Portafogli d'Investimento Teorici:

martedì 26 gennaio 2021

La ricerca del valore (SECONDA PARTE)

Provvedo a concludere il discorso sul Value e sulla ricerca di una "riserva di valore" negli indici finanziari iniziata il 15 gennaio.

Ho diviso la mia (personalissima) analisi in due filmati YouTube, rendendomi conto che il discorso non è dei più leggeri, ma augurandomi che possa essere per qualcuno di interesse.

Wide Moat, CAPE e ricerca del valore alternativo (PARTE 2 di 3)

Conclusioni sulla Ricerca del Valore (PARTE 3 di 3)


P.C. 25/01/2021

5 commenti:

Mike ha detto...

Molto molto interessante.
Sarebbe interessante capire che tipo di volatilità producono questi tipi di approccio.
Secondo te in questo momento storico si può pensare di inserire ETF Value al posto di parte dell'obbligazionario in un portafoglio pigro?

bowman ha detto...

C'è un serio rischio bolla sugli asset da stay-at-home, tecnologici in primis. Al contrario il rendimento (anche, banalmente a livello di divdend-yield) sopravvive in altri asset di "valore". Si può sicuramente pensare di inserire un titolo con un approccio Value, soprattutto se si vuole star lontano da alcuni asset o si vuole diversificare da approcci molto Growth o basati su tematici alla moda già presenti in portafoglio... poi bisogna fare una scelta e darsi una strategia di approccio alla "ricerca del valore". Da li la mia lunga analisi per far capire che esistono diverse scuole di pensiero e strategie. Banalmente il "classico Value", quello per dire che fece miracoli negli anni '80-'90, è da un lungo ciclo economico che non performa ed è svantaggioso rispetto ad un indice globale... anche l'investitore pigro di lungo termine, ha fatto cattivi affari con quello, ma per il futuro chi può dirlo? Dopotutto se esistono i fondamentali (è un mio personale ragionamento), ovvero le poste in bilancio (dai crediti verso terzi, alle immobilizzazioni, agli investimenti etc...) e quindi degli utili abbastanza consolidati una fortissima svalutazione dell'azionario (immaginiamo il -55% del 2008... o peggio) troverebbe un 'floor' nel rendimento. Invece nel mercato growth si sono fatti miracoli, ma incappare in una vera bolla (insegna l'esperienza del 2000) può causare svalutazioni forti (ben superiori al 50%, ma anche al 70%) e tempi di recupero incerti.

Izio ha detto...

Grazie molto interessante.

Ti segnalo che gli Ossiam Cape sono tre: c'è anche IE00BF92LV92 Ossiam ESG Low Carbon Shiller Barclays CAPE® US Sector UCITS ETF 1A (versione "filtrata ESG" di quella "classica" che al momento sovraperforma)

Ciao

Francesco ha detto...

Buonasera Bowman
citi molto spesso analisi a 10 anni. Ma chi tiene gli stessi titolo 10 anni? E con la velocità poi di questa economia. Io personalmente non vado oltre i 5 anni nel misurare le performance di un titolo.

Ciao

bowman ha detto...

Se devi fermarti a 5 anni guarda diversi "quinquenni", l'ultimo non fa proprio testo, e te lo dico avendo trascorso sul mercato ogni singolo giorno degli ultimi 5 anni a fare consulenza a ritmi serrati. Gli interventi delle banche centrali hanno correlato tutto e spinto ad euforie o movimenti mai visti. E' come se uno utilizzasse come parametro gli anni 1994-1999, ovviamente penserebbe che in Tiscali c'è il sol dell'avvenire. Comunque personalmente ho almeno un ETF che sta lì dal 2006 (con qualche aggiunta e disinvestimento parziale...) e conosco gente che ha fondi dagli anni '90. Nulla di più sbagliato su fondi e indici che cambiare continuamente e osservare orizzonti temporali brevi (lì parliamo di trading, non di investimento), salvo propensione al rischio altissima, e temo in crescita... in generale le serie storiche lunghe fanno capire meglio i movimenti degli asset a situazioni di mercato che magari da tempo non ci sono, ma che prima o poi torneranno (banalmente un minimo di inflazione e dei tassi per arginarla).