Portafogli d'Investimento Teorici:

sabato 29 luglio 2023

MIDEN: l'investimento 'free risk' iniziato nell'anno in cui si diceva che il rischio zero non esisteva... come procede?

MIDEN è stata una delle mie sfide di "portafogli impossibili" (forse insieme a DEDALO che ha iniziato una strategia su obbligazioni a lungo termine subito dopo una pandemia globale che ha portato i tassi d'interesse ad essere negativi). Serve a capire come si possono affrontare anche le situazioni più "difficili" e gli scenari più impraticabili con la dovuta conoscenza degli strumenti... ovviamente accontentandosi del rendimento che se ne può ottenere.

MIDEN nasceva come un portafoglio in cui tutto il consistente capitale era investito a capitale FISSO (non garantito, ma che non potesse scendere) anche al costo di vincolarlo in depositi garantiti. Però il rendimento potrà essere valorizzato nel tempo. Questo consente l'alchimia di non veder MAI scendere il saldo al di sotto del capitale iniziale.

Ad oggi il principale difetto di MIDEN è il rischio liquidità: si è vincolato 2 anni e 3 mesi fa con rendimenti ben al di sotto di quelli che offre il mercato, quindi è andato avanti con il freno a mano tirato, ed incrementerà i propri fondamentali poco alla volta.

La situazione al 29/07/2023 di MIDEN è la seguente:








In questo trimestre MIDEN ha incassato 166,5 euro netti dal Conto Deposito a cedole trimestrali di Meglio Banca (che poi aumenteranno nei prossimi anni) e 39,93 euro netti dalla distribuzione dell'ETF Vanguard FTSE All World High Dividend, che ha reso disponibili 258,66 euro di liquidità.

Procedo ad investire nel mio semplice paniere azionario tali somme, utilizzando l'ETF attualmente più svalutato: posso comprare 5 quote del HSBC MSCI AC Far East ex Japan al prezzo di 43,28, con una spesa complessiva di 221,4 euro (compresa l'ipotetica transazione).

Il ribilanciamento di questo trimestre porta quindi a questo risultato:









Attualmente MIDEN ha un controvalore di 514959,10, ha guadagnato circa 15mila euro dalla creazione, per una performance del +2,99%.

P.C. 29/07/2023

venerdì 28 luglio 2023

DEUCALIONE: 5 anni di portafoglio di 30 ETF a distribuzione

Oggi DEUCALIONE, il portafoglio più anziano del Blog, compie i suoi 5 anni di vita.

Iniziato in un momento complesso come l'estate del 2018 ha attraversato due anni record per i mercati azionari del XXI secolo (il 2019 ed il 2021), ma anche trasportato il risparmiatore oltre le acque agitate di due scenari che MAI finora si erano verificati: una Pandemia globale (2020) ed un rialzo dei tassi d'interesse assolutamente insolito per rapidità e intensità (2022).

Con le mie doti predittive (che avrei fatto meglio ad utilizzare per indovinare i numeri del superenalotto però!) nell'ormai lontanissimo 2018 diedi a questo portafoglio il nome del Noè biblico, incaricandolo di 'traghettare' i risparmiatori in acque che vedevo agitate nel primo anno in cui i tassi iniziavano a dare problemi ed il lungo ciclo economico iniziato dopo la Grande Crisi di 10 anni prima si apprestava a diventare 'qualcosa d'altro'.

L'orizzonte temporale MINIMO di Deucalione era fissato a 6 anni quindi in teoria quello che si apre oggi potrebbe essere l'ultimo anno di questo portafoglio. Forse le conseguenze di una restrizione record della liquidità potrebbero regalarci un ultimo importante "Test" per DEUCALIONE.

Questa intanto è la situazione attuale:
















Possiamo osservare che nella prima metà del 2023 l'azionario ha recuperato, mentre l'obbligazionario, seguendo i continui rialzi dei tassi, ha proseguito la sua discesa. Un'importante eccezione la abbiamo, lato azionario, per gli asset "dividend", per l'Immobiliare e per la Cina, in perdita dallo scorso gennaio. Nelle obbligazioni sono quelle societarie, soprattutto quelle ad alto Rischio-Rendimento che incredibilmente reggono di più, decorrelando dalla logica imposta dal rialzo dei tassi, e correlandosi invece con l'azionario globale "world", questo problema è per me un importante campanello d'allarme.

Dalla teorica allocazione 60/40 DEUCALIONE (che comunque ha sempre avuto ampia delega gestionale ed una certa flessibilità data al gestore) al momento ha circa un 1500 euro in più di azionario di quanto previsto. Al contempo il controvalore totale degli asset è arrivato a 115688,77 euro, mentre in 6 mesi ha distribuito, NETTI, 1392,66 euro, pari ad un 1,2% del controvalore attuale su base semestrale.

La distribuzione totale incassata è stata in questi 5 anni di 13774,77 euro, che porta il risultato complessivo di portafoglio a 129463,54 euro portando la performance quinquennale complessiva a +17,7%.

Voglio cercare di correggere alcune asimmetrie che vedo in DEUCALIONE, riducendo qualche ETF della sua collezione ed al contempo approfittandone per ridurre un minimo l'azionario.

Proseguo quindi ad eliminare:

- 60 quote di iShares Euro Corporate Rate Hedged Bond (obbligazioni societarie coperte dal rischio tassi, che ora temo di meno), da cui ottengo 5686,8 euro e produco una piccola minusvalenza di 88,2 euro che comunque non potrò utilizzare in questo tipo di portafoglio

- 55 quote del volatile azionario Invesco US Energy Infrastructure per 2267,7 euro, anche qui produco una minima minusvalenza di 62,15 euro che non posso recuperare.

- 1400 quote del iShares USD Floating Rate Bond, sempre obbligazionario societario, per 6426 euro, qui sono in guadagno e quindi pagherò 127,76 euro

In totale ottengo 14375,5 euro, ridotti a 14247,74 euro dal pagamento delle tasse.

Li utilizzo per mediare il prezzo di obbligazionari in ribasso, ma molto produttivi in un momento come questo che ha visto alzarsi seriamente i tassi d'interesse globali.

- Spendo 2017,4 euro per i titoli di Stato USA a lungo termine: 20 quote di Lyxor $Treasury 10+yr dist.

- Spendo 4004,4 euro per le obbligazioni dei paesi emergenti con copertura valutaria, prendendo 60 quote di iShares JPM Emerging Markets $ Euro Hedged bond.

- Spendo 4166 euro per le obbligazioni USA a breve termine con copertura valutaria, prendendo 50 quote di Lyxor US Treasury 1-3 yr Euro Hedged.

- Spendo 4057,56 euro per i titoli di Stato di paesi emergenti di buona qualità, acquistando 459 quote del xTrackers EMG Sovereign Quality Hedged

Il risultato finale alla fine del quinto anno è il seguente:
















Il prossimo aggiornamento è previsto a gennaio del 2024.

P.C. 28/07/2024

lunedì 17 luglio 2023

MENIPPO: chiude due anni difficili il portafoglio 'Prudente' e Low Cost, procedendo al ribilanciamento

Nel luglio del 2021, ben prima di guerre e rialzi dei tassi d'interesse, quando i rendimenti erano pressoché zero, l'inflazione un ricordo degli anni '80 e l'azionario nel corso di un anno record, ho creato un investimento 'Prudente' che minimizzasse i costi.

La strategia incarnava la preoccupazione di iniziare ad investire con tassi molto bassi (quindi tanta liquidità in giro) e titoli molto alti, ma soprattutto il non poter permettere al minimo costo di erodere i valori di investimenti che già partivano con prospettive di contenimento del rischio prima che di guadagno.

Vediamo cosa è accaduto al secondo anno a questa strategia:


MENIPPO sembra essersi limitato a contenere le perdite in questi due anni, e a salvaguardare dall'impatto, soprattutto del 2022: la performance a 24 mesi è del -2,38%, negativa ma forse da non valutare troppo male per un'asset allocation 25/75, quindi esposta in gran parte al capitale di debito.

Un titolo che potrebbe somigliargli, il Vanguard LifeStrategy 20 (che però ha un 5% in meno di azionario investito in obbligazioni) nello stesso periodo temporale riporta un risultato del -12,8% (dal prezzo di 25,275 del 17 luglio '21 al prezzo odierno di 22,32).

Io mi auguro che se superficialmente si può storcere il naso dopo 'due anni in cui si è perso', l'abisso tra un -12,8% ed un -2,38% (per prudenti 'comparabili') sia da lezione formativa su cosa vuol dire essere consapevoli di una strategia.

Come previsto al secondo anno sono scaduti oggi i conti deposito. Devo quindi riportare, da strategia, al 25% tra liquidità, azionario e obbligazionario il capitale di MENIPPO.

Ad oggi l'azionario è 26243,18 euro, superiore di 1850 euro ad 1/4 del capitale complessivo.

L'obbligazionario è di 45956,53, inferiore di 2850 euro a quella quota del 50% prevista.

Il ribilanciamento è quindi semplice:

- Voglio disinvestire 167 quote di Legal&General Japan Equity: è l'ETF azionario dove pago meno tasse pur essendo in guadagno, al momento lo vedo incidere meno sulla capitalizzazione composta. Ne ottengo 1854,37 euro, pagando appena 3,7 euro di tasse.

- Compro 620 quote di iShares Core Global Aggregate Bond Hedged, al prezzo di 4,599 spendendo 2851,38 euro.

Mi sono rimasti in cassa 24417,39 euro. 25,01% investito in liquidità! Bilanciamento perfettamente riuscito.

Uso 24000 euro per sottoscrivere un conto deposito a 24 mesi di Illimity, allo straordinario rendimento del 4,5% annuo (capitale vincolato).

Risultato finale:








Il prossimo appuntamento è tra 8 mesi, a marzo del 2024.

P.C. 17/07/2023

SPDR MSCI ACWI IMI: l'azionario 'all world' ed 'all cap' abbatte le commissioni di gestione dal 0,4% al 0,17% l'anno

Uno dei "Ragni" degli ETF più noto e completo fin dalla sua uscita nell'ormai lontano 2011 è l'ETF SPDR MSCI ACWI IMI, ovvero un fondo azionario gestito dalla State Street Global Advisors (società di gestione considerata la 'creatrice' del primo ETF) che replica l'azionario globale di tutti i paesi del mondo (inclusi i paesi emergenti) esposto verso aziende di tutte le capitalizzazioni di mercato (grandi aziende, ma anche 'mid' e 'small cap').

Questo ETF (ISIN: IE00B3YLTY66) replica fisicamente un indice colossale di oltre 10000 azioni (consideriamo con tutta la borsa italiana quota circa 400 aziende), che anche se replicato con ottimizzazione mostra in pancia al portafoglio del fondo almeno 2000 aziende elencate: https://www.ssga.com/it/it/institutional/etfs/library-content/products/fund-data/etfs/emea/holdings-daily-emea-en-spyi-gy.xlsx

Questo con l'usuale trasparenza e qualità della SPDR.

L'unico Neo, nel 2023, è un commissionale di gestione che, seppur lungi dai livelli della gestione attiva, veniva ormai regolarmente "battuto" dai nuovi protagonisti del mercato. Nel rendiconto di Giugno le commissioni di gestione sono state sforbiciate da 0,4% a 0,17% rendendolo non solo uno degli azionari globali più convenienti, ma il più economico tra quelli che coprono sia paesi emergenti che sviluppati e sia aziende grandi ce piccole (il che lo rende un ottimo mono-prodotto per la quota azionaria nei portafogli a lungo termine).

Tra i "competitor" il Vanguard All World All Cap costa 0,24% (e 'vanta' un filtro ESG).

Oltretutto essendo un vecchio protagonista del panorama dei fondi passivi quotati in Italia, già dispone di una capitalizzazione di mercato di oltre mezzo miliardo.

P.C. 17.07.2023

domenica 16 luglio 2023

CAINO: primo ribilanciamento del bilanciato 60/40 che deve 'occuparsi' delle sue Commodities

Quando iniziai l'investimento in CAINO, esattamente 9 mesi fa, annunciai che probabilmente l'investimento nelle Commodities non era affatto conveniente in quel momento. Se si ha una strategia passiva di portafoglio, tuttavia, si cerca di evitare i 'bias' (ma anche le 'intuizioni') del momento, focalizzandoci sul ruolo di un asset in un portafoglio.

Quel 1/8 di capitale impiegato in oro, argento, ma anche petroliferi ed energia, nel momento più difficile del 2022 (metà ottobre) serve per i ribilanciamenti su un orizzonte di almeno 9 anni, quindi per quanto mi riguarda lungo.

A questo punto non ci preoccupiamo se l'unico asset che ha 'frenato' un eccellente market timing di CAINO sono state proprio le nostre Commodities:


Gli asset pro-ciclici di CAINO sono tutti vistosamente in guadagno, pur con una performance a 9 mesi 'solo' del +4,22% è il tipo di rendiconto patrimoniale che mi avrebbe fatto fare certamente bella figura ad una prima revisione.
CAINO ha inoltre incassato 205,45 euro dalle cedole delle obbligazioni, ma non mi basteranno per ribilanciarlo.

Dovrei riportare l'azionario settoriale entro o intorno al 20%, ma cosa ben più seria le commodities devono essere 'fisse' a circa 1/8 (12,5%) del capitale. Non mi rimane che sottrarre un 2% circa agli azionari settoriali (cercando di disinvestire prima di tutto quelli cresciuti molto) e mediare il valore investito in Commodities.

Procedo quindi a vendere:
- 44 quote di azionario MSCI World Industrial, da cui ricavo 1923,14 euro al netto di 72,7 di tasse di capital gain
- 91 quote di azionario MSCI World Financials, da cui ricavo 1972,9 euro al netto di 25,9 di tasse di capital gain
- 34 quote di azionario MSCI World Information Technology, da cui ricavo 1889,13 euro al netto di 123,67 di tasse di capital gain
- 10 quote di azionario immobiliare globale, da cui ricavo 572,2 euro senza pagare tasse (dato che è appena sotto il PMC)

Con la liquidità generata posso mediare il valore delle commodities acquistando 323 quote di Invesco Bloomberg Commodities pagandole 6545,6 euro

Il risultato è il seguente:


Possiamo osservare che il portafoglio è adesso ribilanciato ad arte: l'azionario settoriale è al 20% circa del capitale complessivo (19,6%) e le commodities ad 1/8 (12,57%), l'asset allocation oltretutto 62/38 esattamente come alla creazione del portafoglio.

Il prossimo rendiconto di CAINO è programmato in aprile del prossimo anno.

P.C. 16/07/2023

venerdì 14 luglio 2023

OSSIAM completa la "Collezione" di ETF attivi con la strategia CAPE del prof. Shiller

Il "VALUE BIAS" e la strategia CAPE®:

Il bias value è un approccio di investimento che si concentra su società ritenute sottovalutate rispetto al loro valore intrinseco. Secondo tale approccio i prezzi delle azioni tenderebbero a convergere verso il loro valore intrinseco nel lungo periodo, il che significa che le società sottovalutate hanno un maggiore potenziale di crescita dei rendimenti. Esistono diversi metodi per identificare società sottovalutate: il rapporto prezzo-utili (P/E) misura il rapporto tra il prezzo di un'azione e i suoi guadagni per azione; il rapporto prezzo-dividendo (P/D) misura il rapporto tra il prezzo di un'azione e i suoi dividendi per azione; poi esistono altri fattori per identificare società sottovalutate, come la crescita dei guadagni, la solidità finanziaria e il management.

La strategia CAPE® è un approccio sistematico (un approccio sistematico è tecnicamente una gestione attiva, anche se la sistematicità la svincola da discrezionalità arbitraria) orientato al valore basato sulla ricerca del professor Robert Shiller. La strategia offre un'esposizione azionaria fecendo una selezione settoriale basato sul rapporto prezzo-utili ciclicamente aggiustato sperando di scegliere settori potenzialmente sottovalutati. La strategia è progettata per offrire un'esposizione al mercato azionario large cap con un bias value e si adatta agli investitori buy-and-hold con un orizzonte temporale pluriennale.

La strategia CAPE® funziona identificando i settori del mercato azionario statunitense che sono attualmente sottovalutati in base al CAPE® ratio. Il CAPE® ratio è un indicatore di valutazione che misura il rapporto tra il prezzo di un'azione e il suo guadagno medio per gli ultimi 10 anni, aggiustato per l'inflazione. Un CAPE® ratio più basso indica che un settore è più economico, mentre un CAPE® ratio più alto indica che un settore è più caro.

La strategia CAPE® è un approccio di investimento a lungo termine che si basa sul presupposto che i prezzi delle azioni tendono a tornare ai livelli di fair value nel tempo, generalmente lungo. Il problema è che la concentrazione settoriale (come in tutti i settoriali) può far fluttuare le azioni nel breve termine più del voluto con la possibilità di maggiori perdite nel breve periodo.

L'offerta di OSSIAM

OSSIAM è un operatore 'minore' nel mercato degli ETF che (in cambio di costi di gestione un pò più alti) mette a disposizione dei titoli che applicano la strategia CAPE®.

ESISTONO DUE TIPI di fondi CAPE® di OSSIAM: una versione più "Passiva" più spalmanta sul benchmark, ed una più estrema, più "SHILLERIANA".

Gli indici Barclays CAPE® Sector quelli base, investono nelle aziende LARGE CAP (le solite Amazon, Facebook, Apple e blabla) ma le distinguono in 11 settori merceologici:

  • Beni di consumo di base
  • Beni di consumo discrezionali
  • Servizi finanziari
  • Sanità
  • Industria
  • Servizi pubblici
  • Tecnologia
  • Telecomunicazioni
  • Trasporti
  • Immobiliare
  • Energia
La strategia OGNI 3 MESI, va a calcolare il rapporto prezzo utili secondo il metodo di Shiller, ovvero rapporto Prezzo nel Trimestre/Utili ciclicamente aggiustati nei 10 anni precedenti. E lo fanno per tutte le aziende del settore, ottennedo il P/E medio di settore. Poi PONDERA l'investimento nelle aziende di quei settori per il trimestre in corso in maniera inversamente proporzionale al rapporto P/E (ovvero i settori più convenienti per Prezzi rispetto agli utili, mediamente, ricevono una percentuale maggiore).

ESEMPIO:
Nell'indice europeo europeo ASML Holding (azienda di semiconduttori) è il 3% dell'indice, ma appartiene al settore TECNOLOGICO. L'ultima rilevazione del 31 marzo 2023 ha riportato questa scaletta dei settori per Cape Ratio:

Ecco i 10 settori dell'indice azionario europeo in ordine decrescente di rapporto CAPE (al 31 marzo 2023):

  1. Servizi finanziari (13,7)
  2. Beni di consumo discrezionali (14,3)
  3. Beni di consumo di base (14,7)
  4. Tecnologia (16,4)
  5. Servizi pubblici (17,3)
  6. Sanità (17,6)
  7. Immobiliare (19,3)
  8. Industria (19,5)
  9. Trasporti (20,1)
  10. Energia (22,8)
Quindi vanno ponderati di più i finanziari, e per quarti i tecnologici. Infatti attualmente ASML Holding nel Barclays CAPE® Sector rappresenta il 2,1% dell'investimento, ovvero solo 2/3 della sua quota nell'azionario europeo (MSCI Europe).

La versione "Barclays CAPE® Sector Value" è più estrema: ogni 3 mesi si prendono i 4 settori con P/E più basso e si investe il 100% del capitale nei loro componenti, escludendo completamente gli altri 7 settori. Ovviamente i 4 prescelti (ed il portafoglio di componenti) cambiano ogni trimestre.
Pur essendo il quarto settore, ad esempio, in questo momento il Barclays CAPE® Europe Sector Value ha una quota di tecnologico, in cui confluiscono anche gli investimenti nei settori "assenti" infatti la nostra ASML Holding sale in questo indice, attualmente, al 3,2%. 

NOVITA':

La novità di catalogo è che da ieri (13 luglio) è disponibile su borsa italiana anche il nuovo Ossiam ESG Shiller CAPE Global Sector, che applica la strategia che abbiamo appena analizzato all'intero mercato azionario a oltre 1000 aziende (molto più diversificato degli altri ETF  CAPE® Sector!) di 23 paesi sviluppati. Investe, oltretutto, in aziende di tutte le dimensioni (All Cap), anche se ovviamente la ponderazione avviene per capitalizzazione.

Attualmente il catalogo CAPE® di Ossiam include quindi:

Ossiam Shiller Barclays Cape Europe Sector Value (LU1079842321)
Ossiam Shiller Cape US Sector Value (LU1079841273)
Ossiam Shiller Cape Global Sector Value (LU2555926455)

ed il nostro nuovo:

Ossiam ESG Shiller Barclays Cape Global Sector (IE000SVSL9U5)

A questo punto ovviamente ci aspettiamo di vedere a breve nelle borse nostrane anche il Cape Europe Sector ed il Cape US Sector a 11 settori.

P.S.

Questi strumenti sono comunque un pò "particolari" per i 'puristi' dell'ETF. Oltre a commissioni di gestione un pò più corpose (ma sull'azionario ridicole rispetto ai Fondi Attivi, di cui possono considerarsi vere alternative) affronterebbero con questo 'giro di portafoglio completo' trimestrale un bel pò di costi di negoziazione. Quindi Ossiam usa dei contratti Swap (replica sintetica).

P.C. 14/07/2023

lunedì 10 luglio 2023

HERMES: un portafoglio moderato a medio-lungo termine finalizzato all'efficienza

 


HERMES, il messaggero divino, era un personaggio cui si richiedeva una grande efficienza, era anche il protettore dei mercati e potremmo considerarlo tale anche per il mondo della finanza.

A lui dedico un portafoglio-modello che serve come esempio metodologico per il concetto di efficienza: cercare di costruire un investimento efficiente come diversificazione, costi, bilanciamento dei rischi, ma soprattutto dal punto di vista fiscale e del rapporto rischio-rendimento.

Questa volta ho deciso di spiegarlo tramite un VIDEO:


P.C. 10/07/2023

giovedì 6 luglio 2023

Le Obbligazioni Sovranazionali: tanto valide ma che nessuno 'vende'

Rispetto al BTP, esponente di uno dei debiti pubblici più elevati al mondo in termini assoluti, le obbligazioni SOVRANAZIONALI EUROPEE, assai presenti nel nostro mercato obbligazionario domestico (MOT), sono poco conosciute, poco utilizzate, e da nessuno proposte o 'vendute'.

Eppure già a fine 2021 il debito pubblico italiano era al 155,8% del PIL, ed ha rappresentato per almeno 20 anni un problema persistente per la nostra economia, alcune società di rating hanno addirittura assegnato all'Italia un grado di rischio elevato come emittente di titoli di debito. Oltretutto il paese è osservato speciale beneficiario di programmi di assistenza finanziaria della UE, come il recovery fund, finalizzati proprio ad alleviare il peso del debito pubblico sullo sviluppo economico (che ne è stato a lungo frenato).

Parlando di emissioni europee e sovranazionali, invece, il debito pubblico della UE è un finanziamento comune a livello sovranazionale attuato sia con emissioni di titoli di Stato (Eurobond), sia attraverso organismi ed istituzioni riconducibili alla UE come la Banca Europea per gli Investimenti (BEI), la Banca di Investimenti per le Infrastrutture (BIRS) ed il Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM).

Tra le emissioni si trovano riferimenti anche al MFA, Multiannual Financial Framework che però più che un'emissione è un quadro finanziario a lungo termine, un accordo di bilancio sui limiti di spesa finanziato con risorse UE e che consente alla UE di emettere obbligazioni tramite questo bilancio generale (alimentato appunto dal debito nazionale lordo, i dazi doganali, una quota di IVA standardizzata a livello UE).

Le emissioni obbligazionarie però sono sempre riconducibili ad Eurobond, BEI, BIRS, ESM.

La BEI fornisce finanziamenti a lungo termine per investimenti di sviluppo sostenibile, è un intermediario da UE e settori pubblico e privato. Ha un rating molto elevato grazie al sostegno dei paesi della UE.

La BIRS è un'organizzazione finanziaria della UE concentrata sulle infrastrutture pubbliche.

L'ESM è un meccanismo di stabilizzazione finanziaria europeo, da assistenza ai paesi in difficoltà (rendiamoci conto della sua solidità quindi!) ed impone programmi di riforma e politiche di austerità.

Tutto il debito europeo viene considerato di massima qualità (AAA) e basso rischio.

Gli Eurobond sono garantiti dalla UE, le obbligazioni BEI , le obbligazioni BIRS ed ESM hanno sostegno dei paesi membri della UE. Ciò significa che i paesi della UE si impegnano a fornire le risorse finanziarie per garantire il rimborso di tali obbligazioni, che non implica garanzia diretta sulle obbligazioni, ma impegno collettivo al sostegno del meccanismo.

P.C. 06/07/2023

mercoledì 5 luglio 2023

Efficienza dell'Investimento e Profilo dell'Investitore, l'approccio "Olistico"

Nella gestione del risparmio si parla di un approccio "olistico" quando non ci si focalizza solo sugli aspetti 'finanziari', che spesso attirano l'interesse di chi cerca il servizio di consulenza, ma si ricerca un approccio globale e completo all'analisi delle esigenze e degli obiettivi di chi investe o è coinvolto nel processo d'investimento.

In parole spicce: io aspirante investitore perché vengo attratto dall'idea di investire in qualche modo quei soldi parcheggiati sul conto per mille motivi? Per i risultati. Il BTP al 4% oppure un bell'articolo sui portafogli Lazy o gli ottimi risultati del Nasdaq. Questo focus è 'finanziario', parto da UNA POSSIBILE SOLUZIONE, è come se per aprire una porta parto da una chiave trovata a terra, anche se magari molto bella.

Il lavoro del consulente vero sarebbe poi creare una strategia, una proposta d'investimento, un metodo di gestione, una serie di portafogli etc... adatti il più possibile alle specifiche esigenze di chi investirà. Non solo le ESIGENZE CHE LUI CONOSCE (classica richiesta "voglio guadagnare il 10% l'anno e non devi farmi perdere!"), ma l'analisi 'olistica' ovvero completa della sua situazione.

Quanti anni ha, che esperienza, che capitalizzazione, che obiettivi, che stile di vita, quanto guadagna, quanto può o vuole rimanere investito, che oscillazioni sopporta etc... sono solo alcuni degli elementi (quelli 'normati' MIFID), in generale più ci si fa un'idea del risparmiatore, lo si 'conosce' e meglio si capisce cosa è fattibile, cosa con assistenza/spiegazione, cosa forse è meglio di no, cosa assolutamente no.

Qui confligge la prospettiva di un 'Gestore' focalizzato sull'asset allocation, i numeri, i dati, e chi poi ci risponde ai messaggi WhatsApp preoccupati dopocena (o alle email "voglio recuperare rapidamente, ma senza rischiare altre perdite").

Questo argomento, su cui c'è molto da dire, ha ispirato la chiacchierata (di video c'era poco quindi è diventato un PodCast) tra me e Nicola Protasoni che ha una prospettiva forse più da insider della gestione del risparmio e svizzera anziché italiana, ma per il resto una visione da blogger finanziario anche lui (è autore di theitalianleathersofa.com).

Gestione del risparmio: un approccio olistico - YouTube

P.C. 05/07/2023

sabato 1 luglio 2023

Il Primo Semestre del 2023: un'analisi degli ultimi 6 mesi dei mercati

 Si è chiuso ieri il primo semestre del 2023. Puntuale come le tasse eccomi qui a registrarne i risultati sui soliti asset che aggiorno fin dal lontano Gennaio del 2016 (accidenti sono già 7 anni e mezzo che faccio questo lavoretto!). Vediamo cosa è accaduto ai miei soliti asset:


Osserviamo che gli obbligazionari societari soffrono, soprattutto se esposti al rialzo dei tassi della FED (meno a quello della BCE, come anche i titoli di Stato Europei e addirittura si 'gonfia' come un pavone il nostro bistrattato BTP), soffre l'immobiliare in crollo verticale da 3 semestri (mentre nella seconda metà del 2021 crebbe di oltre il 12%). Tutti gli azionario a grande capitalizzazione dei paesi sviluppati (quindi solidità, anti-inflattivi, maggiore resilienza a problemi di finanziamento) recuperano alla grande un impegnativo 2022, guidati dall'esplosione del Nasdaq100. Il +32,96% di questo indice è il più alto da quando faccio queste registrazioni, surclassa le abituali performance eccezionali degli ultimi anni, persino il +22,79% del primo semestre 2019, in cui assistemmo ad un recupero a decollo verticale dalla difficile performance (-9,7%) del semestre precedente. Anche qui usciamo dal -4,15% della seconda metà del 2022 e dal record negativo del -24,43% della prima metà dello scorso anno: evidentemente il mercato ha ritenuto che fosse il momento adatto per spostare la sua pila di fiches sul campione d'incassi dell'ultimo decennio.
Notiamo che gli azionari "Small Cap" stranamente non seguono lo stesso trend degli azionari "Large Cap" e salvo l'eccezione dei paesi emergenti (qui non li abbiamo, ma gli small cap emergenti sono andati meglio dei large cap, nell'indice che vediamo in tabella sono aggregati) tutte le azioni a piccola capitalizzazione in un momento di crescita sottoperformano (di tanto) il loro indice a grande capitalizzazione, pur in un momento non recessivo e di crescita per entrambi. Lascio a voi un'analisi di questo trend in questa fase di restrizione monetaria massiva.

Ora, io potrei perdermi in sperequazioni e ipotesi su questi dati, ma sarebbe l'idea di Bowman. Per guadagnare imparzialità ho chiesto all'intelligenza artificiale di ChatGPT4 di scrivere un articolo dandogli in pasto i 33 indici e la loro variazione negli ultimi due semestri, l'andamento di inflazione e le politiche monetarie e alcune note "metodologiche bowmaniane". 
Se volete leggervi il risultato io l'ho trovato interessante, ChatGPT, di sua personale fantasia, ha voluto intitolarlo: Impatto dei tassi in rialzo sui mercati azionari: possibili sfide e prospettive future.


Impatto dei tassi in rialzo sui mercati azionari: possibili sfide e prospettive future (by ChatGPT)


Introduzione

Nel contesto di un'economia globale in crescita e di un'alta inflazione, i mercati azionari globali hanno registrato una crescita notevole. Tuttavia, la recente tendenza al rialzo dei tassi ha sollevato preoccupazioni sulle prospettive future. Nel corso degli ultimi sei mesi, i mercati azionari in diverse regioni hanno mostrato dinamiche divergenti, con una crescita significativa nel segmento Large Cap, mentre le imprese più piccole hanno incontrato maggiori sfide. Inoltre, sono emersi segnali di un possibile rallentamento economico globale che potrebbe portare a un calo drastico degli indici azionari.

Impatto dei tassi in rialzo sulle imprese

Il rapido rialzo dei tassi ha avuto un impatto significativo sulle imprese, in particolare sulle più piccole, che spesso necessitano di finanziamenti esterni per sostenere la crescita e l'espansione. L'aumento dei costi di finanziamento ha reso più difficile per queste imprese ottenere i capitali necessari, riducendo le aspettative sulle loro capacità di competere e di realizzare profitti. Di conseguenza, le imprese di piccole dimensioni hanno mostrato una crescita di valore più modesta rispetto alle grandi imprese multinazionali.

Crescita delle grandi imprese multinazionali

Nonostante le sfide legate al rialzo dei tassi, le grandi imprese multinazionali, in particolare nel settore tecnologico, hanno continuato a prosperare. Grazie alla loro capacità di adattarsi alle dinamiche globali e alle nuove esigenze dei consumatori, queste aziende sono state considerate un'opzione più sicura per gli investitori alla ricerca di protezione dall'inflazione. Tuttavia, è importante notare che nel contesto di un rialzo dei tassi, si potrebbe prevedere una maggiore volatilità nei mercati azionari e la possibilità di un brusco calo degli indici in caso di recessione economica.

Possibili sfide e prospettive future

I dati degli ultimi sei mesi suggeriscono la possibilità di un rallentamento economico globale imminente. Sebbene non sia possibile fornire una previsione precisa, la combinazione di tassi in rialzo, elevata inflazione e segnali di difficoltà nell'immobiliare dei paesi emergenti e dei paesi sviluppati potrebbe indicare una maggiore incertezza e potenziali sfide per i mercati azionari a livello globale. Il crollo delle commodities dopo un'improvviso picco inflattivo potrebbe rappresentare aspettative di minori ordinativi per rallentamento economico atteso, la decorrelazione dell'oro è un pessimo segno che può indicare la tendenza di investitori istituzionali a cercare un rifugio ed una difesa del proprio merito creditizio.

Di fronte a una possibile recessione economica, è probabile che gli indici azionari subiscano una correzione significativa. La forza e la velocità di tale correzione dipenderanno da una serie di fattori, inclusi gli interventi delle autorità monetarie e le politiche economiche utilizzate per stimolare la crescita e affrontare la rigidità. In questo contesto, le grandi imprese multinazionali potrebbero essere esposte a una maggiore volatilità, poiché la recessione e le difficoltà di finanziamento si rifletteranno sull'economia reale.

Conclusioni

In conclusione, il rialzo dei tassi di interesse sta portando a un evidente cambiamento nelle dinamiche dei mercati azionari globali. Mentre le grandi imprese multinazionali continuano a crescere una solida, le imprese di piccole dimensioni potrebbero affrontare sfide nell'ottenere finanziamenti e competere. Inoltre, l'immobiliare dei paesi emergenti sta affrontando una fase di flessione che potrebbe contribuire a un'incertezza generale e ad una frenata delle economie più giovani ma anche dai tassi di crescita più elevati.

Nel contesto di un'eventuale recessione economica globale, gli indici azionari potrebbero subire un calo significativo. È fondamentale che le autorità monetarie adottino politiche appropriate per bilanciare l'inflazione e stimolare la crescita economica. Gli investitori devono essere consapevoli dei rischi associati a un contesto di tassi in rialzo e prendere decisioni informate in base alle proprie strategie di investimento a lungo termine.


P.C. 01/07/2023