Portafogli d'Investimento Teorici:

LIBRI


Ho deciso di provare a dare un mio contributo all'alfabetizzazione finanziaria arricchendo il mio Blog con qualcosa di un pò più articolato scritto da me.

E' già disponibile da qualche giorno su Amazon un libricino che si chiama "Elementi di Base di Strategie d'Investimento Diversificate". Si tratta di 71 pagine (chi le ha lette mi dice scorrevoli) che introducono un percorso che, tra una chiacchiera e l'altra, ha l'obiettivo di introdurre consumatori, investitori o semplici interessati al concetto di investimento diversificato.


Questo (primo) scritto è estremamente introduttivo, forse troppo per i lettori anche occasionali di questo Blog, ma si apre con una breve dissertazione sugli strumenti più comuni (e le loro caratteristiche ed insidie) a disposizione. Prosegue con una semplice analisi, del tutto illustrativa, di un investimento-tipo.

Non c'è bisogno di prenderne una copia cartacea su Amazon!
I lettori di questo Blog possono tranquillamente scaricarne una copia GRATUITA in PDF cliccando QUI.

E allora a che serve la versione cartacea disponibile su Amazon qui: https://www.amazon.it/dp/1661133932 ?

Sicuramente non serve a procurarmi (per l'incredibile prezzo di 5 euro) delle royalties o alcuna forma di guadagno/lucro, per me è un hobby e quindi le mie royalties sono impostate al minimo, in pratica si paga la stampa ed il servizio di distribuzione.

La funzione è (oltre alla mia bibliofilia, ovviamente) un discorso di diffusione e fruibilità: non tutti possono/riescono ad accedere ai contenuti di un Blog. Io immagino il libricino cartaceo qualcosa da regalare, da 'far leggere': ad un amico, ad un genitore, ad un figlio, ad un conoscente che solitamente investe ma non è che abbia questa grande esperienza.

E' un bieco trucco per far salire il profilo Mifid? No... tanto quello lo fanno salire con altri trucchi. E' il problema (per me) che chi non ha alfabetizzazione finanziaria non è in grado di valutare la qualità di chi ha di fronte come consulente. Di notte, come si dice, tutti i gatti sono neri.

La differenza tra la versione cartacea di Amazon e quella scaricabile in PDF da questo Blog è essenzialmente di una sezione, la seconda, facilmente sostituibile dai contenuti del Blog stesso. In altre parole ha ben poca utilità quella sezione per chi legge qui innumerevoli (e noiosi!) portafogli e simulazioni, mentre è utile per capire il mio approccio concreto agli investimenti (non solo "chiacchiere da venditore e poi chissà se ci guadagno") a chi invece legge solo il libricino. D'altra parte non dare nulla di più a chi si disturba a prendere la versione cartacea non mi sembrava corretto.

Spero che piaccia, che ritorni utile. Non escludo che, tempo permettendo e se piacerà, possa avere dei seguiti (passando da elementi di 'Base' a qualcosa di via via meno elementare).

P.C. 29.02.2020    (sì, ho aspettato per pubblicare questo post oggi perché è 29 febbraio)


EBOOK

A seguito di diverse richieste mi sono convinto a rendere disponibile anche in versione Kindle, come ebook, il mio piccolo manualetto introduttivo su investimenti e strategie.

Si trova su Amazon: https://www.amazon.it/dp/B086WK6T8K

Originariamente ho optato per diffondere la copia cartacea del testo integrale perché l'ho considerato un modo di raggiungere chi usualmente non legge il Blog. Mi sono reso conto della possibilità di creare la versione ebook con la funzione 'prestito'. Quindi è possibile scaricarlo e poi darlo in prestito a chi volete per diffonderne i contenuti, gratuitamente per diversi giorni.

Ritengo quindi che anche la versione kindle/ebook risulti utile alle finalità formative e divulgative di tale scritto.

P.C. 09.04.2020

15 commenti:

Mirko ha detto...

Ciao.
Ti seguo nel tuo blog e sono nuovo in materia.
Ti chiedevo dei consigli:
Ho un badget di 10k
ho acqistato per 3,5k :

-Lyxor MSCI Brazil UCITS ETF Acc

-L&G Battery Value-Chain UCITS ETF

-Lyxor MSCI World Health Care TR UCITS ETF C-EUR

come posso bilanciare o creare un bel portafoglio per un medio lungo termine a rischio medio?

bowman ha detto...

Ciao, non è finalità del Blog dare consulenza o suggerimenti d'investimento (ci sono delle leggi che regolano queste attività). Però ovviamente posso dare delucidazioni su prodotti (non valutazioni di merito, ma spiegazioni che gli stessi emittenti e gestori devono dare per legge) e valutazioni 'accademiche'. A livello prettamente 'accademico' posso dirti che questi tre titoli rappresentano due indici tematici (uno poi quello di L&G estremamente di 'nicchia') ed un indice settoriale (uno specifico paese, oltretutto emergente, pur essendo un economia piuttosto grande). Una più efficiente diversificazione va cercata o su mercati più ampi (esempio replicare il mondo o tutti i paesi sviluppati, anziché il Brasile) o su investimenti di natura diversa (l'azionario investe in capitale equity, di proprietà, l'obbligazionario per dire in capitale di debito). Generalmente la dottrina classica dell'asset allocation considera abbassamento del rischio un tendenziale abbassamento della volatilità. La volatilità è solitamente più accentuata nell'azionario, mentre nell'obbligazionario questa è soggetta a movimenti dei tassi o di rischio credito, ma arginando questi elementi (ad esempio obbligazioni ad alto merito creditizio e dalla durata non troppo lunga) si abbatte la volatilità. Infine vengono considerati più neutrali al mercato strumenti a valore del capitale fisso (esempio polizze a gestione separata e conti deposito) che però di fatto diversificano il rischio credito (la possibilità di un default, che però si verifica molto di rado su simili strumenti) con il rischio di mercato (assai più frequente e volatile). Per portare il rischio di un portafoglio azionario (ALTO quindi, soprattutto su azionari di nicchia e volatili) a MEDIO andrebbe bilanciato con una parte dell'investimento in qualcosa che compensi. Per compensare cose tipo il Brasile ci vuole qualcosa di molto stabile (altrimenti l'oscillazione del capitale complessivo non sarà affatto 'media' ma molto significativa e potrebbe non recuperare neppure nel lungo termine). Diversificando bene portafogli 50% azionario e 50% obbligazionario o anche 40% azionario e 60% obbligazionario si considerano a rischio ''intermedio'' (intermedio di solito vuol dire sopportare significative variazioni a breve termine, ma avere una ragionevole certezza nella gran parte delle probabilità di riavere almeno il valore investito nel medio-lungo e, qualora invece lo scenario fosse negativo a medio lungo perdere anche nella peggiore delle ipotesi una fetta del capitale e certo non tutto) con un orizzonte d'investimento di almeno 5-6 anni. Ovvio che se devi comprarci casa tra un anno e mezzo devi mettere la stragrande maggioranza del capitale in cose assolutamente stabili e rischiare solo una piccola porzione. Un saluto!

Ale ha detto...

Ciao,
Il blog è interessante sia come luogo di confronto su argomenti finanziari, sia come lettura di articoli, sia come possibilità di potersi confrontare con te.
Il Libro è scorrevole, basato su argomenti pratici, Volevo chiedere:
1) Dalla lettura mi pare di capire i fondi comuni si prestano a parecchie critiche(sono più i difetti che io pregi dei fondi) e leggendo è difficile anche trovare quelli di qualità (pochissimi rispetto all'universo fondi).
2) non conoscevo e ti ringrazio le varie strategie sui fondi, molto utile per me si impara sempre qualcosa.
3) Scusa ma i fondi se non erro nascono negli anni 1990, nel libro te scrivi che investi solo in etf...ma quando sono nati? che io ricordi forse nella seconda metà degli anni 2000?
4) interessante la sezione polizze, dove anche qui leggendo i costi sono esorbitanti e dove te reputi degni di nota le polizze multiramo, corretto?

Insomma uno scritto manuale per difendersi dal rampate "consulente finanziario di turno" e direi che bisogna sempre tenere gli occhi aperti.
Ciao e auguri

bowman ha detto...

Ti ringrazio. I fondi comuni negli USA sono presenti da molto tempo, il dibattito tra gestione attiva e passiva risale addirittura agli anni '50. Hanno iniziato a diffondersi solo negli ultimi 40 anni e i primi si sono diffusi in Italia negli anni '80. Non voglio citarli, ma troverai anche fondi italiani che, facendo il grafico su morningstar, vantano una storicità di 35 anni e più. Gli ETF in USA (anche se la concezione di fondi indicizzato è vecchia) credo si siano diffusi negli anni '90, la sezione ETF Plus della Borsa Italiana, che ha avviato anche da noi gli scambi, nel decennio successivo (credo 2003-2005, io li scoprii nel 2006 e li uso da allora). Non sono un estremista dell'ETF, anche se nel lungo periodo ho ottenuto più buoni risultati da quelli che fai fondi. Non che non ci sia il risparmiatore che ha raddoppiato il capitale investito in fondi azionari... ma va valutato che magari lo ha fatto in 20 anni, spendendo una percentuale a due cifre del capitale in commissioni (cosa incredibile in qualsiasi alctro tipo di servizio, pensa all'agenzia immobiliare... soprattutto se di investimento) e con tutta l'inefficienza fiscale, il rischio, i bolli etc a carico suo. Ne emerge un settore economico estremamente redditizio per chi se ne occupa, che nel tempo ha fatto degenerare il servizio e deformato il mercato. Oggi il 99% delle centinaia di migliaia di consulenti finanziari italiani (tra assicuratori, personale di filiale abilitato mifid, consulenti iscritti all'albo per il fuori sede etc... una quantità folle) ti proporrà dopo 5 minuti fondi, Sicav, polizze o derivati e per il 100% del capitale disponibile (anzi ho conosciuto promotori di Allianz e non solo pronti a proporre affidamenti per non fare togliere gli investimenti, in pratica consigliando di indebitarsi investendo anche soldi che non si hanno) quando tra questi strumenti, a seconda del profilo, possono esserci anche delle soluzioni interessanti (chi ha bisogno delle polizze, non solo multiramo, ha ottenuto molti vantaggi, alcuni fondi applicano strategie valide), ma se il consiglio fosse obiettivo dovrebbero trovare nella stragrande maggioranza dei portafogli uno spazio tra il 10 ed il 20%, non sempre e comunque il 100% perché rendono davvero tanto. La conseguenza sono banche che ormai hanno trasformato gran parte del business nel dare questi "cattivi consigli" (come se un medico ti consigliasse una medicina o un intervento chirurgico che ti fa male o ti fa meno bene perché lui ci guadagna e la cosa fosse così la regola da essere diventata un sistema e un'industria), consulenti che vivono nell'opulenza (maggiore di quella dei 'ricchi' che assistono) seguendo pochi milioni di euro di investimenti, etc...

Rita M. ha detto...

Libro interessante, scorrevole e si lascia leggere, non annoia.
Leggo che gli ETF sono migliori dei fondi comuni di investimento sia a livello economico (gli etf sono imbattibili rispetto ai fondi) sia a livello di composizione. Vado con le seguenti considerazioni/domande nell'ottica di un confronto su questi argomenti:

1) Gli etf però sono poco "pubblicizzati" rispetto ai fondi comuni nelle banche, che preferiscono proporre (meglio sarebbe dire vendere) i fondi ai clienti. Gli etf sono utiizzati da chi ha una conoscenza medio alta o anche da chi fa da sè (nel senso opera con home banking)?
2) Se gli etf cono migliori a livello di costi e composizione cosa fanno i fondi per difendersi? Diminuiscono le commissioni? Puntano sulla qualità dei fondi?(concetto molto difficile) Per capire perchè potrebbe succedere che gli etf un domani superano il collocamento di fondi e in futuro li surclassino?
3) Secondo te post epidemia cmabierà qualcosa nell'approccio cliente/consulente? o post ecpidemia ci sarà più aggressività dei consulenti che chiameranno i clienti per vendere ancora di più?
4) lo strumento più recente di cui scrivi sono i derivati o sbaglio?
5) Se io acquisto il formato cartaceo riuscirò a leggere anche i "cut" dell'ultima pagina del pdf?
Grazie e ciao

bowman ha detto...

Salve,
La risposta è molto semplice: dominio capillare ed assoluto del mercato. Il mercato del 'wealth management' è un business cresciuto grossomodo da quando l'inflazione da una parte e la regolamentazione del credito dall'altra hanno tolto agli istituti di credito una facilissima fonte di reddito dal meccanismo raccolta/impieghi. Se la liquidità sul conto 'rende' il 3% l'anno (perché, banalmente, un bot semestrale rende qualcosa di simile), basta dare al cliente solo 1% ed avrò su tutte le giacenze il 2% l'anno, target attuale di base per tante reti di promozione. Ovviamente questo non basta a costruire macchine da soldi come quelle che si vogliono, allora c'erano i mutui (con un 4% l'anno tasso fisso fai il conto in 30 anni quanto paghi di capitale e quanto d'interesse!) e soprattutto c'erano gli affidamenti, in ogni filialetta il fido di 30mila euro rilasciato a persone che non potevano permetterselo e sostanzialmente sgobbavano per pagare l'affitto dei soldi era un must. Così i conti tornavano. Il settore del Wealth Management era lasciato a specifiche esigenze (es. assicurative) o a grandi patrimoni gestiti dai pochi 'consulenti' o dalle SIM (società d'intermediazione mobiliare) che spesso però gestendo grandi patrimoni non avevano bisogno di 'spremerli' più di tanto. Poi ad un certo punto (inizio anni 2000 e poi dopo la crisi del credito) gli utili hanno iniziato a far rima con "servizi" e questi "servizi" andavano costruiti. Oggi non saprei dirti dove trovare un buon consulente: le reti commerciali e i promotori/cfaofs sceglieranno appositamente servizi di cui hai difficilmente bisogno (es. mandati fiduciari, coperture assicurative delle più disparate) oppure prodotti complessi e molto ''gestiti'', meglio quelli gestiti che investono in altra roba gestita (fondi, Sicav, derivati) e ti 'sconsiglieranno' quello che è la base delle esigenze del 95% dei risparmiatori: semplici bond, semplici fondi a replica passiva economici ed efficienti (ETF), conti deposito, titoli di stato. Nessuno te li consiglierà. Allora tu devi pagare qualcuno (direttamente o indirettamente) per consigliarti qualcosa che è il peggio per te, oppure fare da solo (con tutto il danno economico di non ricevere consulenza) oppure esistono i rari consulenti indipendenti che però non conosco per esperienza empirica diretta. Gli ETF quindi sono esclusi dal mercato (salvo pagare a parcella per ottenerli, ma ovviamente molti cfaofs a parcella preferirebbero farti poi passare al pagare la parcella E prendere altro su cui magari hanno anche provvigione) e questo viene blindato e monopolizzato, si fa in modo di darvi meno accesso possibile. Non solo al prodotto, ma anche alle figure professionali che lo consigliano. Anche in regime Mifid2 si mettono molti apparenti paletti (non poter formalmente consigliare le cose più schifose 'tanto hai firmato', ma sulla possibilità di far valere i tuoi diritti credo che l'esperienza dei tribunali sia molto deludente e dannosa per i soggetti deboli...), ma si fanno delle operazioni fortissime: chiunque consiglia deve essere iscritto ed abilitato a specifici ruoli, inquadrato nelle fila, e le pene sono aumentate a dismisura. Puoi andare in banca e veder erodere i tuoi risparmi da commissioni elevatissime per decenni e non avere mai diritto di difesa, ma se vai dal tuo vicino di casa e gli prepari un portafoglio di ETF (non dico che lui copia il tuo di sua spontanea iniziativa o vede il video su youtube o le analisi di justetf o di un blog e prende le sue decisioni autonomamente, ma tu vai e gli dai consulenza) rischi una pena che praticamente è superiore al rubarglieli i soldi (in Italia l'appropriazione indebita è un reatuccio veniale).

bowman ha detto...

Questa è la situazione, questo si combatte con l'Auto-Formazione, avere degli anticorpi. Se uno 'non ci capisce niente' il consulente migliore è quello più bello, che parla meglio, è tanto simpatico e tranquillizza la zia e che tipicamente è 'un vecchio amico'. Se invece si informa distingue la persona corretta, onesta e realmente preparata dai tanti (la grande maggioranza?) marpioni. Ti assicuro che la formazione viene tenuta molto 'sotto controllo' anche in chi fa questo mestiere, si vuole che si sappia il meno possibile... che si siano fatti tutti i corsi (magari online e con le risposte suggerite) per stare a norma di legge, ma che poi ci siano persone 'focalizzate sull'obiettivo' e che non capiscono bene COSA si sta facendo, ma solo COME farlo per ottenere quello che gli si chiede. Anzi, chi ha studiato spesso da molto fastidio, e se si guardano certi organigrammi si notano molti sig. e rag. e pochi dott. e quei pochi si rendono tali con un corso ad hoc a pagamento quando si arriva al livello apposito. Quindi è bene fare MOLTA attenzione a questo mondo. Non dico che sia l'unico mondo problematico (anzi forse lo sono tutte le realtà in cui girano guadagni ''facili'') pensiamo alle agenzie immobiliari che cercano di monopolizzare le compravendite sul mercato immobiliare e quanto è difficile trovare casa senza agenzia... pensiamo ai tanti problemi nella sanità, soprattutto in realtà private più di lucro... ma nella gestione del risparmio con una virgola ed una firmetta si spostano masse enormi e si possono potenzialmente rovinare le persone con facilità. Quindi informare è doveroso e informarsi prezioso. Un saluto!

bowman ha detto...

Risposta agli ultimi punti:

2) I fondi per difendersi incrementano la pressione commerciale: recentemente una banca celebre per offrire prodotti gestiti dei più costosi ha dato un tasso sul conto (il più tradizionale dei servizi) per attirare masse enormi e fare anche un record di impieghi in raccolta 'redditizia'. Altra strategia del tutto marginale è puntare sempre di più su prodotti flessibili e total return (più difficilmente replicabili dagli ETF, quindi è difficile fare un confronto la cui vittoria è lampante per l'ETF quasi sempre) e oltretutto spesso più costosi/redditizi. Comunque se ci fosse vera cultura e informazione la difesa sarebbe zero.

3) Lo spero, ma non credo. In realtà fortissime fluttuazioni mascherano bene il valore aggiunto di uno strumento efficiente. E' vero il fondo costoso e gestito male azionario europa ha fatto -45%, ma l'ETF -35%, quasi tutti i risparmiatori percepiscono perdita disastrosa e basta. Dall'altro lato una ripartenza allo stesso modo camufferà (se hai fatto +5% sei contento di aver guadagnato... stai a vedere che il mercato in cui hai investito ha fatto +12% ed il resto è andato in gestione e collocamento). Idem un'eventuale ripresa dell'inflazione potrà camuffare molto. Infine anche chi faceva un pò 'da solo' bene ha comunque perso ed è facile che finisca nelle mani di chi gli consiglierà molto di peggio, ma è bravo a presentarsi come colui che è esperto e gli risolve i problemi.
Quello che potrà cambiare le cose è l'approccio generazionale: i risparmiatori cosiddetti 'millenial' (nati tra 1980 e 2000) sono molto più difficili da abbindolare dei loro genitori, ed hanno maggiore accesso all'informazione. C'è da aspettarsi che i nati post 2000 faranno un percorso ancora più information-directed: da te non ci vengono proprio se PRIMA non hanno letto recensioni positive specifiche. Lì l'informazione potrebbe penetrare meglio.
Non che non ci saranno fessi anche in futuro, ma magari si riducono di quattro quinti...

4) In generale il Fintech e alcune società innovative cercano di difendersi prendendo spunto dagli ETF. Semplici esempi per tutti: Oval, una app di micro-gestione del risparmio, utilizza degli ETN (contrattini sintetici) costruiti come ETF per offrire micro investimenti anche di 10 euro; Revolut permette di comprare da quella che era una semplice prepagata anche le criptovalute (oltre a qualche azione). Vontobel ha tirato fuori i tracker certificate che somigliano un pò agli ETF. Insomma qualcuno che ci prova c'è, forse buona parte del futuro sarà quello...
5) Sì, i CUT sono argomenti che il lettore del Blog trova qui nel blog, non la parte più importante. Sono sia nell'ebook che nel cartaceo. Non è per far 'vendere' queste cose, ma per fare in modo che esistano e siano potenzialmente diffuse al di là di questo blog. Io non percepisco neppure 1 centesimo di diritti o guadagni dalla versione cartacea.

Anonimo ha detto...

Ciao,
ho appena finito di leggere il libro.
Da principiante devo dire che è stata una lettura davvero molto utile perchè illustra un po' tutti gli strumenti (alcuni li conoscevo già, altri no), dando anche consigli pratici su quali sono i principali svantaggi/fregature legati ad ognuno di essi (cosa che magari è più difficile da trovare nelle trattazioni più teoriche/tecniche).

Detto questo, avrei qualche consigio/appunto "da rombiballe" da farti. Premetto che ho letto solo il pdf online, magari il cartaceo è diverso.
Prima di tutto due cose sulla "forma": il testo andarebbe "giustificato" in modo da occupare tutta la riga ed essere più leggibile, come avviene un po' in tutti i libri. Inoltre aggiungerei un indice, in modo da avere anche una sorta di riepilogo/mappa visiva degli argomenti trattati.

Riguardo agli strumenti, si potrebbero aggiungere i seguenti:
- Trust. Ne ho sentito parlare ma non ho mai ben capito come funzionino, non mi è nemmeno chiaro se in italia esistano oppure no. Forse li hai omessi proprio perchè in italia non si usano quasi mai.
- p2p lending. Sul forum se ne parla molto, da quanto so è un settore in crescita e meriterebbero due righe di spiegazione.
- criptovalute. Anche questo è un settore in crescita e se ne parla sempre più spesso, meriterebbe un accenno.
Si tratta di tre strumenti ovviamente inadatti all'investitore medio, quindi non è che sia così fondamentale citarli, però un accenno potrebbe valere la pena di farlo.

bowman ha detto...

Ti ringrazio molto. La mia attività non è professionale, ma un hobby che porto avanti con poco tempo e anche per divertirmi un pò (e per esercitarmi professionalmente). Quindi mi si perdoni la qualità non professionale di video e libri, perdere ore per una revisione, per scrivere appunti e per rivedere scritti, appunti e video è una cosa che non posso permettermi (mia moglie già dice che passo troppo tempo su queste cose così! :D ). Il Trust è un tema che mi appassiona molto, purtroppo non ne ho uno mio (ma se vinco al Superenalotto, cosa difficile dato che non gioco, sarà la prima cosa che faccio), ho un pò di materiale e me ne sono occupato nella vita, anche se non ho avuto modo di lavorare in fiduciarie o di gestirne di persona. DOVRO' assolutamente fare un intervento (video/articolo/guida o altro) sul Trust, soprattutto sugli aspetti ''pratici'' (come gestirlo senza farsi spremere come un limone, come/dove aprire un conto al Trust senza farsi scambiare per il prestanome di Genny Savastano etc...) è un tema molto bello, però mi serve davvero un bel pò di tempo libero per affrontarlo in maniera dignitosa. Sulle Cryptovalute non ho esperienza diretta, nel senso che non ci investo io e (ovviamente) non sono la cosa ideale per i portafogli di un semplice risparmiatore, il rischio che vedo è che vengano sdoganate a livello di un 'asset come un altro' (la crescita vorticosa del Bitcoin è allettante), ma in realtà sono un asset a sé, dalla volatilità potenziale a mio parere non stimabile dato che non hanno altro sottostante della loro stessa natura di valuta elettronica. Sul P2P Lending devo approfondire a mia volta l'esperienza personale, per me è strumento assolutamente interessante per farsi finanziare i propri progetti (e spero di poterne fare uso)... quanto a investire in P2P come sostituto delle obbligazioni... metto al momento la faccina che ride :D ...insomma con tanti begli investimenti sull'Emerging Markets Bond.

Anonimo ha detto...

Grazie della risposta, attenderò l'articolo sul trust allora (mi interessa più per curiosità che per esigenze pratiche).

Io comunque ho avuto un percorso del tutto anomalo, nel senso che la mia prima esperienza nel mondo "finanziario" l'ho avuta proprio con le crypto, anche se tutto è iniziato più per passione/interesse tecnico che come investimento. Ho anche avuto l'occasione di utilizzare qualche exchange, capire come funziona il book ecc... La prima volta che ho sentito parlare di ETF è stato per l'ipotetico ETF sul bitcoin (che ad oggi non si è ancora visto).
Ora da un po' di tempo mi sto documentando sulla finanza "tradizionale", all'inizio l'impatto è stato duro, mi sembrava tutto troppo inutilmente complicato e burocratizzato rispetto al mondo crypto. Però pian piano sto imparando.

Comunque concordo con ciò che dici, si stanno sdoganando troppo facilmente le criptovalute, c'è il rischio che molti le comprino senza capire bene come funzionano e quali rischi hanno.

manuvalle ha detto...

Ciao bowman, ho letto la versione cartacea e mi è piaciuta molto. Lettura scorrevolissima e la panoramica degli strumenti adatta al mio livello (che è poco più di un principiante assoluto).
Mi piace anche lo stile e il tono, ora aspetto fiducioso un seguito più operativo, magari calato nel particolare momento post-pandemico che stiamo vivendo. Ciao

Materasso ha detto...

Buongiorno Arciere,
Ho appena finito di leggere il libro in versione E-book.
Ti volevo fare i miei complimenti. Ottima panoramica degli strumenti di investimento disponibili e dei rischi/opportunitá associate. Ho visto un commento su Amazon che si lamentava della superficialitá del contenuto ma penso che la persona non abbia ben capito l'audience a cui ti riferivi.
Sono poco più di un principiante assoluto anche io ed a mio parere qualche passaggio (derivati, covarianza) risulta un po' ostico e sono comunque una persona che un un paio di esami tra micro e macro (all'epoca dei dinosauri) li ha fatti.
Come manuvalle aspetto fiducioso un seguito più operativo. (es diversi portafogli per diverse esigenze con orizzonti temporali differenti) A tal proposito di sicuro ti chiederó altre cose ma al momento volevo solo farti i miei complimenti specialmente per l'approccio educativo al tema. Ottimi anche i tuoi video su youtube

Ciao e grazie

Anonimo ha detto...

Ciao bowman, grazie per il tuo blog e le preziose informazioni.

Volevo dirti che il file pdf da scaricare funziona solo dal primo link e include solo il primo capitolo, è voluto questo?

Saluti

bowman ha detto...

Ho provato ora e dal link (docdroid) scarica tutto, 62 pagine. La versione cartacea è poco più lunga. Comunque essendo dei siti di hosting ogni tanto devo controllare che il link sia ancora attivo.