Portafogli d'Investimento Teorici:

giovedì 1 aprile 2021

TRINO: un macro-portafoglio moderato con direct-indexing

Porto alla luce oggi uno degli sforzi più significativi, finora, del Blog. Introducendo il concetto di Direct-Indexing.

Ad oggi una tecnica nota come direct-indexing è applicabile o in maniera grossolana oppure per portafogli di grandi dimensioni, ovvero "macro". Consiste nel sostituire uno (o più... buona fortuna) asset all'interno di un portafoglio, solitamente rappresentati da un fondo, un ETF, le quote di una Sicav, con un "indice" personalizzato composto da una "massa" ordinata, sensata, diversificata, di singole azioni in quantità sufficiente da creare un indice e non solo una "selection" o selezione, oppure un "focus" ovvero una scelta concentrata su qualcosa.

Cosa fa TRINO?

L'ho presentato a breve distanza (pur essendo cose che preparo da tempo e che mi servono per altre cose) da TERZIO perché l'esercizio accademico (non provate a farlo a casa senza genitori o consulenti finanziari con palle fumanti) è per avere un confronto: la presentazione della stessa strategia, ma con qualcosa di più "avanzato".

Prendiamo quindi ad esempio la strategia: 1/3-1/3-1/3 "High Sharpe" di TERZIO, medesimo orizzonte temporale (5 anni) ribilanciamenti e revisioni annuali anziché semestrali altrimenti ci perdo la salute e il blog non mi paga una lira, ma con 1 milione di euro ed includendo un "indice personalizzato" di 60 titoli azionari al posto di alcune asset class.

TRINO quindi parte con:

15% di portafoglio azionario realizzato tramite "Direct Indexing" utilizzando 60 titoli, in prevalenza Small Cap (ed in prevalenza europei, con concentrazione sui titoli UK e Italiani per ridurre la doppia imposizione fiscale sui dividendi), in quota minore Mid Cap ed in quota ancora minore Large Cap. La segmentazione di mercato è oltretutto spostata più su Growth che su Value e Blend. Otteniamo quindi una mappatura di riferimento per il Sotto-Portafoglio Azionario Diretto cui faccio coprire al 60% l'asset class small cap europa e per il 40% l'asset class momentum/growth.

1% di europa small cap (residuo)

7,3% di azionario momentum/growth (residuo)

6,66% di obbligazioni USA-internazionali a lungo termine con copertura valutaria

6,66% di titoli di Stato USA a lungo termine in dollari

13,3% di azionario minimum volatility e low volatility

6,66% di titoli di Stato USA a breve/medio termine

10% obbligazionario paesi emergenti

30% di polizze vita pure a gestione separata (volatilità zero)

3% di conti deposito ed cash (liquidità)

Il risultato finale è il seguente:


Ma la novità importante (per il Blog) di Trino è il Sotto-Portafoglio Azionario Diretto. Notiamo come le quote delle singole azioni coprono percentuali simili di portafoglio, la ponderazione (pur concentrando su Europa, prevalentemente UK e ITA ed in maniera residuale su USA) è avvenuta tramite una stretta diversificazione tra settore merceologico e tra aziende che non siano troppo correlate come andamento, oltre che nella segmentazione di mercato (Small Cap, Mid Cap... Value, Growth).
Non sto a spiegare eccessivamente il portafoglio per non dilungare, spero che la "tecnica" si noti, per chi è interessato, andandoselo a studiare:
La domanda è: perché il Direct-Indexing?

Le motivazioni possono essere innumerevoli, un insieme di azioni indubbiamente è più efficiente fiscalmente di un fondo, tuttavia questo non basterebbe a farsene carico. Per enormi realtà (società, hedge fund) la cosa può avere senso per 'partecipare all'economia', banalmente sedere in consiglio d'amministrazione di queste società e fare anche un'attività di "imprenditore misto" tra l'investitore finanziario e l'industriale. Qui ipotizzo una motivazione più prosaica: l'investitore da 1 milione di euro di TRINO proviene da una storia di investimenti precedente, è stato convinto a partecipare all'aumento di capitale della banca dove era prima, o è stato danneggiato con posizioni in strumenti di risparmio gestito chiusi in significativa perdita ed ora, entro i 5 anni, ha dato mandato per cercare di utilizzare anche 100000 euro di minusvalenza pregressa, che considero come un asset di questo portafoglio.
Come la compensiamo la minusvalenza?
- Bond? --> al momento poco redditizi o eccessivamente esposti a rischio credito
- Derivati? --> per carità, sono adeguati solo per chi li vende, soprattutto a tassi d'interesse come quelli odierni
- Singole azioni? --> troppo scarsa la diversificazione ed il rischio di controparte

Sì, esistono Trackers Certificates, ma sono un pò di nicchia e poco scambiati per i nostri volumi. E ETC/ETN, ma riguardano Commodities e strumenti spesso molto volatili.

Andiamo ad integrare quindi nel nostro schema di portafoglio "High Sharpe" e con 1/3 solo di azionario (moderato... spesso chi investe cifre a sei zeri vuole prima conservare e poi accrescere) un "indice" fatto in casa con 60 azioni per quanto possibile diversificate.
Vedremo gli effetti anche in funzione della piega che prenderanno i mercati una volta l'anno.

P.C. 01-04-2021

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