Portafogli d'Investimento Teorici:

domenica 9 agosto 2020

Attenzione ai TASSI: il rischio che si assume chi entra nell’obbligazionario dopo il crollo dei tassi d’interesse

Chi si trova oggi a costruire un portafoglio d’investimento, troverà delle relative opportunità nelle aziende cosiddette “Value”: asset svalutati rispetto agli utili pre-covid ed ai valori contabili delle aziende. Al contempo si troverà a correre un significativo, spesso mal percepito, RISCHIO TASSI. E' opportuno valutare se è il caso di selezionare per l’asset class Governativo/Obbligazionario dei titoli meno esposti a tale rischio, dove una redditività contenuta restituisce però forse un rapporto rendimento/rischio più vantaggioso di altri strumenti.

Analizziamo l’ETF IE00B4WXJJ64 : iShares Core Euro Government Bond.

Si tratta del classico ETF “Prudente” che mettiamo in portafoglio per difenderci dal mercato e per avere ‘sicurezza’. Oggi ha masse per oltre 3 miliardi di euro… ma in cosa sto investendo quando compro questo titolo che per capirci oggi vale 133,68 euro, un anno fa valeva circa uguale, due anni fa 121 euro (+10,4%), e in 10 anni ha reso circa il +50%?

Un BUON TITOLO prudente (+5% l’anno di crescita facendo il ‘conto della serva’) diremmo tutti, vero?

Sicuramente lo strumento è efficiente (0,09 di TER e replica passiva fisica) e su questo nulla da dire.

Ma, negli ultimi 10 anni, l'interesse medio distribuito dai titoli di Stato europei (quindi non italiani, ma una media tra Italia, Germania, Portogallo, Belgio etc...) non è stato molto inferiore al 5%? Ed allora questa crescita (dato che l'ETF è una gestione passiva e non possiamo neppure confidare un un gestore che con incredibile perizia ha comprato e venduto in momenti ottimali per accrescere il capitale) non sarà stata realizzata a discapito dei rendimenti futuri, condannandoli ad essere negativi (ovvero perdita certa per chi entra con i tassi ai minimi)?

Se così fosse chi uscisse oggi da un obbligazionario simile in Gain sostituendolo con qualcosa a duration più corta opererebbe un pò di gestione attiva con strumenti passivi che corrisponde ad un 'consolidamento' di quei rendimenti futuri anticipati dall'anomala situazione dei tassi d'interesse. Riducendo probabilmente i rendimenti sullo stesso asset nei prossimi anni (che diventerebbero uno zero virgola su conti deposito e obbligazionari a bassa duration), ma non condannandosi ad una probabile fase di svalutazione dell'investimento (perdita di parte di quanto guadagnato finora).

A quale rischio ci esponiamo, quindi, comprandolo oggi? Siamo sicuri che i titoli di Stato in asset allocation nel portafoglio SERVONO per forza? O certe volte quella quota d’investimento è meglio metterla in conto deposito o in titoli a capitale certo ad una data X (es. un’obbligazione) pur rinunciando a rendimento su quell’asset?

Nella ‘pancia’ del nostro ETF ci sono 24% di titoli di stato francesi, 22% di titoli di stato italiani, 18% di titoli di stato tedeschi, poi Spagna (14%), Belgio (6%), Olanda (4,7%), Austria (3,6%), Portogallo (2%), Irlanda (1,4%) etc…

La Duration è 8,5 e la Maturity 10,17… ovvero mediamente sono titoli di stato con scadenza tra 10 anni e 2 mesi (ottobre 2030), la cedola media è del 2,26%.

Visti nel NAV di un fondo non si comprende bene di che parliamo, andiamo allora a cercare sul mercato dei titoli di stato grossomodo con quella cedola e quella durata e vediamo quanto 'prezzano':

FR0011883966 Titolo di Stato Francese al 2,5% scade a maggio 2030 oggi vale a 127,4.

IT0005240350 Titolo di Stato Italiano al 2,45% scade a settembre 2033 oggi vale 114,5.

DE0001102416 Titolo di Stato Tedesco al 0,25% scade a febbraio 2027 oggi vale 106,37.

DE0001135176 Titolo di Stato Tedesco al 4,75% scade a luglio 2034 oggi vale 174,5.

ES00000128Q6 Titolo di Stato Spagnolo al 2,35% scade a luglio 2033 oggi vale 123,67.

Questo per capire ad ‘’occhio’’ il concetto di Duration… incassando la cedola (che nell’ultimo anno per questo ETF a distribuzione è stata dello 0,5% sul valore attuale, il che ci fa capire, con una cedola media del 2,2% dei titoli posseduti che ‘forse’ i titoli dentro sono un tantino sopra la pari) è abbastanza verosimile che alla fine del prossimo decennio il capitale si sarà sgonfiato del 20-30%. Questo ovviamente salvo movimenti particolarmente anomali dei tassi d’interesse (se ogni volta che un titolo in pancia all’ETF scade ci fosse un picco di tassi elevati e trovasse a rinnovarlo con coupon relativamente alti e poi tra 10 anni ci trovassimo in una nuova situazione a tassi negativi ovvio che un elevato coupon-rate interno a quel punto ci difenderebbe… ma io faccio un ipotesi a ‘bocce ferme’ a livello di tassi). C’è poi da dire che una crisi del debito europeo (paure etc…) qui fa una strage a livello di quotazioni: da 134 del 5 marzo questo titolo oscillò a 126 il 18 marzo… (-6% in 2 settimane) il che indica che in caso di ‘paura’ non è prudentissimo. Sostanzialmente il governativo oggi (fondi, ETF in particolare) è un modo per cercare di speculare, comprando un pacchetto di titoli a rendimento zero o negativo ed ampiamente sopra la pari, su tassi d’interesse in ULTERIORE discesa.

 Ma… i tassi d’interesse oggi sono questi:

Non sarà speculativa la scommessa su una loro ULTERIORE discesa, a questo punto?

 

E’ quindi bene, quando si selezionano fondi, ma soprattutto investimenti più “sani” come gli ETF, andare a controllare con molta attenzione la DURATION.

 

La duration non va confusa con la maturity (ovvero quanta vita residua media ponderata hanno le obbligazioni in portafoglio) perché un titolo a 10 anni con il 10% di cedola ‘remunera’ il capitale più velocemente di uno di pari scadenza allo 0,05%. E’ quindi una misura della suscettibilità ai movimenti dei tassi d’interesse di un portafoglio obbligazionario. 

Strumenti come quelli che seguono, ad accumulo o a distribuzione, sono quindi indicati per chi dovesse “entrare” negli asset obbligazionari più solidi (titoli di stato governativi e società di elevato merito creditizio) in una fase come questa di rendimenti zero. Oppure per ‘sostituire’ bond attualmente molto sopra la pari con fondi che hanno un hedging contro il rialzo dei tassi. 

Gli ETF sono particolarmente indicati per questo tipo d’investimento (obbligazionario, euro, bassa duration) dato che altri tipi di fondi hanno costi che, con margini di redditività tanto esili, condannano ad un’erosione del capitale.

 

IE00B6X2VY59 iShares Euro Corporate Bond Interest Rate Hedged

Questo ETF investe in obbligazioni societarie europee, che però sono mensilmente ‘coperte’ contro il rischio di rialzo dei tassi d’interesse. Costi di gestione 0,25%. 1,85% di dividendo (non male!). Duration: 0,1.

 

LU0925589839 xTrackers Eurozone Government Bond Yield Plus

Questo ETF investe in titoli di stato in euro, a breve durata residua (1-3 anni) concentrato nei 5 paesi dell’eurozona con più alto rendimento da dividendo (Italia, Spagna, Irlanda, Portogallo e Slovenia). Costi di gestione: 0,15%. Accumulazione dei dividendi. Duration: 1,91

 

IE00BDFK1573 iShares USD Treasury Bond 1-3yr euro Hedged

Questo ETF replica I titoli di stato USA a 1-3 anni, con copertura valutaria ed accumulo del dividendo.

Costi di gestione: 0,1%. Accumulazione dei dividendi. Duration: 1,86.

 

LU1324510525 UBS Barclays Capital US Treasury 1-3 yr euro hedged

Questo ETF replica lo stesso indice del precedente, ma con distribuzione di circa 1,5% l’anno di dividendi. Costi di gestione: 0,17%. Distribuzione 1,5%. Duration: 1,86.

 

IE00BF5GB717 iShares Euro Floating Rate Bond

Questo ETF replica titoli obbligazionari in euro a tasso variabile, con scadenza media ponderat a di 1,5 anni. Costi di gestione: 0,1%. Distribuzione: 0%. Duration: 0,3.

Per titoli in valuta e senza copertura rispetto al dollaro l'effetto valuta è potenzialmente forte quanto l'effetto tassi, quindi elenco questi sopra perché è per i titoli obbligazionari a basso rischio di mercato in EURO che è fondamentale questa accortezza.

La performance del controvalore di questi 5 titoli ci mostra che dal 2018 (fase di rialzo dei tassi) al 2019-2020 sono stati connotati da sostanziale stabilità, a fronte di dividendi comunque distribuiti o nel caso di quelli ad accumulo, di crescita intorno al 2% del controvalore investito:

Quindi, a mio avviso, in una fase di abbattimento dei tassi d'interesse e sovra-immissione di liquidità nel mercato degli strumenti efficienti short-duration hanno, nel comparto obbligazionario/governativo un effetto stabilizzante sul portafoglio che lo stesso asset a duration più lunghe rischia di non restituirci più nel breve-medio termine.

P.C. 09.08.2020

24 commenti:

Sam Lowry ha detto...

Bellissimo articolo, come sempre del resto.
Un paio di precisazioni (sono solo un investitore appassionato, non un professionista): altra misura da tenere in conto guardando all'etf è lo yield to maturity, e facendo i conti della serva alla fine conviene un CD Fca all 1% lordo, visto che gli etf su consigliati determinerebbero nella maggior parte dei casi un rendimento netto negativo (senza considerare la pur miserabile inflazione).
Resta il concetto di fondo, che mi pare di leggere tra le righe: restare liquidi o su duration brevi per la parte obbligazionaria perché se scatta l'inflazione con conseguente rialzo dei tassi sono cavoli amari.
PS: mi spieghi in parole povere, se possibile, come fa il primo etf ad essere hedgiato contro il rialzo dei tassi? Grazie mille

bowman ha detto...

Di solito i fondi utilizzano dei contratti derivati detti SWAP per scambiarsi i flussi di cassa in due asset contrapposti. Negli hedging valutari su tratta di scambiarsi un certo tasso tra due valute (es. euro e dollaro), negli hedging tra tassi probabilmente si utilizzano gli Interest Rate Swap, il contratto consente di scambiarsi pagamenti in una certo livello di tassi. Le obbligazioni contenute all'interno del fondo ho visto che sono in gran parte a tasso fisso, con un portafoglio molto diversificato, probabilmente associando degli swap su tassi riescono a ridurre la duration a livelli tali da risultare piuttosto neutrali all'andamento dei tassi. In effetti questo titolo ha pagato dividendo pari alla cedola media delle obbligazioni in esso contenute, ma nel 2018 quando i tassi hanno fatto soffrire gli obbligazionari con lunga duration la flessione c'è stata (gli Hedging non sono mai efficaci al 100%) ma estremamente contenuta. Quindi per una stabilità sui tassi nell'epoca dei rendimenti zero o peggio mi sembra che difenda abbastanza da tale aspetto, stabilizzando potenzialmente il valore di portafoglio.

Gianni ha detto...

Ciao Bow !

Articolo molto interesssante, grazie.

Degli ETF da te elencati mi pare che solo IE00B6X2VY59 sia effettivamente 'interest rate hedged', o mi sbaglio ?
Si può comunque dire che se la duratation è breve, si raggiunga comunque modo l'obiettivo di protezione da rischio rialzo tassi ?

Sulla base di quaste considerazioni, avendo in pancia dei governativi tipo HG7S penso avrebbe quindi senso switcharli su un mix di quelli da te elencati. Mi chiedo però quando andrebbe fatto questo switch ... non so se i tassi aumenteranno per almeno altri 12 mesi, quindi supponenedo che sia così (tassi stabili per ancora 1-2 anni) avrebbe comunque senso fare lo switch adesso ?

Ciao grazie e scusami per le 1000 domande, Giovanni

bowman ha detto...

Sì, solo il primo ha hedging su tassi, è una cosa un pò particolare e 'artificiale' per un ETF. Come dici tu se la duration è breve ci si protegge dal rialzo dei tassi, ma se la duration è breve per motivi eccessivamente sintetici (fondi obbligazionari a duration negativa) si scommette su derivati che in realtà rendono molto rischioso il titolo (a differenza di questi ETF qui), se la duration è breve perché il titolo ha cedole altissime rispetto alla maturity (es. high yield, emergenti etc...) in realtà il rialzo dei tassi ha un effetto deflattivo su alcune economie (emergenti) e drena liquidità da obbligazionari rischiosi (high yield) che spesso hanno mandato comunque a fondo quei titoli (rischiosi!).
La valutazione è che chi, oggi, ha quei bei fondi governativi in anomalo gain può valutare di consolidare sostituendoli con obbligazionari 'sicuri' a duration bassa. Chi deve fare oggi un portafoglio e al governativo/obbligazionario riserva il ruolo di 'stabilizzatore' potrebbe non ottenerlo se non usa titoli a bassa duration tipo questi. Non sappiamo bene quando i tassi aumentano (basta anche un panico sul credito etc...) però sicuro dopo qualche emissione di liquidità (sblocco di recovery fund, avvio di Quantitative Easy) il governativo ha quella settimana/15 giorni di rialzo euforico che fa centrare delle vendite ben piazzate a chi vuole passare ad altri titoli... di solito. Grazie a te per le domande.

Matteo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Matteo ha detto...

Ciao Bow,

grazie per l'articolo, davvero molto interessante!

C'è una cosa che matematicamente non capisco: come fa (per IE00B4WXJJ64) ad esserci una differenza tra la cedola media ponderata (2.2%) e il rendimento da distribuzione (0.5%) del'1,7%? Pensando ad un capitale nominale di 100, con una cedola media ponderata del 2.2% mi aspetto una cedola di 2.2. Qualora il rendimento da distribuzione (2.2) sia lo 0,5% del prezzo di mercato, significa il prezzo di mercato è di 2,2 / 0,5% = 440 - a cui non posso credere. Mi aiuti a capire dove sbaglio nel mio ragionamento?

Grazie e ciao!

bowman ha detto...

Utilizzo un esempio pratico così capisci bene, perché il discorso è importantissimo. Facciamo conto che io ho un fondo composto da 4 titoli di stato governativi:
100014 euro investiti in 100.000 di PTOTESOE0013 Titolo di Stato Portoghese Tasso Fisso 2,2% scadenza ottobre 2022 comprati il 14 settembre 2015 a 100,14
161900 euro investiti in 100.000 di AT0000A0U299 Titolo di Stato Austriaco Tasso Fisso 3,8% scadenza gennaio 2062 comprati il 14 settembre 2015 a 161,9
112040 euro investiti in 100.000 di BE0000328378 Titolo di Stato Belga Tasso Fisso 2,25% scadenza gennaio 2023 comprati il 14 settembre 2015 a 112,04
127120 euro investiti in 100.000 di DE0001135481 Titolo di Stato Tedesco Tasso Fisso 2,5% scadenza luglio 2044 comprati il 14 settembre 2015 a 127,12

Quale è la cedola media ponderata?
(100000x2,2+100000x3,8+100000x2,25+100000x2,5)/400000 = 2,6875%

Quale era il capitale investito ipoteticamente nel mio fondo quel fatale 14 settembre 2015?
100014+161900+112040+127120 = 501074

Oggi (11 agosto 2020) i titoli quotano: 105,83 il Portogallo, 238,53 l’Austria, 108,37 il Belgio e 164,77 la Germania.
Il capitale è 105830+238530+108370+164770 = 617500

Se è un fondo e io non riesco a capire il contenuto ed interpretarlo, guardo la freccetta sull’homebanking e dico “ammazza ‘sto consulente che me l’ha venduto come ci pigliava! Ho guadagnato +23,23% in capitale ed ho anche preso belle cedole, in questi 5 anni. Oltretutto con una crescita abbastanza progressiva e ‘prudente’: è il fondo delle meraviglie! Cresce sempre, rischio poco, rende tanto e cresce il capitale, il TOP… ha fatto così in passato: farà così per sempre, perché il gestore è straordinario!”
(ndr: venduto da un consulente non avrebbe mai avuto quel rendimento perché ci sarebbero state salate commissioni)
Poi noto che quest’anno ho ricevuto di cedola:
0,022*100000+0,038x100000+0,0225x100000+0,025x100000= 10750 euro
Che, diviso per 501074 faceva 2,14%, ma diviso 617500 fa 1,74%

L’uomo della strada dice “ehh… è salito il capitale, ma è scesa la cedola, non si può avere tutto… il consulente dice che sono scesi i tassi, però il fondo è ‘BUONO’ ”

NO!
La distribuzione ponderata è SEMPRE 2,6875%, gli interessi sono sempre quelli. Solo che l’ho comprato sopra la pari (consideriamo che i miei 501k iniziali sono 400k a scadenza) e ora sta ancora più sopra la pari. Ricordiamoci che a settembre 2015 eravamo già in pieno Quantitative Easing in Europa… questi stessi titoli portati alle condizioni di fine 2011 sarebbero stati una spremuta di sangue!

Tra quel 1,74 < 2,6875 c’è un GROSSO ALLARME ROSSO !!! Fate attenzione! La cedola ci indica che il fondo è pieno di titoli sopra la pari, a rendimento probabilmente negativo! O si scommette su una maturity molto lunga e che i tassi scendano e divengano infinitamente negativi (cioè speriamo di avere tutti titoli di stato austriaci al 2068 che rimborsano 100000, che oggi valgono 238530 e che continuino magicamente a salire trovando gente [pazza!] disposta a pagare 300k o 400k per averli, nei prossimi anni…) oppure dopo una anomala immissione di liquidità, con tassi artificialmente bassi come mai se ne erano visti, bisogna valutare se è il caso di incassare di corsa.
Spero di aver trasmesso la sensazione del rischio, affatto BASSO (checché ne dicano i KIID, che si basano sulla volatilità media passata del titolo) per questo tipo d’investimento. Il rischio è che storicamente l’obbligazionario/governativo ci ha stabilizzato il portafoglio (soprattutto le botte di panico stile marzo), ma in futuro possa farci da zavorra.
(ovviamente in un fondo gli investimenti non sono statici, ma cambiano, così come nell’indice passivo, i gestori dovrebbero fare arbitraggi… ma se il MERCATO va verso tale trend l’indice o il gestore miracoli non possono farli perché sul mercato più o meno quello trovano per poter fare arbitraggio, salvo andamenti incredibilmente volatili con tassi o rendimento dei singoli paesi che salgono e scendono all’impazzata… nemmeno facendo magheggi su bond illiquidi ci riusciranno per sempre!!!)

Paolo ha detto...

Ciao Bow

Quindi in pratica potremmo dire che la duration è un indice della volatilità che lo strumento ha al variare dei tassi?

Esempio: se i tassi aumentano di 1%, la potenziale perdita dell'etf sarebbe pari alla duration.

Quindi l'etf IE00B4WXJJ64 : iShares Core Euro Government Bond con duration 8,5 potrebbe perdere 8,5 moltiplicato per il valore percentuale dell'aumento dei tassi

È piu o meno giusto?

bowman ha detto...

Molto grossomodo, prendere matematicamente alla lettera questi valori e pensare che i mercati (anche obbligazionari) si comportino linearmente è un'utopia. La duration è la durata finanziaria, teoricamente se la duration è 5 al quinto anno il ciclo finanziario del fondo obbligazionario è concluso (tra cedole che hanno remunerato l'investimento e bond giunti a maturity e rinnovati). Molto grossomodo vale la misura di sensibilità ai tassi. Però quando i tassi sono aumentati titoli di pari duration non hanno avuto reazioni simmetriche. Un obbligazionario high yield (con titoli 'spazzatura' da cedoloni esagerati) può avere duration bassissima, più bassa di un fondo composto da CCT a breve scadenza... eppure quando i tassi sono saliti magari i CCT sono diventati rifugio, l'obbligazionario high yield in un contesto di minore liquidità sono diventati 'temuti' (perché molte società zoppicanti che li hanno emessi si sono tenute a galla solo grazie all'ondata di liquidità come mai se n'era vista) e sono crollati... alcuni obbligazionari a lunga maturity con cedole interessanti poi hanno recuperato prima di altri (magari perché target per compagnie assicurative? boh?!), insomma la risposta non è così simmetrica. La verità è che a livello globale i tassi non sono mai scesi così tanto... se ci sarà un'uscita da tale imbuto non si ha una misura esatta di cosa può accadere sul mercato obbligazionario. Ed un'uscita da tassi negativi non può essere causata solo da rialzo dei tassi di riferimento delle banche centrali, ma anche da una diminuzione di stimoli colossali. Probabilmente il Recovery Fund fa immaginare un picco negativo dei tassi ad ottobre... ma poi? La ripresa dell'economia, l'eventuale inflazione, potrebbero condizionare molto il mercato dei bond e chi mantiene merito creditizio basso e duration alta si espone. Quanto? Lo vedremo.

Valerio ha detto...

Buongiorno e complimenti per l'articolo.
Potremmo considerare di tutelarci da un possibile aumento dei tassi utilizzando un ETF con obbligazioni indicizzate all'inflazione (es.: IE00B0M62X26)? Tassi di interesse ed inflazione dovrebbero essere correlati...
Mi scuso per le eresie che ho probabilmente scritto.
Grazie!.
Valerio

bowman ha detto...

Purtroppo no... questo ETF potrebbe aiutarci molto nello scenario di una sensibile ripresa dell'inflazione con le banche centrali che esitano a rialzare i tassi per arginarla. Al contrario se i tassi smettono di scendere smetterà di guadagnare (soprattutto in uno scenario deflattivo) e probabilmente scenderà, con la maturità dei titoli dell'indice e senza inflazione andrà sgonfiandosi (le cedole base di questi bond non sono elevate, parliamo di cedola media ponderata 1,26... la META' di quelle dell'altro governativo europeo citato su), sempre salvo ulteriori discese dei tassi. Se il rischio credito, oppure la fine degli stimoli monetari, oppure un effettivo rialzo dei tassi facessero salire i tassi avverrà quanto già accaduto a questo bond nel 2011 (-12% in 3 mesi) o a marzo (-8%) ma con un'intensità potenzialmente molto superiore. In altre parole questo potrebbe essere un momento ottimo per VENDERE questo titolo, che negli ultimi 18 mesi è cresciuto ad un tasso superiore al 5% annuo: incertezza che genera aspettativa d'inflazione, tassi in ribasso mai visto, rifugio nel governativo... è però uno strumento piuttosto esposto ai tassi d'interesse ed ha una duration superiore a 8 !

Federico ha detto...

Buongiorno Bow
grazie per il tuo blog, per chi è agli inizi nel gestire i propri risparmi è la cosa migliore che si trovi.
Chiarissimo il discorso della duration in confronto alla possibilità di rialzo, ma sugli etf (rispetto alle singole obbligazioni), trovo meno facile approcciarmi...
Ho provato a monitorare il periodo 2016-2019, fase di rialzo tassi FED, confrontando due etf globali aggregate e etf USD differenti per scadenze (per facilità SPDR dato che sono i più anziani). Tutti questi ultimi mi sembra ci abbiano messo un po' a calare effettivamente (dal 2017) per poi riprendersi tutti più o meno nello stesso periodo (dal 2018). Mi sarei aspettato di avere una risalita scaglionata, più rapida per 1-3 piuttosto che quelli 10+. In quel frangente questo ragionamento non sarebbe stato valido? se fosse così sembra che ci sarebbe tempo di vendere ad esempio un etf misto per passare alle duration minori solo quando cominciano ad abbassarsi? (Tra l'altro i 10+ hanno poi avuto un boost di performance da metà 2019 in avanti, più delle altre scadenze)
Per quanto riguarda invece gli etf qui indicati in EUR, sono in questo periodo di tassi bassi e stabili praticamente a 0. E' vero che sarebbero i primi a beneficiare di un rialzo, ma se in ogni caso una rendita arriverebbe dopo un primo calo (dovuto all'aumento dei tassi) non converrebbe tenere su un CD ad esempio in questo periodo e poi comprare a tassi in rialzo?
Grazie ancora e scusa per le domande forse banali

bowman ha detto...

Sì, secondo me il CD è una scelta ottimale. C'è il discorso bail in etc... però per il discorso che fai tu è valido. Il problema è trovare un CD ancora dignitoso, so che alcune banche hanno ancora offerte riservate per acquisire nuova clientela... Per dire un CD allo 0,3% tolta la fiscalità del 26% e tolta l'imposta di bollo è privo di rendimento...

Federico ha detto...

sì certo riuscendo condivido totalmente, ovviamente se si trovasse quacosa di decente e in attesa di reimmeterli nell'investimento...

Invece per quanto riguarda la tempistica che intercorre tra rialzo tassi e discesa del valore etf, e per il fatto che poi un po' tutte le scadenze sono andate in rialzo nello stesso frangente, pensi che l'esempio fatto sopra relativo ad etf treasury nel 2016-2019 non valga per questo ragionamento?...sempre che data la mia inesperienza abbia interpretato bene i grafici che ho guardato, potrebbe essere benissimo che non sia così e ci siano stati anche altri avvenimenti in quel periodo che non ho considerato...:)
grazie!

Anonimo ha detto...

Ciao Bow!
In un'ottica di pac decennale ha senso comunque inserire un pizzico di etf con "protezione" dai tassi? Se si, eventualmente questo etf LU1681040900 fa quello descritto sopra? Chiedo perché acquistandolo con degiro non pagherei commissioni.
Grazie!

bowman ha detto...

@Federico non ho visto i grafici, ma è molto probabile che quegli ETF oltre che dai tassi fossero condizionati dalla valuta. Tu vedi il controvalore in euro, se il dollaro sale del 8% (come ha fatto ne corso del 2018) vanno su di +8 e il movimento della valuta è rapido alle volte. Oltretutto c'è da capire se erano ad accumulo. Un treasury decennale nel 2018 arrivò al 4% di cedola... mettici il rialzo dell'8% del dollaro, mettici cedole simili accumulate, metti la FED che a inizio 2019 ha detto "abbiamo scherzato" in quel caso non mi stupirebbe che abbia fatto un +20% in poco tempo.

L'orizzonte temporale lungo abbatte (storicamente) il rischio di non recuperare il capitale a scadenza (i titoli di stato banalmente maturano, pagano interessi, quindi se il portafoglio è diversificato il rischio di perdita in conto capitale ad orizzonte temporale sufficientemente lungo è quasi nullo), il PAC abbatte il rischio di un timing sbagliato (media costantemente il prezzo), la duration breve e i tassi variabili abbatte il rischio dell'esposizione ad un rialzo dei tassi d'interesse.
Bene... ma che rischio ti rimane? Perché il rischio è banalmente rendimento. Puoi fare un PAC sul conto deposito... ma è solo un accantonamento.
Su quel titolo che hai indicato rimane il rischio valuta: infatti segue gioie e dolori del dollaro. E' in generale un asset molto prudente su cui fare un PAC (poi questo va valutato con profilo e portafoglio complessivo) salvo il discorso dollaro... se il dollaro scende del 20% e tu accumuli all'eventuale recupero si sarà trasformato in guadagno. Oltretutto accumula dividendi (altro rendimento) attualmente 'provati' dai tassi bassi: quindi gioca in senso positivo sui tassi d'interesse. 10 anni è un ciclo lungo: portandolo avanti quello strumento SERVE ad accumulare gain nei confronti del dollaro (sfruttando cicli di debolezza... le valute forti sono piuttosto cicliche) e serve ad aggiungerci un gain progressivo con la ripresa dei tassi d'interesse (oggi gli interessi accumulati sono scarsini... ma da qui a 10 anni...). Terza cosa su cui gioca è sul merito creditizio delle aziende americane: in caso di credut crunch o di panico fallimenti (come al tempo dei derivati tossici 2007-2008) o di Covid accumulerà delle quote in ''saldo'' (per fortuna dentro è ben diversificato). Spero di avere spiegato cosa comporta grossomodo un investimento tramite PAC decennale su quel titolo: progressivo accumulo di formichina su rialzo dei tassi (storicamente in USA rialzano prima che in Europa, l'economia è sempre stata più reattiva), risk e value averaging sulle fluttuazioni del dollaro e risk e value averaging sui periodi di panico del merito creditizio. In generale è un prodotto (salvo rischio valuta) decisamente prudente e stabile per un PAC.

Michele ha detto...

Ciao, grazie ancora per le nozioni che impartisci... molto utili a chi vuole "capire".

Avrei una domanda:
il discorso della duration minima vale solo per obbligazioni governative o anche per quelle societarie?
Io scommetterei che vale per entrambe: sono pur sempre "prestiti"... vero?

Grazie e perdona se qualcuno come me fa domande ingenue.

M

Unknown ha detto...

Ciao e grazie per le preziose informazioni che ci dai.
Leggendo il tuo articolo mi veniva in mente un quesito: ma a questo punto, specialmente per chi come me deve iniziare un PAC in ETF e vuole destinare ad esso una quota obbligazionaria al 20% con bassa volatilità e senza esposizione al cambio, non è meglio puntare sui singoli titoli? In primis il BTPitalia che oltre a non avere rischio cambio e volatilità ha anche costi di commissioni e gestione nulli e protegge dal nemico numero 1 del risparmio obbligazionario ossia l inflazione?

Federico ha detto...

Capito, il discorso valuta non l'avevo considerato, ma immaginavo che qualcos'altro potesse aver influito! grazie ancora per i tuoi ragionamenti!!

bowman ha detto...

La Duration incide su tutti gli investimenti che hanno maturity, ovvero scadenza: anche uno zero coupon (come un BOT) ha una duration, ma essendo privo di cedole questa è uguale alla sua vita residua. Per il resto societario, governativo, bond emergente, junk bond, convertibile, può essere misurata su tutto. Come dicevo a Federico in alcuni bond merito creditizio e valuta possono però condizionare il valore più dell'esposizione al rischio tassi.

L'ipotesi di utilizzare un solo titolo per tenere sotto controllo il rischio è valida, io la uso quando il portafoglio ha durata chiara: compro il titolo a 10 anni e portandolo a scadenza posso calcolare il valore CERTO a data X (che con l'ETF non posso). Senza portarlo a scadenza ma con singoli bond molto lunghi scommetto che alla data di rimborso (se ho preso i titoli sopra la pari, ed. TDS olandese al 4%) il continuo ribasso dei tassi tenga alto il valore ed io incassi la cedola come rendimento... gioco così rischioso che quasi vale la pena in High yield o un azionario oggi, secondo me... Sul bond inflation linked tutto giusto, difficilmente l'inflazione reale coincide alla perfezione con quello che ti restituiscono nella mia esperienza, però fino a che non scade tieni conto il rischio paese: conobbi gente che comprò BTP a cedola minima nel 2017 ed un anno dopo stava a -18% sul controvalore. L'Italia ha una situazione debitoria che allo stato attuale della sua economia appare difficile da gestire. Sicuramente il PAC (ma parliamo di 1000 euro di rata circa) è un ottimo modo per entrare sui futuri ribassi ed incassare il nominale a scadenza difendendosi dall'inflazione. Soprattutto se si entra nel PAC quando il titolo è sotto la pari (e quindi il valore certo a data da destinarsi... salvo default!).

Alex ha detto...

Grazie veramente in bell'articolo, anche se leggendo altri articoli di questo blog sono un pò confuso. Gli articoli ai quali mi riferisco che ho letto sono tre : quelli relativi alla valutazione degli etf vanguard(e poi c'è vanguard) e quello del spdr. Quindi anche quando tu valuti questi etf vanguard e spdr devi considerare nelle tue valutazioni la duration? (che influisce sul giudizio alto, medio alto, ecc)?Grazie
In tutti i casi credo che in un portafoglio diversificato un etf con tali caratteristiche non possa mancare.

Grazie e ciao

Bellissimo blog, bravo

bowman ha detto...

No, scusami. Gli articoli che scrivo affrontano argomento diversi di interesse per chi si interessa della materia ed un pò di cultura generale o a livello di opinione personale. Ho affrontato due recensioni di cataloghi di ETF di specifiche case di investimento (al momento l'ho fatto per Vanguard e per SPDR, ma vorrei poco a poco affrontare anche le altre principale case, cercando di evidenziarne anche le specificità). Si trattano di recensioni personali, i criteri di valutazione sono mie opinioni. Su Vanguard tenevo conto, nell'esprimere un parametro di giudizio, anche del livello di scambi e di masse del singolo ETF, valore molto aleatorio (in pochi mesi il Vanguard ACWI ad Accumulo, per dire, è passato da poche decine di milioni iniziali ad oltre un miliardo di masse), abbassando la valutazione su ETF poco scambiati. In SPDR ho tenuto conto nel giudizio solo delle caratteristiche del titolo (costi, efficienza, diversificazione, storicità, struttura dell'indice etc...). La duration è un parametro principalmente per la valutazione di obbligazioni e titoli di Stato. Non è un elemento negativo, assolutamente, ma va compresa la redditività e l'esposizione ai tassi del titolo valutando la duration. Se siamo in un periodo di tassi alti, ma in crisi economica (es. fine 2011) comprare titoli obbligazionari ad alta duration è un affare: sfrutteremo al massimo qualsiasi ribasso futuro dei tassi! Ma in un momento di tassi esageratamente bassi, DOPO una crisi economica che ha già immesso palate di liquidità... se compri un indice obbligazionario con duration alta devi tenere conto che probabilmente starai comprando un titolo di Stato tedesco, per dire, che è quotato a 170, verrà rimborsato tra alcuni anni a 100 ed ha interesse annuo dello zero virgola... in altre parole rendimento FUTURO (il passato lo incorpora già nella valutazione odierna per chi ha avuto la fortuna di comprarlo allora, il problema è entrare oggi!) zero o negativo e unica possibilità di guadagnarci basata sulla prospettiva di tassi ancora più negativi in tempi brevi (quindi poco spazio di guadagno e tanto spazio per una perdita).

Alessandro Bettoni ha detto...

Ciao bowman, grazie per l'articolo molto interessante! Letto oggi aiuta a comprendere lo spessore dei contenuti che proponi e che la materia trattata richiede competenza e preparazione.
Saluti,
Alessandro

bowman ha detto...

Uno dei motivi dell'esistenza di questo blog è che, parlando con consulenti finanziari, addetti commerciali di società di gestione del risparmio o gestori di fondi, loro auto-enunciano sempre le loro imprese al passato "eh, si, io nel 2000 infatti avevo fatto investire tutto in immobiliare!", "Eh, già noi nel 2008 non a caso eravamo andati tutti sul governativo non riportando perdite" etc... Poi quando fanno le loro 'sedute spiritiche' come le chiamo io in cui fanno i veggenti di quello che accadrà sono sempre vaghi come Nostradamus oppure descrivono le cose accadute negli ultimi 5-6 giorni puntando sul fatto che l'interlocutore segua meno i mercati e che di lì a poco trovando un riscontro dica "però... questi lo avevano detto". Io simulo e salvo tutto con data certa, non millanto le mie grandi capacità predittive o di gestore o le mie non riscontrabili miracolose imprese passate: ai posteri l'ardua sentenza (poi quello che voglio trasmettere è il metodo ed il modo di ragionare, non millantare chissà che ispirazione divina).