Portafogli d'Investimento Teorici:

lunedì 27 gennaio 2020

DEUCALIONE: il III Semestre del Portafoglio di 30 ETF Bilanciato a Distribuzione

Sono passati esattamente 6 mesi dall'ultimo rendiconto semestrale di Deucalione, il portafoglio bilanciato dinamico (costruito grossomodo con un 60% azionario e 40% obbligazionario) composto completamente da ETF a distribuzione.
La strategia di Deucalione è quella di produrre una sorta di piccola 'rendita' costante o quasi nel tempo, facendo 'navigare' il controvalore del capitale attraverso le onde di piena e le tempeste dei mercati finanziari con una forte diversificazione anche su strumenti diversi.
Include, dopo l'ultima revisione dello scorso luglio, ben 30 ETF tutti a distribuzione.

Cosa ne è stato di Deucalione in questi (interessanti) 6 mesi?

Questo è il rendiconto con i valori di metà mattinata di oggi, 27 gennaio 2020:
I dividendi NETTI distribuiti in 6 mesi sono stati di 1420,28 euro, pari al 1,34% netto del capitale inizialmente investito 18 mesi fa (110000 euro).
Ecco che Deucalione mantiene la sua 'costanza' nell'erogazione della rendita che ho quantificato nel corso del suo primo anno di vita nel 2,55% netto del capitale investito, ed è appena sopra in questi ulteriori 6 mesi.

Per capirci, l'ipotetico 'voglio vivere di rendita' che avesse utilizzato Deucalione avrebbe ottenuto i canonici 2000 euro al mese 'puliti' costruendo il portafoglio con la bellezza di 940mila euro. C'è da dire che in un anno e mezzo l'investitore, ad oggi, oltre a ricevere la sua bella rendita avrebbe visto incrementare il capitale a 1022600, un +82600 dovuto sicuramente all'ottima performance dei mercati nel 2019 che, con strumenti efficienti come gli ETF, nonostante l'elevata diversificazione e 'spalmatura' gli ha consentito di recuperare il momento di crisi di fine 2018 e portare a casa una crescita che lo pone ben al riparo della svalutazione inflattiva.

L'obiettivo di Deucalione è però dare al capitale un'esposizione bilanciata ma 'dinamica' ai mercati: nel lungo termine (ricordo che il MINIMO per toccare Deucalione l'ho fissato in 5/6 anni, ma la prospettiva d'investimento è a lunghissimo termine) come l'ipotetica 'arca' di salvataggio questo deve oscillare sulle onde di questo mare alle volte tempestoso (come nei primi 6 mesi di 'vita' del portafoglio) ma deve mantenere la rotta (e l'ideale è minimo minimo battere il tasso d'inflazione).

Ora, osserviamo che in 18 mesi complessivamente positivi i titoli 'in pancia' al portafoglio hanno avuto una performance peggiore del -8,75% ed una massima del +32,67%, questa senza considerare assolutamente i dividendi, che l'ipotetico 'proprietario' di Deucalione non reinveste, ma 'incassa'.

Dalla sua creazione Deucalione ha "fruttato": 9656,72 euro di crescita del capitale + 2842,468 euro di dividendi netti del primo anno e 1420,278 del terzo semestre.

Sul capitale investito il rendimento in 18 mesi è stato:

+8,787% di capitale
+3,88% di dividendi netti

Una performance (mista) complessiva del +12,667%, pari al +8,44% di media annua.

La crescita del capitale negli ultimi 6 mesi è stata +4,22% oltre al +1,34% di dividendi netti incassati.

Non riscontro la necessità di fare modifiche al portafoglio di Deucalione in questo semestre dopo le sistemazioni di luglio, dato che non si profilano a mio avviso né particolari criticità/necessità, né particolari opportunità.

Rimane quindi da aggiornarsi a fine luglio 2020.

P.C. 27/01/2020

P.S.
Evidenzio una piccola rettifica di un errore di digitazione in Excel dello scorso semestre: quando acquistai l'ETF Pimco Short Term HY Euro Bond confusi il prezzo di carico di qualche altro strumento ed il prezzo. Le quote acquistate furono 30 al prezzo corrente di allora di 87,1 e non 20 a 130,66. L'importo è ovviamente il medesimo. La stanchezza su 30 ETF e relativi dividendi ogni tanto si fa sentire e la vista si offusca...

P.P.S.

Questo grafico illustra il rendimento di due ETF azionari large cap dei paesi industriali (il MSCI World, che è dollaro-centrico ed il MSCI Europe che è euro-centrico) confrontati con un 'campione dei portafogli a distribuzione' quale il nostro IE00B2NPKV68 (Titoli di Stato di Paesi Emergenti in Dollari) e ne evidenzia, in un decennio, gli andamenti e la loro complementarità (soprattutto tra azionario large cap/europa e obbligazionario emergenti/dollaro):



4 commenti:

Paky ha detto...

Ciao Bow,

Ancora grazie per l'utilissimo lavoro che fai. Avrei una curiosità: reputi troppo aggressivo l'inserimento di bond governativi em in un ptf di lungo periodo se hai già una esposizione importante sull'azionario? Quello che voglio dire è se quei bond alla fine non vanno a sovrapporre ulteriormente la parte azionaria. Forse potrebbe essere interessante metterli hedgiati in maniera da decorrelarli alla valuta. Tu cosa ne pensi? Vedo che nei tuoi ptf sono sempre presenti.

bowman ha detto...

Ciao,

L'asset obbligazionario emergente è un obbligazionario ad alto rendimento/volatilità che è però molto ben decorrelato dagli azionari dei paesi sviluppati. Mi spiego: l'altro obbligazionario ad alto rendimento è il High Yield, ma sia nelle obbligazioni high yield (globali o europee sono gli asset 'maggiori') sia nel canonico MSCI World o azionario europa i soldi alla fine stanno nel capitale a disposizione di aziende dei classici paesi USA-EU-Jap-UK e ne risentono delle relative oscillazioni. Nei titoli di stato emergenti abbiamo tutt'altra esposizione: nazioni che crescono ma con più elevato rischio e che quindi rendono come interesse utilizzando la diversificazione. Ora, il problema è che l'EM Bond più 'sano' è quello in dollari, né la Cina né il Brasile si indebitano molto in valute forti non dollaro, quindi c'è tutto il problema della valuta. Ho messo come post scriptum al topic un grafico che mostra: l'andamento di un buon titolo bond emergenti paragonato all'azionario dei paesi sviluppati (2/3 USA) e all'azionario europeo (tutti ETF). Come vedi, soprassedendo sulla fortissima crescita decennale degli USA/MSCI World la migliore performance di 'nuoto sincronizzato', o meglio di andamento in crescita, ma decorrelato e complementare, la abbiamo con l'Europa. Infatti il mercato emergente obbligazionario ha medesimi tassi di crescita dell'azionario europeo, ma si 'completano' perché non hanno gli stessi andamenti in quanto natura dell'investimento diversa, valuta forte ma diversa e corsi di mercato completamente diversi. Guarda a fine 2011: azionario giù, tds emergenti che fa da rifugio. Guarda a metà 2013: i soldi escono dai bond emergenti e vanno a gonfiare l'azionario europeo. Guarda a inizio 2016: crisi dell'obbligazionario e azionario europeo, come al solito l'emergenti tds fa da 'spalla'. Altro incrocio durante il 'crollo dei mercati' di natale 2018: l'azionario scende con l'ascensore, l'obbligazionario emergenti recupera. Immaginiamo l'investitore che ha selezionato questi due asset (abbiamo un bel ciclo di 10 anni, inizia ad avere una sua rilevanza 'storica'): si trova con entrambi gli asset che hanno più che raddoppiato l'investimento, però si sono sempre dati 'reciproco sostegno' negli anni. Questo non indica affatto che sia predittivo per il futuro: indica che la conformazione del nostro sistema economico è tale da vedere uno spostamento e scambio dei capitali da azionario europeo-euro a obbligazionario emergenti-dollaro nelle fasi di congiuntura, con una crescita che è abbastanza tendenzialmente simile nel lungo, ma senza rinunciare alla redditività. E' stato un ottimo abbinamento nel decennio appena trascorso, replicando fedelmente il mercato ed utilizzando strumenti efficienti e diversificati rappresenta secondo me una solida strategia con cui impostare un investimento. Parliamo, ovviamente, e come si vede, di asset a volatilità considerevole nel medio-breve termine!

Paky ha detto...

Grazie mille Bow per le preziose spiegazioni. Quello che hai detto lo avevo notato facendo un'analisi su quantalys: in pratica prendendo lo stesso ETF EM bond ma EUR hedged si vede come esso si comporti alla grande(nel senso di decorrelarsi parecchio) nei momenti di crisi dell'azionariato US. Nel caso dell' EUR hedge inoltre hai il grande vantaggio di ridurre ulteriormente l'esposizione valutaria(se consistente). Ovvio che tutto ciò avviene a discapito della performance però mi sembrava un buon punto di riflessione.

bowman ha detto...

Sì, infatti, a me interessa analizzare l'andamento ed il fatto che incorporano rendimento (non si prestano soldi a paesi emergenti in cambio di nulla, diciamo). Poi sul rendimento futuro non si sa, per quello il msci world è ovviamente condizionato dal boom di alcuni colossi Usa.