Il secondo semestre chiude in 2021 estremamente positivo per i mercati finanziari e per chi ci ha investito:
Nel corso della mia esistenza solo due volte negli anni '90 (nel 1993 e nel 1999) e altrettante negli anni '80 (il 1983 ed il 1988) l'indice che rappresenta gran parte della capitalizzazione dei paesi sviluppati ha incontrato una crescita superiore ad 1/3 del suo valore nell'anno solare. E comunque di pochi punti superiore (il record fu il +40% del 1993).
Questo secondo semestre è stato leggermente meno 'impetuoso' del primo, ma è stato guidato dai due asset storici che stanno gonfiando la capitalizzazione mondiale: il S&P500 ed il Nasdaq e da asset "Value" più difensivi verso l'inflazione: Commodity (+12%) e Immobiliare Globale (+9%).
Il dollaro ha iniziato il suo recupero nei confronti dell'euro a partire proprio da metà anno circa, mentre l'asticella degli asset in perdita è molto bassa, tanto quanto lo era stata nel primo semestre. Non ha fatto un buon affare, oltre a chi è rimasto liquido (-0,3%), chi ha investito in Titoli di Stato Europei (-0,76%) in generale ed italiani in particolare (-2,65%), chi ha sofferto con le valute emergenti (-2,26%) e, unico azionario, chi era esposto a inizio luglio all'azionario dei paesi emergenti (-2,91%).
Altri asset del pacifico in generale hanno sotto-performato, come il Pacifico (+0,9%), l'immobiliare asiatico (+0,2%), le small cap giapponesi (+0,08%).
P.C. 02/01/2022
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