sintetica piuttosto che fisica. Se però la logica è la detenzione di un ETF per un lungo orizzonte temporale (personalmente me ne è rimasto uno Lyxor Msci Europe preso una dozzina d'anni fa) e soprattutto se il portafoglio come in Diogene è poco diversificato (abbiamo una buona porzione dei nostri averi lì dentro). Farei alcune analisi: quando vi fu il credit crunch ed importanti istituzioni finanziarie furono ritenute a rischio credito gli ETF vennero molto biasimati per la loro replica. I sintetici sono considerati una forma di 'finanziamento' degli emittenti degli swap (vale per tutti gli strumenti sintetici, fondi e polizze più degli ETF!) e subiscono quei climi di diffidenza. I fisici si espongono tramiti prestito titoli, ma per percentuali solitamente inferiori (dopotutto tanti risparmiatori hanno attivo il prestito titoli sui loro depositi titoli senza sapere giuridicamente cosa comporta). In quelle fasi gli ETF sintetici divennero meno scambiati, negli anni i capitali si sono spostati sui fisici. Se il tuo approccio è Lazy e di lungo termine, rimani dentro strumenti meno scambiati... infine uno strumento meno scambiati è più candidato al de-listing. Insomma anche senza identificare un vero 'rischio' avere una replica fisica totale può rendere più 'reale' il tracking error e fare rimanere più tranquillamente in un ETF a -30% in attesa di un recupero che può richiedere anni, nella mia esperienza. A maggior ragione in altri strumenti più opachi e complessi degli ETF (esempio molte polizze) dove la replica sintetica, nella mia esperienza le rende molto inefficienti (aggiunge costi, illiquidità dei sottostanti etc...).
2- l'ottica di lungo termine va a diluire le due criticità degli aggregate bond globali: l'effetto valuta è pericoloso (trattandosi di valute forti ed egemoni a livello globale) per le congiunture a breve-medio termine, nel lungo le fasi valutarie sono storicamente cicliche. L'attuale situazione del comparto (bassi rendimenti e quotazioni alte pompate dai tassi bassi globali) viene diluita poco a poco che l'orizzonte d'investimento si avvicina alla duration ed alla maturity: alla maturity i vecchi bond scadono e i nuovi di adattano di più ai tassi, la duration indica il tempo in cui la redditività rigenera il capitale (semplificando) e rappresenta quanto il titolo subisce l'influenza di fluttuazioni dei tassi. Insomma a lungo va bene.
Nel breve aspettiamoci un po' di montagne russe però...


Diogene mi auguro che mi aiuti, negli anni, a mostrare la reale complessità di un investimento apparentemente semplicissimo e pigro. Salvo ovviamente poter ibernare l'investimento in una scatola del tempo per un lungo periodo (10-20 anni) e riuscire di conseguenza a non farsi minimamente influenzare dal mercato.
L'ho scelto a termine non lunghissimo per incrementare un po' la difficoltà e per non portare avanti questo portafogli fino alla vecchiaia... :p

Anonimo ha detto...

cosa ne pensi dell'etf GLAG di spdr nell'ipoteco portafoglio a 2 etf?
SPDR Bloomberg Barclays Global Aggregate Bond UCITS ETF
50% titoli di stato, il resto corporate
esposizione principale su usa e giappone

bowman ha detto...

Il SPDR global aggregate è uno dei migliori ETF che sintetizzano l'universo obbligazionario globale, secondo me. Il problema per l'investitore europeo è che a rischio valuta (gran parte dei titoli è dollaro-centrico), cosa problematica per un obbligazionario. Oltretutto da abbinare, solitamente, ad un azionario con più dollaro che euro. Il rischio è un'esposizione valutaria del 70-80%, sbilanciata. E soprattutto una correlazione tra gli unici 2 asset del portafoglio (che di basa sul concetto di strumenti complementari decorrelati) concentrata sull'eccessiva preponderanza del biglietto verde. Per un investitore USA ottimo abbinamento con un Msci world o ACWI.

Anonimo ha detto...

Ragionamento ottimo. Provocatoriamente mi chiedo: e se la sintesi perfetta non fosse proprio una combo di obbl. Governativo Eur (tipo Sega di ishares) + sp500? Costi bassissimi (sotto lo 0,1!) magari lasciando libera liquidita per aumentare bilanciamenti e interventi correttivi nelle fasi cicliche (2008/09, covid, ecc) di discesa del mercato

Dante ha detto...

interessante l'accoppiata secca euro bond e azionario usa, in molte fasi del mercato anche recentissime ha funzionato, ma oggi con i tassi a 0 e una limitatissima possibilità di discesa ulteriore (sotto 0???) l'obbligazionario scende insieme all'azionario in una crisi e non fa da effetto bilancia

bowman ha detto...

Ragionamento sacrosanto, come vedi il portafoglio Lazy di 2 ETF è semplice da progettare, difficile da gestire. Timing, opportunità etc... meglio dimenticarli se abbiamo grossi patrimonio dividi su 2 ETF: buy&hold, lungo termine, tanta finanza comportamentale, zero spazio a logiche da tradurre... come vedi io Diogene neppure lo guardo se non una volta l'anno. PARE facile, ma per me, personalmente, non riuscirei ad investire così... e con molti risparmiatori è dura (qualcuno però ci riesce e sta tranquillo).

bowman ha detto...

bowman ha detto...
Ragionamento sacrosanto, come vedi il portafoglio Lazy di 2 ETF è semplice da progettare, difficile da gestire. Timing, opportunità etc... meglio dimenticarli se abbiamo grossi patrimoni divisi su 2 ETF: buy&hold, lungo termine, tanta finanza comportamentale, zero spazio a logiche da trader... come vedi io Diogene neppure lo guardo se non una volta l'anno. PARE facile, ma per me, personalmente, non riuscirei ad investire così... e con molti risparmiatori è dura (qualcuno però ci riesce e sta tranquillo).

Dante ha detto...

Sono d'accordo con te e neanche a me piace. Se guardi i grafici la banalissima combinazione sp500/bond gov. EUR con i giusti bilanciamenti nel periodo 2009/2019 avrebbe sbancato il mercato. Già ma sarebbero serviti degli scelte di bilanciamento davvero chirurgiche e soprattutto alla portata di pochi. Per chi sceglie questo tipo di gestione "passiva" non sarebbe meglio puntare su un etf di etf tipo il Portfolio di Xtrackers LU0397221945? Di fatto un portafoglio di moneyfarm a commissione ridotta

Io poi sono contrario anche per motivi "ideologici", credo che gli investimenti si accompagnino a delle scelte, influenzate da 1000 cose e che la pretesa di coprire l'intero mercato sia assurda

In ogni caso sono finito sul sito (a proposito: davvero complimenti! mi ha dato molti spunti, mai pensato ad un canale youtube??) perché un cliente mi chiedeva di ragionare su una soluzione minimalista "definitiva"
Pensando in termini poco banali ho elaborato una combinazione di:
- IBCI di ishares, bond governativi EUR indicizzati all'inflazione
- SUSW di ishares, azionariato mondiale che esclude aziende di idrocarburi o con rischi reputazionali in termini ambientali, sociali e di governance

Mi piacerebbe leggere il tuo parere
Ciao

bowman ha detto...

Il canale YouTube è già partito: https://www.youtube.com/channel/UCLqE-dRfLC9Xip1vc5NUIKw

Spero ti piaccia! Trovi anche la lista VIDEO nella sezione 'Video' di sopra.

Quello che elenchi è un modello a 2 asset decorrelati abbastanza simile al binomo di Diogene, che probabilmente non è ottimale (es. molto esposto a rischio tassi). Tuttavia quando utilizziamo strumenti efficienti, come gli ETF, più che di "meglio" dovremmo parlare di 'scelte'. Quello che è meglio lo decide solo il futuro, che è ancora da scrivere.

Il modello inflation-linked government bond VS world equities low carbon differisce essenzialmente per:
1- Maggiore durata finanziaria della parte obbligazionaria finché lo scenario sarà di bassa inflazione
2- Maggiore concentrazione verso tecnologici e finanziari (minore esposizione ai settori industriali)

Ovvio che è più esposto ad uno scenario "si alzano i tassi, ma ad inflazione ridotta", ed è invece più difensivo in caso di incremento dell'inflazione. Sono scelte.

Marco ha detto...

Molto interessante, pensavo di replicarlo utilizzando, VWCE di vanguard come azionario globale (mi piace perché comprende gli emergenti) ed XG7S per l'obbligazionario governativo. Il mio è un pac di circa 600 euro mensili, che nel tempo potranno salire; non dispongo di una somma iniziale e ho un'ottica di lunghissimo periodo, ho 30 anni e l'idea è di avviare un ptf lazy da portare avanti per decenni.

Quanto a XG7S, è vero che è globale e non solo europeo, ma pensavo che proprio i tassi più elevati attualmente presenti negli stati non europei potrebbero rappresentare una miglioria rispetto al solo governativo europeo, che di fatto ora ha tassi praticamente negativi.
Il lato "negativo" è che con un globale, non hedge, mi esporrei al cambio. Ma in un'ottica di lungo periodo non dovrebbe essere un problema, sbaglio?

Mi piacerebbe conoscere il tuo parere su quanto ho scritto.

Se ho ben capito, invece, sconsiglieresti di comporre la parte azionaria con un aggregato globale, in quanto la quota di bond societari, maggiormente correlati all'azionario, finirebbe per ridurre la capacità di decorrelazione della parte obbligazionaria del ptf.

bowman ha detto...

Sì, l'unico dubbio è quel rischio valuta. Il punto è che se nel breve c'è tutto il discorso opportunistico e dei rendimenti migliori, nel lungo in realtà stai inserendo un rischio che l'obbligazionario di suo non ha. Ovvero il rischio che tra 30 anni l'euro sia una valuta molto più forte del dollaro e questo comprometta la forte esposizione dell'obbligazionario globale in dollari. In generale, però: 1- usando il PAC medi il rischio di un timing sbagliato e la volatilità 2- è uno scenario non so bene basato su quali prospettive, in realtà storicamente i rapporti valute forti europee/dollaro sono cicliche, come dici tu 3- Parlando comunque di valute forti prevedo tutt'altro che una catastrofe... anzi! ;)

Marco ha detto...

Grazie mille per la risposta. Qualora invece volessi evitare questo rischio, è da considerare preferibile un governativo solo europeo rispetto ad un governativo globale con copertura cambio no? mi pare di capire che il costo della copertura è difficilmente preventivabile a priori e può incidere non poco sul rendimento

bowman ha detto...

Preferibile è un concetto non banale, sembra tutto molto semplice, ma poi all'atto pratico è abbastanza complicato... ad esempio ti dai orizzonte temporale 30 anni, per esperienza ti dico che è rarissimo vedere portafogli che portano avanti una strategia con costanza (es. il PAC) così a lungo, e spesso quelli che ho visto erano vecchie polizze mantenute per agevolazioni contrattuali (es.deducibilità fiscale) poi scomparsa. Un eventuale consulente, conoscendo cliente/situazione per prima cosa dovrebbe valutare quanto è verosimile l'orizzonte temporale di fronte alle esigenze. Detto ciò, oggi il governativo europeo, sicuro stabile, sicuro solido, in valuta forte etc... ha rendimenti negativi... tra trent'anni chissà. Teoricamente i rendimenti attesi di azionario e governativo hanno caratteri di complementarità per quello si abbinano (da 'scuola' proprio), però starsene, per dire 5 anni ad accumulare su un euro governativo e nel 2025 trovarsi il PAC a -10% per un progressivo de-ribasso (non parliamo di rialzo che oggi appare poco plausibile) dei tassi è psicologicamente snervante, io correrei molto poco questo azzardo con un cliente. In un prodotto aggregatore (es. mono-prodotto bilanciato) questo effetto si sente meno. Di base il meccanismo del PAC lima rendimento ma anche rischio e quindi a seconda della propensione di ciascuno si può osare anche un pò di più a livello di volatilità (aggregati, emergenti etc...).

Meo ha detto...

ciao bow , ottima idea canalee telegram , che è molto dinamico come comunicazione . alcuni quesiti riguardo diogene , visto che probabilmente avro' a breve liquidità derivante da vendita piccolo immobile :

- c è un motivo particolare percui hai deciso di testarlo sui 6 anni ?
- io sono dell avviso di investire in un prodotto tipo lifestrategy , cosi il ribilanciamento è fatto alla fonte e rimane solo il dilemma della scelta , chiaramente accettando il rischio cambio . ci vedi controindicazioni nell unificare in un unico prodotto ?
- il suggerimento piu difficile: dal momento in cui si rende disponibile la liquidità , tenerla ferma mi pare un delitto . il dubbio è sempre tra fare un'entrata secca oppure diluirla ( sull'anno? ) ed investirla in un tempo abbastanza veloce pero' . mi chiedo , se ha senso attendere oppure ci sono benefici che non percepisco . è altrettanto vero che all inn non è facile da fare , specialmente su un solo prodotto ! se hai suggerimenti o strategie alternative sono tutt'orecchi !
grazie e complimenti

Manuele M ha detto...

Buonasera Bowman, commentai il 20 dicembre 2019 questo portafoglio, in occasione del mio primissimo investimento da novizio in 80/20 MSCI world/Tresuries... Passati più di 2 anni eccomi qui a commentare di nuovo ammettendo ahimè di non essere riuscito a tenermi saldo al lazy. Prendete questa mia come testimonianza di fallimento nell'attenersi alla strategia originaria.

Nel frattempo ho infatti aggiunto molti ETF in quote minori, cercando di costruire un portafoglio all-season (aggiunti oro, reit, governativi EU, emergenti hedgiati e tips/inf.linked EU, sovrapesato europa e altri paesi), che ahimè di Diogene ormai ha ben poco.

Tutto questo per dire come, "stando sul pezzo", approfondendo, ci si prenda la mano e si raffini sempre di più sia il portafoglio che la strategia.

Mi sento di elogiare Diogene come piattaforma di lancio per chi si avvicina alla finanza personale con gli ETF, come hai detto adattissimo al PAC, e che possa essere facilmente esteso e migliorato.

Ne approfitto per un desiderata.
Visto che forse alcuni si fanno le dichiarazioni dei redditi da soli, come ho fatto io, secondo me sarebbe formativo un approfondimento sulla fiscalità.
Infatti proprio perchè Diogene potrebbe essere lo starting-point di un futuro portafoglio più complicato al quale si potrebbe arrivare tramite sostituzione di ETF, magari un cenno alle possibilità di compensazione delle plus/minusvalenze non sarebbe male.

In ogni caso, sempre grazie, ancora, per il servizio educativo che rendi.

Paolo ha detto...

Ciao Bow
Sto rileggendo i tuoi articoli e sono tornato sul portafoglio Diogene.
Non voglio entrare nel merito degli strumenti in sé, ma vorrei approfondire il discorso su un investimento Life Cycle.
Questo portafoglio, nella sua semplicità offre comunque delle possibili strategie.
Per adattare l'allocazione al passare del tempo, come si può fare?
Si continua ad accumulare ma si andrà a bilanciare un peso maggiore su obbligazionario, si vende e si ricomincia? Si mantiene il portafoglio e se ne inizia uno più conservativo?