ASSET ALLOCATION: Bilanciato 40/60
STRATEGIA: diversificazione anche tematica e regionale
L'orizzonte temporale di PAN questa è brevissimo: 18/03/2020-18/06/2022, ovvero 2 anni e 3 mesi.
Affrontiamo questi 2 anni e 3 mesi con alcuni punti fissi 'strategici' tanto è inutile stare a cercare di azzeccare ipotesi economiche durante una volatilità di questo tipo: sono possibilissimi molti scenari, ma non se ne può intercettare uno sicuro perché molto dipende da DECISIONI di politica ed economia ancora da prendere, e sicuro che non prenderemo noi.
Punto Primo: la diversificazione. Cerco di diversificare il portafoglio il più possibile, non solo scegliendo strumenti piuttosto diversificati, ma anche per paesi (per motivi che non voglio spiegare), temi e anche singoli strumenti. Molti scenari sono aperti: molti ETF, per dire, dopo la crisi del 2008 vennero delistati, molti indici ripensati.
Punto Secondo: i fondamentali. In questo momento giudico troppo volatili alcuni strumenti con fondamentali meno solidi, come l'obbligazionario high yield e dato che l'orizzonte temporale è breve per permettere anche ad un ETF diversificato di recuperare, lo escludo. Altri li considero potenzialmente svalutati dal mercato, quindi utilizzo obblicazioni societarie con hedging sui tassi (hedging sui tassi vuol dire che scontano al momento solo il panico solvibilità, in pratica) e titoli di stato internazionali correlati all'inflazione, perché questa è attualmente bassa e perché tutti cercano di svalutare, oltretutto siamo di fronte ad uno shock esogeno all'economia che colpisce la produzione, che personalmente correlo in qualche modo a quanto avvenne nel 1973 (anche se lì il problema era la scarsità di petrolio, e non il crollo delle sue quotazioni).
Punto Terzo: alcune strategie tematiche. Al momento alcune aziende avranno, probabilmente, dovuto rinunciare agli utili un pò meno di altre. Penso (come molti) alle società sanitarie e ai beni di prima necessità. Queste aziende, in una ripresa, potenzialmente partono un pò avvantaggiate, dovranno ricorrere meno a finanziamenti, ed in un lasso breve come il nostro vale la pena concentrarvi un pò il rischio. Altro discorso sulle realà che in diversi scenari potrebbero guidare una ripresa, penso da un lato alle aziende di infrastrutture (investimento pubblico trainante) dall'altro i campioni della tecnologia del Nasdaq (innovazione del sistema produttivo a guida privata).
Punto Quarto: l'attenzione alla valuta, le fluttuazioni valutarie sono cresciute, il potenziale rendimento anche, ma anche il rischio. 2 anni e 3 mesi sono pochi per un ciclo valutario, quindi concentro l'80% dell'investimento sull'euro e sugli strumenti a cambio coperto.
Il risultato è questo:
Pan è un portafoglio Bilanciato a Breve Termine, 40% azionario e 60% obbligazionario.
L'asset allocation è la seguente:
20% azionario europeo
8% azionario USA
6% azionario dei paesi emergenti
4% azionario del pacifico
2% commodities
25% titoli di stato e governativi
17% obbligazioni societarie (con esclusione di high yield)
7% titoli di stato di paesi emergenti (ma con copertura valutaria euro!)
10% liquidità
La strategia gestionale divide la rendicontazione in report periodici ogni 7 mesi, tranne l'ultimo che verrà fatto dopo 6 mesi a fine portafoglio. La liquidità è un bacino che si può mantenere se la situazione rende interessante mantenerla oppure si può investire laddove la direzione della ripresa avesse imboccato una direzione certa, anche modificando il bilanciamento del portafoglio (quindi portandolo, per dire, a bilanciato perfetto 50/50, se necessario).
Ovviamente investore in un bilanciato 40/60 è un approccio piuttosto volatile con un orizzonte temporale così breve, ma tanti risparmiatori non hanno più tanto da perdere quanto a 'rischio' dopo il tonfo verticale delle quotazioni dell'ultimo mese.
Vedremo se questa strategia a breve porterà ad un recupero, oppure ci aiuterà a misurare, con le eventuali perdite, lo stato di salute dell'economia. Vedremo anche quali asset class, durante la nostra analisi, saranno più avvantaggiate come 'misura' dell'aspetto che, tra due anni, la ripresa economica starà (eventualmente) prendendo. Questo forse già lo vedremo nella prima revisione di ottobre 2020.
P.C. 18.03.2020
Il portafoglio PAN è un bilanciato classico (40% di azionario e 60% tra obbligazionario e liquidità) che ha scelto la strategia che più a premiato nel 2020, l'ingresso con timing di mercato.
Cosa fa un investitore con una strategia tipo Pan? Mantiene la sua liquidità su asset a bassa volatilità fino ad attendere un momento di 'panico' sul mercato ed entra ben al di sotto dei valori medi (alle volte si utilizza la media mobile degli indici di mercato come parametro di misurazione) facendosi coraggio ed investendo nel pieno del panico.
Ovviamente non saprà mai quando il mercato finirà di scendere (cogliere il minimo è principalmente fortuna) e non saprà se questo panico è giustificato da un reale collasso dell'economia oppure, comunque, si assisterà ad un recupero nel breve termine.
Ci assiste, in queste analisi, più lo storico che il matematico o l'economista. Osservando la storia dei mercati finanziari notiamo che in un caso la strategia PAN ha fallito: nel 1929, dopo l'ondata iniziale e brutale di panico dei mercati l'economia è andata in depressione ed il mercato ha continuato a scendere per anni, tornando alle valutazioni iniziali dopo 14-15 anni, mentre nel 2008, o nel 2001 o nel 1987 etc... chi fosse entrato nel corso del panico, ben al di sotto della media degli anni precedenti, sarebbe andato in guadagno in breve termine, sicuramente prima del 2 anni e 3 mesi (un orizzonte temporale comunque molto breve per un portafoglio bilanciato) di PAN.
Teniamo conto anche che il consulente, anche nel caso di PAN, adopera alcuni accorgimenti:
1- Non entra su un solo mercato concentrando il rischio (ma anche il potenziale rendimento, se ad esempio PAN fosse tutto sul Nasdaq oggi avremmo una performance più che doppia), ma diversifica. Questo perché un singolo settore tematico (esempio i tecnologici) può impiegare un periodo molto più lungo per recuperare, o non tornare più ai massimi visti durante una "bolla". Quindi se anche abbiamo citato lo 'spauracchio' del 1929, entrando al di sotto dei massimi, nel culmine del panico, con un portafoglio 40/60 diversificato su 25 asset diversi (dai conti deposito, al debito di paesi emergenti, alle obbligazioni societarie alle azioni svizzere) probabilmente in un orizzonte temporale di 2,25 anni non dico che avremmo riportato sicuramente lauti guadagni, ma probabilmente, pur nel mezzo di una depressione economica, difficilmente avremmo affrontato gravissime perdite, a fronte però di un'ottima potenzialità di guadagno consistente. Quindi il portafoglio che ci impone di fronteggiare il più grande nemico del mercato: la paura, razionalmente e consulenzialmente dovrebbe essere un "no panic".
2- Non entra nel mercato, pur adoperando un 'all-in' secco a data prefissata (cosa che non è stata fatta con Cyrano, che mostra un altro metodo di gestione del panico) in maniera completa. Circa il 9% del capitale iniziale era stato tenuto libero per un'ulteriore correzione (teniamo conto comunque che PAN entra, a differenza di Cyrano, dopo uno storno superiore del 30% del MSCI World nel precedente mese) che riduceva ulteriormente il rischio di essere entrati 'troppo al di sopra' dei minimi di mercato, soprattutto con un portafoglio che, ricordiamo, è bilanciato (la potenzialità, storica, di discesa di un'asset allocation 40/60 non è certo quella del Nasdaq!).
In generale il consulente, gestore di un portafoglio, è ''raro'' che abbia mandato da un risparmiatore di attuare una strategia come PAN, più propria di traders o di portafogli 'propri', perché la finanza comportamentale rimane uno scoglio eccessivo da superare. In generale però si possono fare tante piccole "strategie PAN" all'interno del portafoglio, non credendo di riuscire a 'battere il benchmark', ma perché si possono limare e perfezionare i prezzi di carico con un pò di calibrato ribilanciamento che tenga conto di un 'panico' anomalo.
Per trovare altri punti di 'cesura' in cui applicare strategie PAN non bisogna andare per forza al 2008, del resto: sia nel 2018 (-20% a dicembre), sia nel 2016 (gennaio), sia nel 2011 ci sono state scene di paura forti. Il problema è che capitano, comunque, ogni diversi anni.
Vengo, dopo questa lunga premessa, all'eccellente performance di PAN nei 7 mesi trascorsi dal 18 marzo 2020:
Considerando il conto deposito, scaduto in data odierna restituendo qualche decina di euro d'interesse, ed i dividendi netti incassati nel periodo, PAN ha realizzato una crescita di 21476,3 euro, pari circa al +21,5%.
Il migliore titolo, a sorpresa, non è sui tecnologici o sul Nasdaq, bensì il SPDR Emerging Markets Asia (IE00B466KX20) con un gain del +58,48%. L'unico investimento in perdita è l'obbligazione Banca IMI, che era anche a marzo molto difensiva sul corso dei mercati (stava a 99,6), ed ha subito il deprezzamento della valuta dollaro.
Il portafoglio di Pan era volutamente molto diversificato proprio perché la situazione di "quei giorni di marzo" era incerta su vari fronti, ed ancora non si sapeva se delle politiche internazionali coese sarebbero state messe in atto (ho diversificato, ad esempio, oltre che per settori, per singoli paesi, cosa che nel 1929 avrebbe aiutato non poco...).
Andando a fare un confronto tra fondi di primarie case d'investimento, "attivi" e con asset allocation simile a quella di PAN (40% azionario, massimo 50%), vado a vedere che generalmente la performance è stata meno efficiente in questa fase di 'recupero'. Il motivo, oltre alle commissioni, lo riconduco probabilmente all'inefficienza di una gestione attiva che raramente o occasionalmente fa meglio di strumenti economici e passivi:
Ovviamente è ben accetta la segnalazione di fondi bilanciati 40/60 (globali, quindi non tematici o concentrati su uno specifico mercato/valuta) che abbiano realizzato una performance migliore (immagino che qualcuno ci sia, ma oggi non ne ho trovati).La situazione finale di PAN al termine del primo rendiconto è la seguente:
PAN rappresenta il portafoglio che ha beneficiato di un ottimo market timing. Durante uno storno significativo di mercato come quello di 14 mesi fa abbiamo creato un investimento non troppo azzardato (bilanciato 40% azionario) per intervenire su valori di mercato decisamente più bassi di quelli di appena un mese prima.
Il nome infatti deriva dal leggendario Dio PAN, cui è ispirato il termine di timore "Panico". PAN è il risultato dell'investire a rischio intermedio NEL MEZZO DEL PANICO.
A quanto è arrivata la performance di PAN al suo secondo rendiconto ogni 7 mesi?
Quanto dovreste aver guadagnato investendo con un rischio bilanciato moderato (40% di azionario, da padre di famiglia e non da speculatore) durante il ribasso del 2020?
Ad oggi il 40%, ma sull'intero portafoglio. Andiamo a vedere il caso di PAN:
Ovviamente chi avesse davvero investito in un portafoglio come PAN a fine marzo 2020 avrebbe in realtà realizzato un eccellente portafoglio bilanciato 40/60 con un ampio margine di gain e potrebbe valutare semplicemente di abbassare l'azionario ad esempio al 30% per consolidare (ad esempio togliendo 14000 euro tra FTSE Mib, Cac40 e Dax che presentano delle sovrapposizioni con il MSCI EMU ed avevano senso come differenziazione nel corso di una pandemia che non si sapeva se avrebbe avvantaggiato più l'azionario di un paese europeo rispetto ad un altro) parcheggiando un 10% (14000 sui valori attuali) in liquidità o obbligazionario stabile, per poi tornare a 40/60 nel caso di uno storno di mercato.
2 anni e 3 mesi fa esatti, nel corso del fatidico marzo del 2020, ho iniziato un portafoglio Bilanciato a Breve termine, basato su una 'classica' asset allocation 40/60 (quindi più obbligazionaria che azionaria), che mixava bond estremamente prudenti (come i CCT), obbligazionari 'medi' e più speculativi ed azionari piuttosto diversificati, facendo un largo uso di innumerevoli ETF.
L'orizzonte breve è adeguato per un'asset allocation 40/60 laddove si possiede un'elevata propensione al rischio: uno dei caratteri di un orizzonte breve/brevissimo, infatti è quello di amplificare le caratteristiche del rischio. Un portafoglio prudente a breve termine dovrà essere molto prudente (o meglio, non solo prudente, ma anche stabile), mentre uno rischio a breve termine non godrà di spazi di recupero pari o superiori al ciclo economico e quindi potrebbe amplificare il rischio finale di portafoglio (in altre parole la possibilità di non rivedere i propri soldi).
Può tuttavia essere utilizzato l'orizzonte breve in ottica 'opportunistica' cercando di cavalcare un trend che è un sotto-insieme del ciclo economico, nel caso di PAN senza assumersi eccessivo rischio, né eccessivo tempo disponibile, l'investimento nel pieno del "panico" (da cui il nome...) causato dalla pandemia del 2020. Ovviamente questa strategia opportunistica nel breve termine deve essere molto consapevole perché come osserviamo anche nel caso di PAN, l'intercettare ad esempio un trend breve di discesa può avere significativi effetti negativi (chiudere PAN 6 mesi fa sarebbe stato l'ottimo, con il senno del poi).
Osserviamo quale è la situazione finale di PAN:
P.C. 17.06.2022
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