Porto alla luce oggi uno degli sforzi più significativi, finora, del Blog. Introducendo il concetto di Direct-Indexing.
Ad oggi una tecnica nota come direct-indexing è applicabile o in maniera grossolana oppure per portafogli di grandi dimensioni, ovvero "macro". Consiste nel sostituire uno (o più... buona fortuna) asset all'interno di un portafoglio, solitamente rappresentati da un fondo, un ETF, le quote di una Sicav, con un "indice" personalizzato composto da una "massa" ordinata, sensata, diversificata, di singole azioni in quantità sufficiente da creare un indice e non solo una "selection" o selezione, oppure un "focus" ovvero una scelta concentrata su qualcosa.
Cosa fa TRINO?
L'ho presentato a breve distanza (pur essendo cose che preparo da tempo e che mi servono per altre cose) da TERZIO perché l'esercizio accademico (non provate a farlo a casa senza genitori o consulenti finanziari con palle fumanti) è per avere un confronto: la presentazione della stessa strategia, ma con qualcosa di più "avanzato".
Prendiamo quindi ad esempio la strategia: 1/3-1/3-1/3 "High Sharpe" di TERZIO, medesimo orizzonte temporale (5 anni) ribilanciamenti e revisioni annuali anziché semestrali altrimenti ci perdo la salute e il blog non mi paga una lira, ma con 1 milione di euro ed includendo un "indice personalizzato" di 60 titoli azionari al posto di alcune asset class.
TRINO quindi parte con:
15% di portafoglio azionario realizzato tramite "Direct Indexing" utilizzando 60 titoli, in prevalenza Small Cap (ed in prevalenza europei, con concentrazione sui titoli UK e Italiani per ridurre la doppia imposizione fiscale sui dividendi), in quota minore Mid Cap ed in quota ancora minore Large Cap. La segmentazione di mercato è oltretutto spostata più su Growth che su Value e Blend. Otteniamo quindi una mappatura di riferimento per il Sotto-Portafoglio Azionario Diretto cui faccio coprire al 60% l'asset class small cap europa e per il 40% l'asset class momentum/growth.
1% di europa small cap (residuo)
7,3% di azionario momentum/growth (residuo)
6,66% di obbligazioni USA-internazionali a lungo termine con copertura valutaria
6,66% di titoli di Stato USA a lungo termine in dollari
13,3% di azionario minimum volatility e low volatility
6,66% di titoli di Stato USA a breve/medio termine
10% obbligazionario paesi emergenti
30% di polizze vita pure a gestione separata (volatilità zero)
3% di conti deposito ed cash (liquidità)
Il risultato finale è il seguente:
Le motivazioni possono essere innumerevoli, un insieme di azioni indubbiamente è più efficiente fiscalmente di un fondo, tuttavia questo non basterebbe a farsene carico. Per enormi realtà (società, hedge fund) la cosa può avere senso per 'partecipare all'economia', banalmente sedere in consiglio d'amministrazione di queste società e fare anche un'attività di "imprenditore misto" tra l'investitore finanziario e l'industriale. Qui ipotizzo una motivazione più prosaica: l'investitore da 1 milione di euro di TRINO proviene da una storia di investimenti precedente, è stato convinto a partecipare all'aumento di capitale della banca dove era prima, o è stato danneggiato con posizioni in strumenti di risparmio gestito chiusi in significativa perdita ed ora, entro i 5 anni, ha dato mandato per cercare di utilizzare anche 100000 euro di minusvalenza pregressa, che considero come un asset di questo portafoglio.
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