Portafogli d'Investimento Teorici:

sabato 13 febbraio 2021

ARTICOLO: il minimo storico nella redditività del High Yield

Più osservo portafogli proposti da "consulenti" e più mi accorgo che lo spunto commerciale nella mente di molti asset manager di società di gestione del risparmio (attive) e di tanti venditori/consulenti sottostanti è quello di sostituire la quota di capitale di debito delle asset allocation con strumenti a loro avviso indicati a continuare a sopportare esose politiche di costi di gestione.

Anziché diluire il rischio con strumenti a basso rischio/rendimento, oppure a capitale fisso (gestioni separate, conti deposito sono quelli spesso a noi più famigliari) si va verso l'obbligazionario flessibile, l'obbligazionario "diversificato" e se va bene "aggregato", l'obbligazionario opportunistico o, addirittura... verso spaventose (a mio avviso, quando proposte come 'alternativa all'obbligazionario') piattaforme di Private Equity e Venture Capital che hanno il 'pregio' dell'illiquidità che rende poco volatili i controvalori.

Questo se non si va espressamente su crediti subordinati, AT1 bancari o semplici High Yield.

Voglio quindi arricchire la mia riflessione di due anni e quattro mesi fa: L'Obbligazionario High Yield sul settore High Yield, aggiornandola alla situazione del 2021.

Ad oggi la redditività delle obbligazioni statunitensi di merito creditizio in assoluto più basso, ovvero al di sotto del CCC è al minimo storico:


E per minimo storico parliamo di metà del rendimento dei momenti di rendimento più basso degli ultimi 25 anni. Un terzo del rendimento di quando scrissi il mio precedente articolo a novembre 2019.
Inutile spiegare, al di là della durata finanziaria, cosa comporta acquistare titoli a massimo rischio e minimo storico di rendimento quando le condizioni di mercato si normalizzano, soprattutto a fronte di un contesto indubbiamente di grande liquidità del mercato obbligazionario, ma anche di utili in crisi per le aziende indebitate.
Se l'acquisto di titoli di buon merito creditizio a rendimenti nulli/negativi espone ad un elevato rischio tassi (esempio banale compro il titolo di Stato Spagnolo 2050 oggi, non rende niente e riottengo il mio nominale se va bene tra 30 anni), nel capitale di debito a basso e bassissimo merito creditizio una minima restrizione della liquidità disponibile espone al rischio attivo di default... e quindi alla possibilità che parte del capitale investito anche in un indice (o in un fondo che ci auguriamo diversificato) venga completamente eroso, con una redditività da interessi al minimo storico per compensare la perdita.
Questo è parzialmente già accaduto:

Osserviamo che l'ETF più diversificato sull'High Yield europeo (per non subire l'effetto valuta) nella sua quotazione ex-cedola ha un valore nominale ancora al di sotto di quello di febbraio 2020. Come è possibile se la redditività del comparto High Yield si è quasi dimezzata da allora?
Teoricamente le obbligazioni ad alto rischio con rendimento 10 pre-Covid dovrebbero valere più di un anno fa, se oggi il rendimento medio a parità di rischio è 5. E questo in parte accade, sulla singola obbligazione:

Mentre l'indice sconta una piccola quota di erosione del capitale (nonostante i molti sussidi) dovuti ai primi default: 
In questo contesto quale è la sensatezza e la convenienza di investire in "venture capital", in CoCoBond bancari, in capitale AT1, in High Yield societari, in subordinate bancarie... sapendo di farlo in concorrenza con un rendimento portato "artificialmente" ai minimi storici, ma con un rischio probabilmente non esattamente al minimo?

Eppure noto che i prodotti di risparmio, anche prudenti e per il mass market, includono sempre di più porzioni generose di questi strumenti, 'wrappati' da pellicole allettanti come "obbligazionario flessibile" o "obbligazionario diversificato" se non "conservativo" e "prudente":
Senz'altro i rendimenti bassi del capitale di debito di migliore qualità vengono erosi dalle commissioni di gestione e non consentono di ottenere un extra-rendimento per il grestore da commissioni di rendimento/performance.

Tuttavia chi non è nelle mani di un "consulente" in conflitto d'interessi (ovvero un venditore) può sempre tenere a mente che le commissioni di un ETF di buon merito creditizio, spesso decorrelato rispetto all'azionario, sono enormemente più sostenibili e che esistono anche conti deposito (più online) o per orizzonti temporali più lunghi gestioni separate (se il venditore te le fa collocare... perché io sento sempre più spesso gente a cui viene risposto 'si il prodotto esiste, ma noi non ne abbiamo redditività, quindi chiedo ai miei superiori e le faremo sapere, ma al 90% è un no').


Quindi, al di là del discorso durata finanziaria e tassi, è opportuno non fraintendere la 'prudenza' e l'effetto stabilità della quota di capitale di debito di un portafoglio in un momento in cui su alcune asset class il rapporto rendimento/rischio è ai minimi da 25 anni.

P.C. 13/02/2021

5 commenti:

Meo ha detto...

Bsera bow . Ritieni quindi molto rischioso IHYG e IHYU ? Inoltre nel caso di un ipotetico investimenti ritieni giusto rimanere solo in area euro ? ( sono contro l hedging x la cronaca )

Grz

bowman ha detto...

Tutto dipende da orizzonte temporale e rischio... chi pondera un quota di High yield e magari ha un portafoglio a lunghissimo, consapevole che dal minimo storico di rendimento il controvalore può scendere parecchio è un discorso, chi compra il fondo "prudente" e lo trova 30% High yield e 10% subordinata AT1, mi preoccupa di più. Interessante, per chi vuole il rischio, il settore High yield in valuta, dove un rialzo dei tassi dollaro ed un'inflazione più forte in quell'area potrebbe benissimo compensare con recupero valutario un incremento progressivo di rischio-redditività dell'asset. Consideriamolo quasi un azionario come volatilità, comunque...

Meo ha detto...

Sono d’accordo con lei nel ritenerlo un investimento rischioso , ci mancherebbe . Mi permetto allora di insistere : allocherebbe una parte di risorse in ihyu / ihyg invece che su etf ( per esempio ) indice o lifestrategy 80/20 ? In sostanza , il rischio diminuisce o aumenta inserendo ishaes a fianco di lifestrategy dvd ? Grz per il dialogo costruttivo

bowman ha detto...

Un'asset allocation come quella del LS 80/20 ha avuto nell'orizzonte temporale medio (6-7 anni) un rendimento medio annuo del 9,4% circa ed una deviazione standard (volatilità/rischio diciamo) dell'11%. Un 75% IHYU e 25% IHYG ha avuto nello stesso periodo rendimento inferiore (intorno al 5,7%) e volatilità intorno al 7,6%. Sulla base di questi elementi (come vedi non faccio previsioni sul futuro... il consulente mi piace "contabile" e "analista" non "guru") si può affermare che una diversificazione del SL 80/20 con i suddetti asset abbassa il rischio ed abbassa più che proporzionalmente il rendimento. In una strategia diversificata, tuttavia, la presenza di bond high yield nel portafoglio (pur molto ampio!) del LifeStrategy è abbastanza esigua. Se quindi aggiungi un asset "global high yield" al precedente investimento aumenti la diversificazione interna enormemente e questo nel lungo termine è spesso virtuoso. Un consulente però poi dovrebbe valutare il rischio timing... come dicevo OGGI (ma non 10 mesi fa per dire!) la redditività del comparto high yield più redditizio è al minimo storico da quando sono iniziate le serie storiche... se tuttavia il portafoglio obiettivo è un (interessante, anche a distribuzione/rendita) LS80/20 + Global High Yield esistono poi molte tecniche per diluire il rischio di un timing se non sbagliato ''poco redditizio''.

Meo ha detto...

Ti ringrazio bow . Esiste un link per un tuo post dove illustri in maniera più approfondita le diverse tecniche che suggerisci per ovviare ad un timing “poco redditizio”? Scusa , come vedi approfitto della tua pazienza :)