Ieri ho revisionato dopo 8 mesi il portafoglio a distribuzione ANNIBALE, provvedo oggi a paragonarlo con il suo portafoglio 'ombra': SEMPLICESEMPLICE (o Sx2), che nacque nel 2019 come una sorta di 'benchmark' realizzato senza diversificare in troppi strumenti, ma utilizzando 5 ETF, in 5 asset class redditizie, tra loro bilanciate, che dessero similmente distribuzione e con un livello di rischio paragonabile.
Oggi assistiamo ad una delle manifestazioni del rischio che ci si sobbarca in più andando per forza a diversificare anche con strumenti come ETF che investendo in indici di titoli il rischio "specifico" del singolo titolo già lo diversificano:
Osserviamo cosa è accaduto: Sx2, per poter utilizzare solo 5 indici, ha diversificato su 5 asset diversi, ma ha dovuto concentrare su questi percentuali significative. Ha investito in 'Azionario Mondiale', in 'Azionario Europa' (sottoinsieme minoritario del precedente), ha poi dovuto diversificare sull'Azionario Emergenti, l'obbligazionario societario in dollari ed l'obbligazionario emergente privo di rischio valuta.Cercando un ETF dal dividendo redditizio, ma al contempo rappresentativo delle maggiori aziende delle potenze emergenti più rilevanti ho selezionato il BRIC50: purtroppo la congiuntura geopolitica del 2022 ha calamitato su questo indice il rischio sistemico del mercato Russo (precipitato con l'embargo) e di quello Cinese in seria difficoltà. Unendo questo alle problematiche del debito emergente (non compensato dalla valorizzazione del dollaro), otteniamo la solita distribuzione, ma una performance complessiva dalla creazione per Sx2 di 'solo' +1,5%: è stato fortemente penalizzato anche rispetto ad ANNIBALE.
3 commenti:
Magari si può sostituire etf BRIC con un emerging, magari
Invesco FTSE RAFI Emerging Markets UCITS ETF
ISIN IE00B23D9570, Ticker PEH
Ma comunque il portafoglio resta ottimo, ovviamente orientato ai dividendi
Bowman, secondo tua opinione cosa ne sarà dell etf sui BRIC?
La tematica del BRIC è molto in auge da una quindicina d'anni almeno. Secondo me ha senso dividere l'azionario emergente tra "potenze" emergenti, seppur con i loro rischi geopolitici, di governance, di capitalizzazione, di assoluta irregolarità rispetto ai canoni 'sviluppati' del funzionamento di alcuni mercati, e mercati emergenti 'minori'. Paragonare Cina, India, Brasile e (sic) Russia a Vietnam, Georgia e Egitto è molto disomogeneo. L'embargo della Russia dimostra però che gli emergenti sono un settore disomogeneo e pieno di molteplici rischi al di là della volatilità, forse il risparmiatore dovrebbe prenderli "aggregati" il più possibile e non pensarci più... è meglio l'emerging markets a distribuzione? Sicuramente, personalmente io sto usando un Vanguard Emerging Markets su indice FTSE. L'altro problema è che dove si applica un filtro "settoriale" o "tematico" all'universo emergente non è come se si fa la stessa cosa a USA o Europa... cambia molto il risultato, con conseguenze spesso imprevedibili. La sorte del ETF Bric 50? Se questo embargo della Russia prosegue rimarrà esclusa dall'indice. L'ETF potrebbe addirittura essere delistato per le difficoltà di gestione... (consideriamo anche che a fine embargo dovrebbe rapidamente rientrare sulle posizioni russe), però iShares ha le spalle large, non è detto che lo faccia.
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