Portafogli d'Investimento Teorici:

MIDA: un portafoglio Tematico Anti-Inflazione

Dato che ormai con la recessione alle porte ho in campo un ampio ventaglio di strategie d'investimento diverse, ho deciso di aggiungere anche il portafoglio anti-inflazione.


Ovviamente non è un portafoglio adatto a difendere il risparmiatore da scene come quelle in fotografia: in quei casi la garanzia è l'oro fisico possibilmente detenuto materialmente o le riserve di valute 'forti', meglio se possedute al di fuori del paese posto di fronte ad una simile prova. C'è da dire che, storicamente, nei casi di iperinflazione i governi hanno provveduto a tutelarsi ponendo restrizioni agli spostamenti di capitali, rendendo illegale il possesso di oro ai privati e quant'altro... insomma il collasso è collasso.

MIDA è però un portafoglio che vuole seguire una strategia Tematica, quindi a concentrazione di rischio su settori specifici, che contempli la possibilità che la crisi economica sia accompagnata da picchi di inflazione, probabilmente generati da fenomeni di stagflazione o reflazione (dato che i tassi rimangono bassi).

Come compongo questo portafoglio d'investimento?

Il 20% circa del capitale è azionario (solitamente il capitale di proprietà è meno soggetto ad inflazione, sebbene le sue quotazioni possono crollare a causa di una forte svalutazione della valuta del paese in cui è scambiato ed ha i suoi flussi finanziari ed economici, c.d. 'rischio valuta').
Arriviamo ad un 28,5% di asset ad 'alta volatilità' associando al capitale azionario un pò di derivati e dei metalli preziosi 'fisici' (che comunque utilizzo come copertura, è un portafoglio d'investimento e non un deposito in oro).

40% circa in Titoli di Stato
25% in obbligazioni societarie di mercati sviluppati
6,5% circa in bond e titoli governativi emessi da enti di paesi emergenti

E' un'asset allocation 25/75 grossomodo... ma l'approccio prettamente tematico la rende tutt'altro che prudente (soprattutto in un'ipotesi di bassa inflazione come quella che abbiamo visto negli ultimi anni).

Il rischio valuta è consistente: circa il 50%. Devo dire che in uno scenario di difesa dall'inflazione le riserve di valuta estera forte (e qui parliamo di sterlina, dollaro e franco svizzero) fanno parte della stratergia.

Per la sezione in Titoli di Stato ho deciso di utilizzare dei titoli inflation-linked: il BTPi scadenza 2032 rappresenta l'orizzonte temporale dell'intero portafoglio, gli ETF che investono in US TIPS (tipici titoli di stato USA legati all'inflazione) ed in inflation-linked globali con copertura valutaria sull'euro mi consentono di diversificare il rischio-paese.

Più complessa la sezione societaria: associo obbligazionari strutturati su tassi (prese sotto la pari e nell'evenienza che l'inflazione obblighi a muovere i tassi), strutturate su commodities (oro!), legate a valuta forte (franco svizzero), speculativi con elevato income in dollari, ed obbligazioni bancarie inflation-linked.

Stessa cosa per i mercati emergenti: un titolo di stato Turco ad elevato income associato ad un ETF di titoli inflation-linked.

Abbino un ETF basato su derivati sintetici che cerca di apprezzarsi sulle aspettative di inflazione USA, in pratica associa posizioni Long sui TIPS (bond legati all'inflazione) a 10 anni e corte sul debito pubblico non legato all'inflazione. E' un titolo duramente punito dal calare dei tassi e dalla piatta inflazione (che ha avuto esito long sul secondo e corto sul primo), ma in uno scenario di reflazione può essere vantaggioso.

Infine le classiche coperture in ETC oro fisico e argento fisico.

Rimane la quota azionaria. Ho deciso per un approccio tematico su Small Cap dei paesi sviluppati e produttori d'oro per un 6% ed un tematico sull'immobiliare per tutto il resto.
Ora, nell'immobiliare ho deciso di escludere il classico Real Estate: ci occupiamo di società che possiedono beni fisici, non di società che si occupano di compravendite immobiliari. Anche questo settore può essere un coltello con una doppia lama: da un lato un incremento dell'inflazione ed una reflazione relativamente 'sane' possono dare valore alle REITS che possiedono vasti beni immobiliari, dall'altro una svalutazione inflattiva a due cifre sarebbe la rovina (come è stata nei casi di iper-inflazione) di chi basa il suo reddito sui canoni d'affitto, portando alla bancarotta questo settore. Però come dicevo, qui ci si occupa di tutelarsi da uno scenario di contenuta inflazione, non di fallimento di Stati sovrani o scenari da Repubblica di Weimar.
L'investimento è quindi condotto con singoli importanti titoli azionari che si occupano di REIT (quindi possiedono beni immobiliari e li locano oppure partecipano allo sviluppo immobiliare delle loro aree di competenza) per l'Europa, ed ETF per le zone che più difficilmente posso raggiungere sottoscrivendo singoli titoli.

Il portafoglio finale di MIDA è il seguente:


La revisione è fissata 1 volta l'anno: è un portafoglio decisamente Buy&Hold. Principalmente si tratterà di reinvestire i dividendi percepiti o rinnovare qualche titolo.

L'orizzonte temporale è 12 anni e 5 mesi: fino a fine settembre del 2032.

P.C. 20.04.2020

I ANNO

MIDA è un portafoglio, nato esattamente un anno fa, con la finalità di investire ad orizzonte temporale lungo, ma con un'asset allocation principalmente obbligazionaria, in strumenti che cercassero di difendere dall'inflazione.

Il portafoglio nasceva con una bassa esposizione all'azionario, pari circa al 20% diviso principalmente tra commodities (essenzialmente oro e argento) e azioni immobiliari o a piccola capitalizzazione.

Dopo un anno scommettere sull'inflazione ad aprile 2020 si è rivelato estremamente profittevole.

Capitalizzando sull'oro (uno dei pochi asset che è sceso dai picchi di un anno fa) i dividendi e le cedole incassate, pari a 1607,81 euro netti, la situazione al 20 aprile 2021 risulta la seguente:


Il capitale di questo portafoglio, investito con solo il 20% di azionario, è cresciuto di +9259 euro, un gain annuo del +9,26% !


Attualmente la quota d'azionario è significativamente cresciuta, quasi a raggiungere 1/3 dell'intero capitale investito su MIDA, non procedo però a ribilanciamento, primo perché ritengo l'azionario più anti-inflattivo di molti obbligazionari, secondo perché data la diversificazione e la strategia lunga ed essenzialmente lazy del portafoglio, possiamo semplicemente attendere il risultato del 2022.

P.C. 20/04/2021

II ANNO

Costruire un portafoglio anti-inflazione è più semplice andandosi a caricare di una significativa quantità di capitale di rischio: azioni, commodities, metalli preziosi e simili. Tutti asset che obbligano a sacrificare una volatilità potenziale sotto controllo con un obiettivo di difesa del potere d'acquisto del capitale investito.

MIDA realizza una strategia anti-inflazione con un'Asset Allocation iniziale 20/70, ovvero con una quota di obbligazioni maggioritaria. Una sfida che però ha tenuto anche in un anno di crisi dell'obbligazionario come quello appena terminato.

Possiamo osservare in MIDA una crescita generalizzata del valore degli asset non solo azionari, ma anche degli obbligazionari selezionati, accompagnati da una crescente distribuzione di cedole e dividendi:


Il controvalore totale di MIDA è arrivato a 113874,27 euro, con un gain, in 2 anni del +13,9% in costante crescita anche rispetto ad aprile 2021.
Faccio presente che questa performance del quasi 14% in 2 anni è stata realizzata investendo inizialmente solo il 20% del capitale in capitale di rischio e rimanendo sull'obbligazionario ed i titoli di Stato con quattro quinti dell'investimento.

La distribuzione dei dividendi ha prodotto un nuovo serbatoio di liquidità cui attingere assolutamente dato che altrimenti questa sarebbe del tutto vulnerabile all'inflazione.
Innanzitutto voglio parzialmente ribilanciare l'azionario, riducendo la quote nell'investimento finora più redditizio in assoluto: il MSCI World Small Cap.

Ne disinvesto quindi 400 quote (il 40%) al controvalore di 2528 euro. Questo mi crea nuova disponibilità per 2262,8 euro una volta pagato il 26% di capital gain rispetto al prezzo di carico iniziale.

Con questi vado a selezionare un titolo di Stato (emergente) che ha attualmente un valido prezzo-opportunità: data la strategia di MIDA devo fare attenzione che la redditività dei titoli di Stato sia significativa, sufficiente nel lungo termine almeno a difendermi dal tasso medio d'inflazione europeo.
Il Titolo di Stato Romania TF 2% scadenza inizio 2032 (l'anno in cui terminerà il portafoglio) ritengo faccia al mio caso, ne sottoscrivo 3000 euro a 2415,3 euro dato che quota 80,51.

Ri-aggiungo inoltre una più piccola quota di azionario con 6 quote dell'ETF SPDR Europe Industrial. Qui l'investimento viene spostato sull'Europa (contenuto rischio valuta), e nel settore Industriale che può avere nel lungo termine caratteri anti-inflattivi, la spesa complessiva è di 1426,4 euro.

Al termine della revisione 2022 la situazione di MIDA è la seguente:

Il prossimo resoconto periodico sarà tra un anno esatto, ad aprile 2023.

P.C. 22/04/2022

III ANNO:

MIDA è un portafoglio realizzato nel 2020: dopo la riduzione improvvisa dei tassi ed il crollo dell'inflazione della diffusione della pandemia di Covid nei due mesi precedenti all'inizio di questo portafoglio non era difficile capire che presto o tardi l'inflazione sarebbe arrivata, e tanta.

La difficoltà era creare un portafoglio anti-inflazione moderato, quindi non gettandoci sui classici anti-inflattivi 'merceologici' come commodities e energetici. La scelta fu di utilizzare obbligazioni legate all'inflazione ed azioni del settore immobiliare, cercando di difenderci dall'inflazione nel 'lungo termine'.

Il 2022 è stata una difficile prova per MIDA perché l'iniziale rialzo dell'inflazione che lo aveva favorito tra aprile 2021 e aprile 2022 si è dovuto confrontare, negli ultimi 12 mesi, con le 'conseguenze' delle 'contromosse' all'inflazione:

- Il rialzo dei tassi ha colpito fortemente il settore immobiliare

- Il crollo degli obbligazionari a durata finanziaria lunga ha coinvolto anche le obbligazioni inflation-linked

Queste sono le conseguenze:


Notiamo che il capitale di MIDA è attualmente di 106454,56 euro, in guadagno del +6,47% in 3 anni.

Il capitale è salito a +9,24% nel primo anno (2020-2021), è cresciuto ulteriormente fino a +13,88% nel secondo anno (2021-2022), ma poi le 'contromisure' all'inflazione ed il crollo di immobiliare e obbligazioni lo hanno trascinato a +6,47%.

Notiamo però che è un portafoglio che ha perso 'solo' il 6,5% nella flessione del 2022, con una composizione ad oggi 2/3 in obbligazioni e 1/3 in capitale di debito... confrontandolo con altri investimenti simili ci si può rendere conto che il legame con l'inflazione qualche risultato lo ha portato.

Negli ultimi 12 mesi, oltre all'accumulo di dividendi, ho anche avuto la scadenza con il significo gain del +17,58% di un ottimo titolo obbligazionario della tanto vituperata Credit Suisse: il Pro-Note with Knock out in USD in Gold, indicizzato all'oro, scade con un controvalore di 6529,98 euro, da cui devo sottrarre 253,85 di tasse sul capital gain grazie ai 976,33 euro di plusvalenza ottenuta.

Il capitale a mia disposizione viene investito mediando su alcuni asset in sofferenza:

- Con 4333,8 euro acquisto 20 quote dell'ETF xTrackers Global Inflation Linked Bond Euro Hedged, investendo nelle obbligazioni globali legate all'inflazione approfittando della loro svalutazione.

- Con 1026 euro invece investo nell'immobiliare asiatico, comprando 50 quote di Ishares Asia Property Yld Ucits

- Con 2146,8 euro invece voglio investire in un'obbligazione "fixed income" con un rendimento attuale, grazie al rialzo dei tassi, superiore alle aspettative di inflazione di lungo termine in Europa: compro quindi 3000 euro di svalutati titoli di Stato della Romania con cedole del 2%, pagandoli solo il 71,56% del loro valore a scadenza.

Il ribilanciamento di MIDA mi rende quindi questo risultato:


Contrastare l'inflazione è un lavoro di pazienza, quindi ci aggiorneremo con MIDA nel 2024.

P.C. 21/04/2023

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