Dopo
aver parlato a lungo di innovatori come Vanguard, vado oggi a
recensire un'altra importantissima casa di emittenti di ETF e di
gestori patrimoniali mondiali.
La
State Street Corporation è una grande istituzione finanziaria di
Boston, che affonda le sue radici nella Union Bank fondata nel 1792.
E' considerata una delle aziende 'too big to fail' ed ha fondato la
'Global Advisors' (Consulenti Globali) nel 1978 come società di
gestione del risparmio. Fin dalla sua creazione la State Street
Global Advisors si è specializzata nella creazione di fondi
indicizzati, che replicassero gli indici di mercato. Nel 1993 ha
inventeto degli "unit investment trusts" (fondi fiduciari
previsti dalla legge USA) concepiti per replicare passivamente un
indice senza un vero board di gestione, le cui quote potessero essere
scambiate sul mercato: la nascita degli ETF.
I "RAGNI" ovvero gli Spyders (dalla pronuncia della sigla in inglese) sono quindi degli ETF della SPDR, creati dalla State Street Global Advisors, che prendono nome e sigla dal capostipite della famiglia: lo Standard&Poor's Depositary Receipts, che replicava l'indice S&P500.
Ad oggi, sul mercato anche Italiano, vi è un'ampia scelta di 'Ragni' che si sono evoluti nel tempo generando prodotti sempre più innovativi, affinando la realizzazione degli indici e i portafogli grazie a 27 anni di esperienza della State Street Global Advisors. La caratteristica di questi ETF, anche se molto più scambiati negli USA che in Italia, è quella di presentare un'elevata esperienza nella costruzione e nella gestione di costi e strategie di replica, e di avere una qualità molto elevata e portafogli molto diversificati.
Oltretutto per quasi tutti si trova uno storico più lungo e significativo di molti strumenti più recenti ed hanno una tradizionale presenza di lungo corso sul mercato (ne sono stati delistati pochissimi, che io sappia) a prescindere dalla dimensione delle masse investite.
Ad oggi, sul mercato anche Italiano, vi è un'ampia scelta di 'Ragni' che si sono evoluti nel tempo generando prodotti sempre più innovativi, affinando la realizzazione degli indici e i portafogli grazie a 27 anni di esperienza della State Street Global Advisors. La caratteristica di questi ETF, anche se molto più scambiati negli USA che in Italia, è quella di presentare un'elevata esperienza nella costruzione e nella gestione di costi e strategie di replica, e di avere una qualità molto elevata e portafogli molto diversificati.
Oltretutto per quasi tutti si trova uno storico più lungo e significativo di molti strumenti più recenti ed hanno una tradizionale presenza di lungo corso sul mercato (ne sono stati delistati pochissimi, che io sappia) a prescindere dalla dimensione delle masse investite.
I
Ragni Obbligazionari Esteri:
SPDR
Bloomberg Barclays Global Aggregate Bond (IE00B43QJJ40 - GLAG)
Questo
ETF, con una spesa annua record dello 0,1% replica l'universo
obbligazionario globale: Titoli di Stato (55%), Mortgage Backed
Securities (12,5%), Obbligazioni Societarie (10%), Obbligazioni
Bancarie (5%) e via enti governativi, asset backed securities etc...
accorpa nell'investimento sia paesi sviluppati che paesi emergenti.
Una regola: il rispetto dell'Investment Grade. Replica oltretutto
tutte le maturity: c'è un 28% di titoli con vita residua sotto i 3
anni ed un 25% con vita residua superiore ai 10 anni. Il paese più
rappresentato sono gli USA (38%), poi Giappone (16%),
Francia/UK/Germania (16%), Cina (5%), Italia/Spagna (5,7%) e via
paesi minori con un buon merito creditizio. E' a distribuzione, con
un dividendo lordo poco superiore al 1,5% annuo (in rate semestrali).
L'attuale capitalizzazione è di circa 360 milioni. Le emissioni
comprese nell'indice di questo incredibilmente ampio ETF sono oltre 20mila, di cui 3700 fisicamente presenti nel fondo: l'obbligazione più grande non copre un duecentesimo del patrimonio.
Non prevede prestito titoli e prevede una replica fisica con
campionatura stratificata dell'indice.
Appare, per chi è disposto comunque ad assumersi un
rischio valutario verso il dollaro, come un valido rappresentante
dell'universo-debito a costi assolutamente ragionevoli.
SPDR
Bloomberg Barclays Global Aggregate Bond Euro Hedged (IE00BF1QPL78 -
GLAE)
Fratello
gemello del precedente, offre per il risparmiatore europeo una
copertura valutaria nei confronti dell'euro. E' però meno scambiato
(intorno ai 212 milioni).
SPDR
Bloomberg Barclays US Treasury Bond (IE00B44CND37 - TRSY)
Questo
ETF replica i titoli di stato emessi dal tesoro USA in dollari,
tramite la replica di 240 emissioni obbligazionarie. I titoli sono
selezionati con una maturity inferiore ai 10 anni (8,5) ed una
duration di 7. Storicamente la distribuzione semestrale è del 2%
(tassata al 12,5%). Il costo annuo è dello 0,15%. E' scambiato per
circa 528 milioni, ad oggi.
Rappresenta
quindi una scelta per rappresentare il governativo americano
in un portafoglio a distribuzione.
SPDR
Bloomber Barclays 1-3yr US Treasury Bond (IE00BC7GZJ81 - TRS3)
Strumento
assolutamente complementare al precedente, replica i titoli di stato
con vita residua massima di 3 anni, sempre emessi dal tesoro USA. La
cosa interessante è che nel TRSY questi titoli sono rappresentati al
30%, mentre in questo ETF la maturity media è di circa 2 anni. In
una logica di stabilità nei confronti dei tassi d'interesse
(soprattutto quando questi sono molto bassi...) questo ETF garantisce
comunque una distribuzione di circa il 2% (grazie alla curva dei
tassi abbastanza appiattita negli USA). Le spese sono sempre dello
0,15%, ma le masse scambiate non raggiungono i 200 milioni.
SPDR
BofA Merrill Lynch 0-5 Year EM USD Government Bond (IE00BP46NG52 -
EMH5)
Strumento
obbligazionario di decorrelazione dai tassi d'interesse: investe nei
titoli di stato dei paesi emergenti con maturity massima di 5 anni.
Per l'esattezza 1/8 del portafoglio è composto da titoli di paesi
emergenti che scadono entro 1 anno, il resto è diviso equamente tra
scadenze entro i 3 ed entro i 5 anni. Questo lascia al titolo una
distribuzione tra il 3,5% ed il 4% annuale, ma con una duration
limitatissima (2,5). Il merito creditizio, rispetto a molti altri
obbligazionari emergenti, è oltretutto molto alto: 2/3 del
portafoglio sono composti da titoli 'investment grade'. Le
commissioni annue arrivano allo 0,42%, ma rimane un ETF poco
scambiato in Europa con masse nell'ordine dei 110 milioni.
SPDR
Bloomberg Barclays Emerging Markets Local Bond (IE00B4613386 - EMLD)
Uno
dei più popolari 'ragni' obbligazionari in Europa, rappresenta, a
differenza dei precedenti, un investimento obbligazionario esposto
non al dollaro o all'euro, ma alle ben più deboli valute locali dei
paesi emergenti. E' sul mercato da più tempo degli altri 'ragni',
con costi annui dello 0,55% ed una distribuzione annuale che supera
il 4,8%. Investe in 525 obbligazioni e per statuto nessun paese può
superare il 10% del capitale (rispettoso dei criteri UCITS!). La
principale e sostanziale differenza tra questo obbligazionario
emergente in valuta locale e quello di altri importanti competitors,
è che SPDR mantiene un merito creditizio relativamente alto nella
sua selezione: solo il 16% del capitale è investito in titoli sotto
l'investment grade e ben il 42% ha almeno un rating A, non frequente
tra i paesi emergenti. Questo mette in pole position come paesi
d'investimento la Corea del Sud, l'Indonesia, il Brasile, la Malesia,
la Tailandia, il Messico, la Cina, la Polonia ed il Sudafrica, con
posizioni grossomodo comprese tra il 5 ed il 10%. Insomma valuta
locale sì, ma con criterio. L'obbligazionario non eccede troppo
neppure come maturity (sotto i 9 anni) ed ottiene una duration
tuttosommato contenuta del 6,4%. In questa struttura si riconosce
l'esperienza di SPDR nel gestire asset tendenzialmente volatili e che
rischiano, nel tempo, di svalutarsi a favore della mera distribuzione
di dividendo.
SPDR
Bloomberg Barclays Emerging Markets Inflation Linked Local Bond
(IE00B7MXFZ59 - SYBI)
Un
"unicum" nell'offerta di ETF obbligazionari dei paesi
emergenti! Strumento che ho già spiegato qui sul Blog, investe in
obbligazioni in valuta locale (debole), ma indicizzati
all'inflazione. Data la scarsità di questi strumenti, l'indice è
meno diversificato (110 titoli), la maturity (come spesso negli
inflation-linked) diventa lunga, quasi di 11 anni, e parimenti la
duration. L'asticella del rischio si abbassa e passiamo a metà
capitale investito nel non-investment grade. La localizzazione
territoriale è concentrata fino al 20% per singolo paese, con
Israele, Messico e Brasile che capitalizzano metà del patrimonio. Le
commissioni sono 0,55% l'anno e le masse intorno ai 110 milioni.
I
Ragni Obbligazionari Europei:
SPDR
Barclays 1-3 Year Euro Government Bond (IE00B6YX5F63 - GOVS)
Primo
tra i ragni obbligazionari europei, c'è il SPDR che investe in
titoli di stato in euro a breve durata, con scadenza massima 3 anni.
Strumento molto affine alla liquidità, piuttosto scambiato (1475
milioni) ed abbastanza economico (0,15% l'anno) pur con una
prospettiva di redditività minima. Investire in titoli europei con
maturity/duration sotto i 2 anni non rappresenta oggi un investimento
redditizio, ma al massimo difensivo (anche dai tassi d'interesse!).
Prevederebbe un dividendo, ma attualmente la distribuzione è zero.
SPDR
Barclays Euro Government Bond (IE00B3S5XW04 - GOVY)
Fratello
del precedente, è un aggregatore di titoli di stato europei
indipendentemente dalla durata. Sono incluse tutte le scadenze: il
15% del portafoglio ha scadenza superiore a 20 anni, il 17,7% tra 10
e 20 anni e solo il 18% sotto i 3 anni. Ha una maturity media di
oltre 10 anni ed una duration di 8,5. Anche con questo sacrificio in
termine di rischio-tassi (assoltuamente da evitare in portafogli che
si prevede di 'toccare' prima di 9-10 anni, se il rischio è basso)
il dividendo è di uno 0,5% scarso annuale, sempre con cadenza
semestrale come tra tradizione 'ragnesca'. Anche questo prodotto è
ben scambiato, con masse di 1300 milioni.
SPDR
Barclays Euro Corporate Bond (IE00B3T9LM79 - EUCO)
Siamo
passati con questo 'ragno' dal debito governativo a quello
societario, sempre europeo. I costi 'salgono' a 0,2% l'anno. Questo
strumento eccelle per diversificazione: 2538 titoli obbligazionari
emessi in euro da aziende di oltre 25 paesi, non solo europei
(Svizzera 3,55%, Australia 2,5%, Giappone 1%, Canada 0,65% etc...).
La maturity è eccellente, di 5,68 anni, con duration poco superiore
a 5 e quindi abbastanza difensiva rispetto ai tassi. La distribuzione
arriva ad un 1% circa del capitale. Il rating accettato è solo
investment grade. Con masse di 528 milioni e presente sul mercato dal
2011 appare uno strumento piuttosto completo nel comparto
obbligazionario societario.
SPDR
Bloomberg Barclays Euro High Yield Bond (IE00B6YX5M31 - JNKE)
Altra
metà del cielo rispetto al precedente, questo ETF permette di
investire in tutto quel comparto obbligazionario societario europeo
che si trova al di sotto dell'asticella dell'Investment Grade.
Diversificato su 426 titoli, ha una maturity di circa 5 anni ed una
duration molto ridotta (3,96). La cosa interessante è ovviamente in
un dividendo superiore al 3,6% lordo. I titoli ad alto rischio emessi
in euro provengono da aziende di tutto il mondo (per capirci il 22%
americane) ed il costo di gestione è assolutamente competitivo per
un obbligazionario High Yield (0,4%). Le masse scambiate sfiorando i
700 milioni.
SPDR
Braclays Euro Aggregate Bond (IE00B41RYL63 - SYBA)
Quinto
rilevante 'ragno' dell'obbligazionario in Euro c'è ovviamente
l'aggregatore, che riunisce un pò i 4 precedenti. Il punto di
assoluta forza è il costo dello 0,17% e l'ampiezza e
diversificazione del fondo, paragonabile all'altro campione del
Corporate Bond: 2026 titoli obbligazionari. Rispetto all'altro
aggregatore globale, il Euro Aggregate Bond ha l'enorme vantaggio per
noi europei di azzerare il rischio valuta. Parliamo di uno strumento
con maturity media di 8,5 ed una duration di 7,4, bilanciato a
livello di rischio-tassi. Purtroppo il dividendo è molto inferiore a
quello internazionale (intorno a 0,6% annuo), ma tratta solo
strumenti investment grade. L'investimento è ben diversificato in
titoli sovranazionali (5%), titoli di stato (57%), obbligazionari
societari puri (10%), bancari (7,8%), enti governativi (6%), morgage
backed securities (5,8%) etc... questa struttura a mio avviso lo
rende una scelta 'solida' per un portafoglio difensivo in euro.
I
Ragni Azionari:
SPDR
MSCI World (IE00BFY0GT14 - SWRD)
Un
'classico' MSCI World: 23 paesi sviluppati, 1627 azioni replicate
fisicamente, ad accumulo, 0,12% di spese annue. Masse ridotte a 136
milioni. Si noti l'unicità di questo ETF: è l'unico MSCI World con spese di gestione tanto basse (0,12) insieme al Lyxor MSCI World. Solo che il Lyxor è a replica sintetica con contratti swap, mentre il ragnetto contiene fisicamente quasi tutti i titoli dell'indice (campionamento stratificato... ha dentro 1627 titoli sui 1650 dell'indice, possiamo considerarla replica completa credo) e, a differenza della maggior parte degli ETF mondiali a replica fisica, NON effettua neppure prestito titoli!!
SPDR
MSCI World Small Cap (IE00BCBJG560 - ZPRS)
Sempre
ad accumulo è un interessante complemento del MSCI World classico,
che si concentra sui titoli a più alta capitalizzazione. Questo
interessante titolo racchiude la cifra enorme di 3115 titoli a
piccola capitalizzazione, 55% Usa, 13% Giappone, 6% UK e così via..
i costi di gestione salgono a 0,45%. 342 milioni di masse.
SPDR
S&P500 (IE00B6YX5C33 - SPY5)
Capostipite
di tutti gli ETF, il S&P500 di SPDR ha costi di 0,09% annuo e
masse di 3,54 miliardi senza prestito titoli. La struttura è
classica e replica i 500 titoli dell'indice. Interessante la
distribuzione, che a differenza dei classici ragni obbligazionari
avviene ogni 3 mesi per circa (ai valori attuali) 1,2% l'anno.
SPDR
S&P500 Low Volatility (IE00B802KR88 - LOWV)
Un
altro 'unicum' della SPDR, questo ETF replica l'indice delle 100
società di grandi dimensioni statunitensi automaticamente
selezionati in base alla loro bassa volatilità all'interno
dell'indice S&P500. Attenzione, perché a differenza dei più
popolari indici 'Minimum Volatility' questo sistema seleziona in
automatico aziende di settori decorrelati da quest'ultimo... ecco che
il LOWV diventa un indice Value, non sovrastimato rispetto ai dati di
bilancio delle aziende che lo compongono, ma sposta l'investimento
verso aziende di infrastrutture ed utilities (27,5%), Immobili
(16,3%), finanza (15%), beni di consumo non ciclici (10%),
industriali (9%)... relegando molto in basso settori come tecnologici
ed informatica, che rappresentano il miracolo del 'decennio di
rialzo' che abbiamo appena concluso.
SPDR
MSCI ACWI (IE00B44Z5B48 - ACWE)
Un
grande classico del All Country World Index, il titolo SPDR è sul
mercato europeo dal 2011. Ha masse di 1392 milioni, costi 0,4% ed
accumula i dividendi. Investe in aziende a media ed alta
capitalizzazione ed è composto da 49 indici nazionali che includono
i 23 paesi sviluppati del MSCI World + 26 paesi emergenti. La
struttura segue sempre la concentrazione di capitale: 58% USA, 7%
Giappoe, 4,6% Cina, 4% UK etc...
SPDR MSCI ACWI IMI (IE00B3YLTY66 - IMIE)
L'ETF più diversificato che c'è 8936 titoli di 23 borse dei paesi sviluppati e 27 dei paesi emergenti, in pratica se non "tutto tutto" lo 'stock market' poco ci manca. Costi identici al SPDR MSCI ACWI, fratello più giovane e completo del ACWI: è sul mercato dal 2019. Ha la caratteristica di riprodurre sia il mercato classico a media-grande capitalizzazione che i titoli 'small cap'. Ha masse per 288 milioni ed accumula tutti i dividendi. La concentrazione è ovviamente molto simile al ACWI classico (le large e mid cap pesano dopotutto): 56,86% USA, 6,9% Giappone, 4,66% Cina, 4% UK, etc...
SPDR
Dow Jones Global Real Estate (IE00B8GF1M35 - GLRE)
Interessante
strumento (sebbene le masse siano di 'soli' 170 milioni) che
diversifica l'investimento tra fondi immobiliari (REIT) e aziende
operanti nel settore immobiliare (REOC). Investe sette ottavi nelle
prime ed un ottavo nelle seconde. I costi annui sono dello 0,4%
l'anno e la distribuzione di dividendi intorno al 3,5%.
SPDR
MSCI Emerging Markets (IE00B469F816 - EMRG)
ETF
azionario dei paesi emergenti della SPDR, replica ben 1327 titoli di
paesi come Cina (39%), Taiwan (13%), Corea (11,67%), India (8,48%),
Brasile (4,69%), Sudafrica (3,78%), Russia (3,27%) e così via...
accumula i provendi e costa 0,42% l'anno.
SPDR
MSCI Emerging Markets Small Cap (IE00B48X4842 - SPYX)
Interessante
complemento del precedente, anziché investire nei titoli a
capitalizzazione medio-alta, investe in quelli di piccole dimensioni.
Il portafoglio è molto vasto: 1512 titoli, principalmente Taiwan
(24,5%), Corea (17,7%), India (12,5%), Cina (12,2%), Brasile (6,8%)
etc... i costi però sono di 0,55% l'anno e la capitalizzazione di
appena 58 milioni, è tuttavia sul mercato dal 2011.
SPDR
MSCI Emerging Markets Asia (IE00B466KX20 - EMAE)
Questo
'ragno' rappresenta una focalizzazione terrotoriale del precedente
EMRG. Anziché 1327 titoli replica solo gli 841 presenti in Cina
(50%), Taiwan (16%), Corea (15%), India 10,6%) e sud-est asiatico. E'
molto interessante però in quanto rappresenta una sorta di
rappresentazione dell'indice Golden-Dragon aggregatore di Cina 'e
provincia'. E' sempre ad accumulo, con costi dello 0,55%, ma attira
più masse dei precedenti (721 milioni).
SPDR
MSCI EMU (IE00B910VR50 - EURO)
Per
completare l'offerta azionaria dei ragni questo ETF investe nelle
aziende di medio-grande capitalizzazione dell'area euro. I titoli
replicati sono circa 250, con un costo dello 0,18% ed una
capitalizzazione di mercato di circa 200 milioni.
I
Ragni Aristocratici:
Per
aiutarci a realizzare i nostri portafogli a distribuzione, settore
di specializzazione della SPDR, la State Street Global Advisors ha
perfezionato la sua offerta realizzando i famosi Aristocrats. Il
problema degli indici selezionati in base al dividendo è sempre
stato quello di fare spesso una selezione non qualitativa, portando
automaticamente nell'indice o comparti decisamente Value
(sottovalutati), dall'altra aziende che per qualche motivo avevano
perso capitalizzazione e che quindi trainavano giù le performance.
L'obiettivo degli indici Aristocrats è fare una divisione per titoli
che hanno per anni (almeno 20) incrementato i dividendi distribuiti,
dimostrando continuità nella crescita degli utili.
SPDR
S&P US Dividend Aristocrats (IE00B6YX5D40 - USDV)
Questo
ETF replica i 120 titoli dell'indice S&P1500 che hanno
incrementato gli utili nell'ultimo ventennio. Questo li distingue per
affiancare alla distribuzione anche la crescita del capitale.
L'indice diversifica dai classici indici statunitensi, con una
presenze del 2% di tecnologici ed informatica, e al primo posto
finanziari e industriali, con altri comparti decisamente "value".
La distribuzione di dividendo è del 3,5% annuale. Il costo annuo è
di 0,35% con una capitalizzazione di oltre 2 miliardi.
SPDR
S&P UK Dividend Aristocrats (IE00B6S2Z822 - SPYG)
Interessante alternativa a titoli come il iShares UK Dividend Plus, questo titolo
replica i 40 titoli della borsa di Londra che bilanciano crescita
progressiva del dividendo e capitale. La distribuzione annua
raggiunge i 4,3%. Il costo è 0,3%, ma le masse sono 'solo' 112
milioni.
SPDR
S&P Euro Dividend Aristocrats (IE00B5M1WJ87 - EUDV)
Questo
strumento replica le 40 aziende dell'eurozona con distribuzione del
dividendo in crescita da 10 anni. La distribuzione è intorno al 3,5%
con 0,3% l'anno di costi e 1287 milioni di masse.
SPDR
S&P Emerging Markets Dividend Aristocrats (IE00B6YX5B26 - EMDV)
Relativamente
ai paesi emergenti, questo ETF seleziona 67 titoli dei paesi
emergenti (27% Cina, 19% Corea, 12% Taiwan, 9% Sudafrica etc...) con
una distribuzione intorno al 5,5% l'anno. I costi sono dello 0,55%,
ma le masse sono esigue (92 milioni).
SPDR
S&P Pan Asia Dividend Aristocrats (IE00B9KNR336 - PADV)
Parzialmente
alternativo al precedente, questo ETF include 100 aziende asiatiche,
aggregando paesi emergenti ed evoluti. La localizzazione è 29%
Giappone, 23% Hong Kong, 19% Australia, 13% il resto della Cina, 4,5%
Taiwan, 3,78% Singapore. Il dividendo è circa del 4,46% con costi
0,55% e masse di 178 milioni.
SPDR
S&P Global Dividend Aristocrats (IE00B9CQXS71 - GLDV)
Soluzione
più riassuntiva tra i 'ragni aristocratici', è un ETF che seleziona
88 aziende del mondo (40% USA, 10% Canada, 10% Giappone, 4% Hong Kong
etc...) per una significativa distribuzione del 5,74%. I costi di
gestione sono del 0,45% a fronte di 433 milioni di masse.
Esistono ovviamente anche altri ragnetti interessanti, come alcuni tematici (quali il SPDR MSCI World Energy), tuttavia credo di essermi già dilungato abbastanza a descrivere le caratteristiche oggettive di questi che appartengono alle asset class principali.
P.C. 06.06.2020
Esistono ovviamente anche altri ragnetti interessanti, come alcuni tematici (quali il SPDR MSCI World Energy), tuttavia credo di essermi già dilungato abbastanza a descrivere le caratteristiche oggettive di questi che appartengono alle asset class principali.
P.C. 06.06.2020
7 commenti:
Ciao Bow, grazie per il post e per il lavoro!
Il SYBA purtroppo su Milano non lo trovo, peccato perché mi sembrava un ottimo strumento, decisamente meglio del GLAE che invece include i costi di hedging. Secondo la mia modestissima opinione, l'investitore lazy di medio-lungo periodo che mira a ridurre al minimo i costi di gestione, non ha bisogno di spendere troppi soldi per l'hedging, quando ha la possibilità di fare un'accoppiata vincente fra GLAG e SYBA. Un po' di GLAE o AGGH potrebbe anche avere senso, ma in piccole dosi e solo come scelta marginale. Ho come l'impressione che prodotti come AGGH o GLAE rispondano piu' che altro a logiche di marketing e redditività del gestore e non alla reale necessità dei risparmiatori, sempre secondo la mia modestissima opinione...
Purtroppo il SPDR Euro Aggregate Bond (IE00B41RYL63) non è presente sul ETFPlus, ma su Xetra. Ritengo comunque sua una scelta validissima per l'obbligazionario. Come dici tu l'hedging ha effetti distorsivi sul mercato, nell'azionario la redditività compensa parecchio, ma nell'obbligazionario son problemi... chi nel 2018 ha investito in obbligazionario ad elevata duration e si è "difeso" con hedging sull'euro, in una fase di tassi dollaro in rialzo e dollaro in salita ha subito svalutazioni da azionario... anzi che l'azionario internazionale non conosce da tempo!
Grazie per la risposta, diciamo che alla fine ho preso sia GLAG che AGGH, e li ho presi entrambi quando il cambio euro/dollaro era sotto 1,10, e ora che il dollaro si sta indebolendo e lentamente scivola verso 1,14 vedo che il GLAG ha già iniziato a sgonfiarsi. Diciamo che se il dollaro dovesse indebolirsi ulteriormente e superare gli 1,20, probabilmente venderò lo AGGH, probabilmente sarà anche in leggero gain, e con il ricavato medierò il prezzo dell'ottimo GLAG, che sul lungo periodo mi dà piu' tranquillità. Sempre che uno apprezzi un minimo di gestione attiva nel portafoglio...
Articolo interessante, faccio un collegamento con altri due articoli che avevi scritto tempo addietro dedicati al Vanguard (2 articoli).
Mi pare di capire che sia spdr che vanguard sono ottimi, non è una scelta facile privilegiare uno piuttosto che l'altro.
entrambi ottimi, che ne pensi?
Vanguard segue una filosofia no-profit e di efficienza davvero encomiabile (a mio modesto parere). Oltretutto cercano di creare dei portafogli molto ampi e gestiti in maniera moderna. Una stessa competitiva modernità è negli SPDR, che hanno un lungo corso d'esperienza nell'investimento indicizzato. Ci sono poi altre case che hanno delle caratteristiche eccezionali, UBS, HSBC, xTrackers, iShares hanno le loro unicità. Persino Lyxor ha qualche 'unicum' assolutamente interessante. In generale sugli ETF non andrei a marca come per le scarpe, bensì guarderei le innovazioni e peculiarità delle varie società di gestione e mi focalizzerei su quelle. Gli Aristocrats al momento sono un'eccellenza di SPDR, il Low Volatility S&P500 è un altro prodotto tipico. I Vanguard hanno dei fondi ACWI basati sugli indici di FTSE anziché della MSCI molto ampi e secondo me anche ben contruiti. Gli iShares hanno alle spalle i portafogli immensi e la liquidità di un titano come Blackrock, sono considerati un pò i campioni della replica fisica. HSBC come banca nata con relazioni con l'oriente ha una grande esperienza nell'azionario di alcuni paesi periferici, xTrackers ha dei prodotti interessantissimi (penso al Nikkey 225). Etc... etc... un pò per volta cercherò di fare una carrellata anche di altre case.
Ciao, mi accodo ai ringraziamenti sull'ottimo blog.
Avresti qualche commento sullo SPDR MSCI ACWI IMI (IE00B3YLTY66 - IMIE), che non vedo in elenco?
Grazie!
Il SPDR MSCI ACWI IMI quando scrissi questa recensione lo scorso anno aveva uno storico inferiore a 18 mesi (in Italia), quindi non lo misi tra i principali. L'estrema diversificazione (che ne è una peculiarità) però gli fa meritare decisamente un posto d'onore, quindi ho modificato la recensione e l'ho immesso. Nota: dal 14.01.2011 al 09.05.2021 il MSCI ACWI IMI risulta aver ottenuto una redditività superiore del 15% rispetto al fratello MSCI ACWI, questo riflette sicuramente il fatto che storicamente il mercato small cap ha una volatilità, ma anche redditività, migliore, che evidentemente ha contribuito.
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