Portafogli d'Investimento Teorici:

martedì 28 aprile 2020

Tre portafogli a medio termine e la crisi

Dopo aver confrontato il valore di massimo dei mercati (21 febbraio 2020) con l'ultimo valore post-crisi del Covid di tre semplici portafogli a Breve Termine (che si trovano tra le "9 Muse" da me simulate su questo Blog), sono voluto andare a fare un confronto simile anche per i portafogli a Medio Termine.

Ora, se ho costruito bene i portafogli teoricamente:

Prudente Breve Termine < Bilanciato Breve Termine < Aggressivo Breve Termine

Il che si è assolutamente verificato nei due precedenti confronti, dimostrando che questi portafogli per quanto banali, di piccolo importo e con un guazzabuglio di investimenti, alla fine si sono dimostrati ben bilanciati e coerenti alle esigenze del risparmiatore.

Dovremmo ottenere anche:

Prudente Medio Termine < Bilanciato Medio Termine < Aggressivo Medio Termine

Verifichiamo che infatti:


Tra i tre portafogli Erato (medio termine/medio rischio) forse è stato in proporzione un pò più penalizzato, a causa della significativa esposizione a valute che hanno sofferto il calo petrolio.

Confrontando a matrice orizzonti temporali/volatilità ne emerge il seguente quadro:

                                              Breve Termine                                       Medio Termine

Prudente                                        -2,44                                                  -7,75

Bilanciato                                      -5,81                                                  -12,05

Aggressivo                                    -8,58                                                  -13,64

Il comportamento delle asset allocation è perfettamente coerente, e direi che, finora, la diversificazione funziona. L'assenza di anomalie deve condurre il risparmiatore alla massima fiducia nello strumento, certo che a scadenza i risultati saranno bilanciati al rischio/orizzonte temporale che si era preventivato.

Il mercato è imprevedibile, ma la strategia aiuta a gestirne l'incertezza.

P.S.
Si noti come di tutti i portafogli non sono stati considerati i (notevoli) flussi di cedole e dividendi, e che rispetto ai 25000 iniziali di qualche mese fa pre-covid TUTTI i portafogli erano in gain piuttosto significativo, mentre post-covid solo il prudente/breve termine è sopra la soglia dei 25000 e gli altri sono scesi in maniera abbastanza proporzionale. Una discrepanza dal valore iniziale vi è nell'aggressivo di medio termine, che dai 25000 iniziali è sceso meno di quelli meno volatili di medio termine, dato che il dinamismo dell'investimento aveva portato notevolmente più su (in gain di oltre 3000 euro su 25000) le quotazioni prima della crisi.

P.C. 28.04.2020

2 commenti:

Paky ha detto...

Ciao Bow,

ho una domanda che forse esula un pò dal post: in ptf di minori dimensioni gestiti da pochi strumenti, si tende a riassumere la parte azionaria in 1/2 ETF per coprire la capitalizzazione mondiale. Questi strumenti (p.e VWCE o SWDA) sono sbilanciati molto sulla parte tecnologica. In ottica di differenziazione settoriale(e anche per aumentare il flusso di cedole nel caso si propenda per la distribuzione), come la vedi il fatto di affiancare strumenti tipo Aristocrats che puntano a settori che molte volte sono sottopesati nei più famosi ETF utilizzati? A parte il fatto che gli Aristocrats, normalmente, puntano su aziende che hanno dei P/E più bassi.

bowman ha detto...

Ciao,
In un certo senso ci riconduciamo all'annosa discussione tra titoli cosiddetti Growth e titoli cosiddetti Value. Esistono sul mercato dei titoli che, se valutiamo il P/E, sono estremamente sopravvalutati, cosiddetti titoli Growth. Contengono moltissimo capitale, sicuramente sono aziende che producono, ma rispetto al dividendo distribuito, agli utili di bilancio etc... la capitalizzazione è elevatissima. Questo è caratteristico, come dici, dei titoli tecnologici, ad alta capitalizzazione di mercato ma a ridotto patrimonio contenuto. Ci sono poi dei titoli Value, sotto-capitalizzati rispetto alle prospettive di rendimento. Tra questi (per riassumere molto, ma non solo) ci sono gli energetici. Ora, gli ultimi 10 anni (che per molti rappresentano, ma non sono, gran parte della storia finanziaria) hanno visto una crescita incredibile dei titoli Growth (se avessi investito 100mila euro nel Nasdaq100 a natale 2009 avresti avuto 630mila a natale 2019), in particolare USA Growth, che ha tirato su tutto il World Growth ed ha espanso la sua fetta di mercato nella capitalizzazione mondiale (l'Europa Growth negli stessi 10 anni dell'esempio sopra è passata da 100 a 250). Un portafoglio selezionato come quello dell'aristocrats ovviamente tende a includere molti più titoli Value (elevato dividendo e storicità del dividendo in yield rispetto alla valorizzazione del mercato) che titoli Growth (dove la crescita imponente delle quotazioni abbassa lo yield relativo del dividendo distribuito). C'è da dire che questo cielo sereno del Growth non è stato universale. Gli anni 2009-2019 sono stati anche un periodo di quotazioni storicamente alte dell'oro. Che c'entra l'oro? Ci manifesta il fatto che una politica monetaria molto espansiva ha 'artificialmente' tirato su le valutazioni di alcuni asset: questi soldi stampati, per banalizzare il discorso, sono stati investiti dove c'era crescita (Growth) e messi in cassaforte (Gold). Ma non sempre l'economia e la finanza hanno avuto simili connotati. Nel 2000 (bolla dei tecnologici) avremmo ringraziato il cielo di avere un portafoglio Value anziché uno Growth. Ecco il problema della molta liquidità... c'è il rischio di bolle (oltre che di inflazione, e non è un buon segno che quest'ultima non si riprenda). La cannonata di liquidità pompata per via della crisi Covid in un'economia che su molti fondamentali non è più stata la stessa di prima nell'ultimo decennio, aggrava ancora di più la situazione. Io consiglio sempre di diversificare, in generale chi cavalca il Growth oppure mette in cassaforte o va sulla parte dell'economia più svalutata e Value (poi ci sono delle interessanti vie di mezzo, tipo quella parte del real estate composto da società tipo REITS) è bene che capisca che strategia sta seguendo (per non rimanere spiazzato dalle oscillazioni positive o negative del suo portafoglio, mica per altro... non devi stupirti se sui tecnologici hai un crollo da anno 2000 ed è sicuramente presto per vendere tutto e fare la presa di beneficio quando ti hanno reso +90% perché come vedi il buy&hold ha regalato anche dei +700% grazie a quantitative easing, crescita delle quotazioni, politiche accomodanti varie etc...).