Portafogli d'Investimento Teorici:

ATLANTE: un portafoglio azionario a Pesi Costanti

Orizzonte Temporale: Breve Termine (3 anni), prolungabile a 6/9 anni
Investimento: 100% ETF azionari
Strategia: pesi costanti a ribilanciamento quadrimestrale



Il portafoglio di ETF che ho deciso di progettare oggi va a sviluppare una strategia di cui ho accennato negli altri portafogli, ma qui vuole rappresentare il 'fulcro' della gestione dell'investimento.
L'approccio a 'Pesi Costanti' prevede che, stabilita un'asset allocation (suddivisione degli investimenti) considerata ottimale per il nostro portafoglio, questa sia periodicamente 'ribilanciata' mediando con vendite di eventuali asset in guadagno e con versamenti/sottoscrizioni successive di eventuali asset sotto performanti.

Questo per fare in modo che la proporzione tra asset diversi rimanga costante e che l'evoluzione del mercato non porti il portafoglio a sovra/sotto esporsi al rischio/opportunità specifico di un tipo d'investimento rispetto all'altro.

Ho deciso di chiamare questo portafoglio, dinamico e la cui strategia dovrà 'resistere' alle inevitabili fluttuazioni dei mercati azionari, Atlante.


Orizzonte Temporale: 3/6/9 anni
Periodicità di Ribilanciamento: 4 mesi (3 volte l'anno)

Il primo cardine della strategia di Atlante è la sua asset allocation, che viene da me stabilità come 100% azionaria suddivisa nei seguenti comparti:

35% Azionario Europa (in euro)
17,5% Azionario Nord America
17,25% Azionario Paesi Emergenti
3,5% Azionario Asiatico Sviluppato (non emergente, escluso Giappone)
2,5% Azionario Regno Unito
2,25% Azionario Giappone
10% All-Country-World (azionario mondiale diversificato) con Hedging Euro
15% Azionario Tematico

Perché questa asset allocation?
Innanzitutto mi permette di avere un bilanciamento perfetto 50/50 sul rischio valuta. Sovradimensionando leggermente l'azionario Europa in euro ed utilizzando uno strumento che replica il All-Country-World Index con Hedging sull'euro, bilancio il rischio e le opportunità dell'esposizione valutaria.

Ho scelto poi degli strumenti a distribuzione sugli asset di mercato/area d'investimento, ad accumulo sul tematico. Il motivo è che i dividendi distribuiti ad ogni ribilanciamento quadrimestrale potranno aiutarmi a ribilanciare i 'pesi fissi' senza dover necessariamente effettuare dispendiosi acquisti e vendite.

L'orizzonte temporale è di 3 anni. Se dopo tale lasso di tempo Atlante avrà ottenuto risultati insoddisfacenti (es. perdita) ci riserviamo di rinnovarlo per altri 3 e così via fino ad un massimo di 9 anni, che ci si attende corrisponda grossomodo ad un ciclo economico.

Il secondo cardine è rappresentato da un'attenzione alla qualità, non solo nella scelta dell'investimento tematico, ma anche nella selezione di strumenti a basso costo complessivo e con buona diversificazione. L'unico ETF a replica sintetica è il ACWI di UBS, che mi consente però di investire su tutti i mercati globali con hedging sull'euro.

Il seguire, ogni 4 mesi, questo portafoglio azionario (solitamente l'approccio a 'pesi fissi' è preferibile nei portafogli bilanciati o obbligazionari, meno volatili) ci permetterà di capire quali sono gli svantaggi e le difficoltà dell'applicare un metodo tendenzialmente molto equilibrato ed efficiente, soprattutto su di un orizzonte temporale breve e con asset volatili, che rappresentano la sfida più impegnativa per questa strategia di portafoglio.


P.C. 09/12/2019

                                                                        I Quadrimestre

Atlante rappresenta un 'semplice' investimento 100% azionario da me simulato a partire da dicembre 2019, un momento iniziale molto favorevole per i mercati dopo un anno record per le quotazioni come il 2019.


Dopo il 'crollo' dovuto alla crisi del Covid19, che si sta rapidamente trasformando in depressione economica mondiale, dobbiamo andare a fare i conti con gli investimenti totalmente azionari, di Atlante.

Atlante è un portafoglio interessante perché schematizza bene la replica e la volatilità, ma anche l'efficienza, degli ETF.

Segue infatti due basilari strategie:
1- Asset allocation diversificata a 'Pesi Costanti' (si vogliono qui rappresentare le difficoltà dei continui ribilanciamenti necessari a mantenere costanti i pesi tra gli asset e la necessaria distribuzione di alcuni ETF).
2- Ottimizzazione dei costi, con un Total Expense Ratio record intorno allo 0,16% l'anno.

Innanzitutto da dicembre Atlante ha incassato i seguenti dividendi:
159,3 euro da xTrackers MSCI Emu Index (azionario paesi euro)
105,82 euro da Vanguard S&P500 (azionario USA)
156,066 euro da UBS MSCI Emerging Markets (azionario paesi emergenti)
36,94 euro da Vanguard FTSE Asia Pacifc ex-Japan (azionario Asia evoluta senza Giappone)
30,3548 euro da iShares FTSE Core 100 (azionario UK)

Si tratta di dividendi già al netto dell'aliquota fiscale, per un totale di 488,48 euro di liquidità diponibile.

Il rendiconto di Atlante è il seguente:


La flessione riguarda tutti gli asset azionari tranne il Nasdaq100, che mostra la sua incredibile resilienza all'attuale shock con una performance positiva del +3,65%.
Notiamo però che la diversificazione tra asset class ha avuto successo: l'andamento è molto diverso, dal -11% scarso dell'azionario USA (e mondiale, che è molto condizionato dagli USA), fino al -26% quasi dell'azionario del Regno Unito.

Ad oggi la svalutazione complessiva è del -17,285%.

Si noti comunque come lo shock sia stato in ogni caso globale, nonostante delle asimmetrie essenzialmente tra USA e resto del mondo, nessuna asset class ha infranto il suo range di bilanciamento per peso: il reimpiego della nostra piccola liquidità da dividendo può quindi attendere.

La prossima rendicontazione è prevista a metà agosto del 2020.
P.C. 15.04.2020

II Quadrimestre

 Atlante è un altro portafoglio, come Decio, danneggiato da un timing d'investimento iniziale pessimo. Creandolo con un'asset allocation 100% azionaria, anche se diversificata in tutti e 5 i continenti e studiata per analizzare le difficoltà di attuazione di una strategia a 'Pesi Costanti', l'inizio d'investimento sui massimi di dicembre di un anno 'record' per l'azionario come il 2019 ha consentito alla crisi mondiale del 2020 di impattare con il massimo della forza su questo investimento.

L'importanza di queste simulazioni è anche nel trasmettere la 'tranquillità' di saper mantenere strategia e timone fermo soprattutto nelle fasi avverse.

In soli quattro mesi dall'ultimo resoconto di metà aprile, ancora in pieno lockdown da Covid, il recupero di Atlante è su tutte le asset class, ma, come prevedibile, assai asimmetrico.

Abbiamo inoltre incassato 40,89 euro di dividendi (sempre netti) dal Vanguard statunitense sul S&P500, 102,675 dall'ottimo ETF di UBS sui mercati emergenti, 8,08 dal Vanguard Asia ex-Giappone, 21,16 invece dal xTrackers che replica l'indice di borsa giapponese e 10,84 dal iShares sull'azionario britannico, nonostante tutte le sue difficoltà. Questo porta la liquidità disponibile a 672,12.

Analizzando tutte le 'pesature' degli asset noto immediatamente che uno di essi, l'azionario area euro (xTrackers MSCI EMU Index) è sceso sotto la soglia minima del 33%, ed è attualmente a 32,24%. E' quindi mio mandato utilizzare la liquidità disponibile per acquistare 18 quote di questo ETF, pagando 672,8 euro (inclusi i costi di transazione).

La situazione finale, ribilanciata, è, al 16 agosto 2020, la seguente:

Notiamo che, con un capitale di 95286,09, la performance in 8 mesi di Atlante è di -4,62% con un recupero di quasi 13 punti percentuali rispetto ad aprile. L'utilizzo di ETF economici, ben diversificati a livello globale, con polso e strategia è una garanzia che laddove il mercato azionario ci riservi delle brutte sorprese, comunque il portafoglio sarà pronto a sfruttare anche le riprese e le potenzialità positive del mercato.

Il prossimo appuntamento per Atlante è atteso a metà dicembre 2020, in chiusura del primo (difficile) anno di vita per questo investimento simulato.

P.C. 16.08.2020


III Quadrimestre


Atlante è un portafoglio azionario con strategia di asset allocation diversificata efficientemente tramite ETF, a pesi costanti e con orizzonte temporale di breve termine (3 anni), flessibile (estensibile di 3 anni in 3 anni).

L'investimento di Atlante è iniziato al termine di un anno 'record' per l'azionario come il 2019 e chiude oggi, dopo un anno caratterizzato da forte volatilità, il suo terzo rendiconto quadrimestrale, ovvero il suo primo anno d'investimento.

La situazione al 15.12.2020 è la seguente:

Dopo il 2020 l'investimento estremamente efficiente, grazie ad un Total Expense Ratio medio ponderato dello 0,167% annuo ci restituisce un portafoglio dal controvalore di 103995,84 euro, con un gain di +4,09% in 12 mesi.

Anche in questo trimestre abbiamo accumulato dividendi netti, con una disponibilità di liquidità di 89,63 euro

I due asset che 'sforano' la nostra ponderazione sono il Nasdaq100 (che supera il 5% del portafoglio) e l'azionario Europa zona euro (EMU Index) che è a 32,89%, leggermente sotto il 'minimo' del 33%.

Vado quindi ad effettuare il mio ribilanciamento:

- Vendo 1 quota di Nasdaq100 che al netto del capital gain e dei costi di transazione mi frutta 536,58 euro

- Dalla liquidità disponibile vado quindi a spendere 606,375 euro per 15 quote di xTrackers MSCI EMU Index, che aggiungo al portafoglio.

Il risultato finale è il seguente:

Possiamo notare che in questo volatile anno Atlante ha registrato una flessione superiore al 17% nel primo quadrimestre (a mio avviso accettabile con lo storno di mercato di marzo, e l'ingresso sui massimi 2019), ridottasi a circa 4,6% in estate e giunta oggi in positivo di oltre il 4%. Rimane quindi un portafoglio volatile, in quanto investito 100% nell'azionario, ma è ben diversificato e probabilmente adatto più ad un investimento di lungo termine (superiore ai 9 anni 'massimi') che di breve.

Osserveremo la sua evoluzione nel prossimo rendiconto in primavera, intorno a metà aprile 2021.

P.C. 15/12/2020

IV Quadrimestre

 La revisione quadrimestrale del portafoglio Atlante, con i suo pigro, ma metodico ribilanciamento a pesi costanti, è a mio avviso un buon esercizio di disciplina.

Atlante, nato alla fine, e sui massimi, di un anno "record" come il 2019 ed investendo al 100% in azionario (ma con stumenti efficienti come gli ETF) si proponeva di cogliere la redditività del mercato reggendo sulle spalle la grande incognita di un rischio che, con un orizzonte temporale breve, pone anche lo scenario di profonde perdite potenziali in conto capitale.

In altra parte l'investitore di Atlante si dice "questi soldi li rischio, a fine portafoglio sono disposto a poterne avere significativamente di meno, ma, IN CAMBIO, mi deve essere messa a disposizione l'eventuale redditività dei mercati in maniera equilibrata e diversificata".

Atlante non va a 'fortuna' o ad aspettative settoriali, diversifica geograficamente e ribilancia a pesi costanti asset diversificati per non essere sbilanciati (in male o in bene) da questa zona o quel settore. L'investitore di Atlante è disposto ad accettare una perdita, ma solo se questa viene da TUTTO il mercato azionario, non da un errore di aspettative su tecnologici, immobiliari, materie prime, Giappone, paesi emergenti o criptovalute.

I quattro mesi tra la fine del 2020 e l'aprile del 2021 hanno dato un'impronta di decisa crescita a questo portafoglio diversificato:


Notiamo che la crescita uniforme è stata sotto tono solo per l'azionario UK (il FTSE100) che sottopesa al 1,99%. 

Nel frattempo ho incassato dai dividendi a distribuzione 230,22 euro netti di dividendi.

Con la liquidità disponibile vado quindi a sottoscrivere 31 quote aggiuntive del iShares Core FTSE100, incrementando il peso al 2,2%... poco fuori dall'intervallo di confidenza, speriamo che con il prossimo quadrimestre riusciremo ad equilibrare completamente quest'unico sbilanciamento.

La situazione finale è:

Il capitale di Atlante è salito a 116699,24 euro, con un gain del +16,81% dall'inizio del portafoglio a dicembre del 2019.


Se affrontare un drawdown del 35% del mercato come nel 2020 con un portafoglio totalmente azionario come Atlante può essere a dir poco spaventoso, Atlante, con il suo metodo di gestione, secondo me può essere un ottimo esempio per imparare a gestire la finanza comportamentale.
Analizzando il portafoglio ogni 4 mesi, e non con la mano sempre sull'homebanking come si fa senza disciplina, quello che avremmo "visto" nei nostri ipotetici incontri con il consulente sarebbe stato:


Qualcosa, a mio avviso, di ordinato e non cosi 'spaventoso'.


Il prossimo ribilanciamento è previsto a ferragosto.

P.C. 15.04.2021

V Quadrimestre

ATLANTE è il portafoglio 100% azionario con una asset allocation diversificata su varie economie mondiale e su alcuni tematici/settoriali di grandi dimensioni e rilevanza (strategia Quality mondiale, Immobiliare Europa, indice Nasdaq), che 'regge' sulle sue spalle non solo il peso/rischio dell'azionario, ma soprattutto il delicato equilibrio di una strategia a "Pesi Costanti":

La strategia, fissata con metodo alla creazione, serve a farci finanza comportamentale, ad osservare la finestra d'uscita (tra l'altro variabile a 3, 6 o 9 anni a seconda del risultato soddisfacente o meno) e, soprattutto, a darci una disciplina di gestione senza andare a "braccio" o a convinzioni del momento, soprattutto nei momenti difficili.

Siamo comunque in un momento positivo, azzarderei dire di grandissima euforia:


Il portafoglio investito in Atlante è passato in 4 mesi, da aprile 2021 ad agosto 2021, da un gain del +16,81% ad un gain del +24,01% attuale.
Abbiamo avuto una crescita di +7,2% in 4 mesi, davvero notevolissima.

Notiamo anche che Atlante ci mostra, immediatamente, alcune decorrelazioni: l'azionario Nasdaq, Quality e USA sono cresciuti in maniera davvero impetuosa, mentre i Paesi Emergenti ed il Giappone sono arretrati. Questa decorrelazione non è stata, comunque, sufficiente a superare i "pesi fissi" stabiliti ed imporre un ribilanciamento.

Tuttavia dal 14 aprile gli asset a distribuzione di Atlante (cioè i primi 6 ETF) ci hanno distribuito 682,28 euro netti, che dobbiamo allocare.
Dove li vado ad investire? Nell'asset che è più al di sotto del peso fisso medio: il UBS MSCI Emerging Markets è al 16,11% del portafoglio, uno 0,11% sopra la soglia 'minima di intervento', ma comunque sotto al peso fisso medio di 17,25%.

Provvedo quindi a spendere 544,45 euro (inclusi i 5 euro di transazione) per comprare 5 nuove quote dell'ETF, che aggiungo al mio portafoglio arrivando a 190 quote possedute. La situazione finale di questi quattro mesi, per ATLANTE è la seguente:


Con una rapida ed unica mini-operazione e 5 euro ho operato la 'manutenzione periodica' di un portafoglio simile, e posso starmene buono, e tranquillo, per i 4 mesi futuri stabiliti, aspettando metà dicembre per una nuova analisi della situazione.

P.C. 13/08/2021

VI Quadrimestre

L'ultima revisione di Atlante risale ad agosto, in questi 4 mesi alcuni asset, come l'azionario Europeo, l'azionario dei Paesi Emergenti, l'azionario dei Paesi Sviluppati dell'Asia e del Pacifico, l'azionario Inglese, e l'azionario Immobiliare Europeo si sono svalutati, alcuni piuttosto significativamente (Real Estate e Asia-Pacific). Gli altri asset, trainati al solito dal Nasdaq e dal S&P500 hanno continuato la loro crescita impetuosa, portando in ulteriore crescita (seppur di poco) il capitale complessivo di Atlante.

Analizziamo come la nostra struttura a PESI COSTANTI reagisce a questo tipo di scenari:


Come notiamo la situazione ci avverte di un'eccessiva decorrelazione dalle soglie di peso fissate, un potenziale "rischio bolla" diciamo su Nasdaq e S&P500. Questo lo abbiamo già risolto quattro mesi fa investendo i dividendi, ma in questi quattro mesi solo il Vanguard S&P500, il Developed Asia-Pacific, il Nikkey e il FTSE100 hanno pagato qualche dividendo, portando la liquidità disponibile appena a 257,08 euro.
Procedo quindi con un ribilanciamento:

- Vendo 25 quote del Vanguard S&P500 al prezzo di 77,95. Questo mi impone il pagamento di 154,8 euro di capital gain e mi rende disponibili 1788,92 euro (oltre ai soliti 5 euro di transazione).
- Vendo 1 quota di Nasdaq100 al prezzo di 792,2 euro pagandoci 95,29 euro di tasse e ottenendo 691,9 di nuova liquidità

Vado quindi a comprare gli asset rossi, più prossimi alla soglia inferiore del mio rangue di pesi:
- 39 quote di xTrackers MSCI EMU (Azionario dell'Eurozona) li pago 1871,15 euro
- 8 quote di UBS MSCI Emerging Markets (Azionario Paesi Emergenti) li pago 856,68 euro

La situazione finale è questa e, come vediamo, ogni asset-class è perfettamente centrata nel suo range di 'peso':

Oltretutto i prezzi medi di carico dei paesi emergenti e dell'eurozona sono stati di nuovo mediati a rialzo.
Notiamo che, dalla creazione il capitale investito in Atlante è cresciuto di un quarto: +25,17% con un controvalore odierno di 125047,63 euro. Questo porta un'ulteriore crescita rispetto ad agosto scorso.

Il prossimo ribilanciamento è programmato in primavera, a metà aprile 2022.

P.C. 15/12/2021

VII Quadrimestre

Abbiamo revisionato ATLANTE, un portafoglio azionario basato su una strategia di ribilanciamento a Pesi Costanti, in corrispondenza del suo massimo storico di metà dicembre scorso, prima che un 2022 ricco di volatilità coinvolgesse i corsi di mercato.

Vediamo cosa è accaduto ad una diversificazione tra mercati, completamente azionaria, nel primo terzo dell'anno 2022:


Atlante, che ha iniziato il suo investimento purtroppo alla fine di un ottimo anno sul mercato azionario come il 2019, riporta tutt'oggi una performance di crescita del capitale in 2,3 anni del +20,32%.
Dai massimi di fine anno scorso una flessione c'è stata, ma contenuta. Notiamo anzi che la forte diversificazione tra economie diverse ha consentito alcune compensazioni.

Il più colpito è stato il mercato dell'Eurozona e i paesi emergenti, due aree coinvolte più direttamente dalla destabilizzazione geopolitica degli ultimi due mesi. Hanno però compensato alcuni mercati ricchi di aziende quotate produttrici primarie come il mercato britannico (passato "in verde") e l'asia sviluppata ex-Japan, questo mentre il Giappone, con il tonfo dello Yen, è stato penalizzato invece dai tassi in rialzo, l'inflazione e i problemi nel mercato della materie prime, da cui la sua economia è molto dipendente. Anche gli asset USA, più resilienti alle aspettative recessive, presentano comunque piccole svalutazioni da fine 2021.

Notiamo che tutti gli asset rientrano nei loro "range" di peso, con la piccola eccezione del S&P500 che è sovrapesato molto debolmente e quindi possiamo tollerare il bilanciamento attuale del portafoglio senza fare operazioni e seguendo la filosofia più pigra possibile.

P.C. 14.04.2022

VIII Quadrimestre

ATLANTE è un portafoglio 100% azionario, composto interamente da ETF a distribuzione con una strategia 'a pesi costanti'.

Prevede un'asset allocation più euro-centrica che USA-centrica (35% investimento azionario Eurozona) per ridurre il più possibile la volatilità dovuta all'effetto valuta. In questa fase è stato penalizzato dal corso dei mercati dalla fine del 2021, tuttavia la flessione risulta relativamente contenuta, soprattutto rispetto a quanto era sceso durante il flash-crash del 2020.

L'andamento di ATLANTE è stato finora il seguente:


La situazione al 12 agosto è la seguente, inclusi i dividendi distribuiti nei 4 mesi:


Il gain attuale è del +17,25% dalla fine del 2019 (2 anni e 8 mesi).

Come possiamo osservare l'azionario dell'Eurozona è tornato sotto soglia a 32,35%, mentre al di sopra c'è il Vanguard S&P500 che è anche avvantaggiato dal cambio favorevole. Altra asset class fortemente penalizzata è l'immobiliare europeo, sceso di oltre il 12% in soli 4 mesi.

Vado quindi a disinvestire 20 quote dall'azionario USA, ottenendo 1443,67 euro al netto del capital gain.

Con il saldo di dividendi e disinvestimento ottenuto vado ad incrementare la quota in MSCI EMU ed in FTSE Developed Europe Real Estate. 20 quote dell'azionario Eurozona le pago 842,1 euro, mentre 72 quote dell'azionario immobiliare europeo costano 1895,76 euro.

Il risultato finale di ATLANTE è il seguente:

Vedremo cosa porterà la fine del 2022 a questo portafoglio.

P.C. 12/08/2022

CONCLUSIONE:

ATLANTE è un portafoglio azionario di ETF che, iniziato esattamente tre anni fa, aveva l'obiettivo di mostrare l'applicazione (teoricamente molto semplice, nella pratica un pò meno) di un portafoglio di asset azionari che mantenessero tra loro, dei "Pesi Costanti".

Come strumenti sono stati scelti degli ETF, efficienti per via dei costi e della replica passiva nel lungo termine, un pò meno per via della fiscalità inefficiente (come tutti i fondi) in un orizzonte breve di 'soli' 3 anni. Orizzonte che rende, oltretutto, un investimento azionario estremamente rischioso.

ATLANTE infatti era prorogabile: se dopo 3 anni il capitale investito fosse stato in perdita si poteva prorogare a 6 o a 12. Visto che, nonostante un 2022 piuttosto avverso, riportiamo un gain andiamo a studiare la CHIUSURA di un portafoglio di ETF azionari.

Innanzitutto la situazione attuale di ATLANTE è la seguente:


Nell'ultimo periodo di 4 mesi (da agosto) i mercati azionari si sono sgonfiati come valore, abbiamo delle flessioni generalizzate, sebbene asset spesso problematici come il MSCI EMU (azionario Eurozona) riporti invece un gain ed un eccellente dividendo distribuito.

Il problema della liquidazione di un portafoglio di Fondi (inclusi gli ETF) o di altri strumenti finanziari inefficienti fiscalmente è purtroppo la fiscalità.
In tre anni ATLANTE riporta un capitale cresciuto da 99905 euro iniziali ai 113079,4 euro attuali. E' un +13,19% in 3 anni, condizionato fortemente, purtroppo dall'attuale fase di mercato debole.

Vediamo però cosa accade andando a disinvestire:

- Vendo 920 quote di xTrackers MSCI EMU (Azionario dell'Eurozona) per 39909,4 euro, ma pago 688,99 euro di capital gain ottenendo  39220,41 euro netti.
- Vendo 280 quote di Vanguard S&P500 (Azionario USA) per 20244 euro, ma anche qui ho 1323,5 euro di tasse, che riducono il netto a 18920,5 euro.
- Vendo 198 quote di UBS MSCI Emerging Markets (Azionario Paesi Emergenti) a 90,52 euro, il controvalore è in perdita, ma la minusvalenza verrà accantonata, non compensata, quindi ottengo solo 17922,96 euro di capitale.
- Vendo Vanguard FTSE Developed Asia-Pacific (Azionario Pacifico) a 23,53 euro, il gain qui è di 47,05 euro, con un netto di 3623,63 euro netti.
- Vendo xTrackers Nikkey225 JPY (Azionario del Giappone) a 20,2, alla pari. Il resido è quindi 2222 euro.
- Vendo iShares Core FTSE100 (Azionario Regno Unito) a 8,553, ho 1,75 euro di capital gain ed un netto di 2770 euro.
- Vendo UBS All Counry Wold EUR Hedged (Azionario Mondiale con copertura valutaria) a 156,83, pagando ben 483,6 euro di capital gain per ottenere 11278,65 netti.
- Vendo iShares Edge MSCI World Quality (Azionario Mondiale 'Qualità') a 3898,44, devo pagare 223,86 di tasse per avere 3674,58 netti.
- Vendo iShares Nasdaq100 (Azionario USA-Nasdaq) a 4463,41, ma anche qui il gain si porta via 385,75 euro per un netto a 4077,66 euro.
- Vendo, infine, xTrackers FTSE 100 per 21,55 a quota. Qui il loss è significativo, a causa del recente crollo dell'azionario immobiliare in Europa, ma non lo considero perché non posso usarlo per compensare capital gain.

Considerando i 1042,89 euro di liquidità ho ottenuto, netti accreditati sul conto,109924,89 in gain del +10,03% netto in 3 anni.

Si conclude così con un risultato medio annuale del +3,34% netto il portafoglio ATLANTE, non ottimo, ma con orizzonte temporale breve, azionario ed un anno significativamente avverso sui mercati poteva andare molto peggio.

P.C. 13/12/2022

Nessun commento: