Portafogli d'Investimento Teorici:

sabato 29 febbraio 2020

Elementi di Strategie d'Investimento Diversificate


Ho deciso di provare a dare un mio contributo all'alfabetizzazione finanziaria arricchendo il mio Blog con qualcosa di un pò più articolato scritto da me.

E' già disponibile da qualche giorno su Amazon un libricino che si chiama "Elementi di Base per Strategie d'Investimento Diversificate". Si tratta di 71 pagine (chi le ha lette mi dice scorrevoli) che introducono un percorso che, tra una chiacchiera e l'altra, ha l'obiettivo di introdurre consumatori, investitori o semplici interessati al concetto di investimento diversificato.


Questo (primo) scritto è estremamente introduttivo, forse troppo per i lettori anche occasionali di questo Blog, ma si apre con una breve dissertazione sugli strumenti più comuni (e le loro caratteristiche ed insidie) a disposizione. Prosegue con una semplice analisi, del tutto illustrativa, di un investimento-tipo.

Non c'è bisogno di prenderne una copia cartacea su Amazon!
I lettori di questo Blog possono tranquillamente scaricarne una copia GRATUITA in PDF cliccando QUI.

E allora a che serve la versione cartacea disponibile su Amazon qui: https://www.amazon.it/dp/1661133932 ?

Sicuramente non serve a procurarmi (per l'incredibile prezzo di 3,3 euro) delle royalties o alcuna forma di guadagno/lucro, per me è un hobby e quindi le mie royalties sono impostate a ZERO, in pratica si paga solo la stampa ed il servizio di distribuzione ad Amazon.

La funzione è (oltre alla mia bibliofilia, ovviamente) un discorso di diffusione e fruibilità: non tutti possono/riescono ad accedere ai contenuti di un Blog. Io immagino il libricino cartaceo qualcosa da regalare, da 'far leggere': ad un amico, ad un genitore, ad un figlio, ad un conoscente che solitamente investe ma non è che abbia questa grande esperienza.

E' un bieco trucco per far salire il profilo Mifid? No... quello purtroppo chi non fa consulenza ma solo vendita lo fa salire con altri trucchi. E' il problema (per me) che chi non ha alfabetizzazione finanziaria non è in grado di valutare la qualità di chi ha di fronte come consulente. Di notte, come si dice, tutti i gatti sono neri.

La differenza tra la versione cartacea di Amazon e quella scaricabile in PDF da questo Blog è essenzialmente di una sezione, la seconda, facilmente sostituibile dai contenuti del Blog stesso. In altre parole ha ben poca utilità quella sezione per chi legge qui innumerevoli (e noiosi!) portafogli e simulazioni, mentre è utile per capire il mio approccio concreto agli investimenti (non solo "chiacchiere da venditore e poi chissà se ci guadagno") a chi invece legge solo il libricino. D'altra parte non dare nulla di più a chi si disturba a prendere la versione cartacea non mi sembrava corretto.

Spero che piaccia, che ritorni utile. Non escludo che, tempo permettendo e se piacerà, possa avere dei seguiti (passando da elementi di 'Base' a qualcosa di via via meno elementare).

P.C. 29.02.2020    (sì, ho aspettato per pubblicare questo post oggi perché è 29 febbraio)

lunedì 24 febbraio 2020

DAMOCLE: oltre il 10% di crescita in 3 trimestri per il portafoglio Moderato a strategia QQQRevised!

Oggi è un giorno molto interessante per un rendiconto trimestrale di Damocle.
Abbiamo sperimentato un 'lunedì nero' sui mercati come non se ne vedevano da anni, dal tempo della Brexit.
E' un test molto importante per trasmettere la 'tranquillità' ed il 'metodo' di chi si approccia all'investimento tramite strategia e non andando a braccio o peggio malconsigliato.

L'asset più rischioso di Damocle, il Nasdaq100, il mercato delle meraviglie della tecnologia e dell'ingegno umano, la spada aguzza appesa su di un portafoglio altrimenti bilanciato in maniera assolutamente prudente (titoli di stato ad elevato merito creditizio a lungo termine, ETF obbligazionari emergenti, conti deposito, polizze a gestione separata) ha avuto una perdita del 4,21% oggi, ed andiamo quindi ad effettuare il nostro accumulo alle valorizzazioni di chiusura odierne.

Innanzitutto Damocle ha distribuito, dal 24 novembre ad oggi (24 febbraio 2020) ben 364,47 euro netti di dividendi e cedole che vanno ad aggiungersi alla liquidità disponibile dal precedente trimestre di euro 98,59. C'è la cedola del Treasury Bond scadenza 2045, quella distribuita dallo stesso ETF azionario Invesco eQQQ Nasdaq100 (che è a distribuzione trimestrale), quelle di ogni mese dei due ETF obbligazionari dei paesi emergenti e gli interessi distribuiti dal conto deposito Rendimax a 5 anni. Manca completamente la valorizzazione della Polizza Vita Ramo I a Gestione Separata di Reale Mutua Assicurazioni, che valorizzerò solo al termine del 4° trimestre dalla sottoscrizione.

Alla quotazione odierna (205,62 euro a quota) vado a sottoscrivere 2 nuove quote dell'ETF Nasdaq100, trasformando l'odierna debolezza anche in una piccola opportunità, come proprio delle strategie che accomunano distribuzione ed accumulo.

La situazione odierna di Damocle si aggiorna quindi alla seguente situazione di portafoglio:


Il controvalore odierno di Damocle è di 110213,81 euro con una performance del +10,21% dall'inizio dell'investimento, 9 mesi fa.

Teniamo conto, nel valutare assolutamente positiva la performance di Damocle, la forte rivalutazione ottenuta proprio negli ultimi 3 mesi e soprattutto il fatto che si tratta di un bilanciato che include solo un 21% di azionario, ad oggi.

Se l'andamento, finora sempre lineare e positivo, dei mercati di riferimento, dovesse cambiare, sarà ancora più interessante analizzare insieme la valutazione del 4° rendiconto trimestrale, ad un anno dall'investimento, che è previsto per il 24 maggio 2020.

P.C. 24.02.2020

domenica 23 febbraio 2020

PARIDE: la performance dopo 1 anno del portafoglio Prudente e con Protezione del Capitale

Abbiamo osservato le performance di tutto rispetto, nel 'boom' del 2019, dei portafogli bilanciati e più dinamici.
E' giunto ora il momento del rendiconto, previsto 1 volta l'anno, di un portafoglio che, al contrario, è non solo Prudente, ma a capitale parzialmente protetto.

Paride nasce come un portafoglio d'investimento adatto a chi teme davvero il rischio, ed è disposto, alla data di scadenza (luglio 2025) a poter perdere una porzione davvero minima di quanto investito, rinunciando eventualmente a rendimenti particolarmente elevati.

Questo portafoglio era quindi composto al 90% da obbligazioni, in gran parte bond sovranazionali, titoli equiparabili a titoli di Stato o emessi da grandi Banche (Goldman Sachs, Mediobanca etc...) e solo per il 10% da investimenti azionari.

All'interno di questo portafoglio, c'è da dire, il 18% del capitale è stato investito in un 'basket' di titoli sovranazionali che però generano redditività assumendosi un elevato rischio valuta: focalizzati su 3 valute di paesi emergenti, ovvero Rublo, Rand Sudafricano e Peso Filippino.
Questa esposizione al 10% azionaria ed al 18% valutaria è comunque compensata da una strategia di parziale protezione, attuata selezionando titoli obbligazionari in euro sottoscritti sotto la pari, la cui rivalutazione a scadenza 'rivaluterà' parte del capitale rischiato.

Possiamo notare, dalla performance che si evince dalla rendicontazione di Paride (e dei dividendi/cedole distribuiti al netto delle tasse) che il 2019 è stato un anno positivo anche per un portafoglio prudente, che ha beneficiato nelle sue valutazioni della drastica discesa dei tassi europei, che hanno rivalutato il controvalore delle obbligazioni che in tanta parte lo compongono:

Il compito del consulente/gestore a questo punto è andare ad analizzare le caratteristiche del portafoglio.
Io constato che due dei titoli in cui Paride investe, l'obbligazione CDP TM 2022 e quella Societé Generale TM 2028, hanno una controvalorizzazione sopra la pari a fronte di un rendimento da dividendo di zero o quasi.
L'unica prospettiva che avremmo da qui a scadenza, rispetto ai valori attuali è quella di una rivalutazione dei tassi euribor così forti da far crescere e diventare positiva la cedola.
Assumersi il rischio di un simile scenario, da qui al 2022 o al 2025 mi appare non coerente con la strategia generale del portafoglio.
Vado quindi a cercare altri due asset che possano ancora restituire un rendimento minimo e mantenere la prudenza e la protezione che mi aspetto da Paride.
Vendo le obbligazioni, sopra la pari, pagando un piccolo capital gain di qualche decina di euro.

Dato che i due titoli facevano parte della nostra "protezione del capitale" non posso reinvestirli in nulla che a scadenza orizzonte temporale valga meno del loro valore attuale (18000 euro complessivamente). Potrei reinvestire in bond sotto la pari i bond che come questi hanno raggiunto la pari (che è un'ottima strategia che si chiama consolidamento del gain). Tuttavia con gli attuali tassi ho difficoltà a non reperirne incrementando il rischio, quindi opto per prodotti a "rischio 1" (da KID) che magari a scadenza, tra un anno, sostituirò con bond sotto la pari se i tassi me lo consentono.

Ho selezionato da un lato un Conto Deposito offerto da IBL Banca, detto ContoSu, che offre un tasso fisso del 1,5% l'anno sulle somme vincolate ad un anno.
Non ci penso neppure: accetto senza esitazioni vincolando euro 10000 per 12 mesi fino al 23.02.2021.

Una soluzione simile (almeno nel funzionamento) l'ho trovata in un divertente strumento Fintech: Oval, una App (con conto-carta integrato) che si appoggia su Banca5 di IntesaSanPaolo e permette di gestire 'piccoli' investimenti.
Non ci penso un attimo a bonificarmi 8000 euro sull'IBAN di Oval e sottoscriverci uno strumento noto come 'Tasso Fisso', che altro non è che uno SmartETN con un rendimento stabilito del sottostante del 2% al 2 marzo 2021 a capitale garantito dato che replica uno zero coupon.

Reinvestendo anche i dividendi incassati e pagando il capital gain sugli strumenti disinvestiti sopra la pari, mi rimangono 52,39 euro dopo aver investito i restanti dividendi in 9 quote dell'ETF su MSCI World euro hedged.

La situazione finale al 23.02.2020 di Paride è quindi la seguente:


Notiamo che, rispetto ai 99941 euro investiti un anno fa, Paride ha riportato una crescita di 8542 euro, pari al +8,55%. Assolutamente notevole per il livello di contenuta esposizione al mercato scelto.

Sì noti però come, se io avessi un approccio a replica passiva (stile ETF) sul portafoglio obbligazionario che ha contribuito a questa crescita tanto notevole di Paride, senza le azioni di consolidamento su prodotti a duration più bassa (lo Smart ETN) o a capitale fisso (il Conto Deposito) avrei lasciato il portafoglio in balia di prodotti privi di redditività residua da qui al 2025: in altre parole il capitale avrebbe potuto solo rimanere stabile (zero crescita su tali asset) o ridiscendere per quelli sopra il prezzo di rimborso a scadenza. Questo è il rischio invisibile correlato a tanti fondi ed ETF obbligazionari che mostrano eccellenti (insolite!) performance passate ma magari sono piene di componenti a rendimento futuro negativo.

Il prossimo rendiconto annuale sarà dopo il 3 marzo 2021, ovvero dopo la scadenza dello SmartETN di Oval.

P.C. 22.02.2020

mercoledì 12 febbraio 2020

TALO: un portafoglio Bilanciato a Focus Europa/Emergenti

Non tutte le strategie di portafoglio possono essere ideate seguendo, obbligatoriamente, le regole del 'paniere efficiente' e della perfetta diversificazione multi-asset.

Alcuni portafogli, che probabilmente non compongono il 100% di un patrimonio, ma un suo specifico sotto-insieme, possono avere delle strategie più concentrate.

Probabilmente avrete visto dei fondi comuni d'investimento con la parola 'focus' nella dicitura, esempio "Focus Italia" oppure "Asia Focus" o "Small Cap Focus" o "Global Focus". Sono portafogli impostati con la 'concentrazione' su settori specifici, ma non necessariamente mono-benchmark.
Ad esempio la scelta del gestore può ricadere su aziende che, all'interno di uno specifico mercato, hanno sede in un luogo particolare, hanno prospettive di ripresa sulla base di dati di bilancio o mille altre variabili.

Ho deciso, in questa fase di mercato assolutamente positivo (che quindi potrebbe regalare degli sfavorevoli prezzi medi di carico ai nuovi portafogli) di cercare anche io una 'focalizzazione' anziché replicare più o meno passivamente il mercato.

E vedremo come questa strategia si 'comporterà', soprattutto se paragonata alle altre.

Il primo elemento da cui sono partito, per creare un portafoglio 'diverso' dagli altri è: basta USA. L'azionario USA è ormai largamente rappresentato in molti asset globali, ricordiamo che indici come il MSCI World sono composti per 2/3 dai titoli USA. Vorrei quindi partire da qualcosa che non includa aziende statunitensi.

Un'altra considerazione l'ho fatta andando a confrontare, utilizzando al solito due ETF a replica passiva, due asset tendenzialmente molto diversi tra loro, che però mostrano una forte complementarità negli andamenti, nel corso del decennio appena terminato:
Premetto che quello appena trascorso è un decennio piuttosto caratteristico per i mercati: generalmente dominato (oltre che dall'impetuosa crescita degli stocks americani, che come ho premesso non considero stavolta) da progressivo calo dei tassi d'interesse e recupero dei mercati finanziari.
Andiamo a vedere che l'azionario dell'area euro, rappresentato dal iShares Core MSCI EMU ed i titoli di stato emessi in dollari dai paesi emergenti, rappresentati dal iShares JPM USD EM Bond, hanno avuto un andamento decorrelato, ma tendenzialmente in crescita pressoché costante ed assolutamente complementare per tutto il decennio.
Possiamo notare che nei punti di 'incrocio' dei due grafici della crescita del capitale (in cui quindi entrambi gli asset, con partenza dell'investimento nel 2010 avrebbero dato il medesimo rendimento) sono tutti in posizione più elevata o grossomodo uguale, al punto d'incrocio precedente. Anzi, solo nel corso del 2011 e del 2018 c'è stata una sostanziale 'pausa' di una crescita progressiva.
Questo andamento è molto interessante.
Sia l'azionario Europa che l'obbligazionario dei Paesi Emergenti sono asset che tradizionalmente risentono del mercato globale e quindi USA-centrico, ma al contempo lo fanno con loro connotati e caratteristiche.
L'Europa ha una sua valuta forte (per noi preferibile, in quanto riduce il nostro rischio valuta rispetto al dollaro), ma tendenzialmente è influenzata dagli scossoni finanziari d'oltre atlantico (decorrela come valuta, ma non molto come rischio mercato). L'obbligazionario emergente tende invece tendenzialmente a 'sgonfiarsi' quando i tassi USA si rendono più redditizi, ma al contempo a rappresentare una valida alternativa quando questi scendono ed l'economia USA mostra rallentamenti e necessità di nuova liquidità.

Ho creato quindi una mia pseudo-matrice a quattro sulla mia posizione nei confronti degli USA:

                                                            AZ. EUROPA                         BOND EMERGENTI 

RISCHIO VALUTA                             Decorrelato                                    Correlato

RISCHIO MERCATO                         Correlato                                      Decorrelato


Da questo principio di 'compensazione' nasce quindi la strategia di portafoglio di TALO che punta a dare valore al capitale diversificando dall'asset azionario-USA tramite una compensazione tra due asset che, tradizionalmente, si sono posti in maniera antitetica all'andamento mercato/valuta proprio di questo asset.

E' inutile sottolineare come comunque non stiamo cercando la strategia 'infallibile', come abbiamo visto nel 2011 e nel 2018 fasi di crisi della liquidità o di credit crunch hanno causato un arresto nella crescita anche dell'abbinamento tra i due asset, tuttavia avremo un qualcosa di ''altro'' rispetto alla classica replica del S&P500.

Partendo da questo principio ho deciso di bilanciare 60% obbligazionario emergenti e 40% azionario Europa il portafoglio di Talo. Questo perché, tendenzialmente, la crescita dell'azionario è più forte dell'obbligazionario e comunque negli strumenti obbligazionari che sceglierò vi sarà una maggiore distribuzione, che mi consentirà di operare opportuni ribilanciamenti.


Per seguire grossomodo la stessa strategia gestionale di un altro portafoglio Bilanciato molto interessante come Baliano, prevedo di rendicontare e ribilanciare Talo una volta ogni 7 mesi, in modo di accumulare anche un pò di dividendi.
E che orizzonte temporale si abbina bene a questa strategia? E' sicuramente un investimento quantomeno a medio termine, e scelgo quindi 10 revisioni, per un totale di 70 mesi (6 anni e 10 mesi) da oggi alla fine del 2025.

Vado però, come mio solito, a strutturare in maniera un pò più articolata e professionale il portafoglio al suo interno.

Asset Azionari (40%):

In questa parte del portafoglio, concentrata sull'Europa e sull'azionario, ho deciso di abbinare un piccolo basket di 4 azioni, pari al 12% del capitale complessivo (con esposizione a rischio di controparte non superiore al 3%, in perfetta coerenza con le norme di diversificazione UCITS) a degli ETF.
Per le azioni ho deciso di muovermi in campo settoriale, scegliendo un abbinamento di due settori che spesso, di fronte alla volatilità del mercato, godono di minima correlazione: Risorse Naturali e Lusso. Si noti come sono anche dei settori che tendono a traghettare fuori dalle crisi di mercato: le Risorse Naturali hanno un andamento ciclico, mentre il Lusso è tendenzialmente difensivo e decorrelato.
Potendo scegliere solo 4 azioni ho scelto quattro importanti multinazionali.

Mondi PLC (Mid Cap/Value) è una multinazionale della carta e degli imballaggi, legata sia ai settori delle risorse naturali che della logistica, ha sedi operative a Johannesburg, Londra e Vienna, il che, pur avendo origini sudafricane le ha permesso di essere inclusa nel FTSE4Good Europeo e di godere elevati ranking come azienda conforme a principi SRI (Socially Responsible Investment).

Glencore International PLC (Large Cap/Value) è una multinazionale mineraria anglo-svizzera, legata al settore dei metalli industriali, dell'energia, ma anche agricolo.

Hermes International (Large Cap/Growth) è una multinazionale della moda francese, attiva nel settore del lusso, dei profumi e dei beni per la persona e dell'arredamento.

Pernord Richard (Large Cap/Value) è una multinazionale francese produttrice di vini ed alcolici, proprietaria di primarie marche di cognac e champagne.

A questo mini-pacchetto abbino degli strumenti indicizzati. Gran parte dell'investimento (17% del capitale complessivo) lo concentro nel iShares Core MSCI EMU (aziende large cap e mid cap dell'area euro), vi abbino però, con i medesimi principi di selezione delle aziende di cui sopra, il iShares Edge MSCI Europe Minimum Volatilty (che seleziona il portafoglio con i criteri delle matrici di covarianza) ed il iShares MSCI Emu Small Cap che serve a completare l'investimento europeo ricorrendo anche alle aziende a più bassa capitalizzazione (che però nel mercato europeo sono storicamente interessanti).

                                                             Asset Obbligazionari (60%):

Gli asset obbligazionari sono tutti focalizzati sui Paesi Emergenti.
La galassia rappresentata dalla definizione 'Paesi Emergenti' è però molto vasta ed ho deciso di affrontarla con una certa strategia.
Utilizzerò 4 ETF come 'core' dell'investimento, strumenti che prevedono la distribuzione di dividendi, con approcci differenti tra l'oro all'universo dell'obbligazionario emergente.
Vi abbinerò altri 2 ETF obbligazionari emergenti ma molto più piccoli e volatili, che saranno oggetto di 'accumulo' di questi dividendi. Ecco quindi che la maggiore dose di obbligazionario rispetto all'azionario è compensata da una crescente volatilità (strategia evoluzione) tramite l'accumulo di dividendi in strategie più dinamiche.

Parte 'Core':

iShares JPM USD EM Bond Euro Hedged e iShares JPM USD EM Bond Euro rappresentano ovviamente gli investimenti principali, con costante flusso di dividendi distribuiti. Diversifico sui 2 ETF per avere un 10% del portafoglio obbligazionario non esposto a rischio valuta ed equilibrare perfettamente il rischio valuta complessivo.

xTrackers USD EM Gov&Gov.Rel.Bond rappresenta invece un ETF che replica un indice con caratteristiche diverse da quelle degli iShares. Si tratta di un indice FTSE con significativa esposizione anche a enti locali con sovranità limitata oltre che governi e basta. Questo da una 'mappatura' diversa dell'investimento: il paese più rappresentato è la Federazione Russa, seguita da altre economie periferiche ma interessanti quali Indonesia, Filippine, Colombia, Turchia etc...

Vanguard USD EM Government Bond rappresenta una terza sfumatura ed un terzo indice di obbligazionari emergente, né il JPM né il FTSE, bensì il Bloomberg. Questo titolo ha una duration più corta (6,8 rispetto ai 7,6 del precedente) ed un'esposizione geografica che mette la Cina (nel precedente titolo relegata a porzioni minori) come prima controparte assoluta con il 16% del capitale.

La parte ad 'Accumulo':

L'accumulo si effettua su due titoli obbligazionari emergenti (privi di distribuzione) che sono dei 'piccoli' ETF (meno liquidi... ma gli ordini al meglio passano lo stesso!) con strategie molto più speculative.

JPM Emerging Sovereign Bond replica l'indice J.P. Morgan Emerging Markets Risk-Aware Bond Index con il 60% del portafoglio concentrato in asset al di sotto del rating BBB. Abbiamo alcuni tra i paesi emergenti più speculativi tra i debitori in dollari: Turchia, Brasile, SudAfrica, Ucraina, Repubblica Dominicana etc...

VanEck Vectors Emerging Markets High Yield Bond invece investe proprio in obbligazioni societarie ad alto-rischio rendimento di paesi emergenti, massimo grado di rischio/volatilità. Raggiungiamo una duration record per questo tipo di ETF: 3,75, ed anche qui come nell'ETF Vanguard la principale area geografica (tra il 14% ed il 15%) è la Cina, dove ci sono più multinazionali in grado di finanziarsi in valuta forte.

E' ovvio che questi due 'piccoli' ETF rappresentano la parte più preoccupante dell'investimento, saranno infatti giusto oggetto di accumulo dei dividendi distribuiti e partono con un investimento minimo di 1000 euro ciascuno, sono quindi facilmente rimpiazzabili se delistati.

Al termine dell'orizzonte temporale d'investimento ci possiamo lasciare aperta la scelta se riconfigurare il portafoglio e proseguire fino ad un orizzonte decennale (fino all'inizio del prossimo decennio), aggiornando gli strumenti con quanto avremo a disposizione sul mercato a fine 2025 oppure liquidare il portafoglio e fare il conto dei risultati.

La situazione di partenza di TALO è:


Il primo ribilanciamento ci attende a metà settembre 2020.

P.C. 12.02.2020

lunedì 3 febbraio 2020

DECIO: un portafoglio bilanciato ad ingresso dilazionato

Non resistendo al mio proposito di non aggiungere continui portafogli alle mie simulazioni, mi sono interrogato oggi, vicino ad un punto di probabile massimo relativo dei mercati, che iniziano a dare segni di storno sui timori asiatici dopo 13 mesi di corsa, quale potrebbe essere un modo per me 'strategico' per fare un ingresso con un investimento.

Purtroppo il mercato è tiranno: o si sta dentro o si sta fuori, non sono in grado di prevedere il loro corso futuro. Forse la liquidità che immetteranno anche le autorità cinesi nel mercato finanziario causerà una lunga primavera di cui sarebbe un peccato non cogliere i frutti? Oppure il ciclo economico dovrà forzatamente giungere ad una fine?

Ho pensato che, non potendo rispondere a tali interrogativi, un piccolo risparmiatore può solo assumersi un rischio e darsi un orizzonte temporale per cercare di far rendere qualcosa ai suoi risparmi.

Ho progettato quindi Decio: è un portafoglio bilanciato-dinamico, circa 60% azionario e 40% obbligazionario, composto da 10 strumenti finanziari (da cui il nome), diversificati in un'asset allocation che include titoli di stato, obbligazioni corporate ed ETF, tutti ad accumulo (salvo obbligazione e titolo di stato che però sono presi a tasso variabile sotto la pari e li posso considerare alla stregua dell'accumulo).

La particolarità è che, dopo una corsa così lunga dei mercati, ho deciso, per Decio, di utilizzare una tecnica di ingresso dilazionato. Ovviamente il portafoglio si presterebbe bene anche ad un approccio di vero 'value averaging' (ovvero tramite PAC), però preferisco rateizzare in due tranche l'ingresso e poi osservarne l'evoluzione 'passivamente'.

Il 75% del capitale viene quindi investito oggi, ed il 25% tra 6 mesi. Questo riduce esclusivamente il rischio di trovarci oggi in un massimo relativo. Dopo il completamento tra 6 mesi del portafoglio provvederò invece a monitorarlo solo ogni 18 mesi. In questo modo arriverò al termine del portafoglio tra 5 anni esatti (orizzonte temporale minimo), al 4° monitoraggio da oggi (febbraio 2025).

Osservare Decio sarà interessante anche per notare gli eventuali scostamenti da altri portafogli bilanciati 60/40 o 50/50 ma con altre strategie (i più simili sono Diogene, Deucalione e Baliano), ma soprattutto costruiti in fasi di mercato differenti.

P.C. 03/02/2020

sabato 1 febbraio 2020

BOEZIO: il primo anno del portafoglio MultiStrategy

Fino a poco tempo fa la spiccata fantasia delle società di wealth management pubblicizzava molto gli approcci flessibili, tra cui i più complessi, sofisticati e che sovrapponevano (inutilmente?) tecniche con derivati, valute, asset allocation e accumulo, erano definiti Multi-Strategia.


Tra i flessibili ci sono poi, storicamente, i fondi ad Evoluzione (che prevedono uno spostamento dell'esposizione a specifici asset e mercati).

Nella logica di non simulare sul mio Blog solo l'andamento di portafogli 'canonici' o da 'accademia della buona asset allocation' o del 'paniere ottimale di Markowitz', ho simulato esattamente un anno fa, Boezio.

Boezio unisce un pò tutte le caratteristiche e forse i difetti dei fondi MultiStrategia, ovviamente semplificati per un portafoglio di risparmio e non per il capitale di una Sicav. Strategia su valute, su specifici settori economici (es. petrolifero-farmaceutico), parziali coperture valutarie, distribuzione di dividendi poi accumulati su un indice azionario (il Giappone) tendenzialmente decorrelato.
Oltretutto per dargli un pò di pepe ho ignorato (data comunque la diversificazione presente) qualsiasi buon senso UCITS esponendo il capitale iniziale per il 15% ad un'obbligazione corporate di una società argentina (che però in cambio mi da eccellenti cedole).

Andiamo a vedere cosa ha combinato, dopo 12 mesi, Boezio.

Per prima cosa facciamo il conto di cedole&dividendi incassati nell'ultimo semestre. Al cambio odierno, pagate le tasse, ammontano a 1172,334 euro netti, che utilizzo per accumulare, al prezzo di chiusura ultimo, ulteriori 59 quote di xTrackers Nikkey 225 JPY (ETF che replica l'indice di borsa Giapponese) e portarne il saldo a 112 quote possedute.

La situazione di Boezio è la seguente:


Il capitale finale è di 105765,65 euro, la performance a 12 mesi è di +6,6%, con un guadagno in un anno di 6500 euro circa.

Ad oggi è un portafoglio 75% obbligazionario (in valuta!!) e 25% azionario (con un pò di 'varie ed eventuali' come i derivati su valute).

Le caratteristiche dell'investimento, noteremo, hanno decisamente decorrelato dall'andamento 'canonico' dei mercati finanziari, che comunque negli ultimi 12 mesi è stato molto positivo. Vedremo se questo sarà confermato anche durante eventuali 'cambi di direzione'.
Una multi-strategia come Boezio è a mio avviso spesso inutilmente costosa e complessa in un fondo flessibile, con rare eccezioni. In un portafoglio (Boezio è un multi-strategia non particolarmente studiato o sofisticato, basato innanzitutto sull'obbligazionario in dollari) spesso l'importanza è nel metodo e nella sistematicità con cui il consulente/assistente/gestore saprà portarla avanti. La ''fortuna'' sarà data dal fato o dall'intuizione che ci avrà messo sulla giusta via, ma anche senza auspicare grandi fortune con un pò di diversificazione e metodo ogni strategia o multi-strategia, dovrebbe condurci ai SUOI risultati. Che, cosa interessante per chi è già molto esposto al mercato 'passivamente', potranno essere, e spero di riscontrarlo anche con un banale portafoglio come questo, decorrelati dai ''soliti'' indici.

P.C. 01.02.2020