ATLANTE è il portafoglio 100% azionario con un' asset allocation diversificata su varie economie mondiali e su alcuni tematici/settoriali di grandi dimensioni e rilevanza (strategia Quality mondiale, Immobiliare Europa, indice Nasdaq), che 'regge' sulle sue spalle non solo il peso/rischio dell'azionario, ma soprattutto il delicato equilibrio di una strategia a "Pesi Costanti":
Blog amatoriale con finalità didattiche, culturali, hobbistiche e di approfondimento. I contenuti spaziano da analisi e studi personali all'alfabetizzazione finanziaria. Non si fa consulenza, non si promuovo investimenti (ogni valutazione qualitativa è riflessione personale nello stile colloquiale del Blog). I portafogli sono "toy-model" costruiti volutamente complessi, adatti a capire temi e strategie, ma non per essere replicati come modello: si declina qualsiasi responsabilità in merito.
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venerdì 13 agosto 2021
ATLANTE: quadrimestre di crescita per il portafoglio azionario che ci insegna la disciplina dei "pesi costanti"
La strategia, fissata con metodo alla creazione, serve a farci finanza comportamentale, ad osservare la finestra d'uscita (tra l'altro variabile a 3, 6 o 9 anni a seconda del risultato soddisfacente o meno) e, soprattutto, a darci una disciplina di gestione senza andare a "braccio" o a convinzioni del momento, soprattutto nei momenti difficili.
Siamo comunque in un momento positivo, azzarderei dire di euforia:
Il portafoglio investito in Atlante è passato in 4 mesi, da aprile 2021 ad agosto 2021, da un gain del +16,81% ad un gain del +24,01% attuale.
Abbiamo avuto una crescita di +7,2% in 4 mesi, davvero notevolissima.
Notiamo anche che Atlante ci mostra, immediatamente, alcune decorrelazioni: l'azionario Nasdaq, Quality e USA sono cresciuti in maniera davvero impetuosa, mentre i Paesi Emergenti ed il Giappone sono arretrati. Questa decorrelazione non è stata, comunque, sufficiente a superare i "pesi fissi" stabiliti ed imporre un ribilanciamento.
Tuttavia dal 14 aprile gli asset a distribuzione di Atlante (cioè i primi 6 ETF) ci hanno distribuito 682,28 euro netti, che dobbiamo allocare.
Dove li vado ad investire? Nell'asset che è più al di sotto del peso fisso medio: il UBS MSCI Emerging Markets è al 16,11% del portafoglio, uno 0,11% sopra la soglia 'minima di intervento', ma comunque sotto al peso fisso medio di 17,25%.
Provvedo quindi a spendere 544,45 euro (inclusi i 5 euro di transazione) per comprare 5 nuove quote dell'ETF, che aggiungo al mio portafoglio arrivando a 190 quote possedute. La situazione finale di questi quattro mesi, per ATLANTE è la seguente:
Con una rapida ed unica mini-operazione e 5 euro ho operato la 'manutenzione periodica' di un portafoglio simile, e posso starmene buono, e tranquillo, per i 4 mesi futuri stabiliti, aspettando il 14 dicembre (circa) per una nuova analisi della situazione.
P.C. 13/08/2021
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2 commenti:
Ciao Bow
Scegliendo tra un etf emergente e etf Bric, quale dei due sceglieresti e perché?
Grazie
Paolo
Personalmente nel mio portafoglio ho inserito un Vanguard Emerging Markets... non il più scattante tra gli ETF Emerging Markets (replica un "pigro" indice FTSE con una sorta di abbinamento "golden dragon" tra Cina e Taiwan al posto degli USA negli indici World al 50% circa), ma che investe in 1851 titoli diversi a grande capitalizzazione ma anche con tantissime mid-cap dei paesi emergenti. Il mio non è un consiglio ma una spiegazione: facendo un buy&hold di lungo termine personalmente su paesi piuttosto 'acerbi' come regolamentazione ho puntato sulla diversificazione. Il BRIC (io mi riferisco qui al iShares BRIC 50) concentra invece l'investimento sulle 50 aziende piu
grandi di Brasile, Russia, India e Cina. Oltretutto per ottenere maggiore negoziabilità utilizza nel portafoglio non azioni "fisiche" ma ricevute di deposito fisiche (quindi scambiano su mercati piu' internazionali delle ricevute di proprietà di azioni possedute sulle borse locali, NON agisce direttamente sulle borse Cinesi o Indiane o Brasiliane!) e per le azioni cinesi esclusivamente le azioni negoziate fuori dalla Cina (quindi spesso che rappresentano società 'replica' con sede alle Cayman o simili delle controparti cinesi). Risultato? Voglio far capire: un indice Emerging Markets come il mio ha piu' rischio liquidità dei sottostanti (parliamo sempre di mercati emergenti!) però lo 'spalma' su 1851 titoli... la borsa Indiana è sfasata come tempo, la mid-cap oscilla per picchi di illquidità etc...? E' spalmato. Le Ricevute di Deposito e le azioni Cina-estere soffrono meno di liquidità, ma qui ci concentriamo su 50 'grandi' ed il rischio di mercato è meno diversificato. Questo nel tempo ha mostrato una volatilità molto superiore del BRIC che per i 'grandi' indici Emerging Markets come il FTSE... alcuni fondi attivi che furbescamente 'selezionano' dep.receipts o azioni Cina-Cayman hanno performato anche piu' significativamente dell'indice nei periodi di boom su Cina-Emergenti (attraendo piu' liquidità dei mercati 'pregiati'). Personalmente con un approccio da cassettista ho preferito la diversificazione.
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