Investimento: 100% ETF azionari
Strategia: pesi costanti a ribilanciamento quadrimestrale
Il portafoglio di ETF che ho deciso di progettare oggi va a sviluppare una strategia di cui ho accennato negli altri portafogli, ma qui vuole rappresentare il 'fulcro' della gestione dell'investimento.
Questo per fare in modo che la proporzione tra asset diversi rimanga costante e che l'evoluzione del mercato non porti il portafoglio a sovra/sotto esporsi al rischio/opportunità specifico di un tipo d'investimento rispetto all'altro.
Il secondo cardine è rappresentato da un'attenzione alla qualità, non solo nella scelta dell'investimento tematico, ma anche nella selezione di strumenti a basso costo complessivo e con buona diversificazione. L'unico ETF a replica sintetica è il ACWI di UBS, che mi consente però di investire su tutti i mercati globali con hedging sull'euro.
P.C. 09/12/2019
I Quadrimestre
Atlante rappresenta un 'semplice' investimento 100% azionario da me simulato a partire da dicembre 2019, un momento iniziale molto favorevole per i mercati dopo un anno record per le quotazioni come il 2019.
Dopo il 'crollo' dovuto alla crisi del Covid19, che si sta rapidamente trasformando in depressione economica mondiale, dobbiamo andare a fare i conti con gli investimenti totalmente azionari, di Atlante.
Atlante è un portafoglio interessante perché schematizza bene la replica e la volatilità, ma anche l'efficienza, degli ETF.
Segue infatti due basilari strategie:
1- Asset allocation diversificata a 'Pesi Costanti' (si vogliono qui rappresentare le difficoltà dei continui ribilanciamenti necessari a mantenere costanti i pesi tra gli asset e la necessaria distribuzione di alcuni ETF).
2- Ottimizzazione dei costi, con un Total Expense Ratio record intorno allo 0,16% l'anno.
Innanzitutto da dicembre Atlante ha incassato i seguenti dividendi:
159,3 euro da xTrackers MSCI Emu Index (azionario paesi euro)
105,82 euro da Vanguard S&P500 (azionario USA)
156,066 euro da UBS MSCI Emerging Markets (azionario paesi emergenti)
36,94 euro da Vanguard FTSE Asia Pacifc ex-Japan (azionario Asia evoluta senza Giappone)
30,3548 euro da iShares FTSE Core 100 (azionario UK)
Si tratta di dividendi già al netto dell'aliquota fiscale, per un totale di 488,48 euro di liquidità diponibile.
Il rendiconto di Atlante è il seguente:
La flessione riguarda tutti gli asset azionari tranne il Nasdaq100, che mostra la sua incredibile resilienza all'attuale shock con una performance positiva del +3,65%.
Notiamo però che la diversificazione tra asset class ha avuto successo: l'andamento è molto diverso, dal -11% scarso dell'azionario USA (e mondiale, che è molto condizionato dagli USA), fino al -26% quasi dell'azionario del Regno Unito.
Ad oggi la svalutazione complessiva è del -17,285%.
Si noti comunque come lo shock sia stato in ogni caso globale, nonostante delle asimmetrie essenzialmente tra USA e resto del mondo, nessuna asset class ha infranto il suo range di bilanciamento per peso: il reimpiego della nostra piccola liquidità da dividendo può quindi attendere.
La prossima rendicontazione è prevista a metà agosto del 2020.
P.C. 15.04.2020
Atlante è un altro portafoglio, come Decio, danneggiato da un timing d'investimento iniziale pessimo. Creandolo con un'asset allocation 100% azionaria, anche se diversificata in tutti e 5 i continenti e studiata per analizzare le difficoltà di attuazione di una strategia a 'Pesi Costanti', l'inizio d'investimento sui massimi di dicembre di un anno 'record' per l'azionario come il 2019 ha consentito alla crisi mondiale del 2020 di impattare con il massimo della forza su questo investimento.
L'importanza di queste simulazioni è anche nel trasmettere la 'tranquillità' di saper mantenere strategia e timone fermo soprattutto nelle fasi avverse.
In soli quattro mesi dall'ultimo resoconto di metà aprile, ancora in pieno lockdown da Covid, il recupero di Atlante è su tutte le asset class, ma, come prevedibile, assai asimmetrico.
Abbiamo inoltre incassato 40,89 euro di dividendi (sempre netti) dal Vanguard statunitense sul S&P500, 102,675 dall'ottimo ETF di UBS sui mercati emergenti, 8,08 dal Vanguard Asia ex-Giappone, 21,16 invece dal xTrackers che replica l'indice di borsa giapponese e 10,84 dal iShares sull'azionario britannico, nonostante tutte le sue difficoltà. Questo porta la liquidità disponibile a 672,12.
Analizzando tutte le 'pesature' degli asset noto immediatamente che uno di essi, l'azionario area euro (xTrackers MSCI EMU Index) è sceso sotto la soglia minima del 33%, ed è attualmente a 32,24%. E' quindi mio mandato utilizzare la liquidità disponibile per acquistare 18 quote di questo ETF, pagando 672,8 euro (inclusi i costi di transazione).
La situazione finale, ribilanciata, è, al 16 agosto 2020, la seguente:
Notiamo che, con un capitale di 95286,09, la performance in 8 mesi di Atlante è di -4,62% con un recupero di quasi 13 punti percentuali rispetto ad aprile. L'utilizzo di ETF economici, ben diversificati a livello globale, con polso e strategia è una garanzia che laddove il mercato azionario ci riservi delle brutte sorprese, comunque il portafoglio sarà pronto a sfruttare anche le riprese e le potenzialità positive del mercato.
Il prossimo appuntamento per Atlante è atteso a metà dicembre 2020, in chiusura del primo (difficile) anno di vita per questo investimento simulato.
P.C. 16.08.2020
III Quadrimestre
Atlante è un portafoglio azionario con strategia di asset allocation diversificata efficientemente tramite ETF, a pesi costanti e con orizzonte temporale di breve termine (3 anni), flessibile (estensibile di 3 anni in 3 anni).
L'investimento di Atlante è iniziato al termine di un anno 'record' per l'azionario come il 2019 e chiude oggi, dopo un anno caratterizzato da forte volatilità, il suo terzo rendiconto quadrimestrale, ovvero il suo primo anno d'investimento.
La situazione al 15.12.2020 è la seguente:
Dopo il 2020 l'investimento estremamente efficiente, grazie ad un Total Expense Ratio medio ponderato dello 0,167% annuo ci restituisce un portafoglio dal controvalore di 103995,84 euro, con un gain di +4,09% in 12 mesi.
Anche in questo trimestre abbiamo accumulato dividendi netti, con una disponibilità di liquidità di 89,63 euro
I due asset che 'sforano' la nostra ponderazione sono il Nasdaq100 (che supera il 5% del portafoglio) e l'azionario Europa zona euro (EMU Index) che è a 32,89%, leggermente sotto il 'minimo' del 33%.
Vado quindi ad effettuare il mio ribilanciamento:
- Vendo 1 quota di Nasdaq100 che al netto del capital gain e dei costi di transazione mi frutta 536,58 euro
- Dalla liquidità disponibile vado quindi a spendere 606,375 euro per 15 quote di xTrackers MSCI EMU Index, che aggiungo al portafoglio.
Il risultato finale è il seguente:
Possiamo notare che in questo volatile anno Atlante ha registrato una flessione superiore al 17% nel primo quadrimestre (a mio avviso accettabile con lo storno di mercato di marzo, e l'ingresso sui massimi 2019), ridottasi a circa 4,6% in estate e giunta oggi in positivo di oltre il 4%. Rimane quindi un portafoglio volatile, in quanto investito 100% nell'azionario, ma è ben diversificato e probabilmente adatto più ad un investimento di lungo termine (superiore ai 9 anni 'massimi') che di breve.
Osserveremo la sua evoluzione nel prossimo rendiconto in primavera, intorno a metà aprile 2021.
P.C. 15/12/2020
IV Quadrimestre
La revisione quadrimestrale del portafoglio Atlante, con i suo pigro, ma metodico ribilanciamento a pesi costanti, è a mio avviso un buon esercizio di disciplina.
Atlante, nato alla fine, e sui massimi, di un anno "record" come il 2019 ed investendo al 100% in azionario (ma con stumenti efficienti come gli ETF) si proponeva di cogliere la redditività del mercato reggendo sulle spalle la grande incognita di un rischio che, con un orizzonte temporale breve, pone anche lo scenario di profonde perdite potenziali in conto capitale.
In altra parte l'investitore di Atlante si dice "questi soldi li rischio, a fine portafoglio sono disposto a poterne avere significativamente di meno, ma, IN CAMBIO, mi deve essere messa a disposizione l'eventuale redditività dei mercati in maniera equilibrata e diversificata".
Atlante non va a 'fortuna' o ad aspettative settoriali, diversifica geograficamente e ribilancia a pesi costanti asset diversificati per non essere sbilanciati (in male o in bene) da questa zona o quel settore. L'investitore di Atlante è disposto ad accettare una perdita, ma solo se questa viene da TUTTO il mercato azionario, non da un errore di aspettative su tecnologici, immobiliari, materie prime, Giappone, paesi emergenti o criptovalute.
I quattro mesi tra la fine del 2020 e l'aprile del 2021 hanno dato un'impronta di decisa crescita a questo portafoglio diversificato:
Notiamo che la crescita uniforme è stata sotto tono solo per l'azionario UK (il FTSE100) che sottopesa al 1,99%.
Il capitale di Atlante è salito a 116699,24 euro, con un gain del +16,81% dall'inizio del portafoglio a dicembre del 2019.
Qualcosa, a mio avviso, di ordinato e non cosi 'spaventoso'.
ATLANTE è il portafoglio 100% azionario con una asset allocation diversificata su varie economie mondiale e su alcuni tematici/settoriali di grandi dimensioni e rilevanza (strategia Quality mondiale, Immobiliare Europa, indice Nasdaq), che 'regge' sulle sue spalle non solo il peso/rischio dell'azionario, ma soprattutto il delicato equilibrio di una strategia a "Pesi Costanti":
L'ultima revisione di Atlante risale ad agosto, in questi 4 mesi alcuni asset, come l'azionario Europeo, l'azionario dei Paesi Emergenti, l'azionario dei Paesi Sviluppati dell'Asia e del Pacifico, l'azionario Inglese, e l'azionario Immobiliare Europeo si sono svalutati, alcuni piuttosto significativamente (Real Estate e Asia-Pacific). Gli altri asset, trainati al solito dal Nasdaq e dal S&P500 hanno continuato la loro crescita impetuosa, portando in ulteriore crescita (seppur di poco) il capitale complessivo di Atlante.
Analizziamo come la nostra struttura a PESI COSTANTI reagisce a questo tipo di scenari:
Abbiamo revisionato ATLANTE, un portafoglio azionario basato su una strategia di ribilanciamento a Pesi Costanti, in corrispondenza del suo massimo storico di metà dicembre scorso, prima che un 2022 ricco di volatilità coinvolgesse i corsi di mercato.
Vediamo cosa è accaduto ad una diversificazione tra mercati, completamente azionaria, nel primo terzo dell'anno 2022:
ATLANTE è un portafoglio 100% azionario, composto interamente da ETF a distribuzione con una strategia 'a pesi costanti'.
Prevede un'asset allocation più euro-centrica che USA-centrica (35% investimento azionario Eurozona) per ridurre il più possibile la volatilità dovuta all'effetto valuta. In questa fase è stato penalizzato dal corso dei mercati dalla fine del 2021, tuttavia la flessione risulta relativamente contenuta, soprattutto rispetto a quanto era sceso durante il flash-crash del 2020.
L'andamento di ATLANTE è stato finora il seguente:
La situazione al 12 agosto è la seguente, inclusi i dividendi distribuiti nei 4 mesi:
ATLANTE è un portafoglio azionario di ETF che, iniziato esattamente tre anni fa, aveva l'obiettivo di mostrare l'applicazione (teoricamente molto semplice, nella pratica un pò meno) di un portafoglio di asset azionari che mantenessero tra loro, dei "Pesi Costanti".
Come strumenti sono stati scelti degli ETF, efficienti per via dei costi e della replica passiva nel lungo termine, un pò meno per via della fiscalità inefficiente (come tutti i fondi) in un orizzonte breve di 'soli' 3 anni. Orizzonte che rende, oltretutto, un investimento azionario estremamente rischioso.
ATLANTE infatti era prorogabile: se dopo 3 anni il capitale investito fosse stato in perdita si poteva prorogare a 6 o a 12. Visto che, nonostante un 2022 piuttosto avverso, riportiamo un gain andiamo a studiare la CHIUSURA di un portafoglio di ETF azionari.
Innanzitutto la situazione attuale di ATLANTE è la seguente:
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