Portafogli d'Investimento Teorici:

martedì 31 dicembre 2019

Il 2019: l'Anno dei Record

C'è poco che si può dire sulle performance di quasi tutte le asset class (i tipi di investimento) dall'inizio dell'anno 2019 (momento in cui le valutazione dei mercati erano depresse da un 2018 negativo e da un forte storno dell'azionario globale a dicembre dello scorso anno) alla chiusura dei mercati odierna (30 dicembre 2019).
Abbiamo collezionato un anno record, e questa crescita eccellente è estesa a tutti gli investimenti: i titoli di stato, le obbligazioni societarie, l'azionario di varie aree geografiche, il debito dei paesi emergenti, le commodities, persino l'oro.

Non mi viene in mente un mestiere più 'inutile' del mio in questo anno: chiunque avesse investito in qualsiasi cosa a inizio anno avrebbe facilmente guadagnato e questo guadagno paragonato alla 'rendita' dell'investimento privo di rischio (titoli di stato a breve, conti deposito, interessi bancari) apparirebbe ancor più esorbitante.
Ovviamente ironizzo: in realtà il consulente dovrebbe essere (secondo me) un assistente nel costruire strategie e servizi adatti all'investitore, ma anche e soprattutto a saper tenere il timone nelle acque impetuose, sia con il vento a favore (2019) che durante la tempesta (2018), ad esempio è un consulente che in base al profilo saprebbe, alla fine di un anno così, se e come consolidare in maniera adeguata al suo cliente.

L'effetto è una massiccia svalutazione dell'euro, ci chiediamo? Più la sua aspettativa, eventualmente, poiché in realtà anche in valuta estera (dollaro, yen etc...) queste performance sono riscontrabili. Sicuramente c'è un mix, potenzialmente pericoloso, di euforia, fiducia, mancanza di investimento alternativo (l'assenza di rischio è l'unico investimento negativo dell'anno!) e compiacimento degli investitori per i toni accomodanti delle banche centrali.
Chi ha investito quest'anno si goda quindi i frutti.

Al solito per 'misurare' l'andamento delle varie asset class non ho utilizzato grafici ed indici teorici, ma la performance di ETF (ed ETC) che replicano passivamente la classe d'investimento, misurato sul grafico di crescita di morningstar (gli ISIN si trovano sul topic relativo alla mia tabella periodica dei rendimenti). Il risultato è il seguente e si commenta da solo:

Al solito il record spetta ai tecnologici dell'indice Nasdaq, che superano il 40% di crescita. Intorno e sopra il 30% si piazzano gli azionari Europeo e USA (sia nel large che nello small cap), gli altri azionari si distribuiscono grossomodo intorno al 20% insieme all'oro, gli obbligazionari più volatili (high yield, emergenti) sono intorno al 15%, mentre quelli investment grade tra il 7% ed il 9%, in linea con la crescita delle commodities (che rappresentano probabilmente il fanalino di coda tra gli asset ad elevata volatilità).

P.C. 30.12.2019

venerdì 20 dicembre 2019

Secondo rendiconto trimestrale di PERICLE: un portafoglio bilanciato dinamico, con gestione attiva flessibile ed opportunistica

A fine estate ho effettuato il primo rendiconto e ribilanciamento trimestrale del portafoglio più 'attivo', flessibile ed opportunistico tra le mie simulazioni: PERICLE, un bilanciato aggressivo che coniuga un 80% del capitale investito in azioni, derivati, commodities ed asset ad elevata volatilità con un 20% circa di obbligazionari comunque rischiosi perché esposti a mercati emergenti e valute.

L'utilità di Pericle nel mio sito è simulare una gestione attiva (oltremodo estrema e libera tra l'altro) e paragonarla nell'evolversi dei mercati con altri strumenti a gestione più o meno passiva e soprattutto con asset allocation meno flessibile.

Pericle si adatta a tutte le opportunità di mercato come un gestore (in questo caso io) sa coglierle, cercando soprattutto asset prospetticamente sotto-valutati.
A settembre, ad esempio, ho approfittato del panico-paese e la svalutazione relativa per investire qualcosa sull'azionario Argentino, non rappresentato da alcun ETF a me facilmente accessibile ma riprodotto con un piccolo basket di azioni rappresentative.
Ovviamente questo approccio, per quanto utilizzato su strumenti low cost (ETF, azioni, ETC), complica il profilo dei costi vivi con le spese di transazioni (che forfettariamente io considero di 5 euro) e l'inefficienza fiscale di alcuni strumenti.

Vediamo, intanto, il controvalore del nostro PERICLE al 19.12.2019:
Dal 20 settembre ad oggi sono stati incassati 386,42 euro di dividendi netti (euro selected dividend, uk dividend plus, uk property, china large cap, usd high yield, step up di societé generale), che aggiunti a quelli rimasti dall'ultimo bilanciamento ammontano a 547,98 euro di liquidità.

Il controvalore 19.12.2019 di PERICLE è di 108299,85 euro, con una crescita trimestrale del +6,462%, pari a +25,85% su base annua.

Dalla creazione, 6 mesi fa, PERICLE è cresciuto di 8212,85 euro pari ad un +8,21%.

Il mio lavoro di 'piccolo gestore' su questa strategia di portafoglio è ovviamente fare una valutazione per adattarlo alla situazione attuale del mercato e cercare delle opportunità.

La mia analisi è che sui forti rialzi di questo semestre alcuni asset a distribuzione sono in gain e leggermente efficienti rispetto ad asset ad accumulo, in particolare Uk Dividend e Stoxx Euro Selected Dividend 30. Il iShares Emerging Markets Local Bond in questa fase incrementa un pò troppo il rischio valuta e ci sono asset come come il MIB Banks ETP ed il ETC su Caffé che hanno avuto rialzi molto superiori a quanto atteso in un periodo così breve (6 mesi).

Ho deciso quindi di disinvestire (inclusi i costi di transazione):

3575,85 iShares Emerging Markets Local Bond
2518 ETC Coffé
5810,8 iShares UK Dividend Plus
8300,2 iShares Stoxx Euro Selected Dividend 30
2949 Boost FTSE Mib Banks ETP

Su questi titoli, tutti in forte gain e senza rimborso simultaneo di asset in perdita, vado a pagare 679,7 euro di tasse (capital gain). Ottengo quindi 22474,15 di liquidità da reinvestire, oltre ai 547,98 già a disposizione.


Gli investimenti che ho deciso di fare sono i seguenti:

1) 750 quote di ETF IE00BYYR0489 iShares MSCI Saudi Arabia Capped negoziato su XETRA a 4,02 euro.

Il motivo di questo investimento, che essenzialmente va a sostituire l'esposizione alle valute emergenti, ma obbligazionari del Emerging Markets Local Bond, è dovuta alla grande opportunità data da una parte dal recente collocamento di questo ETF e dall'altra dal collocamento sulla borsa saudita di Saudi Aramco, la gigantesca compagnia saudita di idrocarburi. Saudi Aramco è la large cap delle large cap, diversifica l'orizzonte emergente perché l'arabia saudita non possiamo correlarla direttamente né con emergenti né con economie sviluppate e rappresenta un'alternativa agli asset azionari occidentali dominati da large cap gigantesche come i colossi tecnologici, completamente diversi come business da Saudi Aramco. Nell'ETF in oggetto è probabile che questo titolo rimarrà comunque diversificato, rappresentando circa il 35% del patrimonio.

2) 175 quote di ETC JE00B1VS3333 Wisdomtree Physical Silver negoziato a 14,28.
Ero uscito di recente dall'argento, e rientro dopo un improvviso ribasso. Il motivo è il mantenere almeno un'esposizione ad un metallo prezioso che, storicamente, ha decorrelato dall'eventualità di picchi negativi di mercato.

3) 45 quote Vanguard FTSE All Country World High Dividend Yield negoziato a 42,18.
Il motivo è sostituire il iShares Stoxx Selected Dividend 30 acquisendo un'enorme diversificazione sui mercati (da 30 a 1600 titoli) in una strategia a dividend-yield. Il prodotto è di qualità, ma entriamo in un picco di rialzo (che controbilancia un pò l'argento...). L'obiettivo è proseguire con dei versamenti successivi (stile PAC) per incrementare progressivamente le future quote e mediare il corso futuro del titolo.

4) 75 quote di IE00BKX55Q28 Vanguard FTSE 250 Dis. negoziato su Xetra a 40,28.
Per questo azionario britannico a distribuzione vale un pò il discorso del Selected Dividend: anche qui rispetto  al Dividend Plus non cambiamo mercato di riferimento, ma andiamo ad incrementare la diversificazione (arrivando a 250 titoli).

5) Incremento di 25 quote del LU1523099700, Lyxor Bund Daily Inverse preso a 43,52.
Qui il motivo è sempre di ribilanciamento all'eventuale variazione della politica dei tassi UE, dato che il Bund ha ormai tassi decisamente negativi.

6) 11 quote del IE00B4PY7Y77 iShares USD High Yield Bond a distribuzione preso a 92,97.
Qui contribuiamo ad incrementare l'esposizione ad un obbligazionario senz'altro dinamico ma dotato di una curva dei tassi che può incorporare ancora una redditività.
Per questo azionario britannico a distribuzione vale un pò il discorso del Selected Dividend: anche qui rispetto al UK Dividend Plus non cambiamo mercato di riferimento, ma andiamo ad incrementare la diversificazione (arrivando a 250 titoli) 

7) In ultimo stabilizzo il corso del portafoglio con un investimento in liquidità ad 'alto rischio rendimento', come mi permetto di definirla io (ma è una mia definizione personale) aprendo un 
conto Illimity Bank a 6 mesi di 10000 euro, al tasso dello 0,6% lordo. Scadenza: 19.6.2019:


Si tratta di un conto svincolabile, perché questa liquidità è parcheggiata lì per cogliere eventuali improvvise e sensibili opportunità date dal mercato!

La situazione di PERICLE al 19.12.2019 diventa la seguente:


Ora che tra conti deposito e quant'altro abbiamo un minimo 'consolidato' l'asset allocation, sempre estremamente dinamica (altrimenti un +6,46% trimestrale non era immaginabile!) diventa:

9,5% Liquidità

13,85% Obbligazionario

Ed il resto diviso tra Azionario Emergente (ben il 26,45% di cui 7,3% in Argentina!), Commodities, Azionario UK, Immobiliare, Azionario Mondiale, Azionario del Giappone e Oriente, Azionario Mediorientale.


Rimane quindi un bilanciato estremamente volatile ma con bilanciamento 23/77.


Valuteremo il progresso dell'investimento nuovamente tra 3 mesi, il 20 marzo 2020.


P.C. 19/12/2019

domenica 15 dicembre 2019

Tecniche di neutralità al mercato

Dopo due anni di forte correlazione tra asset come il 2018 ed il 2019 (basta guardare la mia tavola periodica dei rendimenti di qualche settimana fa) molti si interrogheranno su come si possa rimanere più neutrali al mercato.

Riflettendoci mi vengono in mente 4 tecniche principali per cercare una relativa 'neutralità' dall'andamento dei mercati finanziari:

1- Tecnica 'Investimento Senza Rischio'
Azzerare (o ridurre fortemente, diciamo) il rischio mercato è ovviamente il metodo più ovvio per rendersi neutrale dal corso dei mercati, azionari o obbligazionari che siano. E' il meccanismo che prediligono probabilmente la maggior parte degli italiani seguendo il vecchio principio del "non ci capisco niente/non mi fido/ho paura, quindi non investo". In realtà non è che non investono, secondo me tutti investono, ma investono in strumenti (anche l'indebitarsi è uno strumento, per così dire short, anzi è una bella scommessa sui tassi, sul valore attuale e sull'inflazione) molto decorrelati dal mercato.
Conto deposito, liquidità pura (meglio se remunerata, ma ultimamente è difficile...), buoni fruttiferi, polizze vita a gestione separata, polizze di capitalizzazione (per le persone giuridiche), titoli di stato a breve/brevissimo... sono gli strumenti classici per rendersi 'neutrali'.
Il problema è che il rendimento ultimamente è molto ridotto, e soprattutto, è spesso inferiore al rischio. Ma se sono risk free? Beh... ditelo a chi aveva un milione di euro in un conto deposito di Banca delle Marche qualche anno fa. In realtà il rischio è slegato da fluttuazioni di mercato, ma prevede di solito un'esposizione creditizia verso un emittente, che è molto raro porti all'insolvenza (sulla base della storia passata), ma che rappresenta un rischio 'totale' che è difficile calcolare se viene 'ripagato' dal rendimento al molto basso (il rendimento effettivo è dato ovviamente dal rendimento nominale - tasse - costi - inflazione). Il dramma è che, calcolando il rendimento con questa formula (soprattutto considerando la propria inflazione reale individuale) spesso il vero rendimento di queste forme di 'investimento' è negativo.

2- Tecnica 'Flessibile'
Alcuni fondi flessibili sembrano essere davvero indipendenti dalle principali asset class del mercato. Chi in questi anni ha investito in H2O Multibonds me lo insegna. Alcuni fondi flessibili (una piccola percentuale di quelli presenti sul mercato, secondo me), fanno quello che davvero dovrebbero fare: ottenere una performance legata alle capacità e tecniche gestionali del gestore anziché al trend dei mercati. Quello postato su è l'esempio più eclatante che conosco (anche molti Hedge Fund utilizzano tecniche simili). Il problema è che questi prodotti utilizzano strumenti con leva finanziaria e tecniche a dir poco spregiudicate che ci impongono di farci la domanda "Ok, non mi sto esponendo al rischio dei mercati... ma a che rischio mi sto esponendo?".
Inutile dire che utilizzarli diventa un atto di fede... e non sempre gli atti di fede vengono ripagati da queste divinità capricciose:
https://www.ilsole24ore.com/art/fondo-usa-imploso-due-giorni-80percento-migliaia-risparmiatori-lastrico-AEJ3XQJE?refresh_ce=1

Forse di fronte a simili incognite qualcuno preferirebbe un fondo tematico non flessibile ad un flessibile che opera con elevata leva finanziaria:


3- Tecnica 'Alternativa'
Vi sono investimenti che, per loro natura, sono meno correlati di altri ai mercati finanziari (es. l'azionario tematico sui beni di 'largo consumo' oppure l'immobiliare), altri che ne sono completamente decorrelati (le valute), oppure che hanno carattere di 'inversione' nei loro confronti (indici Vix, Oro). Infine vi sono le vere e proprie posizioni 'corte' contro il mercato (short). In ultimo ci sono tematici così di nicchia che è difficile che il corso 'proprio' del loro settore pesi meno dell'influenza dei mercati circostanti (hanno di recente messo in circolazione un ETF persino sui Videogames). Tutti questi strumenti fatico a vederli raggruppati in un unico portafoglio coerente, ma possono rappresentare, secondo me, una valida (piccola) percentuale alternativa di una asset allocation (ovvero di una diversificazione in settori). Sono strumenti spesso estremamente volatili (oro, vix), che non producono ricchezza da sé nel lungo periodo se non 'azzeccando la scommessa' (valute, short), del tutto imprevedibili, oppure più 'resilienti' del resto del mercato ma in qualche modo correlati al mercato (es. azionario consumer staples o real estate). Potremmo tendenzialmente annoverare le tecniche a 'bassa volatilità' o 'minima covarianza' applicate da alcuni indici (riprodotti poi da ETF) come forme di market-neutrality alternativa... anche se in teoria abbassano la volatilità di un mercato, piuttosto che cercare di 'staccarsene', l'effetto finale è stato però un andamento più lineare che, nella curva dei rendimenti, ha avuto la conseguenza di un andamento che possiamo considerare più decorrelato di tanti altri.

4- Tecnica di Decorrelazione Strategica
La decorrelazione si può anche cercare di perseguirla non con i mattoncini che mettete nella costruzione del vostro portafoglio (fondi flessibili, polizze gestione separate e oro), ma anche attraverso delle strategie. Alcune strategie decorrelano, tendenzialmente, da alcuni fattori.
Il 'value averaging' (parliamo di 'Piano d'Accumulo' e capiamo tutti) è un metodo per frazionare l'entrata (o l'uscita) mediando il prezzo. Da che rischio decorrela? Dal rischio timing. Banalmente chi ha investito 1 milione di euro nello S&P il 5 settembre 2001 avrà avuto, dopo 5 anni, un risultato diverso di chi ha investito in quei 5 anni 16500 euro al mese a partire dal 5 settembre 2001. La distribuzione/accumulo (accumulare in alcuni asset il flusso cedolare/rendita distribuita) di un portafoglio per vedere il completamento di una 'asset allocation' non ad inizio orizzonte temporale ma verso la fine, è un altro. Ci sono tecniche di hedging, l'utilizzo di opzioni, gli stop loss, che utilizzano di più i trader e nella gestione del risparmio credo siano difficilissimi (e rischiosi) da applicare. Personalmente ho provato ad abbinare due portafogli estremi (Amore&Psiche) per mostrare non tanto un tentativo di applicazione di queste tecniche (e vedremo che effetti avrà rispetto ad altri portafogli, durante le flessioni che quasi sicuramente nei prossimi anni dovremo affrontare), ma anche per farne capire l'estrema difficoltà di applicazione (senza un consulente bravo, quantomeno... e non mi invidio a dover fare il rendiconto di quei 'cosi' ogni tre mesi). Il punto è che le strategie, salvo provare a combinarle anche con le tecniche 1,2 e 3, decorrelano ma all'interno del mercato, da singoli fattori, ma utilizzando 'mattoncini' comunque tendenzialmente correlati all'andamento dei mercati (sarà quindi una neutralità al mercato relativa).

P.C. 15/12/2019

martedì 10 dicembre 2019

ATLANTE: un portafoglio azionario di ETF a Pesi Costanti


Il portafoglio di ETF che ho deciso di progettare oggi va a sviluppare una strategia di cui ho accennato negli altri portafogli, ma qui vuole rappresentare il 'fulcro' della gestione dell'investimento.
L'approccio a 'Pesi Costanti' prevede che, stabilita un'asset allocation (suddivisione degli investimenti) considerata ottimale per il nostro portafoglio, questa sia periodicamente 'ribilanciata' mediando con vendite di eventuali asset in guadagno e con versamenti/sottoscrizioni successive di eventuali asset sotto performanti.

Questo per fare in modo che la proporzione tra asset diversi rimanga costante e che l'evoluzione del mercato non porti il portafoglio a sovra/sotto esporsi al rischio/opportunità specifico di un tipo d'investimento rispetto all'altro.

Ho deciso di chiamare questo portafoglio, dinamico e la cui strategia dovrà 'resistere' alle inevitabili fluttuazioni dei mercati azionari, Atlante.


Orizzonte Temporale: 3/6/9 anni
Periodicità di Ribilanciamento: 4 mesi (3 volte l'anno)

Il primo cardine della strategia di Atlante è la sua asset allocation, che viene da me stabilità come 100% azionaria suddivisa nei seguenti comparti:

35% Azionario Europa (in euro)
17,5% Azionario Nord America
17,25% Azionario Paesi Emergenti
3,5% Azionario Asiatico Sviluppato (non emergente, escluso Giappone)
2,5% Azionario Regno Unito
2,25% Azionario Giappone
10% All-Country-World (azionario mondiale diversificato) con Hedging Euro
15% Azionario Tematico

Perché questa asset allocation?
Innanzitutto mi permette di avere un bilanciamento perfetto 50/50 sul rischio valuta. Sovradimensionando leggermente l'azionario Europa in euro ed utilizzando uno strumento che replica il All-Country-World Index con Hedging sull'euro, bilancio il rischio e le opportunità dell'esposizione valutaria.

Ho scelto poi degli strumenti a distribuzione sugli asset di mercato/area d'investimento, ad accumulo sul tematico. Il motivo è che i dividendi distribuiti ad ogni ribilanciamento quadrimestrale potranno aiutarmi a ribilanciare i 'pesi fissi' senza dover necessariamente effettuare dispendiosi acquisti e vendite.

L'orizzonte temporale è di 3 anni. Se dopo tale lasso di tempo Atlante avrà ottenuto risultati insoddisfacenti (es. perdita) ci riserviamo di rinnovarlo per altri 3 e così via fino ad un massimo di 9 anni, che ci si attende corrisponda grossomodo ad un ciclo economico.

Il secondo cardine è rappresentato da un'attenzione alla qualità, non solo nella scelta dell'investimento tematico, ma anche nella selezione di strumenti a basso costo complessivo e con buona diversificazione. L'unico ETF a replica sintetica è il ACWI di UBS, che mi consente però di investire su tutti i mercati globali con hedging sull'euro.

Il seguire, ogni 4 mesi, questo portafoglio azionario (solitamente l'approccio a 'pesi fissi' è preferibile nei portafogli bilanciati o obbligazionari, meno volatili) ci permetterà di capire quali sono gli svantaggi e le difficoltà dell'applicare un metodo tendenzialmente molto equilibrato ed efficiente, soprattutto su di un orizzonte temporale breve e con asset volatili, che rappresentano la sfida più impegnativa per questa strategia di portafoglio.


P.C. 09/12/2019

venerdì 6 dicembre 2019

ERACLE: un portafoglio 'muscoloso' in crescita

Dopo 6 mesi, come consueto, andiamo ad analizzare la performance di uno dei portafogli simulati più 'muscolosi': Eracle è un portafoglio d'investimento concentrato sull'azionario europeo, bilanciato azionario con un 85% di esposizione azionaria ed un 15% di flessibile (oltretutto dinamico).

La strategia di portafoglio, costruita su di una stima di orizzonte temporale di 6 anni, è quella di miscelare strumenti finanziari azionari efficienti fiscalmente (un 'basket' di singole azioni europee) e strumenti meno efficienti (ETF e Fondi) che però riescono a replicare più semplicemente dei mercati meno accessibili quali l'azionario USA, Giappone, Emergente e dell'Oriente evoluto.

Il risultato, in 6 mesi positivi sui mercati (6.6.19-6.12.19) è stato di una crescita quasi del 6%, con 140,32 euro distribuiti come dividendi (principalmente dal ETF MSCI Far East). Notiamo come gran parte dei titoli azionari ha avuto performance positive, ma alcuni hanno subito svalutazioni anche pesanti, che ci fanno 'percepire' il rischio di concentrare l'investimento su singoli titoli azionari.


























E' abbastanza evidente come la performance di un portafoglio costruito in questo modo si sia allineata più a quella dei fondi bilanciati flessibili dinamici (le due SICAV in portafoglio) che a quella degli ETF che replicano gli indici azionari più dinamici.
La performance del Euro Stoxx 600 nel lasso di tempo in oggetto è stata del +5,7%, quindi al momento il rendimento di portafoglio risulta allineato con l'indice di riferimento del 50% azionario del suo portafoglio, questo probabilmente perché nella selezione di titoli azionari ce ne sono stati alcuni che hanno sottoperformato (Vivendi, Unilever, Iberdrola, Orange, Novozymes, Leg Immobilien e soprattutto Tod's, Hugo Boss e Lagardere che hanno appesantito il rendimento complessivo con performance negative).
Analizzeremo tra 6 mesi l'evoluzione dell'investimento, confidando di poter accumulare, per tale data, un flusso di dividendi sufficiente a valutare degli investimenti aggiuntivi.

P.C. 06-12-2019