Sicuramente il 2020 è stato un anno difficile sui mercati, gran parte degli asset ha subito una svalutazione ed un portafoglio completamente diversificato avrebbe avuto più probabilità di perdere valore dal 31.12.2019 al 30.06.2020 che di guadagnarne.
Possiamo però notare che:
1- 7 asset class su 24 si sono rivelate comunque un 'buon investimento', eguagliando la situazione (sempre di 7 investimenti in gain) di un altro semestre difficile: il primo semestre di 2 anni fa. La diversificazione quindi ci permette comunque di accedere, anche in un periodo negativo e con un orizzonte temporale di 6 mesi, a 7 asset su 24 che si rivelano fruttiferi.
2- Relativamente ai primi 2 asset, il Nasdaq e l'Oro non decorrelano dall'andamento iniziato 18 mesi fa. Per 3 semestri continuativi si rivelano asset caratterizzati da un trend di apprezzamento significativo, l'oro ha fatto +8,76% nel I semestre 2019, +9,97% nel II semestre 2019 e +17,13% nel I semestre 2020. Il Nasdaq +22,79%, +14,8% e +15,73%. La ragione non va cercata in grandi teorie di gestori degli hedge fund: un trend espansivo su immissioni di liquidità e tassi d'interesse bassi inietta moneta nel sistema che svaluta, anche se invisibilmente, le valute (causando apprezzamento dell'oro) e fornisce ai mercati una liquidità che va a allocarsi prima di tutto nei settori "Growth" dei mercati con più disponibilità di capitale, tra cui spicca il Nasdaq. Questo fenomeno è un 'termometro' da tenere bene a mente perché l'andamento parallelo di questi due asset molto distanti (il solido lingotto e l'innovazione) mostra che non si tratta di una crescita alimentata da utili e produttività in crescita, ma da allocazione di liquidità. Con tutto quello che significa.
3- I difensivi, in una situazione di 'panico' sui mercati, hanno fatto il loro lavoro. Io, investitore del 31 dicembre 2019... su cosa ho guadagnato uscendo oggi? Sui classici asset prudenti/difensivi. Escludendo il Nasdaq ho avuto +17% sull'oro (non prudente ma difensivo), quasi +7% sui titoli di Stato USA, quasi +3% sulle obbligazioni a più alto merito creditizio, quasi +2% su BTP e titoli di stato europei (pur caratterizzati ormai da una redditività intrinseca ridotta all'osso). E' costante l'andamento della liquidità, un non-investimento da -0,24% totalmente in linea con gli ultimi 4 anni, quindi esclusivamente stabilizzante (e con un costo per farlo!).
4- Gli asset che hanno 'perso' però hanno registrato nel primo semestre 2020 le perdite peggiori della nostra tabella periodica, quindi almeno dal 2016. I più 'tranquilli' sono stati asset che perdono dal 3% al 5%: titoli di stato di paesi emergenti in valuta forte, azionario USA a grande capitalizzazione, obbligazionari speculativi globali. Perdite più significative, ma inferiori al 10% per obbligazionari speculativi europei, obbligazioni emergenti in valuta debole, azionario giapponese (sia small che large cap) che quindi si posiziona tra i migliori azionari ex-Nasdaq. Riportano perdite serie (superiori al 10% e fino al 15%) azionario emergenti, azionario europa (indipendentemente dalla capitalizzazione), azionario pacifico, azionario USA a piccola capitalizzazione. La vera 'catastrofe' la registriamo sull'Azionario Italia, l'Immobiliare (sia in Asia che in occidente) e le materie prime.
Mi auguro che, al solito, queste tabelle servano a dare una visione d'insieme, uno spunto di riflessione e di razionalizzazione di cosa un'attenta strategia d'investimento diversificata comporta.
P.C. 05.07.2020
3 commenti:
Buongiorno Bowman
ottimo articolo. Le vorrei però chiedere se, in base a queste considerazioni, lei ritiene che questi trend possano continuare sul secondo semestre oppure che si debba già ora dover fare dei ribilanciamenti (il Nasdaq è sui massimi).
Il Nasdaq si è staccato molto dagli utili che distribuiscono le aziende che vi sono quotate, però è un carattere 'Growth' di quel mercato che è andato avanti a simili condizioni se non per un decennio per parecchio tempo. E' sicuramente comprensibile chi, iniziando magari ad investirci 'solo' un anno e mezzo fa, magari vuole parzialmente consolidare su asset più a buon mercato ma, al contrario, con un discreto flusso di utili storici. Fatta questa semplice constatazione non è professionale far credere che io sia in grado di anticipare o prevedere i mercati, ci si possono assumere dei rischi calcolati, si può diversificare e si può portare avanti con metodo una strategia, tutte le mie simulazioni non sono suggerimenti d'investimento, né esibizionismo di presunte capacità di gestione attiva, ma solo formazione pratica per chi non ha esperienza di un investimento diversificato "cosa avviene se investo i miei soldi facendomi un portafoglietto di strumenti?", ecco, guardando l'evoluzione dei vari portafogli e delle diverse strategie ci si fa un'idea e si razionalizza il rischio. Detto ciò molti aspettano lo 'tsunami'... anche sui giornali si fanno paragoni con la crisi del '29. La settimana scorsa leggevo un libro (di un economista di Harvard) scritto nel 2009 che appunto paventava un decennio di 'Depressione' dopo l'evidente collasso del sistema creditizio. Ora, fare il profeta di sventura è molto comodo (se ci azzecchi eri il 'genio' che ha previsto tutto, se sbagli nessuno se lo ricorda e se qualcuno se lo ricorda puoi portare in tua difesa timori e avvedutezza da buon padre di famiglia). Io dico solo che nessuno sa con sicurezza cosa accadrà a settembre o a dicembre o nel 2021, oggi. Però la situazione è dissimile da quella di altre grandi crisi. Nel 1929 le banche addirittura anticipavano soldi per comprare azioni, quando il mercato implose ci fu l'assenza della liquidità, negli USA fallirono centinaia di banche, miliardi di dollari di depositi vennero persi dai risparmiatori, lo Stato inizialmente non poté o non volle intervenire. Qui abbiamo tassi pressoché negativi ed il problema non lo vedo tanto nella 'distruzione' dell'economia (che può comunque essere innescata ampliando la crisi al sistema creditizio o con chiusure e perdite di posti di lavoro in spirale depressiva), ma nella crescita del debito aggregato (soprattutto pubblico) e nella sfiducia dei consumatori. La seconda può essere stabilizzata dando liquidità per un periodo sufficiente, il debito aggregato quando GLOBALE storicamente ha portato a fasi inflazionistiche... anche se lo scenario attuale è di potenti banche centrali con mandati costitutivi di arginamento dell'inflazione. Rialzeranno i tassi? Vedremo nuove fluttuazioni valutarie e speculazioni stile anni '90? Mi sembra improbabile nel mondo di quasi 30 anni dopo, tutto va verso la stabilizzazione. Rimane il nodo del debito. Senz'altro il mercato al momento sta puntando molto sulla tecnologia perché è vista al centro delle riforme e dei flussi d'investimenti e appare meno coinvolta con le chiusure... tuttavia la tecnologia è un mercato fragile che si basa su aspettative, con volatilità sugli utili molto molto alta. Questo non significa che non si renda protagonista della ripresa, ma come la Tabella dei Rendimenti ci ha rivelato c'è stata un'insolita 'forbice' grossomodo dopo metà aprile: un lato dell'economia, le aziende 'value', sono andate in una direzione, altre, già sovrastimate, hanno avuto una rapidissima ripresa. Se si guarda i grafici di due ETF della stessa casa, il iShares MSCI World Minimum Volatility ed il Momentum Factor, si può apprezzare la 'forbice' che, insolitamente (di solito il momentum sovraperformava il 'cugino' ma aveva andamento abbastanza parallelo), ne biforca il trend.
La ringrazio per il tempo e la completezza della risposta.
Malgrado la prudenza nel sottolineare che le sue simulazioni non siano suggerimenti d'investimento e che non si possa prevedere cosa succederà nel prossimo semestre, gli articoli del blog forniscono una quantità di spunti e di conoscenze impagabili.
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