Portafogli d'Investimento Teorici:

martedì 28 luglio 2020

DEUCALIONE: 2 anni con un portafoglio di 30 ETF a distribuzione

Deucalione, il primo portafoglio simulato su questo Blog, raggiunge i 2 anni d'età.

Quando ho creato Deucalione, nell'estate del 2018, volevo creare un portafoglio tutt'altro che perfetto, 'estremo' nell'utilizzo di un gran numero di ETF (e utilizzando solo quelli rinunciare a qualsiasi efficienza fiscale) selezionando strumenti noti per la distribuzione del capitale, i vari 'high dividend, value, gli obbligazionari a distribuzione', per far capire cosa vuol dire navigare in acque agitate ma percepire comunque una rendita periodica e dover ribilanciare, quando possibile, in inefficienza fiscale.

Il 2020 si dimostra un ottimo test per Deucalione: una crisi caratterizzata non dallo scoppio di bolle speculative, da insicurezza internazionale e corsa ai beni rifugio o da crisi del credito e movimenti sui tassi, come quelle cui siamo stati abituati negli ultimi decenni, ma da uno shock esogeno all'economia e completamente globale come una pandemia.

Gli asset in cui investono (sicuramente con un'elevata concentrazione di rischio) gli ETF di Deucalione sono stati tra i più colpiti: gli indici 'dividend' non sono molto 'smart' e finiscono per concentrarsi su aziende il cui elevato rapporto dividendi/valore di mercato è spesso dato da settori merceologici specifici (pensiamo all'immobiliare, all'energetico, al finanziario) e in cui contribuisce la svalutazione del valore di mercato che fa finire le aziende nell'indice 'dividend' perché incrementa il rapporto dividendo/prezzo.

Una potenziale bomba su Deucalione.

Siamo sopravvissuti a questo shock? Soprattutto dopo un anno 'florido' per il nostro portafoglio come il 2019?

La situazione al 27 luglio 2020 è la seguente:
Solo 6 mesi fa Deucalione rappresentava, con la sua performance (certo favorita dall'andamento dei mercati nel 2019) l'ideale del rentier: capitale in crescita di una media quasi del 6% l'anno oltre a 2,6% NETTO di rendita distribuita.

Troppo bello ovviamente. Soprattutto in un'Europa senza inflazione o quasi dove un titolo di stato trentennale restituisce rendimenti miserabili.
Ovviamente tutto questo meraviglioso andamento si paga con il rischio. La concentrazione in ETF 'dividend' e 'value' a distribuzione ed un 60% circa di azionario rendono Deucalione un portafoglio rischioso.

Il rischio si esplica in 16000 euro di svalutazione del capitale in un semestre dopo una crisi come quella del 2020. Ovvero un -13,3% in conto capitale.

Tutto sommato, però, dall'iniziale investimento, Deucalione riporta oggi una flessione del -5,77% in conto capitale, significativa ma non apocalittica.

La buona notizia è che l'ipotetico investitore ha incassato 1252,5 euro di dividendi e cedole, pari al 1,21% semestrale netto.

Nel primo anno Deucalione ha distribuito 2842,468 euro di dividendi netti, nel secondo anno ne ha distribuiti 2672,78.

La performance "total return" in questo momento è negativa, ma è negativa di poco più di 800 euro. Dopo il Coronavirus avremmo senz'altro fatto meglio a non investire, due anni fa, ma ricordiamo pure che solo pochi mesi fa invece avremmo avuto un guadagno molto significativo. Investendo, nei momenti di difficoltà, saremo sempre soggetti a questi ragionamenti e ai 'bias' ad essi legati.

Vediamo anche che Deucalione ha fatto nell'ultimo semestre degli investimenti decisamente sbagliati: puntare sulle infrastrutture energetiche è stata una 'piccola catastrofe' che da sola è costata oltre un punto percentuale di perdita. La concentrazione sulla sterlina non ha aiutato. Gli ETF Value e Dividend sono senz'altro molto meno efficienti di indici più globali, anche se a dividendo (sto pensando ad esempio al Vanguard ACWI High Dividend, pur penalizzato anch'esso da questo 2020). Tuttavia, trattandosi di una simulazione, in Deucalione non cerco l'efficienza perfetta o il portafoglio modello su cui far investire (non posso fare consulenza sul Blog e non ne faccio), ma propongo una riflessione per far capire (ed eventualmente rassicurare, o fare formazione per rendersi conto delle problematiche comuni) cosa accade a quei portafogli pieni di titoli a distribuzione (qui ne abbiamo addirittura 30!) spesso 'collezionati' negli anni con l'obiettivo di assicurare una rendita.

In questo semestre, non positivo, ho le mani ingessate per fare operazioni su Deucalione. Sicuramente il +40% in titoli di stato USA ed il quasi -30% su vari indici 'dividend' fa comprendere l'estrema volatilità della situazione.

Ecco, il cassettista, con orizzonte temporale lungo e che sta incassando una rendita (anche se in questo semestre difficile Deucalione ha visto una marginale riduzione anche di quella) non può semplicemente farsi prendere dal panico e dall'euforia del momento. A differenza di altri portafogli, che sulla volatilità 'lavorano', da Pericle a Pan a Cyrano, con Deucalione abbiamo una propensione al rischio abbastanza Alta, ma non è un portafoglio Dinamico o opportunistico. Qui possiamo muoverci quando abbiamo lo spazio: nel 2019 c'era... nel 2020 no. Cambiando l'asset allocation o i titoli a portafoglio oggi andremmo a realizzare perdite non compensabili fiscalmente (quindi definitive) per colpa del mandato di 'soli ETF' del portafoglio ed andremmo a pagare tasse.
Deucalione deve sperare di fare 'inerzia' con la sua elevata diversificazione: ci sono ETF deludenti, che non ci piacciono, che vorremmo sostituire con altri, ma lo si farà non quando il mercato (che è incerto) è a sconto o sembra muoversi in direzioni prevedibili (es. i tecnologici!), ma quando il nostro portafoglio ci consente di non accollarci danni fiscali e costi certi.
Questo è intrinseco a questa strategia di gestione.

E se il mercato crolla di nuovo come a marzo?
Sicuramente gli asset di Deucalione hanno avuto un recupero negli ultimi 4 mesi molto inferiore ad altri settori merceologici (es. i tecnologici) quindi potremo augurarci che lo spazio di ulteriore svalutazione sia relativamente contenuto.
Sicuramente Deucalione è a -5,77% in conto capitale rispetto a 2 anni fa, con cedole incassate che riducono tale 'perdita' a -0,8%, quindi non è stato un distruttore di patrimoni.

Vedremo quindi dove la nostra 'arca' ci condurrà a gennaio del prossimo anno (non bisestile per fortuna!), intanto ci possiamo spendere i 1250 euro di questo semestre.

P.C. 28.07.2020

venerdì 24 luglio 2020

PSICHE: nel III trimestre con un portafoglio diversificato globale a fronte di un recupero concentrato

Psiche, come Amore, simula una strategia estremamente complessa, che probabilmente non ho ponderato bene: in particolare non ho progettato un sufficiente dividend yield per ottenere un accumulo trimestrale adeguato ad una più spiccata politica di consolidamento verso l'obbligazionario, in altre parole sarà lunga e non facile la ricerca di una neutralità al mercato.

Come tutti questi portafogli, che sono solo di addestramento, Psiche ci è però utile per fare formazione ed auto-apprendimento. L'interessante questa volta è che la sua asset allocation quasi completamente azionaria è stata bilanciata con una forte diversificazione ponderando come parametro il PIL a parità di potere d'acquisto quale 'misura' di un'economia.

Quello che non ci si aspettava, ponderando e diversificando, era una crisi come il COVID: collasso generalizzato (la Pandemia si è diffusa in tutto il mondo!!) e ripresa concentrata (rimbalzo sui mercati focalizzato su High Tech, USA ed economie più evolute). Quindi siamo rimasti 'neutrali' al MSCI World classico... ma neutrali a ribasso.

Eppure la 'perdita di Psiche', grazie ad una diversificazione che gli dona fondamentali ampissimi e nel lungo termine a mio avviso solidi, è meno grave di quanto si pensi.

Nel terzo trimestre abbiamo avuto un peggioramento giusto dell'immobiliare asiatico (molto interessante... settore ricco di prospettive!) ed un recupero forte dei settori sviluppati (USA, Nasdaq, Dax) e debole di economie più esposte alla situazione (Russia, Turchia, Messico etc...).

I dividendi distribuiti, insieme alla liquidità rimasta dal trimestre scorso sono appena 224,7 euro (in linea con il precedente trimestre). Come dicevo ho sbagliato nel dotare Psiche di una distribuzione con un flusso troppo esiguo... per questa rotazione di asset mi trovo a dover investire in obbligazioni societarie in valuta.
Preferisco scegliere il titolo Amundi Global Aggregate, che sicuramente si compone di bond societari in valuta, ma anche di titoli di stato in valuta. Questo mi consentirà di aggregarci anche il governativo internazionale in valute del settimo trimestre (spero di ricordarmi!), in modo da non avere ETF con investimenti eccessivamente esigui.

La situazione finale è la seguente:


In tre mesi il recupero di Psiche è stato molto significativo, la performance a 9 mesi dalla creazione è un -5,16% con oltre sette punti di recupero dallo scorso trimestre.

P.C. 24.07.2020

giovedì 23 luglio 2020

AMORE: III trimestre del portafoglio distribuzione obbligazionaria ed accumulo azionario

Perseguendo una strategia, insieme al suo compagno Psiche, di difficilissima 'market neutrality', Amore ha subito nell'ultimo rendiconto trimestrale, caduto un mese dopo l'apice della crisi Covid, una forte svalutazione, legata soprattutto al problema delle obbligazioni in valuta estera e spesso 'debole'.

Nel terzo trimestre, naturalmente, la situazione è ampiamente migliorata ed ovviamente l'asset azionario acquistato con la distribuzione di cedole del secondo trimestre ha risentito positivamente dell'andamento dei mercati.


La debolezza delle valute minori è stata compensata dalle politiche di riduzione dei tassi d'interesse che per molte di loro (fatta eccezione del Messico) hanno almeno parzialmente compensato con la crescita del valore di mercato dell'obbligazione, la svalutazione valutaria.


Molte obbligazioni ci hanno regalato la solita 'pioggia' di dividendi, per un totale di 521,755 euro netti.

A queste si aggiunge la scadenza del certificato Leonteq CH0498257705 basato Astrazeneca, Bayer, GlaxoSmithKline, Sanofi. Pur non essendo un granché come investimento questi certificati, diversificarli per strategie diverse ci ha permesso, in una crisi come il Covid, di 'azzeccarne' almeno uno basato sui farmaceutici.
Ovviamente l'emittente si è avvalso il 22 giugno del rimborso anticipato, restituendoci 1000 di valore e 14 e qualcosa di cedoline. Purtroppo il capital gain (avevamo acquistato il derivato sotto la pari) ha mangiato gran parte della cedola, dandoci 1000,86 euro puliti.

Con la somma derivante da questa liquidità, vado ad investire, seguendo la rotazione prevista, dal nostro piano d'investimento, nell'asset class prevista: azionario USA.

Scelgo un grande classico: l'efficientissimo ETF iShares Core S&P500 Acc che sottoscrivo per 5 quote a 283,28.

La situazione di AMORE alla terza revisione trimestrale è la seguente:




La performance di AMORE a 9 mesi dalla sua creazione è ad oggi del -3,25% dimezzando le perdite rispetto a tre mesi fa.

Possiamo notare come anche un portafoglio 'flessibile' (che simula alcune strategie, che a me non piacciono molto, 'absolute return' del risparmio gestito), ma molto esposto ad asset penalizzati dalla crisi che il 2020 ci ha portato, che ricorre anche a derivati che, con l'eccezione di quello rimborsato hanno reagito quasi implodendo di fronte al 'moto anomalo' dei mercati, non si è comportato peggio di tanti flessibili globali.

Un obbligazionario flessibile 'famoso' come il Fidelity Global Income, ad esempio, tra il 23 ottobre 2019 ed il 23 luglio 2020 performa -3,11%, assolutamente allineato al nostro Amore (anche se questo è poco indicativo perché a maggior ragione i 'flessibili' sono ognun per sé). 

P.C. 23/07/2020

venerdì 17 luglio 2020

Le principali borse mondiali (...e come investirci)


La Borsa di New York
La Borsa di New York ha sede a Wall Street, fondata nel 1817 e ribattezzata NYSE nel 1963. E’ la borsa più grande del mondo per capitalizzazione fin dalla fine della Prima Guerra Mondiale, in cui superò la Borsa di Londra. Capitalizza 23000 miliardi di dollari, il 40% del valore di tutte le azioni esistenti al mondo. Sono quotate al NYSE anche 7000 miliardi di aziende non americane. Ci sono 2400 titoli quotati alla Borsa di New York. Il Dow Jones è l’indice più usato per monitorare il valore del NYSE, ma alcuni suoi componenti possono essere quotati anche nel Nasdaq.
Investire sul NYSE: gli indici che vengono replicati più di frequente e che coinvolgono il NYSE sono lo Standard&Poors 500 (replicato da innumerevoli ETF) oppure il MSCI USA, che replica il 85% della capitalizzazione di mercato nordamericana. Per concentrarsi specificamente sul NYSE sarebbe però necessario uno strumento che non si concentra troppo sui titoli tecnologici del Nasdaq e che include tutti i segmenti di mercato (large, mid e small cap). Si valutino quindi anche strumenti che hanno come benchmark il RAFI1000 (1000 aziende USA più capitalizzate), il RUSSEL2000 (2000 small cap USA), il Dow Jones Industrial (selezione dei 30 titoli industriali più importanti), il Russell Midcap (aziende di media capitalizzazione) o il S&P400 Midcap (400 aziende più rilevanti a media capitalizzazione).
  
  Il NASDAQ
Altra borsa di New York, che ha però sede a Times Square. NASDAQ vuol dire: National Association of Securities Dealers Automated Quotations (associazione nazionale di operatori in titoli con quotazione automatizzata) ed è stata fondata nel 1971. Il NASDAQ non ha mai avuto contrattazioni tradizionali, ma si è sempre gestito tramite trading informatico e telefonico, diventando il primo mercato finanziario elettronico. Il Nasdaq ha una capitalizzazione intorno ai 10mila miliardi, ed è la seconda borsa del mondo. Ha la più consistente capitalizzazione di mercato di azioni tecnologiche, che sono i principali titoli del Nasdaq.
Su tale mercato sono quotate oltre 3000 società diverse, in alcuni casi con più classi di azioni, molte delle quali appartenenti al comparto tecnologico (l’indice è infatti il principale riferimento per tutti i titoli di questo comparto). Il Nasdaq è quindi il listino con il maggior numero di società presenti negli Stati Uniti.
Investire sul Nasdaq: gli strumenti principali per investire sul Nasdaq sono il iShares Nasdaq 100 [IE00B53SZB19] che replica le 100 aziende più capitalizzate dell’indice con accumulo dei dividendi, ed il Invesco eQQQ Nasdaq100 [IE0032077012] che invece distribuisce dividendo. Un sotto-indice interessante e tematico è quello replicato dal Invesco Nasdaq Biotech [IE00BQ70R696] o dal iShares Nasdaq US Biotechnology [IE00BYXG2H39] si tratta di indici che replicano circa 208 aziende (quindi non è un sottoinsieme del Nasdaq100) che si occupano però esclusivamente di tecnologie legate alla ricerca biomedica.

   Borsa di Tokyo
La Borsa di Tokyo è stata fondata nel 1878, poi sospesa dal 1945 al 1949.  È stata rinominata nel 1949 ed è ora nota generalmente con il nome del suo proprietario: Japan Exchange Group. Ha oltre 3575 società . La capitalizzazione supera i 5000 miliardi. L’indice di riferimento della Borsa di Tokyo è il Nikkei 225.
Investire sulla Borsa di Tokyo: l’ETF xTrackers Nikkei 225 [LU0839027447] che replica integralmente l’indice di riferimento di Tokyo ed è quotato in valuta local (JPY) rappresenta probabilmente uno degli strumenti principali per investire su questo mercato.

  Borsa di Shanghai
La prima delle 3 borse valori tra loro indipendenti della Repubblica Popolare Cinese è la Borsa di Shanghai, la quarta maggiore borsa valori al mondo, nonostante sia stata istituita soltanto nel 1990. Shanghai è divisa tra azioni A valutate in Yuan cinesi ed azioni B quotate in dollari USA. Le A-Shares sono teoricamente destinate all’investimento interno, mentre le B-Shares sono disponibili sia per gli investitori domestici che per quelli esteri. Shanghai ha raggiunto le dimensioni di circa 4000 miliardi. Gli operatori di borsa possono monitorare le prestazioni dei titoli quotati alla Borsa di Shanghai servendosi dell’SSE Composite Index, noto anche come Shanghai Composite.
Investire sulla Borsa di Shanghai: l’ETF Xtrackers Harvest CSI 300 [LU0875160326] rappresenta lo strumento più importante per esporsi alla capitalizzazione di questo mercato. Replica fisicamente 300 blue chip ad alta capitalizzazione, quotate nella borsa di Shanghai e Shenzen, tutte A-Shares in valuta locale, tra le più liquide.

  Borsa di Hong Kong
Istituzione più antica grazie alla continuità quale colonia britannica, la Borsa di Hong Kong (SEHK) è stata istituita nel. La SEHK è una delle tre borse valori cinesi, ma la piazza di scambio fisica della SEHK è stata chiusa nel 2017 per spostarsi verso l’e-trading. La Borsa di Hong Kong è la terza maggiore borsa valori in Asia e la quinta maggiore al mondo con una capitalizzazione di mercato di circa 4000 miliardi. La Borsa di Hong Kong contratta in dollari di Hong Kong (HKD) poiché le aziende quotate hanno sede prevalentemente ad Hong Kong.
Investire sulla Borsa di Hong Kong: l’ETF Xtrackers MSCI China [LU0514695690] rappresenta lo strumento più completo per esporsi su Hong Kong senza replicare gli investimenti delle altre due importanti borse Cinesi (Shenzen e Shanghai) con le loro azioni A-Shares. Il MSCI China replica le società cinesi più grandi e liquide quotate esclusivamente ad Hong Kong  ed include i titoli H, i B-Shares, le Red Chips e le P Chips. Investe in 704 azioni replicate fisicamente, che riproducono l’85% della capitalizzazione di Hong Kong.

Borsa di Londra 
La Borsa di Londra (LSE) è stata istituita nel 1801 ma le sue origini risalgono al 1698, quando il servizio della Borsa di Londra consisteva nella pubblicazione bisettimanale dei prezzi di mercato. È pertanto una delle borse valori più antiche al mondo. È stata inoltre la Borsa valori più grande al mondo fino alla fine della Prima Guerra mondiale, quando fu superata dalla NYSE. La LSE è oggi la sesta principale borsa valori al mondo e la più grande borsa in Europa. La LSE è di proprietà del London Stock Exchange Group, istituito nel 2007 quando la Borsa di Londra si è fusa con la Borsa Italiana. È la borsa valori più internazionale, con oltre 3000 società provenienti da 70 paesi diversi. La capitalizzazione di mercato della Borsa di Londra raggiunge i 4000 miliardi. Gli operatori finanziari possono monitorare le prestazioni della LSE e della sua capitalizzazione di mercato con il Financial Times Stock Exchange Index 100 Share Index, il FTSE 100. Sono disponibili altri indici che consentono di monitorare le società quotate sulla LSE, tra cui FTSE 250, FTSE Small Cap e FTSE All-Share.
Investire sulla Borsa di Londra: il FTSE 100 è replicabile in valuta locale ed in maniera fisica con l’ETF iShares Core FTSE 100 UCITS ETF (Dist) [IE0005042456] oppure con il Vanguard FTSE 100 [IE00B810Q511], sempre Vanguard mette a disposizione anche il FTSE 250 [IE00BKX55Q28] che completa il precedente investendo nelle azioni in posizione tra la 101° e la 350° più capitalizzate a Londra. Per completare il mercato con le aziende a più bassa capitalizzazione si può utilizzare il iShares MSCI UK Small Cap [IE00B3VWLG82] mentre il FTSE All-Shares è replicato dal SPDR FTSE UK All Share [IE00B7452L46] che rappresenta in maniera più completa la Borsa dato che offre una copertura combinata degli universi rappresentati dagli indici FTSE100, FTSE250 e FTSE Small Cap, includendo con 585 azioni il 98% della capitalizzazione di mercato del Regno Unito.

 Euronext
L’Euronext è una borsa valori con sede ad Amsterdam, nei Paesi Bassi, la società è di fatto una borsa valori pan-europea poiché include Paesi Bassi, Portogallo, Belgio, Francia, Irlanda e Regno Unito. È stata istituita nel 2000 per rappresentare l’economia dell’Europa nel suo complesso, motivo per cui opera in Euro. Euronext è la settima maggiore borsa valori al mondo, con una capitalizzazione di mercato di 4000 miliardi di dollari. La borsa include diversi paesi, sono 1300 le società quotate e 30 gli indici azionari che consentono di monitorarne le prestazioni. L’indice azionario predominante per le aziende quotate all’Euronext è tuttavia l’Euronext 100.
Investire sull’Euronext: se indici come il Eurostoxx600 (replicato in maniera eccellente da ETF come il Lyxor Core STOXX Europe 600 [LU0908500753] ) replicano molto bene le diverse segmentazioni del mercato europeo, l’indice Euronext 100 non ha un preciso ETF di riferimento.

Borsa di Shenzhen
La Borsa di Shenzhen (SZSE) è la terza borsa valori della Repubblica popolare cinese. Anche se è stata istituita nel 1987, non è stata ufficialmente operativa fino al 1990. La Borsa di Shenzhen aveva una capitalizzazione di mercato pari a 3000 mld. di dollari nel marzo 2018, il che la rendeva l’ottava borsa valori al mondo.
La SZSE contratta in yuan cinesi perché le società quotate nella Borsa di Shenzhen hanno prevalentemente sede in Cina. La Borsa di Shenzhen è anche la sede dello SME Board, una commissione per le piccole e medie imprese istituita nel 2004 per le aziende del settore manifatturiero, e la commissione ChiNext, lanciata nel 2009 per replicare il focus di NASDAQ sulle startup tecnologiche.
Investire sulla Borsa di Shenzen: l’ETF Xtrackers Harvest CSI 300 [LU0875160326] rappresenta lo strumento più importante per esporsi alla capitalizzazione di questo mercato. Replica fisicamente 300 blue chip ad alta capitalizzazione, quotate nella borsa di Shanghai e Shenzen, tutte A-Shares in valuta locale, tra le più liquide. Sul ChiNext gli ETF si stanno attrezzando, al momento esiste il VanEck ChinaAMC [US92189F6271] che replica le 100 aziende più grandi tra le A-Shares dell’indice che non è armonizzato ed è quotato sul mercato USA.

Borsa di Toronto
La Borsa di Toronto (TSX) è stata istituita nel 1852. È la maggiore borsa valori del Canada, con oltre 1500 aziende quotate. Il TSX è la terza maggiore borsa valori del Nord America per capitalizzazione di mercato e la nona maggiore al mondo. Le prime 100 società quotate sulla TSX possono essere monitorate con il S&P/TSX Composite Index, che rappresenta circa il 70% della capitalizzazione di mercato della Borsa di Toronto.
Investire sulla Borsa di Toronto: ETF come il UBS MSCI Canada, in dollari canadesi [LU0446734872] rappresentano sicuramente lo strumento più indicato per esporsi a questo mercato.

Borsa di Bombay
La più antica borsa del sub-continente indiano è la Borsa di Bombay (BSE), che opera fin dal 1875. La borsa conserva il precedente nome della città, cambiato nel 1995 in Mumbai. La borsa scambia 5439 titoli per una capitalizzazione di 2100 miliardi di dollari.
Investire sulla Borsa di Bombay: l’indice di riferimento S&P BSE 500 non è replicato da alcun ETF, tuttavia con strumenti quali il FR0010361683 (Lyxor MSCI India) si investe negli 86 componenti del MSCI India, indice che include circa il 85% della capitalizzazione borsistica indiana (costituita dagli oltre 7000 titoli scambiati tra BSE e NSE).

National Stock Exchange of India Limited
Prima borsa elettronica dematerializzata Indiana, il NSE ha sede sempre a Mumbai ed è stata istituita nel 1992. Ha una capitalizzazione di 2270 miliardi di dollari e scambia 1952 titoli. L’indice di riferimento di questo mercato è il NIFTY50
Investire sul NSE: il Nifty50 è replicato dall’ETF LU0292109690 Xtrackers Nifty 50 Swap Ucits Etf.

Borsa di Francoforte
La Borsa di Francoforte (FWB), fondata nel 1585 per fissare i tassi valutari, è una delle più antiche borse al mondo, accanto a quella di Londra e Parigi. Solo dopo la Seconda Guerra mondiale la Borsa di Francoforte è stata ufficialmente istituita quale principale borsa tedesca.
La capitalizzazione di mercato della Borsa di Francoforte toccava quota 22.200 miliardi di dollari a marzo 2018, classificandola come la decima borsa valori al mondo. Le società quotate nella Borsa di Francoforte sono 505, hanno prevalentemente sede in Germania e in altri paesi che contrattano in euro. L’indice principale utilizzato per monitorare le prestazioni di questa borsa è il DAX, un indice di mercato azionario blue chip per le 30 prime società della FWB.
Investire sulla Borsa di Francoforte: il DAX 30 è replicato al meglio dal iShares Core Dax [DE0005933931].

Borsa di Zurigo
Il SWX Swiss Exchange, con sede a Zurigo, è la principale Borsa della Svizzera e nacque nel 1993 dalla fusione della Borsa di Ginevra, quella di Zurigo e di Basel. Con una capitalizzazione di 1600 miliardi di franchi svizzeri, è rappresentato da indici quali il SMI (20 aziende più grandi e liquide del mercato), il SLI (Swiss Leader Index, con le 30 aziende più grandi) ed il SPI (Swiss Performance Index, con oltre 200 aziende quotate).
Investire sulla Borsa di Zurigo: il xTrackers Swiss Large Cap (LU0274221281) replica fisicamente le 20 aziende più grandi del mercato svizzero, che compongono l’indice SMI. L’ETF di iShares SLI (DE0005933964) invece replica i 30 membri dell’indice SLI.

Borsa Coreana
La Borsa di Corea (KRX) è l'unico operatore borsistico della Corsea del Sud. Ha sede a Pusan ed ha un ufficio per i mercati finanziari e la vigilanza di mercato a Seul. Ha una capitalizzazione di 1179 miliardi di dollari con 2145 società quotate.
Investire nella Borsa Coreana: l’ETF iShares MSCI Korea (IE00B0M63391) consente di investire in 110 titoli coreani ad alta capitalizzazione.

Il NASDAQ Nordic
Attenzione, qui non parliamo di una borsa. Come il London Stock Exchange Group etc… il Nasdaq Nordic OMX è una società finanziaria che si occupa della gestione delle principali borse ‘nordiche’: Copenhagen, Stoccolma, Helsinki, Islanda, Tallinn, Riga, Vilnius e Armenia. Singolarmente le borse non hanno capitalizzazioni tra le principali del mondo, ma vi sono quotate molte aziende importanti, rilevanti in diversi indici.
Investire nel Nasdaq Nordic: il MSCI Nordic Countries è replicato da ETF come il Amundi MSCI Nordic (LU1681044647) che investe nelle 86 aziende più importanti della regione.

 Borsa Australiana
Il ASX, Australian Securities Exchange di Sidney è composto da 2,258 compagnie con capitalizzazione di 1320 miliardi di euro. E’ una delle borse più grandi del mondo, in cui si scambiano azioni, obbligazioni, derivati, valute e fondi quotati (che hanno un mercato per ETF, fondi gestiti e prodotti strutturati che rispondono alle specifiche regole australiane AQUA). L’indice di riferimento della borsa di Sidney è il ASX200.
Investire sulla Borsa Australiana: l’ETF di xTrackers S&P/ASX 200 LU0328474803 consente la replica più ‘integrale’ dell’indice australiano, è quotato in dollari australiani e replica fisicamente il ASX200. Strumenti come il iShares MSCI Australia (IE00B5377D42), invece, replica il 85% della capitalizzazione del mercato australiano con i 64 principali componenti tra aziende large e mid cap.


 Borsa di San Paolo
La città brasiliana di San Paolo è sede del BOVESPA (Bolsa de Valore do Estado de Sao Paulo), il cui indice di riferimento, il Ibovespa (Bovespa Index) raccoglie i principali 60 titoli del mercato brasiliano (che cercano di rappresentarne quasi il 80% della capitalizzazione). Si tratta della borsa più importante del continente sud americano, fondata nel 1890. Ha una capitalizzazione di 1230 miliardi di dollari circa con 342 società quotate.
Investire sulla Borsa di San Paolo: l’indice Ibovespa viene quasi completamente replicato dal MSCI Brazil (57 aziende su 60), su cui investe l’ETF iShares MSCI Brazil (IE00B0M63516).

 Borsa Spagnola
La Bolsas y Mercados Españoles di Madrid è la maggiore borsa regionale della Spagna, con sede a Madrid (ce ne sono anche a Barcellona, Valencia e Bilba), fondata nel 1831, tratta azioni, obbligazioni e titoli governativi. L’indice che ne rappresenta i maggiori titoli per capitalizzazione è l’IBEX 35.
Investire nella Borsa Spagnola: sul mercato italiano non è quotato il Lyxor Ibex 35, che replica fisicamente ed in maniera completa l’indice IBEX ed è lo strumento da preferire per investire sul mercato spagnolo. Come surrogato per chi non può accedere alla borsa spagnola rimane come surrogato il titolo a replica sintetica Amundi MSCI Spain (FR0010655746) che replica però solo 30 titoli.

 Borsa di Johannesburg
La Johannesburg Securities Exchange (JSE Limited) è stata fondata nel 1887 ed è stata il secondo mercato finanziario creato nel continente africano (dopo l’Egitto). Rappresenta oggi la principale piazza finanziaria del continente africano ed è tra le 20 maggiori al mondo. Con una capitalizzazione superiore ai 900 miliardi di dollari e 364 società quotate.
Investire nella Borsa di Johannesburg: lETF iShares MSCI Sudafrica (FR0010655746) replica il paniere delle 40 aziende più importanti della borsa di Johannesburg.

 Borsa di Singapore
Il Singapore Exchange (SGX) è stato fondato nel 1999, borsa moderna ed internazionale è diventata una importante borsa asiatica in breve tempo.
Investire sulla Borsa di Singapore: gli ETF che replicano il mercato di Singapore non sono disponibili su ETFPlus. Su Xetra il più valido è il xTrackers MSCI Singapore, che con 82 titoli replica il 99% della capitalizzazione di mercato nei segmenti Small, Large e Mid Cap. Su Amsterdam invece è quotato l’ETF di UBS MSCI Singapore (LU1169825954) che ha l’interessante caratteristica (anche se replica solo 28 titoli principali a più alta capitalizzazione) di essere quotato direttamente in SGD, dollari di Singapore.


 Borsa di Taiwan
La Borsa di Taiwan (Taiwan Stock Exchange) o TWSE è stata fondata nel 1961 ed ha sede a Taipei. Vi sono quotate 936 compagnie ed è uno dei mercati più attivi del pacifico. Insieme ad altre borse importantissime di ‘area cinese’ (Shanghai, Shenzhen, Hong Kong) forma indici quali il Golden Dragon.
Investire nella Borsa di Taiwan: il iShares MSCI Taiwan (IE00B0M63623) rappresenta senz’altro l’indice più completo ed investe in 89 aziende.

 Borsa di Mosca
La moderna borsa russa, con sede a Mosca, è stata creata fondata nel 2001 e scambia azioni, obbligazioni, derivati e valute. Giunta a capitalizzare oltre 800 miliardi di dollari, è diventata una borsa internazionale tra le principali al mondo. Vi sono quotate 3056 aziende.
Investire nella Borsa di Mosca: non abbiamo oggi strumenti diretti per investire sulla borsa di Mosca, la situazione è un po' complessa. Le società russe sono accessibili, negli indici principalmente tramite ricevute di deposito (Depositary Receipt) emessi da banche per rappresentare quote di proprietà di società russe. I DR sono scambiati su borse internazionali. Ora, l’ETF iShares MSCI Russia ADR/GDR (IE00B5V87390), forse lo strumento più ‘completo’ replica le società russe scambiate tramite DR sia negli USA che sulla borsa di Londra.

 Borsa Italiana
La società Borsa Italiana in realtà si è fusa nel 2007 con la Borsa di Londra, entrando nel London Stock Exchange Group. Sul mercato italiano sono scambiati 353 titoli listati, con una capitalizzazione di 650 miliardi circa.
Investire sulla Borsa Italiana: strumenti come il iShares FTSE Mib [IE00B53L4X51] consentono di investire replicando il mercato azionario italiano.

Ovviamente i dati su capitalizzazione e aziende quotate vanno presi come riferimento indicativo, dato che sono molto variabili, anche la classifica è piuttosto variabile, salvo che nelle posizioni più alte.
Un interessante nota è che un ipotetico paniere di ETF che vada ad investire ciascuno su borse diverse (considerando solo queste principali, e non considerando neppure Messico, Malaysia etc… in cui esistono interessanti ETF locali) investirebbe in circa 6000 aziende, su 5 continenti, rappresentative di una capitalizzazione di mercato enorme (gran parte della capitalizzazione esistente) e soprattutto senza sovrapposizioni (trattandosi di mercati diversi).
P.C. 17.07.2020

sabato 11 luglio 2020

DEDALO: la strategia obbligazionaria long-maturity porta +2,66% nel primo trimestre

E' giunto il primo termine trimestrale per il portafoglio 90% obbligazionario Dedalo, la cui strategia è basata su obbligazioni a lunga maturity che, pur pericolose in uno scenario rialzista per i tassi d'interesse, risultano più solide laddove le politiche monetarie delle banche centrali si fanno espansive.

Devo dire che nella sua assoluta prudenza (Dedalo parte con oltre il 50% di liquidità, 30% tra sovranazionali e titoli di stato, 12% in obbligazioni societarie e solo 8% in asset ad elevata volatilità o azionari) in questo trimestre, come prevedibile, la strategia di Dedalo si è rivelata di successo.

Non solo negli asset governativi a lunga scadenza (quasi +10% su titoli di stato Spagnoli e Rumeni), ma soprattutto nelle obbligazioni societarie, investire nelle obbligazioni automobilistiche ha portato crescite dal 6 al 14% e se Transocean (rischiosissima società di trivellazione petrolifera) si avvia verso la catastrofe, aver dosato in maniera minima tale asset (in un'equa asset allocation) non implica alcun rischio complessivo.

Sull'azionario il mio discorso del 8 e del 13 aprile 2020 (AWNI ---> L'Innovazione ci salverà?) si è rivelato sensato. Il titolo sul Nasdaq è rimbalzato del +26,36%, il Vanguard FTSE All World del 11,45% (circa quanto i titoli di stato spagnoli o le obbligazioni Siemens... curioso).

Quanto ho incassato di cedole?

52,5 euro dai Titoli di Stato Francesi
28 euro dai Titoli di Stato del Belgio
28 euro dai Titoli di Stato Irlandesi
59,06 euro dall'obbligazione di Cassa Depositi e Prestiti
125,8 euro dall'obbligazione della Daimler

Parlo di importi già al netto dell'aliquota fiscale.
Questa somma la vado, come da 'statuto' ad investire secondo il mio meccanismo AWNI. Visto che sono trascorsi 3 mesi, il rendimento di 3 mesi dovrei metterlo sul Nasdaq, ma purtroppo con i 293,36 euro ottenuti non riesco ad acquistare neppure una quota dell'ETF. Vado quindi ad acquistare una quota del IE0032077012 (Invesco Nasdaq100) che è a distribuzione, ma almeno mi costa solo 232,06 euro (+5 che considero per convenzione come costi di negoziazione).

Avendo molta liquidità disponibile inserisco nella nostra strategia obbligazionaria a lunga maturity un altro bond societario, approfittando della svalutazione del dollaro:

4000 USD di General Electric Company TF 4,125% Call scadenza ottobre 2042, pagandoli 99.

La situazione finale di Dedalo diventa la seguente:
Il capitale è cresciuto di 13345,65 euro in questi tre mesi, pari ad un +2,66% sul capitale complessivo.

Il prossimo rendiconto, dopo 4 mesi questa volta, è previsto a novembre 2020.

P.C. 11.07.2020

domenica 5 luglio 2020

Tavola Periodica dei Rendimenti (I Semestre 2020)

Terminiamo un primo semestre 2020 molto volatile con il consueto aggiornamento della mia Tavola Periodica dei Rendimenti a 24 asset:

Osservando un difficile primo semestre 2020 dal punto di vista meno emotivo e più lucido della Tavola Periodica Semestrale, possiamo fare delle osservazioni che, senza questa tabella colorata sotto gli occhi, forse non avremmo creduto reali.

Sicuramente il 2020 è stato un anno difficile sui mercati, gran parte degli asset ha subito una svalutazione ed un portafoglio completamente diversificato avrebbe avuto più probabilità di perdere valore dal 31.12.2019 al 30.06.2020 che di guadagnarne.

Possiamo però notare che:

1- 7 asset class su 24 si sono rivelate comunque un 'buon investimento', eguagliando la situazione (sempre di 7 investimenti in gain) di un altro semestre difficile: il primo semestre di 2 anni fa. La diversificazione quindi ci permette comunque di accedere, anche in un periodo negativo e con un orizzonte temporale di 6 mesi, a 7 asset su 24 che si rivelano fruttiferi.

2- Relativamente ai primi 2 asset, il Nasdaq e l'Oro non decorrelano dall'andamento iniziato 18 mesi fa. Per 3 semestri continuativi si rivelano asset caratterizzati da un trend di apprezzamento significativo, l'oro ha fatto +8,76% nel I semestre 2019, +9,97% nel II semestre 2019 e +17,13% nel I semestre 2020. Il Nasdaq +22,79%, +14,8% e +15,73%. La ragione non va cercata in grandi teorie di gestori degli hedge fund: un trend espansivo su immissioni di liquidità e tassi d'interesse bassi inietta moneta nel sistema che svaluta, anche se invisibilmente, le valute (causando apprezzamento dell'oro) e fornisce ai mercati una liquidità che va a allocarsi prima di tutto nei settori "Growth" dei mercati con più disponibilità di capitale, tra cui spicca il Nasdaq. Questo fenomeno è un 'termometro' da tenere bene a mente perché l'andamento parallelo di questi due asset molto distanti (il solido lingotto e l'innovazione) mostra che non si tratta di una crescita alimentata da utili e produttività in crescita, ma da allocazione di liquidità. Con tutto quello che significa.

3- I difensivi, in una situazione di 'panico' sui mercati, hanno fatto il loro lavoro. Io, investitore del 31 dicembre 2019... su cosa ho guadagnato uscendo oggi? Sui classici asset prudenti/difensivi. Escludendo il Nasdaq ho avuto +17% sull'oro (non prudente ma difensivo), quasi +7% sui titoli di Stato USA, quasi +3% sulle obbligazioni a più alto merito creditizio, quasi +2% su BTP e titoli di stato europei (pur caratterizzati ormai da una redditività intrinseca ridotta all'osso). E' costante l'andamento della liquidità, un non-investimento da -0,24% totalmente in linea con gli ultimi 4 anni, quindi esclusivamente stabilizzante (e con un costo per farlo!).

4- Gli asset che hanno 'perso' però hanno registrato nel primo semestre 2020 le perdite peggiori della nostra tabella periodica, quindi almeno dal 2016. I più 'tranquilli' sono stati asset che perdono dal 3% al 5%: titoli di stato di paesi emergenti in valuta forte, azionario USA a grande capitalizzazione, obbligazionari speculativi globali. Perdite più significative, ma inferiori al 10% per obbligazionari speculativi europei, obbligazioni emergenti in valuta debole, azionario giapponese (sia small che large cap) che quindi si posiziona tra i migliori azionari ex-Nasdaq. Riportano perdite serie (superiori al 10% e fino al 15%) azionario emergenti, azionario europa (indipendentemente dalla capitalizzazione), azionario pacifico, azionario USA a piccola capitalizzazione. La vera 'catastrofe' la registriamo sull'Azionario Italia, l'Immobiliare (sia in Asia che in occidente) e le materie prime.

Mi auguro che, al solito, queste tabelle servano a dare una visione d'insieme, uno spunto di riflessione e di razionalizzazione di cosa un'attenta strategia d'investimento diversificata comporta.

P.C. 05.07.2020